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Obiettivi strategici e premialità regionali

grado scuola minori con assistenza as2021-22

DGR 392/13. IL PROGETTO AUTISMO

E) Prosecuzione della gestione integrata del Servizio Tutela Minori in capo agli uffici di piano:

5.3 Obiettivi strategici e premialità regionali

Di seguito viene riportata una sintesi dei due progetti strategici sovra-ambito che verranno presentati a Regione Lombardia per l’accesso alle premialità previste dalle Linee Guida

PROGETTO 1

Titolo progetto: IntegrAZIONE scolastica Punti chiave previste dalle macroaree di policy

A. Interventi a favore di persone con disabilità

× Filiera integrata che accompagni la persona nel percorso di vita fino al Dopo di Noi

Obiettivo progetto Presupposti:

 L’integrazione della persona disabile richiede la progettazione di un intervento complesso che coinvolge più figure, la cui collaborazione è condizione imprescindibile.

 E’ necessaria una buona valutazione diagnostica, con strumenti che permettano di monitorare lo sviluppo e la crescita dell’alunno, non secondo modelli standard, ma personalizzati.

 La progettazione in presenza dell’alunno con disabilità coinvolge le famiglie, il corpo docente, compreso l’insegnante di sostegno, l’assistente educatore, i servizi sociali territoriali e i servizi specialistici.

 La scuola ha un ruolo primario nel trasmettere all’alunno conoscenze e competenze relazionali e sociali esportabili in altri contesti di vita.

 L’orizzonte della progettazione non può essere circoscritto al tempo di permanenza nella scuola, ma deve proiettarsi nel futuro e promuovere una concezione dell’alunno disabile come persona che crescerà, e che con la sua disabilità, diventerà adulto. Il Piano Educativo Individualizzato deve porre le basi per un “progetto di vita”, ossia pensare l’allievo non solo in quanto tale, ma inserito in contesti di vita diversi dalla scuola. Occorre cioè “pensare” in una prospettiva futura per un progetto

88 di vita in cui la famiglia, gli insegnanti, gli operatori sociali lavorino insieme per preparare l’alunno a diventare un adulto, con i vari ruoli sociali nei quali auto-determinarsi.

 E’ fondamentale conoscere come la famiglia si pone rispetto allo sviluppo dell’autonomia del figlio, quali obiettivi persegue, quale progetto di vita sta elaborando. La famiglia è il perno che può rendere proficuo ogni intervento aggiunto e rendere efficaci i risultati. Allo stesso tempo è importante promuovere percorsi di emancipazione dalla famiglia di origine stimolando esperienze al di fuori di essa attraverso il coinvolgimento comunitario.

Obiettivi

1) Ricomporre l’insieme degli interventi relativi all’assistenza dell’alunno disabile, oggi approcciata in maniera frammentata e disomogenea dai diversi ambiti territoriali afferenti l’ATS Montagna, partendo dal contesto scuola dove si prevede una ridefinizione condivisa sovra-ambito dell’attività di assistenza scolastica, verso una più efficace, efficiente ed appropriata progettazione degli interventi.

2) Definire modalità per il coordinamento degli interventi delle diverse istituzioni coinvolte nel progetto educativo individualizzato, con eventuali accordi di programma e protocolli d’intesa finalizzati alla predisposizione, attuazione e verifica congiunta di progetti, nonché forme di integrazione tra attività scolastiche e attività integrative extrascolastiche.

3) Superare l’idea che garantire all’alunno disabile l’affiancamento dell’insegnante di sostegno e dell’educatore scolastico per tutte le ore di frequenza sia la condizione ideale e sinonimo di inclusione, riconoscendo invece come ideale la condizione in cui l’alunno sperimenta momenti di autonomia nelle attività e di inclusione nel gruppo classe senza la mediazione di un adulto.

