• Non ci sono risultati.

adesso siamo qui! Il trattino rosso sulla mappa indica

il tragitto che abbiamo fatto con Astrea, dalla

Il NODO è un’unità di misura per la velocità (come i metri ed i chilometri) ed è molto usato per indicare la velocità a cui si muovono le imbarcazioni. 1 nodo corrisponde a 1,85 km/h ...vuol dire che in 1 ora vengono percorsi 1,85 chilometri; per andare dalla secca dell’Isuela al canyon di Bordighera abbiamo fatto 133 km viaggiando a 12 nodi

quindi… vuol dire che Astrea ha viaggiato a 22,2 km/h (12 nodi x 1,85 km/h), cioè ha fatto 22,2 km in 1 ora…abbiamo fatto in tutto 133 chilometri, quindi, 133/22,2 = 6 ore! Ci abbiamo messo 6 ore per raggiungere il canyon di Bordighera, partendo dalla secca.

Come prima, ho chiesto ad EM2040 di aggiungere sulla mappa le linee batimetriche! il canyon in 3D!

Beh... io sono pronto a partire e voi?? Sì?? E, allora, fatemi vedere un bel tuffo!!!

...ed ora scendiamo in un canyon

Eccoci! Siamo sul fondo! A 50 metri di profondità. I primi animali che ci vengono a salutare, come prima, sono dei pesci (Anthias anthias); sul fondo, invece, ci sono delle gorgonie verrucose (Eunicella

verrucosa) ed una specie di

gorgonia che non avevamo ancora incontrato: si chiama leptogorgia (Leptogorgia

sarmentosa) ed è una gorgonia

che ha una colorazione molto variabile, la si può, infatti, trovare di colore rosso mattone, rosso vivo, arancione, giallo o giallo pallido: qui è arancione!

Qui vi ho messo una bella foto di questi animali per farvi vedere come sono fatti… Adesso, capite anche perché si chiamano pennatulacei! Perché sono a forma di penna di uccello! Ed ora, vi racconto una

particolarità di questi animali: sono capaci di muoversi! Come fanno?? Riescono ad estrarre dal fondo la parte con cui sono ancorati (il “piede”), si arrotolano su loro stessi e si lasciano trasportare dalle correnti sottomarine!

A 78 metri di profondità c’è una gorgonia verrucosa (Eunicella

verrucosa) ed un altro animale,

completamente diverso da quelli che abbiamo incontrato fino ad ora! È una pennatula bianca

(Pteroides spinosum)!

-78 m

...ed ora scendiamo in un canyon

MA ADESSO… ATTENZIONE !!!! Guardate cosa c’è qui!

Cerchiamo di non restare impigliati!

QUESTA È UNA RETE DA PESCA PERSA!

Purtroppo questa rete, nonostante sia stata persa e, quindi, nessuno la tirerà mai su,

continua a pescare pesci ed altri animali! Oltretutto, è fatta di materiali non biodegradabili... resterà qui per tanto, tanto, tanto tempo… a volte queste reti restano appoggiate sugli scogli dove vivono i coralli!

In questo caso, il movimento del mare fa muovere la rete ed i

coralli vengono “spelati”, cioè gli vengono staccati i polipi e muoiono… insomma…

UN BEL PROBLEMA PER GLI ABITANTI

DEL MARE!!

Proseguiamo con il nostro viaggio! Guardate che cosa c’è qui! Il corallo rosso (Corallium

rubrum), con i polipi aperti!

Ma… chi si affaccia da quel buco? Andiamo a vedere chi è! Un pesce! È una murena (Muraena

helena)!

-80 m

...ed ora scendiamo in un canyon

Qui, invece, di nuovo il corallo rosso (Corallium rubrum), con i polipi aperti e… ma che cosa sono quelle cose lunghe e bianche appese al corallo?

Avviciniamoci!

Sono uova di CALAMARO!

