Nel 2015 la Digital Library della Max Planck Society si rese pro- motrice dell’iniziativa OA2020, pubblicando un white paper29.
Sul sito Web di riferimento si apprendono le finalità di OA202030:
[…] Per poter usufruire appieno dei benefici offerti da OA e con- sentire una trasformazione del sistema di diffusione che sia celere,
27 V. il titolo III del Regolamento (UE) n. 1290/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’ 11 dicembre 2013 , che stabilisce le norme in materia di parte- cipazione e diffusione nell’ambito del programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) - Orizzonte 2020 e che abroga il regolamento (CE) n. 1906/2006. 28 V. infra cap. 5.
29 R. sChiMMeR, k.k. GesChuhn, a. VoGleR, Disrupting the subscription journals’
business model for the necessary large-scale transformation to open access. A Max Planck Digital Library Open Access Policy White Paper, 2015, doi:10.17617/1.3,
http://hdl.handle.net/11858/00-001M-0000-0026-C274-7 30 https://oa2020.org/
efficiente e a servizio dell’accademia, il corpus di riviste accademi- che esistente dovrebbe passare da un accesso ad abbonamento ad un accesso aperto. Studi recenti hanno rivelato che questo proces- so di transizione può essere realizzato con le risorse attualmente disponibili, senza costi aggiuntivi. Con la presente dichiarazione manifestiamo il nostro interesse verso la promozione di un’inizia- tiva internazionale finalizzata alla trasformazione OA delle riviste accademiche e condividiamo i seguenti punti fondamentali: – Il nostro obiettivo è di trasformare la maggior parte delle riviste accademiche dal modello ad abbonamento alla pubblicazione OA, in conformità con le specifiche preferenze di pubblicazione di cia- scuna comunità. Al tempo stesso, continuiamo a sostenere altre forme innovative di disseminazione OA.
– Perseguiremo questo obiettivo utilizzando le risorse attualmen- te investite in abbonamenti per fondi destinati al supporto dei modelli di business OA sostenibili. Di conseguenza, intendiamo riorganizzare il flusso dei fondi per garantire trasparenza, in ter- mini di costi e potenziali risparmi, e per ridurre le barriere alla pubblicazione.
– Invitiamo tutte le parti coinvolte nella pubblicazione accademi- ca, in particolare le università, gli istituti di ricerca, i finanziatori, le biblioteche e gli editori, a collaborare per consentire una transi- zione veloce ed efficiente a beneficio degli studiosi e della società in generale. […]
Al momento in cui si scrive 138 istituzioni scientifiche hanno espresso interesse verso l’iniziativa.
Tuttavia, le basi teoriche di questa politica rimangono fragili. Non si possono comparare i costi di un sistema basato sul mer- cato attuale (reale) degli abbonamenti a riviste ad accesso chiuso con i costi di un sistema futuro (potenziale) anfibio che si dovreb- be fondare – da quel che si capisce – in parte sul mercato delle riviste ad accesso aperto che chiedono un prezzo per la pubblica- zione (c.d. Article Processing Charges o APCs) e in parte su altri modelli economici come quelli che fanno leva sull’investimento diretto delle istituzioni scientifiche no profit (università, enti di ricerca ecc.) senza far pagare agli autori o alle istituzioni di affe- renza un prezzo per la pubblicazione. La verità è che nessuno è
in grado di prevedere i costi dell’auspicato sistema delle riviste ad accesso aperto finché esso non sarà realizzato. In particolare, non si è in grado di prevedere le dinamiche di prezzo del mercato delle riviste ad accesso aperto che chiedono APCs per la pubbli- cazione. Le dinamiche di prezzo dipendono dalla struttura del mercato, la quale a sua volta dipende, nel peculiare contesto della comunicazione scientifica, dalla reputazione delle sedi editoriali e dalla valutazione. Ad esempio, se la valutazione in alcuni settori scientifici è basta su liste ordinate per fasce di qualità imposte dallo Stato – come in questo momento in Italia –, la dinamica concorrenziale relativa alle APCs subisce una distorsione.