ATS che coordina il progetto

ATS Montagna (attraverso l’attività svolta nella cabina di regia con appuntamenti dedicati al tema oggetto del progetto ed al percorso formativo)

Ambiti territoriali coinvolti

Ambito di Tirano; Ambito di Sondrio; Ambito di Chiavenna; Ambito di Bormio; Abito di Morbegno;

Ambito di Dongo

Il coordinamento operativo del progetto sarà in capo a tutti gli udp aderenti.

ASST coinvolte

ASST della Valtellina ed dell’ Alto Lario.

Neuropsichiatria infantile Consultori

Altri Enti coinvolti

Ufficio Scolastico Territoriale Istituti scolatici

Terzo settore: gestori accreditati-convenzionati per Assistenza Scolastica-Consorzio Solco-Centro Servizi Volontariato e Impresa sociale Girasole di Lecco

Associazioni Familiari Modalità di integrazione

Per garantire l’integrazione tra gli attori coinvolti, la ricomposizione delle risorse messe a sistema e il monitoraggio

si prevede di coinvolgere i diversi attori con:

 incontri di coordinamento tra Uffici di piano:

 tavoli interistituzionali di condivisione e confronto promossi dagli Ufficio di piano;

 cabina di regia distrettuale con ATS, ASST e enti del terzo settore;

 laboratori locali promossi dal servizio sociale che coinvolgano i servizi specialistici, le reti locali e le famiglie;

 promozione di un confronto politico sul tema attraverso le Assemblee dei Sindaci e la Conferenza dei Sindaci;

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 promuovere il coinvolgimento, la responsabilizzazione, il raccordo e l’integrazione di tutti gli attori interessati attraverso un approccio di tipo partecipativo.

 Altro importante elemento di integrazione è la forte connessione che la presente premialità avrà con l’intervento, di rilevanti dimensioni, che sta realizzando il Consorzio Solco, il Centro di Servizio per il Volontariato e una fitta rete di realtà sociali, sull’intero distretto della ATS della Montagna (comprensivo dei 5 ambiti della Valtellina e Valchiavenna, nonché della Valcamonica e Alto Lario occidentale). Si tratta di un progetto che ha previsto nella sua prima fase una ricerca con specifiche interviste accompagnate da operatori competenti somministrate a 43 ETS (Enti del Terzo Settore locale) tramite questionari semistrutturati. Ne sono conseguiti 3 laboratori finalizzati a trattare le tematiche prioritarie emerse dalla ricerca: “Progetto di Vita”, “transizione scolastica e lavorativa”, “bisogni delle famiglie”. Tali laboratori, tutt’ora in corso, si sono successivamente intercettati con il percorso pilota di formazione e sperimentazione sui Progetti di Vita che l’ATS della Montagna ha aggiudicato a fine dicembre 2021 ai suddetti soggetti di secondo livello del TS.

 Quest’ultimo percorso prevede il suo svolgimento nell’arco del 2022 con il coinvolgimento ovviamente del “committente” ATS, di tutti gli Uffici di Piano, dell’ASST, dell’UST e di tutte le cooperative sociali e associazioni, gruppi informali che svolgono servizi territoriali e di advocacy a favore delle persone con disabilità.

Contesto

Attualmente 4 dei 6 Ambiti sociali coinvolti gestiscono il servizio di assistenza scolastica in forma associata per tutti i comuni del proprio territorio (Chiavenna, Dongo, Morbegno e Tirano) mentre 2 Ambiti avvieranno la gestione del servizio in forma associata a partire dall’anno scolastico 2022-2023 (Bormio e Sondrio).

Dal confronto tra gli operatori dei diversi Ambiti si rileva un certo scollamento tra l’approccio adottato dalle scuole nel promuovere l’inclusione scolastica dei minori con disabilità e i modelli di inclusione sociale che si intendono promuovere a livello locale. Spesso la richiesta della scuola appare essenzialmente orientata alla copertura dell’intero monte ore di frequenza scolastica ed ancorata ad un modello assistenziale che poco si adatta alla promozione del passaggio alla vita adulta ed al distacco dalle figure di riferimento.

