Filoni di ricerca in ambito costruttivista
3.1 Obiettivi e ipotes
La ricerca di seguito presentata, coerentemente con la matrice teorico- metodologica costruttivista sulla quale poggia, si propone di esplorare le relazioni strutturali e di significato connesse alla Personalità Borderline e al Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). L’obiettivo macro della ricerca è quello di “esplorare la struttura e l’organizzazione del sistema di costrutti”, propri di persone con tali diagnosi, “cercando di individuare comunanze, connessioni, tipicità” (Armezzani, 2004, pag. 178).
Obiettivi specifici del progetto:
1. Esplorare l’ipotesi dei profili di Complessità Cognitiva proposti da Feixas e Cornejo-Alvarez (1996).
Il termine complessità cognitiva fu coniato da Bieri (1955) per indicare la struttura cognitiva della personalità e la definì “la capacità di costruire il comportamento sociale in modo multimensionale” (Bieri, 1966, cit. in Feixas & Cornejo-Alvarez, 1996, pag. 133).
È comunemente accettato che col termine complessità cognitiva ci si riferisce ad un ampio concetto collegato alla nozione di livelli di astrazione, articolazione, integrazione e differenziazione. Weiner (1957, in Feixas, Bach & Laso, 2004, pag. 1-2) sostenne che “wherever development occurs, it proceeds
from a state of relative globality and lack of differentiation to states of increasing differentiation, articulation and hierarchic integration”-
Nel corso degli anni sono stati tratteggiati vari profili della complessità cognitiva (Landfield, 1977; Adams-Webber,2003). L’ultimo tentativo è stato operato da Feixas e Cornejo-Alvarez (1996) che hanno classificato 4 possibili profili teorici basati su esemplificazioni estreme di differenziazione ed integrazione (vedi Tabella 3.1).
Come si può notare nella tabella 3.1, il modello di Feixas e Cornejo-Alvarez (1996) ipotizza che la struttura del sistema dei costrutti tipica del disturbo Borderline sia caratterizzata da Frammentazione mentre quella del DOC da
Semplicità. Per ciò che riguarda i Border, la scarsa disponibilità di dimensioni di
significato funzionalmente indipendenti minerebbe la capacità di Integrazione Alta Bassa Differenziazione Alta Bassa COMPLESSITA’
(buone capacità predittive; personalità solida) CAOS (schizofrenia) SEMPLICITA’ (dist. ossessivo- compulsivo) FRAMMENTAZIONE (dist. dissociativi; Borderline..)
Tabella 3.1. Proposta di classificazione dei profili della complessità cognitiva
discriminazione dei singoli costrutti e dei sottosistemi. La mancata integrazione inoltre impedirebbe la definizione e l’anticipazione degli eventi in base a più assi. La persona sembra così vagare da un punto di vista all’altro nella difficoltà di costruire in maniera definita l’esperienza. Nei DOC invece viene ipotizzata una limitata la capacità predittiva in conseguenza delle poche dimensioni di significato possedute così che i loro giudizi sarebbero monolitici, del tipo “tutto o niente”.
2. Un secondo obiettivo del progetto è quello di valutare se il livello di conflitto presente all’interno delle dimensioni di significato di una persona può essere un indice discriminante fra chi soffre di un qualche disagio psicologico o meno (Feixas, Saúl & Sanchez, 2000; Diaz et al. 2001; Feixas & Saúl, 2004; Benasayang et al., 2004; Feixas et al., 2009; Fernandes et al., 2005; Dorough, Grice & Parker; 2007). L’ipotesi di Feixas et al. (2009) è che si possa riscontrare una percentuale doppia di conflitto nella popolazione clinica rispetto alla popolazione non clinica. Questo studioso, insieme al gruppo di ricercatori dell’Università di Barcellona, ha definito il conflitto come “Dilemma Implicativo (DI)” e lo ha reso operazionabile estrapolandolo dall’analisi della Griglia di Repertorio di Kelly (1955) (vedi paragrafo 2.3).
3. L’ultimo step riguarda l’analisi del contenuto delle Griglie di Repertorio (GR) tramite il Sistema di Categorie di Contenuto dei Costrutti Personali (SCCP) (Feixas, Geldschläger, Carmona & Garzón, 2002), nella versione adattata per la lingua italiana (SCCPi) (Feixas, Pizzonia & Dada, 2010).
3.2 I partecipanti
La ricerca ha coinvolto diciotto partecipanti, di cui quattro maschi e quattordici femmine, con diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità secondo i criteri del DSM-IV (American Psychiatric Association, 1994) o del corrispondente Disturbo di Personalità Emotivamente Instabile, Tipo Borderline (World Health Organization, 1992), e altri diciotto partecipanti, di cui cinque maschi e tredici femmine, con Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) secondo i criteri del DSM-IV (American Psychiatric Association, 1994).
I partecipanti con diagnosi Borderline sono stati reclutati presso diverse strutture del territorio fiorentino, più specificatamente 16 persone presso una Casa di Cura di Firenze e 2 presso i servizi psichiatrici di diagnosi e cura dell’ASL 10 di Firenze. Tutti i partecipanti ricevevano una terapia psicofarmacologica. Sedici partecipanti con Disturbo Ossessivo-Compulsivo sono stati coinvolti dai loro psicoterapeuti individuali ad inizio terapia (entro i primi tre mesi): sei di loro sono stati inviati da psicoterapeuti ad orientamento cognitivo- costruttivista, otto da cognitivo-comportamentali e tre da costruttivisti- ermeneutici. I rimanenti due partecipanti erano invece ricoverati in una Casa di Cura fiorentina specializzata nel trattamento dei DOC e seguivano una terapia farmacologica.
