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L ' I N A F F E R R A B I L E E U G E N I O U N A G R A N D E M E T A F I S I C A L ' U L T I M A R I V O L U Z I O N E In realtà II labirinto è un libro

sul tempo, e sulla filosofia. Proba-bilmente non è un romanzo, se per romanzo intendiamo qualcosa che fa della narrazione un procedi-mento "ambiguo". E neppure un racconto filosofico, perché il libro non cerca di dare soltanto risposte a problemi teoretici o morali (...) Così Scalfari scrive un testo che nel finale diventa romanzo vero e pro-prio, perché soltanto attraverso l'ambiguità del linguaggio poetico il suo libro, un libro davvero inaf-ferrabile, può trovare un compi-mento a una conclusione.

Roberto Cotroneo, Il tempo

secondo Eugenio, recensione ai

ro-manzo Il labirinto di Eugenio Scalfa-ri.

"L'Espresso", 5 marzo.

A S C E N S O R E D I V I N O A me piace pensare che Vassal-li abbia voluto riraccontare il pas-saggio di Gesù - rinominato Youshua - sulla terra per sottrar-lo alla realtà della religione e ri-congiungerlo alla concretezza dell'esperienza. Per farlo non ha trovato di meglio che abbassare Gesù-Youshua al livello dell'uo-mo Giuda o, se volete, innalzare l'uomo Giuda al livello del per-corso di riavvicinamento tra i due personaggi attraverso coinciden-ze essenziali.

Angelo Guglielmi, Leale come

un Giuda, recensione al libro La not-te del lupo di Giuliano Vassalli.

"L'Espresso", 12 febbraio.

Quando penso ad Anna Maria Ortese la colloco in una costellazio-ne che comprende i grandi scrittori metafisici, come Leopardi e Do-stoevski. Lo scrittore metafisico non è quello che fantastica mondi inverosimili, è quello che odia tanto la realtà da non poterla sopportare, è quello che lotta disperatamente contro la realtà per farne almeno una favola dolorosa. Lo scrittore metafisico è lacerato dalla "infinita cecità del vivere", dalla efferata dis-sennatezza delle cose accettata e or-ganizzata dall'uomo.

Alfredo Giuliani, Ferita dalla

realtà si rifugiò nel dolore, in morte di

Anna Maria Ortese.

" L a Repubblica", 11 marzo.

U N P O N T E S T O R I C O La singolarità della figura di Dio-nisotti sta nell'aver costituito un ponte fra il "metodo storico" fiorito a Torino a cavallo fra Otto e Nove-cento e una nuova storiografia, quella che può essere rappresentata dalla rivista "Italia Medievale e Umanistica", che condirigeva con Billnovich ed Augusto Campana. Il "metodo storico", maltrattato da Croce, rischiava di precipitare in un'erudizione grigia, fine a se stessa: la storiografia di Dionisotti punta diritta al nocciolo delle cose, che per lui è sempre storia, ma colta nelle spinte profonde e irresistibili, nelle manifestazioni e momenti decisivi.

Cesare Segre, in morte di Car-lo Dionisotti.

" C o r r i e r e della Sera", 23 febbraio.

Il Manifesto, dunque, oggi può essere riletto anche alla rovescia, come un'esaltazione intrisa di ri-morso, un'esaltazione crepuscola-re ed elegiaca, del genio rivoluzio-nario ma caduco della borghesia del secolo XIX. Sull'altro versante di lettura, sul piatto contrapposto di questa oscillante "bilancia dia-lettica", c'è invece la nuova classe eletta, la sempre più povera e nu-merosa classe proletaria, la classe redentrice che rompendo le briglie di un sistema produttivo frenante, già obsoleto, già marcito, decreterà l'ultima rivoluzione della storia e la fine consequenziale di tutte le clas-si e di tutte le lotte clasclas-siste.

Enzo Bettizza, Manifesto. Lo

spettro della rivoluzione fallita,

recen-sione all'opera di Marx ed Engels. " L a Stampa", 24 febbraio.