Si rileva anche un costante aumento del numero di alunni certificati che necessariamente obbliga i Comuni a ragionare sul tema della incidenza economica degli interventi scolastici che vincolano ad essi ingenti risorse a scapito di quelli extrascolastici che consentirebbero al minore di fare esperienze altrettanto formative e propedeutiche alla conoscenza di sé e all’esercizio dell’autodeterminazione.

Aspetti che rendono innovativo il progetto (max 600 parole)

Gli aspetti che rendono innovativo il progetto, anche rispetto ad altre esperienze intra o extra Ambito sono le seguenti:

 Definizione di criteri di progettazione e attuazione degli interventi di assistenza scolastica omogenei a livello di intero distretto ATS Valtellina e Alto Lario.

 Coinvolgimento degli Istituti scolastici nella progettazione globale a favore del minore con disabilità.

 Introduzione di prassi e strumenti di lavoro che consentano di monitorare il livello di efficacia delle prestazioni erogate in favore dei beneficiari durante il percorso scolastico.

 Definizione sintonica dei progetti individuali e globali, a partire dai documenti sanitari (verbale collegio accertamento H e diagnosi funzionale), sociali (PI) e scolastici (PEI), che tengano in prevalente considerazione i bisogni e desideri dei beneficiari.

Definizione delle attività

Si prevedono le seguenti AZIONI:

1. Incontri di coordinamento tra Uffici di piano per confronto su aspetti di attuazione del progetto, in funzione dell’attivazione omogenea di una rete di servizi integrati.

2. Studio: approfondimento sui concetti di efficacia, efficienza ed appropriatezza dell’attività di assistenza scolastica; confronto con tavoli attivati a livello regionale e locale sul tema.

3. Laboratori: definizione modalità di lavoro con gli Istituti scolastici ed il corpo docente attraverso un dialogo aperto con insegnanti ed operatori.

90 4. Tavolo inter istituzionale di dialogo con gli Uffici Scolastici Territoriali sul rapporto insegnante di sostegno/assistente educatore, sulla definizione dei compiti dell’educatore e sulla definizione del monte ore, con eventuale definizione di accordi e/o protocolli d’intesa.

5. Raccordo tra Ambiti, Enti fornitori del personale educativo ed Istituti scolastici per l’esame dell’appropriatezza dei compiti assegnati all’assistente educatore.

6. Formazione: percorso formativo affidato da ATS Montagna e realizzato da Consorzio Solco-Centro Servizi Volontariato e Impresa sociale Girasole di Lecco attraverso costruzione con gli ambiti che coinvolga operatori scolastici e dei servizi, del terzo settore ed associazioni familiari finalizzato al superamento modello assistenzialistico ed atteggiamento protettivo nei confronti degli alunni con disabilità che promuova l’autorealizzazione, l’emancipazione sociale in una prospettiva biopsicosociale che consenta loro di sperimentarsi in situazioni diverse in una logica di promozione dell’empowerment sia in termini dell’aumento di capacità che di liberazione di potenzialità che la persona possiede ma che non ha mai l’occasione di esprimere;

7. Equipe integrata di scopo, composta da rappresentanti di Scuola, Servizi sociali, NPI ed Enti che forniscono il personale educativo:

- per la condivisione del profilo funzionale, del PEI e del PI;

- per la definizione di obiettivi realistici che integrino le finalità didattiche e quelle educative correlate alla frequenza scolastica dell’alunno disabile;

- per la definizione di strumenti comuni di monitoraggio degli interventi educativi e di valutazione dei risultati ottenuti.

8. Famiglie attive: lavoro con i Consultori di ASST (come previsto da indicazioni DGR 5954/2016 DGR 268/2018 su nuovi ruoli Consultori) per progettare forme di supporto di tipo professionale, individuale e di gruppo, rivolte alle famiglie, considerate le difficoltà a cui vanno incontro fin dalla comunicazione delle diagnosi, che promuovano processi di consapevolezza e accettazione, di separazione/individualizzazione quale condizione essenziale perché gradualmente il figlio acquisti propri spazi e maturi una propria autonomia, laddove possibile.

