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L’individuazione dei SDGs utili allo sviluppo urbano di una città è un’azione necessaria che si pone come anello di collegamento tra la sconfinata scala globale della Belt and Road Initiative e il fenomeno dell’urban-rural divide, e la scala locale dei casi studio scelti per la ricerca. Il fine è quello di cercare di tradurre in elementi mor-fologici le varie trasformazioni urbane connesse a questi due eventi, estrapolandone un dizionario che ne conferisce la lettura. I casi studio scelti sono 4 città: Tashkent (Uzbekistan), Khorgos (sul confine tra Cina e Kazakistan), Urumqi (Cina, nella regio-ne autonoma dello Xinjiang) e Xi’an (Cina). Oltre agli SDGs, anche Tashkent si poregio-ne come tramite per la lettura delle città Cinesi. Data la difficoltà nel reperire dati riguar-danti le città cinesi, ci è stata concessa l’opportunità di effettuare un sopralluogo nella città, utile per studiarne l’impianto urbano.

Di seguito vi è uno schema (fig. 3) che associa gli SDGs esaminati in prece-denza alle trasformazioni ed elementi morfologici individuati in ciascun caso studio, in riferimento ai fenomeni della BRI e dell’urban-rural divide.

FAsedi AnAlisi

3.1.1 _ Obiettivi e OppOrtunità deidue fenOmeni suiterritOri dei casi studiO

3.1 _ Confrontotrala Beltand road InItIatIveel’UrBan-rUral dIvIde

3.1 _ Confrontotrala Beltand road InItIatIveel’UrBan-rUral dIvIdeFAsedi AnAlisi

3.1.1 _ Obiettivi e OppOrtunitàdei due fenOmeni sui territOri dei casi studiO

3.2 _ c

Asi studio

Legenda zoom casi studio

FAsedi AnAlisi

3.2.1 _ TashkenT

3.2 _ Casistudio

3.2.1 _ Tashkent

Ortofoto Tashkent 2010

Ortofoto Tashkent 2020

Inquadramento zoom Tashkent 2020

Ortofoto zoom A Tashkent: ferrovia Sud

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Ortofoto zoom A Tashkent: ferrovia Sud

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Zoom A Tashkent: ferrovia Sud

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Ortofoto zoom B Tashkent City Park

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Ortofoto zoom B Tashkent City Park

2020

Zoom B Tashkent City Park

2020

Fin dai tempi antichi la posizione geografica vantaggiosa e il clima favorevole facevano di Tashkent uno dei punti principali dell’Antica Via della Seta. L’antico im-pianto radiale aveva come centro il bazar Chorsu (risalente al IX secolo, ricostruito successivamente), nel quale confluivano tutte le strade principali. Le makhallas, che circondano la piazza e le vie, prendono il nome da artigiani e persone che vi abita-vano. I primi edifici giunti ai nostri tempi sono mausolei costruiti lungo le strade che venivano percorse dalle carovane dei mercanti, reperti comuni ad altre città presenti in Uzbekistan che simboleggiano l’antico splendore risalente al periodo dell’Antica Via della Seta.

L’antica Tashkent cadde sotto il dominio russo nel 1865, e immediatamente cominciò l’edificazione di una nuova moderna città russa accanto a quella vecchia. Al momento dell’assunzione del potere da parte dei bolscevichi, Tashkent era in realtà divisa in una parte musulmana e una europea. Quindi, non si trattava solo di creare un nuovo ambiente urbano ma era altrettanto importante unificare queste due porzio-ni di città.

Con la seconda guerra mondiale, numerosi rifugiati dell’Unione Sovietica eu-ropea migrarono a Tashkent, aumentandone considerevolmente la popolazione e quindi la domanda di alloggi. Tuttavia, gran parte delle finanze della città, confluirono nella costruzione di alcune strutture monumentali, trascurando le infrastrutture e le abitazioni. Gli scarsi lavori iniziati con l’ottica di risolvere questi problemi, furono de-finitivamente spazzati via dal terremoto di magnitudo 7.4 avvenuto nel 1966. Questo evento lasciò carta bianca per lo sviluppo successivo della città. I nuovi elementi architettonici e urbani simboleggiavano, secondo l’ottica sovietica, un mezzo per rap-presentare le nuove idee politiche e morali, il progresso tecnologico e industriale.

L’intero impianto urbano doveva quindi essere organizzato secondo questi principi, prediligendo edifici funzionali e orientati al lavoro. È proprio in corrispondenza della guerra che l’attività industriale di Tashkent venne stravolta. Sebbene prima non fosse molto sviluppata, in seguito all’evacuazione del 1941113 essa divenne una città indu-striale a tutti gli effetti. La conseguenza della caotica evacuazione fu che il ripristino

113 Nel 1941, mentre gli eserciti tedeschi avanzavano attraverso l’Unione Sovietica, quest’ultima fece un disperato tentativo di salvaguardare le proprie risorse industriali e umane, cercando di trasportare persone e industrie lontano dai fronti di guerra occidentali nella relativa sicurezza delle loro terre orientali. Gli Urali, la Siberia, il Medio Volga, l’Uzbekistan, il Tagikistan e il Kazakistan hanno accolto insieme 16 milioni di sfollati, con Tashkent come destinazione privilegiata. Rimane il più grande movimento organizzato di una popolazione civile nella storia.

degli stabilimenti industriali e delle baracche mancava di un coordinamento generale.

Ciò a sua volta causò la nascita di grandi baraccopoli, problemi di rifiuti industriali e inquinamento. Il canale di Ankhor, il corso d’acqua principale della città venne forte-mente contaminato.114

Tutto veniva progettato da architetti europei che non tenevano in conto né del-le condizioni climatiche del luogo, né deldel-le tradizioni della popolazione, utilizzando un unico modello comune per l’intero territorio. Tuttavia i ripetuti cambiamenti ideologici e le priorità politiche in continua evoluzione hanno ostacolato la pianificazione a lungo termine e sono stati i principali ostacoli al rinnovamento urbano. È quindi interessante leggere che durante i periodi di liberalizzazione politica, ad esempio subito dopo la seconda guerra mondiale e dopo la morte di Stalin nel 1953, furono presentate pro-poste più realistiche per il disperato bisogno della città di progetti abitativi aggiuntivi e più adatti al territorio.115 È evidente come l’architettura di Tashkent voglia riflettere sia la storia e la cultura locali, ma anche il simbolismo socialista e universale. I politici sovietici cercarono di creare un nazionalismo uzbeko, ma doveva essere un naziona-lismo progettato e sanzionato a Mosca. Ma questo nazionanaziona-lismo era solo un passo verso l’obiettivo a lungo termine di creare un’identità priva di distinzioni di classe ed etnia.

L’urbanistica sovietica era imperfetta sotto molti aspetti. C’erano certamente conflitti e discriminazioni, ma l’ostacolo principale a una pianificazione urbana effi-ciente e funzionale era da ricercarsi nell’inefficace e politicizzato sistema sovietico.

Indipendente dal dominio Sovietico dal 1991, attualmente Tashkent è la capitale dell’Uzbekistan, ed è composta da 11 distretti amministrativi popolati da 2,393 milioni di abitanti. È il centro politico economico e culturale dell’Uzbekistan, nonché una delle più grandi città dell’Asia Centrale e l’unica dotata di metropolitana.

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