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Occupazione e distribuzione del valore aggiunto

LE DETERMINANTI DELL’OCCUPAZIONE FEMMINILE

2.4 Occupazione e distribuzione del valore aggiunto

Studiate le caratteristiche dei lavoratori impiegati nelle cooperative, è utile compren-dere come la struttura del valore aggiunto delle cooperative si differenzi da quella delle altre imprese. Questo aspetto dovrebbe infatti rappresentare il discrimine tra la forma co-operativa e le altre tipologie (Borzaga 2015; Borzaga 2017). Ciò che ci si attende è che le cooperative, perseguendo obiettivi diversi dal profitto, ristornino valore ai soci in una fase precedente la distribuzione degli utili, attraverso un minor prezzo di vendita (consumo) rispetto a quello di mercato o un maggior prezzo d’acquisto (agricole)4. Fattori che com-plessivamente andranno a influenzare negativamente il livello medio del valore aggiunto. Di conseguenza, a differenziare le cooperative sarà proprio l’operare di questa differente modalità di distribuzione del valore, che determinerà, soprattutto nelle società di capitali, la presenza di un residuo finale più elevato, la cui funzione sarà quella di ottimizzare la remu-nerazione del fattore proprietario, il capitale.

Come ampiamente prevedibile, l’approfondimento per il settore cooperativo segnala che a presentare l’incidenza del costo del lavoro sul valore aggiunto più elevata sono le cooperative di lavoro e quelle sociali, caratterizzate da attività più labour-intensive, con rispettivamente l’88,0 per cento e il 92,0 per cento distribuiti al lavoro (Figura 2.6).

Il confronto con le altre imprese conferma la diversità della composizione del valore aggiunto: se nelle cooperative il peso del costo del lavoro è pari a 88 centesimi ogni euro di valore aggiunto, nelle altre imprese il rapporto si ferma a 52 (Tavola 2.10). Questa differen-za tra cooperative e altre imprese connota trasversalmente tutte le ripartizioni geografiche, confermandosi quindi come una peculiarità propria (strutturale) della forma cooperativa. A livello regionale, lo scarto risulta particolarmente marcato in Liguria, Lazio, Abruzzo e Calabria, con differenze pari o superiori ai 40 centesimi di euro. Lo scostamento più basso si registra invece in Umbria, con quasi 15 centesimi di euro in meno nelle altre imprese.

4 Anche nel caso delle cooperative di utenza o agricole il coefficiente di distribuzione del valore al lavoro dovrebbe risultare influenzato positivamente, in quanto, essendo stato il valore aggiunto ceduto precedentemente (ai proprietari dell’impresa), o sotto forma di un prezzo più alto pagato per l’acquisto della materia prima o di un prezzo di vendita inferiore a quello di mercato, i redditi da lavoro saranno rapportati a un valore che si presume inferiore a quello delle altre imprese (Borzaga e Fontanari 2014). In quest’ultimo caso, infatti, il margine (di profitto) servirà a remunerare gli investitori attraverso la distribuzione dei dividendi (in particolare nelle società di capitali).

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Ministero dello sviluppo economico

Figura 2.6 - Costo del lavoro sul valore aggiunto per tipologia cooperativa - Anno 2015 (valori percentuali)

71,2% 88,0% 92,0% 80,8% 68,9% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Produttori del settore

Anche l’approfondimento per settore economico evidenzia come questa specificità delle cooperative caratterizzi tutti i comparti (Tavola 2.11). In particolare, nella sanità e assistenza sociale, la differenza nella quota di valore aggiunto assorbita dal fattore lavoro assume una dimensione particolarmente rilevante, superiore nelle cooperative di ben oltre 60 centesimi di euro rispetto alle imprese non cooperative: 0,922 contro 0,317 per ogni euro di valore aggiunto. Altri differenziali di particolare rilievo si ritrovano poi nelle attività professionali e negli altri servizi, rispettivamente con +48,6 e +43 centesimi di euro a favore delle cooperative. La distribuzione di valore al lavoro risulta invece molto più vicina a quella delle imprese non cooperative nei settori della fornitura di energia (+3,6 punti percentuali per le coop) e del commercio (+9,4).