9. Fuori dalla scuola: coinvolgimento di famiglie, Scuole, Servizi sociali, Servizi sanitari, Enti del terzo settore in attività e processi propedeutici al percorso post scolastico.

PROGETTO 2

Titolo progetto: CONOSCERE PER PROGRAMMARE: creazione di un osservatorio sovra-ambito sulla qualità dell’abitare

Macroarea di policy (specificare la macroarea barrando la casella corrispondente) B. Politiche abitative

Punti chiave previste dalle macroaree di policy

Macroarea di policy Punti chiave

A. Politiche abitative × Qualità dell’abitare

× Allargamento della rete e coprogrammazione

× Nuovi strumenti di governance (es. agenzie per l’abitare) Obiettivo progetto

Descrivere sinteticamente l’obiettivo da raggiungere.

La L.R. 16/2016 ha inteso sviluppare un’integrazione tra le politiche abitative e le politiche sociali. Ciò presuppone la capacità di integrare competenze diversificate (urbanistiche, sociologiche, economico-finanziarie...) e sviluppare nuove capacità programmatorie e progettuali all’interno degli enti locali.

Il Piano Triennale rappresenta un’opportunità per affrontare in modo integrato bisogni e problemi che vengono solitamente affrontati in modo separato (Piano di Zona -PGT, Interventi e gestione patrimonio abitativo pubblico – interventi e gestione edilizia privata, interventi di animazione e inclusione sociale - progetti di rigenerazione urbana… ). Il Piano Triennale, che ogni Ambito territoriale dovrà approvare entro il 31.12.2022, costituisce il principale strumento di pianificazione strategica delle politiche abitative integrate su scala territoriale.

91 I Comuni capofila che dovranno coordinare le azioni di programmazione si trovano spesso impreparati e poco abituati ad un confronto tra competenze e professionalità tecniche (ingegneri, architetti, geometri) e professionalità afferenti al welfare sociale (assistenti sociali, educatori, responsabili politiche sociali..).

Per poter programmare una strategia territoriale è anzitutto necessario conoscere le caratteristiche abitative del territorio, indagarne le specificità, comprendere qual è la domanda abitativa che resta senza adeguate risposte e far emergere le potenzialità e le risorse del territorio che possono essere impiegate per costruire un migliore welfare abitativo.

Risulta pertanto necessario l’avvio di un percorso formativo e di ricerca, allargato a diversi ambiti territoriali e agli operatori dei servizi territoriali dell’ASST (Consultorio familiare, Centro Psico Sociale, Servizi per le Dipendenze), che consenta di diffondere una maggiore conoscenza delle opportunità e delle criticità dell’abitare in questo contesto territoriale e di promuovere una riorganizzazione degli strumenti di analisi e gestione dei dati sullo stato del patrimonio immobiliare pubblico e sul patrimonio privato sfitto e inutilizzato.

Questo lavoro può porre le basi per la costituzione di un osservatorio locale del welfare abitativo dei territori di montagna ed accompagnare la nascita e lo sviluppo di nuovi dispositivi di governance (es.

Agenzie per l’abitare) in grado di favorire l’incontro tra domanda e offerta abitativa sociale (anche con riferimento alla domanda intercettata dai servizi sociali di base afferenti agli uffici di piano e ai servizi territoriali dell’ASST), di gestire in modo efficace il nascente comparto dell’housing sociale, di sviluppare una partenership pubblico privata che sappia individuare strategie che consentano di contenere le nuove vulnerabilità e impedire che queste si trasformino in nuove situazioni di marginalità.

ATS che coordina il progetto: ATS DELLA MONTAGNA (attraverso l’attività svolta nella cabina di regia con appuntamenti dedicati al tema oggetto del progetto).

