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I CASI DI STUDIO : TRA FONTI STORICHE E DIAGNOSTICA ARCHEOLOGICA

3.2. M ONTE DI S ALPI

Fondato dai Rodii e dai Coii con il nome di Elpía, secondo una nota e discussa testimonianza di Strabone213, l‟insediamento dauno di Salapia acquisì visibilità archeologica a partire dal X-IX secolo a.C., configurandosi come un agglomerato di nuclei abitativi, artigianali e sepolcrali, distribuiti a ridosso dell'area umida di Marana di Lupara, su isolati lembi di terra emersa e appendici di terraferma lambite, come penisole, dalle acque lagunari214. Nelle fonti storiche non vi sono riferimenti all‟abitato prima dell'età annibalica quando il centro lagunare prese parte alle vicende belliche come soggetto indipendente215. Nell‟anno 89 a. C., durante la guerra sociale, Salpi fu

213 Per un‟interpretazione di questi riferimenti cfr. MUSTI 1988, pp. 173-196; D'ERCOLE 2002, pp. 11-35. 214 SCHMIEDT 1964 ; D'ERCOLE 2002, pp. 123-128 ; LIPPOLIS,GIANMATTEO 2008.

conquistata e incendiata dal generale Cosconio, a causa dell‟insurrezione contro Roma216.

S‟ipotizza che, tra la fine del V e gli inizi del VI secolo, Salapia perse la propria sede episcopale, nota sin dal IV secolo, poiché nel 591 si apprende da una lettera di papa Gregorio Magno che il pontefice affidò al presule di Siponto l‟amministrazione temporanea della cattedra vescovile di Canosa217. L‟insediamento mantenne tuttavia un ruolo non secondario come scalo costiero, almeno fino all‟VIII secolo, verosimilmente legato anche alla produzione del sale. Tra le donazioni che Arechi II concederà al monastero di Santa Sofia di Benevento, nel 774, compaiono anche casas duas in

Salpes per la lavorazione del sale218.

Figura 24. Particolare foto aerea di Bradford su Monte di Salpi.

In un documento notarile databile al 1074 è possibile rintracciare nuovamente l‟appellativo per Salapia di civitas219. Sempre nell‟XI secolo Salpi è sede di diocesi assegnata alla provincia ecclesiastica di Bari e durante il Ducato di Ruggero Borsa (1085-1111) appare ormai infeudata a genti normanne, come si deduce da un diploma che ricorda le donazioni fatte da Guarino, signore di Salpi, al monastero di San Lorenzo

216 APPIANO Bell. Civil. 1, 52.

217 Greg. Magni Ep., I, 42; MARTIN 1993, pp. 151-153. 218 MARTIN 1993, p. 201.

di Aversa220. Dal Catalogus Baronum si apprende che il feudo doveva fornire al sovrano, proporzionalmente alla sua entità, 40 milites e 50 servientes221.

Sul territorio salpitano, si registra la presenza di almeno due monasteri: il primo appartenente a una chiesa intitolata a Santo Stefano, attestato nel 1206 sino a tutto il XIII secolo, il secondo intitolato a San Matteo, citato da un unico documento del 1192222.

L‟età sveva fu certamente segnata dall‟installazione di una delle maggiori residenze di caccia e riposo di Federico II in Capitanata; la residenza solaciorum (indicata nelle fonti alternativamente come domus o come palacium) sorse con molta probabilità in quella che oggi è ricordata come località Castello, nei pressi di Trinitapoli, quasi a metà strada tra il sito della città medievale e il Casale di Trinità, all‟interno di un sistema insediativo articolato che dovette comprendere anche le domus di Santa Maria a mare, di Santa Maria de salina e della Trinità223.

Incerta è la data dell‟abbandono definitivo di Salpi, che già alla metà del 1500 viene definita inabitata; anche la scelta di rendere la diocesi nuovamente autonoma nel corso della prima metà del XVI secolo a nulla valse quando, nel 1547, Paolo III ne sancì la definitiva annessione a Trani. La fine della città appare evidente quando nel 1615 il vescovo di Trani la definisce civitatem funditus eversam224.