Tavola 2.10 - Costo del lavoro sul valore aggiunto delle imprese per regione - Anno 2015 (valori in euro)

REGIONI Cooperative Altre imprese

Piemonte 0,872 0,536 Valle d’Aosta 0,759 0,458 Liguria 0,916 0,480 Lombardia 0,830 0,500 Trentino-Alto Adige//Südtirol 0,787 0,474 Bolzano-Bozen 0,708 0,485 Trento 0,847 0,459 Veneto 0,899 0,541 Friuli-Venezia Giulia 0,927 0,563 Emilia-Romagna 0,842 0,526 Toscana 0,869 0,491 Umbria 0,692 0,545 Marche 0,827 0,530 Lazio 0,929 0,523 Abruzzo 0,965 0,561 Molise 0,866 0,532 Campania 0,880 0,543 Puglia 0,900 0,535 Basilicata 0,846 0,501 Calabria 0,911 0,513 Sicilia 0,866 0,534 Sardegna 0,881 0,533 Italia 0,860 0,518

Fonte: Elaborazioni su dati Istat

Tavola 2.11 - Costo del lavoro sul valore aggiunto delle imprese per settore d’attività economica - Anno 2015 (valori in euro)

SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA Cooperative Altre imprese

Estrazione minerali 0,759 0,555

Attività manifatturiere 0,740 0,500

Fornitura energia elettrica gas 0,249 0,213

Fornitura acqua e gestione rifiuti 0,790 0,577

Costruzioni 0,968 0,575

Commercio ingrosso e dettaglio, riparazioni autoveicoli 0,729 0,635

Trasporto e magazzinaggio 0,893 0,628

Attività servizi alloggio e ristorazione 0,847 0,623

Servizi informazione e comunicazione 0,914 0,517

Attività finanziarie e assicurative .... ....

Attività immobiliari 0,345 0,100

Attività professionali 0,852 0,366

Noleggio, agenzia viaggio, servizi supporto imprese 0,919 0,672

Istruzione 0,903 0,579

Sanità e assistenza sociale 0,922 0,317

Attività artistiche sportive, di intrattenimento e divertimento 0,856 0,490

Altre attività di servizi 0,927 0,497

Totale 0,860 0,518

L’approfondimento del costo medio del lavoro per unità lavorativa annua (equivalente)5

segnala, infine, come i valori più elevati siano quelli rilevati nelle cooperative di produttori del settore primario e in quelle di utenti e consumatori, con quasi 39 mila euro pro-capite. Seguono le “altre” cooperative con poco più di 37 mila euro. Diversamente, le cooperative di lavoratori e quelle sociali si caratterizzano per un costo medio del lavoro significativa-mente più basso, rispettivasignificativa-mente 30 mila e 27 mila euro (Figura 2.7).

Le ragioni di questi differenziali sono più d’una. Innanzitutto va ricordato che ogni settore cooperativo applica contratti di lavoro diversi, e in alcuni casi più contratti, che prevedono strutture e livelli retributivi anche significativamente diversi. Sul costo medio del lavoro incidono poi sia la diversa professionalità dei lavoratori impiegati nei vari settori che la diversa strutturazione organizzativa e quindi il diverso peso delle posizioni dirigenziali, così come il maggiore o minore peso del costo del lavoro sul costo totale. In aggiunta, sul costo del lavoro delle cooperative sociali incide anche l’esonero dal pagamento degli oneri sociali per i lavoratori svantaggiati.

5 Le unità lavorativa annua misura il numero di posizioni lavorative dei dipendenti riportate a misure standard a tempo pieno. Le unità di lavoro sono state ottenute applicando alle posizioni lavorative medie annue dei dipendenti disponibili in ASIA dei correttivi ottenuti dal rapporto, per tipologia cooperativa, tra le settimane utili e retribuite annue disponibili negli archivi INPS al fine di tener conto del lavoro part-time.

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Ministero dello sviluppo economico

Figura 2.7 - Costo del lavoro per unità lavorativa annua secondo la tipologia cooperativa - Anno 2015 (valori in euro)

38.927 29.565 26.605 38.998 37.062 0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000 40.000 45.000

Produttori del settore

Riferimenti bibliografici

Borzaga C. (a cura di) 2015. Economia cooperativa. Rilevanza, evoluzione e nuove frontiere

della cooperazione italiana. ISBN 978-88-906729-4-1. http://www.euricse.eu/wp-content/

uploads/2015/09/00-ECONOMIA-COOPERATIVA-1.pdf

Borzaga C. (a cura di). 2017. Dimensioni ed evoluzione dell’economia cooperativa italiana nel 2014. http://www.euricse.eu/wp-content/uploads/2017/04/Rapp-coop-2016.pdf

Fontanari E. e Borzaga C. 2014. Cooperative versus for-profit: analisi comparata delle performance. In Euricse, La cooperazione italiana negli anni della crisi. 2° Rapporto Euricse, Euricse, Trento. Eurostat. 2018. Occupazione e attività per sesso ed età, http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/

show.do?dataset=lfsi_emp_a&lang=en (20 febbraio 2018). Istat. 2017. Rapporto Annuale 2017. Istat, Roma.

OCSE. 2017. OECD National Skills Strategy Diagnostic Report – Italy https://www.oecd.org/skills/ nationalskillsstrategies/Diagnostic-report-Italy.pdf

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