L E C A V E R N E D E L D O L O R E C'è una parola in inglese che mi è venuta in mente leggendo queste poesie: endurance. E una parola che dice come la durata del dolore coin-cida con la forza per sopportarlo, come se il dolore e chi lo soffre fos-sero tutt'uno, e crescesfos-sero insieme, come se appunto il dolore fosse un processo di familiarità con ciò che spaventa, e allo stesso tempo una co-noscenza di sé, della propria tenuta. Così enduring (durando e soppor-tando) capiamo in quali caverne si forma la nostra risposta al dolore, e come la ragione e la conoscenza del dolore richiedano tempo e distanza.

Nadia Fusini, Due grandi poeti,

un amore, una morte, recensione

al-le poesie dedicate da Ted Hughes alla moglie Sylvia Plath, raccolte nel libro 8irthday Letters.

" L a Repubblica", 28 feb-braio.

L E T T O R E E T U F F A T O R E Lej|^,'jjsifitemati e prendi un buorìlK|gja&nT'modo migliore per leggereKegis Debray è senza dub-bio in immersione. Bisogna inabis-sarsi in questa narrazione, approva-re, detestaapprova-re, innervosirsi, piegare il bordo delle pagine per ritornarci, arrivando al punto di sentirsi man-care l'aria per tentare di compren-dere come funziona questa magnifi-ca macchina d'intelligenza rivolta contro se stessa, questo megaloma-niaco odio di sé, questa radicale lu-cidità negativa (...) E il sottotitolo,

Une éducation intellectuelle, che

de-signa i propositi del libro. Il titolo,

Par amour de l'art, è ironico, proba-bilmente. Perché non si parla molto d'arte in queste pagine, e per niente di amore per l'arte. Ciò che si scrive, si dipinge, si recita nella seconda metà del X X secolo (e anche nella prima) è quasi totalmente assente.

Josyane Savigneau, Régis

De-bray, la lucidità négative, recensione

all'ultimo libro di Débray, pubblica-to da Gallimard.

" L e Monde des livres", 13 marzo.

E D I T O R I T I T A N I C I

Anche i più navigati veterani delle classifiche letterarie Usa non credo-no ai propri occhi. Da domenica tre

nuovi titoli sul "Titanic" debuttano nella prestigiosa lista bestseller del "New York Times", portando a die-ci il numero di libri sulla tragedia at-tualmente nei Top 15 delle categorie "tascabile" e "rilegato" (...) La car-rellata supersonica di ben quindici case editrici per approfittare della contagiosa e inarrestabile ondata.

Alessandra Farkas, corrispon-denza da New York.

" C o r r i e r e della Sera", 17

A L C U O R N O N SI C O M A N D A Caia è bellissima, ma anche sfug-gente: e il nostro ragazzo se ne in-namora attraverso lei scoprendo non soltanto quanto possa essere penosa, penosamente lieta, la rive-lazione della propria identità fisi-ca, lo scatto sanguigno del deside-rio, ma anche la proiezione morale di tutto questo, il peso di un senti-mento non più infantile, neppure adolescenziale, un sentimento che passa i limiti stessi del suo corpo e della sua età, una protettività dal connotato paterno, una dedizione totale, istinto di difesa non solo per sé ma per l'altro.

Enzo Siciliano, L'età amara di

Erri, recensione al romanzo Tu, mio

di Erri De Luca.

" L a Repubblica", 18 marzo.

Questa nuova rubrica è una rassegna di recensioni e criti-che. Invitiamo i lettori a colla-borare segnalando articoli che si distinguano per originalità, interesse o anche assurdità.

Su Garaudy

Intendiamoci. Si è già visto di tutto. Quel che stu-pisce, almeno un pochino, è che si possa trovare sul

"Corriere della Sera" del'l marzo un'intervista, a fir-ma di Ulderico Munzi, dal titolo Garaudy. Sono il nuovo Dreyfus. Largo spazio, e l'ultima e

alluviona-le parola, vengono lasciati, come parrebbe sacrosan-to, a chi si paragona - e il "Corriere", difensore degli umiliati e degli offesi, sottolinea la faccenda con un titolo strillatissimo - all'ufficiale francese di origine ebraica che nel 1894fu deportato a vita nell'Isola del Diavolo. Suscitando il noto putiferio. Ma chi è stato e chi è Garaudy? E quali terribili torti.ha subito? Ve-diamone sinteticamente la vicenda.

