LXXII SESSIONE STRAORDINARIA
NUOVO STATUTO DELLA REGIONE DELL'UMBRIA
Tipo Atto: Proposta di legge di revisione dello Statuto regionale
Iniziativa: Commissione Speciale per la Riforma dello Statuto regionale Atto numero: 2040
PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri, mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione il testo dell'art. 2, che si è pensato di formulare, per quanto possibile, in maniera sintatticamente più corretta: “La Regione assume come valori fondamentali della propria identità, da trasmettere alle future generazioni, la cultura della pace e della non violenza e il rispetto dei diritti umani, la cultura dell'accoglienza, della coesione sociale e delle differenze, l'integrazione e la cooperazione tra i popoli, la vocazione europeista, il pluralismo culturale ed economico, la qualità dell'ambiente, il patrimonio spirituale fondato sulla storia civile e religiosa dell'Umbria”.
Questa è la dizione meno difficile, secondo me.
Lo rileggo: “La Regione assume come valori fondamentali della proprietà identità, da trasmettere alle future generazioni, la cultura della pace e della non violenza e il rispetto dei diritti umani, la cultura dell'accoglienza, della coesione sociale e delle differenze, l'integrazione e la cooperazione tra i popoli, la vocazione europeista, il pluralismo culturale ed economico, la qualità dell'ambiente, il patrimonio spirituale fondato sulla storia civile e
religiosa dell'Umbria”... (Consigliere Ripa di Meana fuori microfono: “(...) il proprio?”)... Il proprio, sì. Trattandosi di regione, parliamo ovviamente dell'ambiente di questa regione e del patrimonio sempre di questa regione; però, se si vuole mettere... Per quanto riguarda il patrimonio spirituale, poi si dice: “il patrimonio spirituale fondato sulla storia civile e religiosa dell'Umbria”, quindi mettere “il proprio patrimonio spirituale fondato sulla storia religiosa e civile dell'Umbria” sembrava una ripetizione... (Consigliere Ripa di Meana fuori microfono)...
Possiamo mettere “il proprio ambiente”, questo sì... (Consigliere Ripa di Meana fuori microfono: “Siamo chiamati a rispondere di questo”)... ecco, possiamo mettere “il proprio ambiente”, e lasciamo così com'è “il patrimonio spirituale fondato sulla storia civile e religiosa dell'Umbria”.
Se non ci sono osservazioni, passo alla votazione. Consigliere Fasolo, prego.
FASOLO. Intervengo per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Fa un'altra dichiarazione di voto? Quante ne fa, Consigliere Fasolo?
FASOLO. Faccio una dichiarazione di voto rispetto all'articolo così come composto.
PRESIDENTE. Va bene, sia breve, le do un minuto.
FASOLO. Sarò brevissimo, avendo tra l'altro espresso l’astensione su una parte dell'articolato, e quindi motivando perché invece voterò a favore rispetto a questo articolo.
Rispetto al recepimento di alcune osservazioni, non ultima sicuramente quella relativa ai valori della difesa dei diritti umani e della non violenza, che ritenevamo un ulteriore punto qualificante da inserire rispetto ai valori complessivi nei quali si riconosce la regione, avremmo apprezzato - avrei apprezzato - che il Consiglio recepisse in maniera più puntuale anche le sollecitazioni che erano giunte rispetto ad una diversa dizione del termine “cultura della pace”, nel senso di impegno e di politica della pace, ritenendo questo più puntuale e più coerente. Purtuttavia, mi sembra che l'equilibrio complessivo raggiunto nell'articolato possa
definire, per quanto mi riguarda, un voto positivo all'art. 2.
PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Fasolo. Se non ci sono altre dichiarazioni, metto in votazione l'art. 2.
Il Consiglio vota.
Il Consiglio approva.
Art. 3.
PRESIDENTE. Art. 3: “1. La Regione è costituita dai Comuni dell'Umbria e dalle Province di Perugia e Terni.
2. La città di Perugia è capoluogo della Regione.
3. La Regione ha un proprio gonfalone ed un proprio stemma, raffiguranti in sintesi grafica i tre Ceri di Gubbio”.
Ci sono interventi per presentare gli emendamenti? Consigliere Modena, prego.
MODENA. Presidente, sull'ordine dei lavori, chiedo se può ricordare all'aula il metodo che ci siamo dati: intervengono coloro che hanno proposto gli emendamenti, poi c'è la discussione generale, e quindi il voto.
PRESIDENTE. Sì, è confermato. Prego, Consigliere Fasolo.
FASOLO. Intervengo solo per spiegare a chi non era presente in Commissione perché si propone un emendamento dove si aggiunge, al gonfalone e allo stemma della Regione, anche “una propria bandiera”, proprio perché parallelamente e contestualmente è in aula un disegno di legge, di provenienza della Giunta ed approvato dalla I Commissione, che specifica che le rappresentazioni esterne della Regione si possono esplicare attraverso il gonfalone, la bandiera e lo stemma. Su questo, sommessamente, oltre a prevedere
l'inserimento della bandiera, osservo che forse la ripetizione tre volte di “proprio” mi sembra impropria in un articolo che naturalmente prevede la nostra bandiera, il nostro gonfalone e il nostro stemma.
PRESIDENTE. Consigliere Crescimbeni, prego.
CRESCIMBENI. Prendo la parola per illustrare il nostro emendamento: al comma terzo, dove si parla del gonfalone e dello stemma raffigurante i tre Ceri di Gubbio, aggiungere
“rispettivamente di colore verde, bianco e rosso”. Questa proposta è stata già portata in quest'aula con un disegno di legge ordinario che abbiamo presentato tempo fa, che in tal caso chiaramente verrebbe ritirato, se passasse l'emendamento.
Secondo noi, è una proposta che si inserisce perfettamente in quello spirito che pervade un po' tutta la bozza statutaria, là dove si vuole che la Regione sia, sì, Regione autonoma e con una propria spiccata fisionomia ed autonomia operativa, ma che faccia parte integrante del territorio nazionale. Il richiamo all'unità nazionale è presente nel nostro Statuto, è stato così voluto dalla Commissione che ha redatto la bozza, e questo richiamo all’unità nazionale secondo noi può essere anche raffigurato plasticamente dando il colore della bandiera nazionale ai tre Ceri che stanno nel nostro stemma.
Ritengo che il rosso dei tre Ceri, l'attuale colore rosso, sia casuale, perché non riflette i colori dei Ceri di Gubbio; mi sono informato anche poc'anzi da eugubini “doc” e sembra che i Ceri siano lignei, siano di altri colori, bruniti, ma non sono di colore rosso, quindi non è neppure un colore che trae origine da ciò che lo stemma stesso raffigura. Pertanto sono certo che questo Consiglio non perderà l'occasione di poter dare questo segnale forte di richiamo all'unità nazionale, in tempi di federalismo non sempre rettamente e correttamente inteso.
Quindi ritengo che sia un giusto bilanciamento di tutte le giuste aspirazioni autonomiste e federaliste che i territori, le Regioni in particolare, stanno rivendicando; questo richiamo anche visivo all'unità nazionale sarà senz'altro un completamento che chiude il cerchio di tanti nostri discorsi. Per questo insistiamo con questa proposta, alla quale non credo che possano ostare ostacoli di natura politica, né di immagine, né di altro, perché non contrasta con alcuna
delle impostazioni che stiamo dando al nostro ordinamento statutario.