Ambiti territoriali coinvolti

Ambiti territoriali di Sondrio, Morbegno, Chiavenna, Tirano, Bormio e Alto Lario Il coordinamento operativo del progetto sarà in capo a tutti gli udp aderenti.

ASST coinvolte: ASST della Valtellina e dell’Alto Lario.

Altri Enti coinvolti:

- Terzo settore: Agenzia Solidale per la casa gestita da coop sociale FORME, (Caritas, ACLI ed altri ETS interessati ed attivi nei diversi verranno invitati a partecipare ai momenti formativi e informativi) - Agenzia specializzata sui temi della rigenerazione urbana e delle politiche abitative da incaricare

tramite procedura aperta.

Modalità di integrazione

Per garantire l’integrazione tra gli attori coinvolti, la ricomposizione delle risorse messe a sistema e di monitoraggio si prevede di coinvolgere diversi attori.

In breve si possono identificare le seguenti categorie di operatori e di organizzazioni a cui appartengono, correlate alle azioni che verranno descritte al paragrafo successivo.

- Gli operatori dei servizi sociali e dei servizi sociosanitari saranno coinvolti nei moduli formativi proposti, perché le politiche per la casa sono parte di un più articolato insieme di politiche per l’inclusione;

- I servizi tecnici dei comuni e dell’ALER che saranno invitati a partecipare alla formazione e alle azioni di analisi del territorio delle sue criticità e potenzialità, sono infatti gli operatori che hanno competenze e risorse essenziali per costruire un modello di welfare abitativo;

- I responsabili degli uffici di piano coinvolti attraverso il confronto periodico garantito dal coordinamento interprovinciale che porrà questo tema come argomento costante della propria agenda nei prossimi due anni;

- Il terzo settore e gli operatori privati che attraverso il lavoro di coprogettazione svilupperanno ipotesi e programmi di intervento innovativi.

92 Le azioni di formazione, coordinamento del gruppo di lavoro e di produzione documentale saranno affidate ad un’unica agenzia di formazione, mentre le azioni di rete e di coprogettazione saranno garantite dagli uffici di piano direttamente coinvolti.

Contesto

Descrivere le condizioni esistenti che spingono alla realizzazione del progetto (es. indicatori socio-economici, condizioni di vulnerabilità diffuse sul territorio, nuova domanda sociale, ...).

Nella macroarea sulle politiche abitative del Piano di Zona sono stati riportati i principali dati riferiti alla situazione attuale e alle gravi criticità che il territorio provinciale si trova ad affrontare.

Sul fronte dei Servizi abitativi pubblici (SAP) i tempi lunghi per l’attuazione della legge 16/2016 e le novità introdotte e più volte riviste hanno lasciato i comuni in una situazione di incertezza e confusione. Le nuove norme hanno prodotto una separazione di responsabilità e procedure tra proprietari (Aler e Comuni) nella gestione delle assegnazioni che non facilita la trasmissione di competenze, lo scambio di informazioni, il supporto ai cittadini. Effetti negativi particolarmente rilevanti in un territorio in cui oltre il 90% del patrimonio è di proprietà ALER e in cui si registrano forti ritardi nelle assegnazioni degli alloggi pubblici ed un aumento esponenziale delle morosità tra i condomini degli alloggi di proprietà ALER.

L’emergenza abitativa sembra assumere una rilevanza mai registrata in questo territorio dove sta assistendo ad un progressivo e trasversale aumento delle difficoltà a sostenere le spese legate all’abitazione (affitto, mutuo e spese di condominio) anche da parte di chi fino ad ora ha potuto farvi fronte, aumento delle morosità e rischio che venga dato corso ad un numero consistente di sfratti nel momento in cui verranno meno le risorse straordinarie dedicate al sostegno affitto (con conseguente pressione sui servizi sociali/comuni per richiedere forme di supporto o soluzioni alternative), rischio di un aumento di conflitti di vicinato già presenti o di nuovi conflitti, anche intra-familiari, a causa della permanenza forzata in abitazioni inadeguate.