Marsigliese, nato nel 1913, mediocrissimo filosofo parastalinista fino al 1970 - della specie peggiore, quella "sentimentale" - ebbe un lodevole soprassalto di indipendenza e venne espulso dal Ecf perché non in linea sulla questione dell'invasione della Cecoslo-vacchia. Non era diffusissimo il dissenso nel Ecf. Ga-raudy divenne allora famoso. La cosa dovette appa-rirgli eccitante. Volle stupire e giocò al rialzo. Comu-nista critico per un breve periodo, si convertì poi al cattolicesimo, e quindi, suscitando qualche clamore esotico in più, all'Islam. Le intermittenze del cuore hanno, per carità, segreti che restano -ed è giusto che sia così - insondabili. Si trattava tuttavia sempre di conversioni pubbliche, ben orchestrate ed esibite da-vanti alla luce di potenti riflettori. C'era sempre lì, pronto qualche "Corriere della Sera" che le registrava e le spettacolizzava. Eiaceva questo slalom solenne-mente drammatizzato, sempre in nome deW'uomo", tra le religioni del Libro, ivi compreso quello "nero".

A un certo punto, però, Garaudy volle strafare. E

negli anni novanta, aderendo alla setta negazionista, si mise in testa che le camere a gas, probabilmente, non erano mai esistite. Con lo scopo di delegittimare l'esistenza storica e politica dello Stato d'Israele. Scris-se così un pamphlettino dal titolo Les mythes fonda-teurs de la politique israélienne, pubblicato

nell'in-verno del 1995 sul secondo numero della rivista "La Vieille Taupe", animata da un ex libertario (ricordate "Socialisme ou barbarie"?) come Eierre Guillarme. Il misteriosofico sottotitolo di tale rivista suonava "Or-gane de critique et d'orientation postmessianìque", il che avrebbe dovuto mettere sul chi vive un seguace del Erofeta. Ma ci vuol altro per il Nostro. Il testo è co-munque disponibile anche in italiano, tradotto dalle edizioni Graphos di Genova, nel cui catalogo si trova-no, assemblati in una sorta di ossessivo Fronte Eopo-lare negazionista, testi di neonazisti e di (ex?) comu-nisti di sinistra. Le pubblicazioni italiane della nebu-losa che si autodefinisce "revisionista, e che i difensori della verità definiscono appunto "negazionista", rap-presentano comunque un tema su cui "L'Indice" dovrà pur soffermarsi. Il che accadrà presto.

Fer farla in breve, processato in E rancia, Garaudy è stato condannato a pagare simbolicamente un franco a testa alle quindici associazioni che si sono costituite parte civile. La somma di 4.500 lirette come risarci-mento morale per avere calpestato la memoria stessa delle povere vittime di Auschwitz è bastata al titoli-sta del "Corriere", che ha fatto Tingo, per enfatizzare l'autoidentificazione provocatoria di Garaudy con la protovittima dell'antisemitismo contemporaneo. Ma non c'è nulla da temere. Il "Corriere" resta liberale e rispettoso dei valori della civiltà occidentale. Ci

man-cherebbe! Gli è che la smania dello scandalo ha avu-to la meglio sull'informazione. Capita. Spesso.

Nulla toglie a quel che si è detto il fatto che Garaudy sia stato successivamente condannato a pagare, in ra-gione della legge Gayssot, la cifra ben più consistente di centoventimila franchi per avere negato l'esistenza storica di "crimini contro l'umanità" (cfr. Bruno Gra-vagnuolo, Ma Garaudy non è punibile, "L'Unità", 19

marzo). È vero. E verissimo. Fuò suscitare più d'una perplessità la legge Gayssot. Non si deve giuridizzare un'opinione - se così si può dire - "storiografica". Fer quanto falsa e offensiva essa sia. Al fine di tutelare la memoria e la storia dell'umanità danneggiata e ferita sarebbe più che sufficiente un'informazione giornali-stica professionalmente corretta e non prigioniera del-la spettacodel-larizzazione. Sino a che questo non accadrà, sino a che i frissons provocati dal facile maledettismo

negazionista continueranno a fare bella mostra di sé, allora quei quaranta denari da versare che a Garaudy parranno "borghesi", "sterco del demonio", e soprat-tutto "giudaici", potranno configurarsi come un pur inadeguato e inaccettabile contrappeso materiale alla diffusione virtuale e odiosa della menzogna sulle vitti-me e su un passato che ha mutilato non solo gli ebrei, ma tutti quanti. Neppure centoventimila franchi val-gono d'altra parte l'Isola del Diavolo. Li si può pagare concedendo un bel po' di interviste.

