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NOVEMBRE 1996 42 a Seduta

Nel documento 55 o R E S O C O N T O (pagine 87-90)

Presidenza del Presidente CARELLA

Interviene il sottosegretario di Stato per la sanità Bettoni Brandani.

La seduta inizia alle ore 15,50.

IN SEDE REFERENTE

(65) NAPOLI Roberto ed altri. – Nuove norme sulla organizzazione dei prelievi e dei trapianti di organi parenchimali e di cellule

(238) DI ORIO ed altri. – Nuove norme sulla organizzazione dei prelievi e dei tra-pianti di organi parenchimali e cellule

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

Riprende l’esame congiunto, sospeso nella seduta del 7 novembre scorso.

Riprende la discussione generale sul testo elaborato dal comitato ri-stretto, sospesa nella seduta precedente.

La senatrice BERNASCONI osserva che la normativa in esame – pressochè integralmente sostitutiva della legge n. 644 del 1975, che pure era rimasta in più parti inapplicata – non può prescindere dalla consa-pevolezza della forte disomogeneità del territorio nazionale per quanto riguarda i prelievi di organi e i trapianti.

Non si tratta soltanto della pur vistosa differenza delle percentuali di donatori tra le varie regioni e all’interno delle regioni stesse; anche l’organizzazione dei prelievi e dei trapianti è molto differenziata, e nel corso degli anni si è assistito ad una proliferazione dei centri di trapian-to alcuni dei quali però, come accade in Lombardia, lavorano a pieno ritmo, mentre altri sono addirittura al di sotto della soglia minima di trapianti annui, senza che ciò comporti la revoca dell’autorizzazione ad effettuare trapianti.

Questa realtà deve essere tenuta presente nella scelta tra un criterio di organizzazione del sistema dei prelievi e dei trapianti su base regionale, ed un criterio di tipo interregionale.

A favore della prima ipotesi, che è quella accolta dal testo in esame, sono stati portati principalmente tre argomenti; una miglior interazione tra il sistema dei prelievi e dei trapianti e gli altri aspetti del sistema sa-nitario regionale, una maggior vicinanza della regione alle situazioni problematiche, sulle quali si può pertanto intervenire più facilmente e, infine, una maggior disponibilità di donazioni che, si sostiene, sarebbe-ro più frequenti se i cittadini avessesarebbe-ro la convinzione che gli organi do-nati fossero destido-nati a degenti della loro stessa regione. È evidente però la censurabilità di tale ultima motivazione sotto il profilo etico, mentre le altre due, a suo parere, non appaiono sufficienti a controbattere le ra-gioni a favore di un sistema basato su centri di riferimento interregio-nali.

Occorre in primo luogo considerare la complessità, e i conseguenti costi, delle procedure per la raccolta e l’assegnazione degli organi, costi che andrebbero sicuramente ad aumentare nell’ipotesi di una moltiplica-zione dei centri di riferimento.

La possibilità prevista dal testo in esame, inoltre, di differenziare il centro di riferimento di ciascuna regione per tipo di trapianto – essendo l’associazione con altre regioni normalmente facoltativa, ma invece ob-bligatoria per il caso che non si raggiunga il bacino di utenza minimo per un tipo di trapianto – rappresenta un modello organizzativo scono-sciuto all’estero e foriero di gravi complicazioni burocratiche, soprattut-to se si considera che i prelievi sono ormai quasi sempre multior-gano.

L’adozione di un ampio bacino di riferimento è inoltre consigliabile per l’individuazione ottimale del ricevente, soprattutto in considerazione del fatto che ai normali esami di istocompatibilità si affiancano ormai esami scientificamente più complessi, basati sulla compatibilità del genoma.

Un altro aspetto per cui l’adozione di un ampio bacino di riferimen-to favorisce l’ottimale individuazione dei riceventi, è quello della forma-zione di liste d’attesa più razionali; più ampio è il bacino, infatti, più probabilità ci sono che i soggetti in attesa da maggior tempo possano ri-cevere l’organo.

La senatrice Bernasconi si sofferma infine sull’opportunità di non privilegiare il criterio della contiguità territoriale per le associazioni in-terregionali, in quanto appare preferibile un sistema in cui regioni con un maggior numero di prelievi possano servire da stimolo a regioni più arretrate, ed auspica la riduzione dei centri di trapianto al fine di garan-tirne la maggior efficienza e qualità scientifica.

Il senatore MIGNONE, nell’esprimersi in senso complessivamente favorevole sul testo elaborato dal comitato ristretto, preannuncia la pre-sentazione di una serie di proposte emendative.

In particolare, egli concorda con la senatrice Bernasconi sull’oppor-tunità di sopprimere il riferimento alla contiguità fra le regioni associate nei centri interregionali, ed auspica una modifica del comma 4 dell’arti-colo 1 nel senso di evitare una formulazione che consenta ad un centro di riferimento di avere più rappresentanti all’interno della Consulta per i trapianti.

Egli si sofferma poi sull’articolo 3, ritenendo opportuna una più chiara definizione delle strutture sanitarie accreditate tenute a svolgere attività di prelievo, nonchè sull’articolo 4 che reca una disciplina della documentazione delle operazioni di prelievo eccessivamente burocratiz-zata.

Il senatore Mignone ritiene infine consigliabile la modifica dell’arti-colo 12 nel senso di ridurre a due anni la durata in carica del coordina-tore regionale o interregionale.

La senatrice Carla CASTELLANI ritiene che l’impianto del testo in esame, che attribuisce all’autonomia regionale la scelta tra la costituzio-ne di un centro di riferimento regionale e l’associaziocostituzio-ne con altre regio-ni, sia un positivo riconoscimento della funzione esercitata dalla regione nella programmazione e nell’organizzazione delle attività sanitarie e non rechi pregiudizio alla possibilità di scambiare organi e soggetti riceventi tra le varie realtà. Ella ritiene anzi che sarebbe stato auspicabile non vincolare rigidamente la costituzione di centri interregionali alle dimen-sioni del bacino di utenza.

La senatrice Castellani ritiene quindi opportuno che all’articolo 1 sia soppresso il comma 4, risultando francamente pleonastica tale strut-tura, e ritiene che la questione circa l’ammissibilità dei centri pubblici o anche di quelli privati accreditati all’effettuazione dei trapianti debba es-sere affrontata nel quadro della fissazione dei criteri molto rigorosi per l’autorizzazione a svolgere attività di trapianto.

Il seguito dell’esame è rinviato alla prossima seduta.

La seduta termina alle ore 16,30.

TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

MARTEDÌ 12 NOVEMBRE 1996

Nel documento 55 o R E S O C O N T O (pagine 87-90)