Sul fronte dei servizi abitativi sociali (SAS) sono presenti in provincia servizi e interventi a macchia di leopardo che hanno in parte mitigato le emergenze attuali ma che appaiono del tutto inadeguati, quanto a consistenza e diffusione, per affrontare la situazione venutasi a creare con il rischio che i Comuni non abbiano maturato le competenze necessarie ad utilizzare le opportunità che verranno messe a disposizione a livello regionale e nazionale. Nei territori del sondriese, del morbegnese e della valchiavenna vi sono alcuni alloggi sociali temporanei che in questi due anni sono sempre risultati saturi e con una domanda superiore all’offerta; la stessa sorte è capitata al centro di accoglienza di Sondrio (dove a causa del Covid per molti mesi si è drasticamente ridotta la mobilità) ed anche gli appartamenti di emergenza messi a disposizione da qualche comune sono stati presto occupati.

Il mercato immobiliare sembra essersi irrigidito ulteriormente e i tentativi di promuovere strumenti di incentivazione per la messa a disposizione di alloggi di proprietà privata sono stati finora pressoché fallimentari) e sostanziale irrigidimento di un’offerta già ridotta.

Manca in ogni caso una lettura organica e approfondita del fenomeno e il progetto proposto ha l’obiettivo anzitutto di superare questo gap e di porre le basi per strategie di sistema condivise a livello territoriale.

Aspetti che rendono innovativo il progetto

Sulla base del contesto per cui avviene la progettazione, descrivere gli aspetti che rendono innovativo il progetto, anche rispetto ad altre esperienze intra o extra Ambito.

Ciò che costituisce una specifica innovazione per il territorio della provincia di Sondrio è l’approccio integrato alle politiche abitative che coinvolge su più piani:

-le politiche sociali -le politiche del lavoro

-l’urbanistica e la rigenerazione urbana -il marketing sociale

facendo leva sull’integrazione degli strumenti di programmazione (Piano di zona e PGT) e sullo sviluppo di competenze che rendano possibile l’utilizzo delle opportunità future (PNRR)

Il modello di lavoro, inoltre, è multi-attoriale, prevedendo un coinvolgimento di diversi livelli istituzionali (regionale, provinciale, di ambito e comunale) ed attivando un processo di coprogrammazione che coinvolga

93 attori pubblici (comuni, Aler, Udp, ASST) e privati (enti del Terzo settore, attori del mercato immobiliare, sindacati, patrimonio della Chiesa)

Definizione delle attività (max 2400 parole)

Descrivere le attività di progetto per il raggiungimento dell’obiettivo. Le attività devono prevedere delle fasi progettuali, con l’indicazione dei compiti specifici attribuiti ai singoli enti coinvolti, ATS ASST e Terzo settore compresi.

Si prevedono le seguenti AZIONI:

A) FORMAZIONE

Sulla base di un’esperienza recentemente conclusa che ha coinvolto, in tre giornate formative, operatori sociali, tecnici e amministratori di Bormio, Tirano, Sondrio, Morbegno, Chiavenna è emersa l’esigenza di promuovere un ciclo formativo di base (due giornate) rivolto ad una platea più ampia (assistenti sociali degli uffici di piano, operatori socio sanitari con particolare riferimento a quelli afferenti ai servizi territoriali e alla comunità, operatori del privato sociale e operatori economici tecnici comunali).

Obiettivo primario di questo breve ciclo formativo (due giornate formative di sette ore) è quello di consentire ai partecipanti di acquisire informazioni di base sugli elementi fondativi della LR16, sulle dimensioni fondamentali che costituiscono una lettura del fabbisogno abitativo, sul panorama delle opportunità che possono arricchire il welfare abitativo.

Obiettivo secondario è quello di rinforzare, tra operatori sociali e tecnici delle discipline urbanistiche, la conoscenza reciproca dei rispettivi ambiti di intervento rendendoli sensibili alle possibili connessioni e collaborazioni.