. E siccome "L'Indice" è una rivista di libri, ve ne consigliamo uno, come antidoto. Eccolo: Valentina Eisanti, L'irritante questione delle camere a gas. Logica del negazionismo, Bompiani, Milano 1998,

pp. 292, Lit 28.000. Capirete da dove viene Garaudy.

G A R C I A L O R C A

I

l dipartimento di lingua e lettera-tura spagnola dell'Università di Parma organizza, nei giorni 27, 28 e 29 aprile, presso la sua sede di via Università, il congresso inter-nazionale "Federico Garcia Lorca e il suo tempo". Queste alcune delle relazioni: "Memoria di Ore-ste Macrì"; Isabel Garcia Lorca, "Federico y sus amigos"; Manuel Fernàndez Montesinos, "Federico Garcia Lorca y el acontecer dia-rio"; Andrés Soria, "Lorca en el marco de su generaciòn"; Mario Hernàndez, "Lorca y Juan Ramon Jiménez"; Giovanni Caravaggi, "Antonio Machado e Garcia Lorca: discordanze e convergenze"; Nor-bert von Prellwitz, "La presenza di Machado nel Lorca giovanile"; Christopher Maurer, "Lorca y Los

cuatros vientos"-, Gabriele Morelli, "Federico Garcia Lorca a Buenos Aires e Montevideo: storia di un'apoteosi"; Piero Menarini, "Lorca e il cinema". Il 27 aprile, al-le ore 9, al Ridotto del Teatro Re-gio è previsto un concerto con bre-vi composizioni inedite del poeta, canzoni popolari da lui armonizza-te e opere di altri compositori a lui dedicate.

tel. 0521-206252

ANIMAZIONE

tel. 011-482343

L ' A R T E DI VIVERE

A

Torino - Galleria d'Arte mo-derna - il 2 1 aprile si tiene il convegno "Il gioco del teatro. L'Animazione trent'anni dopo". Fra gli interventi: Nuccio Messi-na, "1968-69: la nascita del pro-getto 'Animazione' al Teatro Sta-bile di Torino"; Claudia Allasia, "Il corpo animato"; Loredana Peris-sinotto, "Andata e ritorno. L'Ani-mazione teatrale senza frontie-re"; Ken Robinson, "Cultura, creatività e giovani in Europa"; Piergiorgio Giacché, "Trent'anni dopo: l'Animazione fra politica culturale e cultura teatrale"; Gio-vanni Moretti, "Il cuore antico dell'attore solista"; Roberto Alon-ge, "Il tempo della palinodia"; Giuliano Scabia, "Il tempo germo-gliatore". Nel pomeriggio, al tea-tro Araldo, si svolgono dimostra-zioni di lavoro e scambi di espe-rienze ("Così impari. Proget-to sperimentale quadriennale per la scuola elementare", "La pro-va del teatro: un progetto per i minori a rischio della città di Ba-ri"; "Linguaggi dell'integrazione teatrale. Teatro ed handicap"; "Tradotti altrove. Teatro e carce-re").