Nella metà del secolo scorso, il pianoro appariva ancora come un rilievo quadrangolare con sommità pianeggiante, esteso su circa 8 ettari e soprelevato di 4 m sul piano di campagna circostante. Le sue dolci pendici furono intaccate, sul versante sud- occidentale, dagli sbancamenti effettuati per l'impianto di vigneti e la costruzione di una grande vasca per l'irrigazione. L‟interesse storiografico e archeologico per l‟area di Salapia risale già all‟attività di ricerca svolta da John Bradford, che la individuò durante una delle sue ricognizioni aeree nel 1949 e decise di condurvi una piccola campagna di scavo, ancora inedita, nella quale indagò parte del fossato e del terrapieno della zona del monte225 (Fig. 24).

Nella primavera del 1972 il Prof. Alfredo Geniola dell‟Università di Bari avviò un saggio di scavo nel settore occidentale del monte di Salapia, con l‟intento di trovare 220 DI BIASE 1985, pp. 77, 81-82. 221 JAMISON 1972. 222 CALDAROLA 2004. 223 LICINIO 1994, pp. 128-129. 224 DI BIASE 1985, pp. 207-214.

prove di un‟occupazione preclassica dell‟area226. Lo scavo mise in evidenza diverse strutture abitative e probabilmente produttive, e portò alla luce alcuni frammenti ceramici di epoca medievale, in seguito anche analizzati da Pierfrancesco Rescio227.

Salapia Exploration Project è nato dalla collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni

Archeologici della Puglia, il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Foggia e il Davidson College-North Carolina (Stati Uniti)228. L‟obiettivo del progetto è lo studio dei paesaggi insediativi della fascia costiera adriatica e dell‟area occupata dall‟antico lago di Salpi, in parte bonificato e trasformato nell‟attuale bacino delle Saline di Margherita di Savoia.

Rispetto all‟estensione complessiva del bacino topografico interessato dall‟articolazione della città, le indagini geofisiche e le ricognizioni di superficie condotte nel 2013 hanno riguardato due aree campione. La prima è rappresentata dal settore settentrionale del pianoro sommitale del Monte, per una superficie di circa 4,9 ettari; la seconda è costituita da una porzione del pianoro inferiore, localizzata a NE del Monte di Salpi ed estesa sino alla Marana di Salpi, per una superficie complessiva di 11,8 ettari. All‟interno delle aree campione, le due procedure diagnostiche sono state effettuate utilizzando la medesima griglia georeferenziata costituita da quadrati di 40 m di lato. Nel corso delle indagini sul campo sono stati raccolti 11.097 frammenti ceramici nell‟area del pianoro inferiore, mentre 3.733 frammenti provengono dalla sommità del Monte; lo studio preliminare condotto su tali reperti ha consentito di riconoscere produzioni che si distribuiscono entro un arco cronologico molto ampio, ben documentato soprattutto dalla seconda metà-fine del I secolo a.C. sino alla fine del VI- inizi VII secolo d.C., e nella parte alta dal XIII al XIV secolo.

Nei mesi estivi del 2014 e del 2015, con un‟équipe di archeologi e studenti provenienti da diversi paesi, sono state condotte due campagne di scavo stratigrafico nella parte bassa dell‟insediamento. L‟indagine in quest‟area ha permesso di riportare alla luce parte della viabilità e delle strutture che caratterizzarono il periodo romano e tardoantico (Fig. 25).

226 GENIOLA 1972, pp. 66-184. 227 RESCIO 1998, pp. 109-129.

228 Per una sintesi delle ricerche condotte negli ultimi anni a Salapia si rimanda a DE VENUTO et alii 2015(a); DE VENUTO et alii 2015(b), pp. 179-184.

Figura 25. Quadrettatura di raccolta a Monte di Salpi con distribuzione della ceramica medievale (Elaborazione R.

Goffredo).

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