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IL NUOVO PARADIGMA IN CAMMINO riconoscimenti e prospettive

Nel documento L ACQUA PER IL RECUPERO DEL CLIMA (pagine 121-124)

9. Il nuovo paradigma in cammino

ridionali, e di qualsiasi altro angolo del mondo. Ecco perché nel 2015, anno del Vertice di Parigi sui cambiamenti climatici, abbiamo pubblicato il Piano d’azione globale per il ripristino dei piccoli cicli dell’acqua e del clima(*). Lo stesso anno in cui Papa Francesco pubblica Laudato si’, l’enciclica che sottolinea in modo accorato e lungimirante la ne-cessità di una gestione sensibile del paesaggio, dell’ambiente e, soprattutto, dell’acqua.

Nel 2018, William Nordhaus e Paul Romer, premiati con il Nobel, hanno annunciato la necessità di inserire i cambiamenti climatici nell’analisi macroeconomica a lungo termi-ne e di integrare le innovazioni tecnologiche con l’istituziotermi-ne di un organismo in grado di creare strumenti fi nanziari e incentivi adeguati per aff rontare il cambiamento climatico.

Nel 2020, la Commissione Europea ha adottato il programma Green Deal per ristrut-turare l’economia dopo la pandemia e renderla a zero emissioni di carbonio e sosteni-bile entro il 2050. Senza il recupero dell’acqua nelle regioni aride di tutto il mondo, tale obbiettivo non sarà raggiungibile. Un Paese sano ha bisogno non solo di più natura, ma anche di un ciclo del carbonio effi ciente; ciò richiede l’incremento dell’estensione e dell’effi cienza della copertura vegetale del terreno e, quindi, un territorio con suffi cien-te disponibilità di acqua. La funzionalità ecologica e un clima salubre possono essere garantiti solo da un maggiore apporto di acqua negli ecosistemi, ovvero da misure con-servative delle acque piovane.

Le misure introdotte dal nuovo paradigma reclamano una riconsiderazione e rivaluta-zione dell’uso del suolo, dalla gestione delle foreste, alle attività agro-alimentari, alla pianifi cazione urbana. Ciò comporta una rigenerazione bioclimatica degli ecosistemi, che in pratica consiste nell’aumentare la capacità di ritenzione idrica del territorio, con fi nalità conservative dell’acqua piovana, facendola interagire con il ciclo dell’acqua, con la circolazione del carbonio e dei nutrienti, sulla base di misure rispettose della natura e del paesaggio.

Una sfi da urgente per tutti i paesi del mondo consisterà proprio nell’attuazione pratica di misure volte a migliorare la gestione del territorio. Tenendo conto del ruolo che la CO2 ha come principale fonte di carbonio nei processi di fotosintesi, si dovranno modifi care le pratiche agricole per farle interagire con le funzioni ecosistemiche del territorio forestale. I processi di riqualifi cazione dovranno incrementare la ritenzione dell’acqua piovana nel suolo e aumentare l’assorbimento di carbonio da parte della biomassa vegetale e del suolo.

Il tempo ha dimostrato che le strategie introdotte dal Nuovo Paradigma sulla funzione dell’acqua e della vegetazione nella distribuzione dell’energia solare e nell’infl uenzare il clima locale hanno eff ettiva validità.

Sebbene la politica e il mainstream scientifi co rimangano ancora prevalentemente af-fascinati dall’eff etto serra provocato dalla CO2 e dall’idea che la vegetazione scaldi il pianeta per la sua bassa albedo, nel 2022, per la prima volta, l’IPPC Climate Report includerà un capitolo sull’impatto del ciclo dell’acqua sui cambiamenti climatici. È un importante riconoscimento per il Nuovo Paradigma e un segnale promettente per il futuro del nostro pianeta.

* http://bio4climate.org/downloads/Kravcik_Global_Action_Plan.pdf

Giugno 2021 Michal Kravčík

Autori

Ing. Michal Kravčík (1956). Laureato in Costruzioni Idrauliche e Gestione delle Acque all’Università Tecnica Slovacca, ha lavorato all’I-stituto di Idrologia e Idraulica e all’Iall’I-stituto di Ecologia dell’Accademia Slovacca di Scienze. È il fondatore della ONG People and Water, titola-re del Ptitola-remio Goldman per l’Ambiente e membro di ASHOKA: Innova-tors for the Public, una rete internazionale di innovatori che lavorano per il benessere della collettività. È il più illustre rappresentante della ONG People and Water, che ha ottenuto il riconoscimento del Premio EU-USA per la Democrazia e lo Sviluppo della Società Civile.