MIGRAZIONI LETTERARIE

I

l Goethe Institut di Milano pro-muove, dal 6 all'8 maggio, l'in-contro fra editori e studiosi te-deschi e italiani dal titolo "Migra-zioni letterarie. La letteratura di lingua tedesca: bilancio e pro-spettive per la sua diffusione in Italia". Questo il programma: "Letteratura contemporanea di lingua tedesca: una controver-sia" (Roberto Cazzola, Christian Doring, Volker Hage, Andreas Isenschmid, Wendelin Schmidt-Dengler); "La letteratura contem-poranea di lingua tedesca: la pro-spettiva Italiana" (Eugenio Ber-nardi, Anna Chiarloni, Luigi Forte, Anna Ruchat); "Come vedono gli editori italiani la letteratura di lin-gua tedesca la loro collaborazio-ne con i colleghi tedeschi, au-striaci e svizzeri?" (Roberto Caz-zola, Inge Feltrinelli, Sandro Fer-ri, Enrico Gannì, Helena Janeczek, Marco Zapparoli); "Co-me vedono gli editori tedeschi, svizzeri e austriaci la loro colla-borazione con i colleghi italiani? Traduzioni sovvenzionate: come e perché" (Erica Benz-Steffen, Christoph Buchwald, Margit Knapp, Michael Kruger, Renate Nagel, Delf Schmidt, Angelika Uerling-Folle, Loize Wieser); "Quale ruolo svolgono i critici e le riviste specializzate nella diffu-sione della letteratura di lingua tedesca in Italia?" (Anna Chiarlo-ni, Paolo Di Stefano, Marino

Fre-schi, Bruno Pischedda, Enrico Regazzoni); "Quale ruolo svolgo-no le agenzie letterarie e i tradut-tori nella diffusione della lettera-tura di lingua tedesca in Italia?" (Anna Maria Carpi, Harald Kahne-mann, Burkhard Krober, Andreina Lavagetto, Magda Olivetti, Do-rothée Polchau-Vigevani); "Il ruo-lo dei grossisti e delle librerie nella diffusione della letteratura" (Piero Femore, Romano Montro-ni, Alberto Ottieri, Hilde Schivek); "L'importanza dei mass media -Cd-rom, Internet - per la diffusio-ne della letteratura di lingua te-desca" (Grazia Casagrande, Hu-bert Winkels, Mauro Zerbino), tel. 02-76005571.

CRISTINA C A M P O

L

a comunità monastica di Bose organizza, nella sua sede di Magnano (Biella), il 19 aprile, la giornata "Ricordo di Cristina Cam-po". Intervengono: Gianni Antoni-ni, Giorgio Bàrberi Squarotti, Ga-spare Barbiellini Amidei, Elio Bar-tolini, Vittore Branca, Roberto Ca-lasso, Alfredo Cattabiani, Guido Ceronetti, Pietro Citati, Riccardo Contini, Mary De Rachewiltz, Gian Franco Draghi, Luciano Erba, Enzo Fabiani, Monica Farnetti, Giovanna Fozzer, Franca Grisoni, Dante Isel-la, Gina Lagorio, Franco Loi, Mario Luzi, Ena Marchi, Renato Minore, Marta Morazzoni, Giorgio Orelli,

Margherita Pieracci Harwell, vanni Pozzi, Quirino Principe, Gio-vanni Raboni, Lalla Romano, Van-ni Scheiwiller, Alessandro Spina, Andrea Zanzotto. Nei monastero è allestita una mostra fotografica e bibliografica sulla vita e l'opera della scrittrice,

tel. 015-679185

CULTURA LUSITANA

D

al 4 all'8 maggio si svolge all'Università di Torino un in-contro dedicato a "Dialogo sulla cultura portoghese. Letteratura, storia e musica" - organizzato da Pablo Luis Àvila e Giancarlo Depre-tis della facoltà di lingue e lettera-ture straniere. Per riflettere sull'evoluzione del genere narrati-vo e poetico nella letteratura por-toghese contemporanea interven-gono gli scrittori José Saramago e Nuno Judice. Franco Baroia e Jor-ge Couto si occupano del versante storico. A due tavole rotonde dedi-cate alla tematica femminile e alla letteratura portoghese partecipa-no Teresa Rita Lopes, Teresa Be-leza, Ana Hatterley e Carlos Reis. Il tema "Il Portogallo nella peniso-la iberica" è affidato ad Antonio Bernat Vistarini. Chiude l'incontro un concerto con musiche di Fer-nando Lopes Graga, Joly Braga Santo, Aleixandre Delgado, Luis Freitas Branco,