Sta di fatto che la rapida transizione che ci si augurava nel 2015 è ben lungi dal compiersi. I grandi editori commerciali con- tinuano a godere di posizione di forza sul mercato e guadagnano contemporaneamente dagli abbonamenti ad accesso chiuso e dal- le APCs, giungendo in alcuni casi addirittura a farsi pagare due volte per la stessa pubblicazione (c.d. effetto double dipping delle riviste ibride, cioè le riviste acquistabili con abbonamenti ad ac- cesso chiuso ma che prevedono la pubblicazione in accesso aper- to di singoli articoli a fronte del pagamento delle APCs). Di più, i grandi editori commerciali si stanno trasformando in imprese di analisi dei dati con il rischio concreto che la concentrazione del potere di mercato non venga meno ma si sposti dai contenuti (le pubblicazioni) ai servizi (l’analisi dei dati, appunto).
Un’iniziativa connessa a OA2020 e dotata di più ampio re- spiro è rappresentata dal PlanS della CoalitionS31. CoalitionS è
costituita da rilevanti istituzioni che finanziano la ricerca scien- tifica. Il PlanS punta ad accelerare il processo di transizione im- maginato da OA2020. I finanziatori della ricerca si propongono di condurre i soggetti finanziati ad applicare l’accesso aperto a tutte le pubblicazioni scientifiche – con esclusione di monogra- fie e capitoli di libri che richiedono un processo di transizione più lungo – a partire dal 2021. Il piano è articolato in dieci punti.
Non è questa la sede per un’analisi dettagliata dei singoli punti. Basti rilevare che la CoalitionS si propone di preservare l’elevata qualità delle pubblicazioni scientifiche, assicurare la trasparenza del sistema di pubblicazione, garantire il pluralismo dei modelli di editoria OA nonché basare la valutazione della qualità della pubblicazione sul contenuto e non sulla sede editoriale. Le rivi- ste ibride sono tendenzialmente bandite, a meno che il ricorso al modello ibrido non rientri in un contratto tra editore e istituzio- ne finanziata «trasformativo», cioè che sia nel tempo destinato a trasformarsi da abbonamento ad accesso chiuso a sistema edito- riale ad accesso aperto.
L’errore di fondo di queste iniziative sta nel considerare l’attuale assetto della legge sul diritto d’autore come un dato acquisito e immutabile. Come rilevato nel precedente paragra- fo a proposito delle politiche dell’Unione Europea, l’obbligo di pubblicare in accesso aperto imposto dai finanziatori riuniti nella CoalitionS limita la libertà di pubblicazione dell’autore. Infatti, l’autore è obbligato a pubblicare in una rivista o in una piattaforma OA o, ancora, a depositare immediatamente – senza periodo d’embargo – in un archivio ad accesso aperto quanto pubblicato in accesso chiuso. Può verificarsi che la sede edito- riale che sarebbe, a giudizio dell’autore, preferibile, non sia una rivista ad accesso aperto e nello stesso tempo non consenta la ripubblicazione immediata in un archivio ad accesso aperto. In questo caso, l’autore sarà forzato a indirizzarsi verso una rivista ad accesso aperto (o una piattaforma) che non avrebbe altrimen- ti scelto. Il principio 1 che impone (o raccomanda?) agli autori e alle loro istituzioni di afferenza di mantenere i diritti patrimo- niali d’autore sulla pubblicazione presuppone che l’autore goda di piena libertà contrattuale nei confronti dell’editore, cosa che evidentemente non è: l’autore è la parte debole del contratto32.
32 Non scioglie il nodo la guida esplicativa: «Rights and licensing: The author or the author´s institution shall retain their copyright. Licenses to publish that are granted to a publisher must allow the author/institution to make either the Version of Record (VoR), the Author’s Accepted Manuscript (AAM), or both
D’altra parte, il riferimento all’istituzione di appartenenza – che in teoria sarebbe dotata di maggior potere contrattuale – pre- suppone, in capo alla stessa istituzione, o una titolarità primaria (contraria alla libertà accademica dell’autore33) o secondaria (in
base a un meccanismo di licenza o cessione dei diritti patrimo- niali d’autore) la quale guarda evidentemente solo ad autori af- ferenti a istituzioni, tagliando fuori i ricercatori indipendenti. Con il principio 10 i finanziatori della CoalitionS si impegnano a valutare il merito intrinseco della pubblicazione e non la sede editoriale (ad esempio, attraverso metriche come l’Impact Fac- tor). Principio inattaccabile in teoria, ma difficile da mettere in pratica nel breve (e forse anche nel medio) periodo.
Senza una modifica a monte della legge sul diritto d’autore qualsiasi obbligo di pubblicare in accesso aperto si traduce ine- vitabilmente in una limitazione della libertà scientifica dell’au- tore.
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