Dott. Jan Pokorný (1946). Laureato in Scienze Naturali alla Charles University di Praga. È il direttore generale della società benefi ca ENKI, fa parte dello staff scientifi co dell’Istituto di Biologia dei Sistemi e Eco-logia dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca, è coautore di numerosi brevetti, docente universitario a contratto, membro della giuria scientifi ca internazionale della Commissione Risorse Naturali per il governo australiano e membro del gruppo scientifi co-tecnologico della Convenzione di Ramsar sulle Zone Umide per l’Europa Centrale e Orientale.

Ing. Juraj Kohutiar (1961). Laureato in Costruzioni Idrauliche e Gestione delle Acque all’Università Tecnica Slovacca, ha lavorato all’I-stituto di Idrologia e Idraulica dell’Accademia delle Scienze Slovacca.

Attualmente collabora come consulente con l’ONG People and Water.

Ing. Martin Kováč (1972). Laureato in Costruzioni Idrauliche e Ge-stione delle Acque presso l’Università Tecnica Slovacca, ha lavorato nel campo della protezione del patrimonio culturale nazionale; è stato co-fondatore e primo direttore del National Trust in Slovacchia ed è mem-bro del network internazionale ASHOKA. Attualmente lavora come specialista nella prevenzione delle inondazioni presso l’Associazione delle Città e dei Comuni della Slovacchia.

Dott. Eugen Tóth (1964). Laureato alla facoltà di Scienze Matema-tiche-Fisiche della Comenius University. Lavora nel campo dei sistemi informativi, con particolare attenzione ai sistemi informativi geografi ci (GIS) e ai terreni agricoli. Coopera come responsabile di progetto con l’ONG People and Water.

Neanche una goccia di pioggia dovrebbe essere lasciata defl uire in mare senza che sia stata prima utilizzata a benefi cio del popolo...

Parakramabahu il Grande, Re dello Sri Lanka (1153-1186)

www.waterparadigm.org

ISBN 9788890877919 Nel suo libro rivoluzionario, An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations, Adam Smith introdusse l’esempio degli artigiani che, nonostante il massimo sforzo, non avrebbero potuto realizzare più di una spilla al giorno. La divisione del lavoro aumentò di venti volte la produzione di spille e semplici macchinari l’aumentarono di molte mi-gliaia, così ciò che un tempo era un oggetto di lusso, divenne presto disponibile anche per le famiglie più povere.

Questo libro si occupa principalmente dell’importanza e dell’origine del-la ricchezza dell’acqua suldel-la terra. La sua ambizione è queldel-la di cambiare le attuali pratiche che favoriscono l’eccessivo defl usso di acqua da vasti territori, un processo che si realizza con la deforestazione, le attività agricole e l’allontanamento dell’acqua piovana dalle città. Il drenaggio del terreno signifi ca diminuire l’evaporazione, trasformare la radiazione solare in calore sensibile e interferire sui grandi fl ussi di energia di una zona.

Ciò ha un impatto sulla circolazione dell’acqua sulla terra e induce un aumento degli eventi meteorologici estremi. Gli autori di questa pubbli-cazione vedono una soluzione a questi problemi nelle misure relativa-mente semplici di raccolta dell’acqua piovana e della sua conservazione, come in diverse parti del mondo è stato fatto per centinaia o addirittura migliaia di anni. Tali misure servono per l’acquisizione di nuove risorse idriche e sono spesso utili a prevenire le inondazioni e controllare l’e-rosione dei suoli. La loro diffusa applicazione può moltiplicare la dispo-nibilità di acqua necessaria alle persone, alla natura e all’industria; allo stesso tempo, può mitigare i problemi micro e macroclimatici causati dal drenaggio dei terreni e quindi contribuire alla ripresa del clima. Con questo libro gli Autori, tutti provenienti da organizzazioni non governa-tive, si rivolgono a chiunque sia coinvolto con l’acqua e la sua gestione, nonché alle istituzioni del settore pubblico e agli investitori privati e, in pratica, a ogni singolo cittadino del nostro pianeta.

Nel documento L ACQUA PER IL RECUPERO DEL CLIMA (pagine 121-124)