tel. 011-6703694

Archivio

A

cattolica, da marzo al 15 mag-gio, a cura del Centro cultura-le polivacultura-lente, con l'Istituto italia-no per gli studi filosofici e il Comu-ne, nell'ambito del ciclo di lezioni su "Cosa fanno oggi i filosofi", si tiene il ciclo di conferenze sul te-ma "L'arte di vivere: riflessioni sull'idea di saggezza". Dopo Gian-ni Vattimo, "Educare l'oltreuo-mo?"; Remo Bodei, "Sapienza e saggezza"; Ermanno Bencivenga, "La saggezza della follia"; Roberto Esposito, "La saggezza tra filoso-fia e politica", il 3 aprile Maurizio Viroli parla di "La virtù leggera"; il 17 aprile Sergio Givone di "Sag-gezza impopolare"; il 23 aprile Salvatore Natoli su "Verità, incer-tezza e prassi"; T8 maggio Dome-nico Losurdo su "I disastri della morale"; il 15 maggio Emanuele Severino su "Sulla virtù".

CAROCCI è il nuovo nome della Nis, Nuova Ita-lia Scientifica di Roma. Mutare un marchio noto almeno nell'ambiente degli studiosi, dove la Casa viene considerata un poco come una University

Press, è sempre un rischio, ma la decisione è stata presa per differenziarsi dal quasi omonimo gran-de editore di scolastica. La Carocci amplia così la propria rete di distribuzione, prevedendo con-temporaneamente un impulso alle proprie inizia-tive editoriali, con 120 nuovi uscite e altrettante ristampe nel 1998. La nuova sigla sarà riservata ai volumi pubblicati da quest'anno, mentre gli altri distribuiti da Carocci continueranno ad apparire con la vecchia copertina. I libri del Comitato di Torino dell'Istituto del Risorgimento si potranno trovare con facilità nelle librerie, grazie a un ac-cordo stretto con la Carocci. Le pubblicazioni del Comitato presero il via all'inizi'0 del secolo, con raccolte di lettere e atti diplomatici

ottocen-teschi sino ad allora inediti, testi che ora sono esauriti. L'accordo riguarda, invece, i libri appar-si a partire dal secondo dopoguerra. Intellettuali come Abrate, Luraghi, Quazza e Bulferetti si concentrano allora su temi di storia economica e sociale, come agricoltura, industria, infrastruttu-re, innovazioni cavouriane e dinamiche demogra-fiche. Sono saggi che conservano pieno valore. Nella "nuova serie" iniziata nel 1963, compaiono ricerche di Nada, Levra e dello stesso Quazza, in-sieme a quelle dei giovani studiosi, vincitori di borse di studio del Comitato. Dopo questo primo passo, c'è chi spera in una futura ristampa anche dei testi esauriti.

FRANCESCA ROCCI

"GLI ORSATTI. Testi dell'altro Medioevo" è la nuova collana delle Edizioni dell'Orso diretta da Massimo Bonafin, Nicola Pasero, Luciano Rossi. L'indirizzo della collana è quello di privilegiare opere che offrano un'immagine non convenziona-le della convenziona-letteratura e della civiltà dell'Europa me-dievale. Ogni volume conterà: introduzione, testo originale con traduzione a fronte, note esplicative e filologiche. I primi titoli in uscita saranno: Il

ro-manzo diRenart la volpe, a cura di Massimo Bona-fin; Rolando a Saragozza, a cura di Gian Carlo Bel-letti; La visione di Tungdal, a cura di Margherita Lecco. Per informazioni: h t t p : //www.edior-s o . c o m e i n f o @ e d i o r //www.edior-s o . c o m

W A L T E R MELIGA

T R A D U Z I O N E

I

l dipartimento di studi linguistici e letterari dell'Università di Sa-lerno organizza, nei giorni 2 e 3 e 23 e 24 aprile, il convegno " Teo-ria, didattica e prassi della tradu-zione". Fra i relatori: Jacqueline Risset, "L'autotraduzione"; Ales-sandro Serpieri, "Tradurre Shake-speare: la trasmissione dell'ener-gia"; Enrico Arcaini, "Reflexion herméneutique, linguistique et tra-duction"; Stefano Gensini, "La danza del senso. Aspetti del dibat-tito su indeterminatezza e

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