Per le analisi quantitative è stato costruito il gruppo di confronto in modo che risultasse quanto più omogeneo possibile ai 2 gruppi clinici rispetto al sesso e all’età. I partecipanti di tale gruppo non presentavano alcun sintomo psicopatologico né avevano intrapreso in passato trattamenti psicoterapeutici e/o psicofarmacologici.
3.3 Lo strumento
La Griglia di Repertorio (vedi Appendice A), proposta nell’ambito della teoria dei costrutti personali di Kelly (1955), è uno strumento atto a far emergere le dimensioni semantiche rilevanti per una persona attraverso le quali essa entra in rapporto con la realtà ed attribuisce significato alla propria esperienza. La Griglia di Repertorio (GR) si presenta come una matrice composta da elementi collocati sulle colonne, da costrutti collocati sulle righe e da una scala di valutazione per la collocazione degli elementi rispetto alla struttura bipolare di ciascun costrutto. Nella terminologia kelliana, gli elementi sono gli eventi (persone, cose ecc..) a cui si applica un certo costrutto. Gli elementi sono cioè “cose” che una persona costruisce, mentre i costrutti sono le modalità attraverso cui le costruisce.
Età Media D.S. Sesso
Maschi Femmine
Border 31,5 8,1 4 14
DOC 36,3 11 5 13
Controllo 33,2 7,9 5 13
Ai fini della ricerca è stata appositamente costruita una GR contenente undici elementi rappresentativi di aree significative di esperienza e di rapporti. Nello specifico sono stati inseriti i seguenti elementi:
1. quattro elementi riferiti al Sé: Io come mi vedo, Io come ero da bambino/a, Io
come sarò tra dieci anni e Io come vorrei essere, per valutare come la persona
costruisce se stessa, il percorso storico del Sé, la prospettiva di cambiamento nel tempo e la stima di Sé e degli altri;
2. cinque elementi rappresentativi di persone significative (costrutti di ruolo):
Padre, Madre, Partner, Amico/a dello stesso sesso, Amico/a del sesso opposto,
per esplorare i costrutti implicati nella vita di relazione;
3. un elemento riferito a relazioni di ruolo: Io come mi vedono gli altri, per offrire alla persona la possibilità di vedersi da altri punti di vista e per mettere a confronto la percezione di Sé con l’etero-percezione;
4. l’elemento Una persona che non mi piace, per consentire la possibilità di costruire un esempio paradigmatico dei significati personali attraverso un avvicinamento o un distanziamento.
I costrutti sono stati identificati dai partecipanti attraverso il metodo delle triadi che è la tecnica più diffusa e affidabile per l’elicitazione dei costrutti. Essa consiste nel considerare di volta in volta i tre elementi cerchiati nella griglia e di identificare un aspetto che accomuni due dei tre elementi differenziando al contempo il terzo (formato del contesto minimo). Lo stesso Kelly (1955) definiva un costrutto “il modo in cui due cose sono viste come simili e perciò differenti da una terza”. Nelle triplette è sempre presente l’elemento Io come mi vedo (auto-identificazione). Le undici triadi presentate sono state selezionate in modo da favorire l’elicitazione di costrutti rilevanti nella conoscenza di Sé e degli altri significativi.
La scala di valutazione scelta è ad intervallo da 1 a 5, dove 1 indica il polo di somiglianza e 5 il polo opposto.
3.4 La procedura
La Griglia di Repertorio è stata somministrata singolarmente ai pazienti Borderline, in presenza del somministratore che si è reso disponibile per eventuali chiarimenti. Per agevolare la comprensione le istruzioni per la compilazione della Griglia di repertorio sono state illustrate anche verbalmente oltre ad essere fornite in formato cartaceo.
Ai pazienti DOC sono state fornite le istruzioni per la compilazione della Griglia dai loro terapeuti insieme ad un ausilio cartaceo. Soltanto un paziente ha chiesto chiarimenti per procedere. I due pazienti DOC ricoverati hanno invece avuto bisogno dell’aiuto del somministratore per andare avanti nella compilazione.
A ciascun partecipante sono state fornite informazioni sugli scopi della ricerca; è stato inoltre garantito l’anonimato e la possibilità di rifiutare la richiesta di collaborazione alla ricerca.
Al partecipante è stato richiesto in primo luogo di considerare gli elementi cerchiati sulla prima riga: Io come mi vedo, Io come vorrei essere e Io come mi
vedono gli altri. Il compito consiste nell’indicare un aspetto che accomuni due
di questi elementi differenziando al contempo il terzo. In tal modo viene elicitato un costrutto dicotomico, definito da un polo di somiglianza e da un polo di contrasto verbalizzabili in forma di aggettivo, di brevi frasi o metafore. Tale dicotomia del costrutto è psicologica e soggettivamente costruita. L’aspetto di somiglianza è quindi riportato sulla prima riga seguito, separato
da una sbarra, dall’aspetto che definisce il contrasto. Il partecipante è invitato a collocare ciascuno degli undici elementi lungo il continuum definito dalle polarità riferendosi ad una scala a cinque punti. Ad esempio, poniamo che la persona si veda e ritenga di essere considerata dagli altri istintiva, mentre vorrebbe essere razionale. Il punteggio 1 si riferisce al primo polo del costrutto, il punteggio 5 al secondo polo, i punteggi intermedi 2 e 4 indicano rispettivamente gradi relativi di istintività e razionalità. Il punteggio 3 rappresenta una via di mezzo o l’inapplicabilità del costrutto ovvero l’elemento è costruito come a volte istintivo, a volte razionale o né istintivo né razionale.
Si procede in modo analogo per le triadi successive fino alla riga undicesima. A questo punto l’istruzione che viene data al partecipante è quella di inserire altri aspetti scegliendo egli stesso le triadi, completando se possibile le ultime righe.