I CALAMARI, come il polpo che abbiamo incontrato prima, sono dei molluschi cefalopodi

caratterizzati dall’avere una conchiglia rudimentale interna,

“il gladio”, o“penna”, un corpo allungato e delle pinne laterali; hanno 10 appendici che partono dal capo (il polpo ne ha 8, ricordate?) di cui 8 più corte, munite di ventose, le “braccia” e 2 più lunghe, i “tentacoli”, che terminano con una struttura chiamata “mano”, munita di ventose e/o uncini. Le braccia aiutano i calamari nel nuoto e mantengono saldamente la preda una volta catturata, mentre i tentacoli servono per catturarla. Quando minacciati, anche i calamari, come i polpi e le seppie, emettono un liquido nero a scopo di difesa:

l’inchiostro. Anticamente, era proprio questo (principalmente quello delle seppie) l’inchiostro usato da voi umani per scrivere!! Anche i calamari, come i polpi, si riproducono tramite uova, emesse in lunghi filamenti (o “stringhe”) che vengono appesi, generalmente, a dei

substrati solidi, ad esempio, alle gorgonie e contengono

tantissime uova…

Alcuni calamari, però, come, ad esempio, Gonatus onyx, portano con loro le uova deposte

avvolgendole in una membrana gelatinosa e tenendole tra le braccia fino al momento in cui si schiudono!

...ed ora scendiamo in un canyon

Ripartiamo!

Guardate che cosa c’è su questa roccia! È una spugna…

Riuscite a vedere i puntini rossi? Sono le mie luci a led, quelle di cui abbiamo parlato all’inizio. Quindi, direi che questa spugna è larga circa 30 cm e alta circa 40 cm! Piuttosto grande!

E guardate che forma, non vi sembra che somigli un po’ ad un orecchio di un elefante? Infatti si chiama spugna orecchio di elefante (Spongia agaricina)! Ma questa non è l’unica forma in cui potete trovare questa spugna: può, infatti, assumere anche una forma “a coppa”, dipende dalla

direzione delle correnti presenti nel sito in cui si sviluppa

(correnti forti a direzione costante: orecchio di elefante; correnti poco intense a direzione variabile: forma a coppa)!

interessante! Vero??

Scendiamo di qualche metro ed ecco una gorgonia verrucosa (Eunicella verrucosa), ma osserviamola bene!

Ha sopra qualcosa di marrone… sono degli IDROIDI!

Anch’essi sono degli cnidari che, in questo caso, crescono sopra un altro animale (la gorgonia verrucosa) e per questo motivo, vengono chiamati epibionti.

-76 m

Gli IDROIDI che abbiamo appena incontrato, sono degli Cnidari come i coralli e le gorgonie che, ormai, conoscete bene! Sono, quindi, degli animali e,

nell’ambito degli Cnidari, sono raggruppati dagli studiosi in un

sottoinsieme, la classe degli Hydrozoa, mentre il corallo rosso, ad esempio, fa parte della classe degli Anthozoa! Il loro ciclo vitale è assai particolare, perché in alcuni casi è composto da due fasi, la fase di polipo, in cui l’animale vive ancorato a qualcosa di fisso (un substrato) e la fase di medusa, in cui l’animale vive libero nelle acque del mare e degli oceani, in altri casi una delle due fasi è dominante sull’altra, oppure addirittura è la sola esistente:

in questi rari casi, il nostro idroide vive tutta la sua esistenza come polipo, oppure come medusa!

pensate che animali curiosi!

E non è la sola curiosità! Gli idroidi che vivono tutta la loro esistenza come polipi, infatti, di solito si riuniscono in gruppi assai numerosi di individui (detti colonie) e possono avere la forma di un alberello, come gli idroidi che abbiamo appena incontrato, o possono somigliare a delle meduse: in queste

colonie, gruppi di polipi si specializzano per compiere funzioni differenti.

Adesso vi presento una di queste colonie: la velella (Velella velella), detta anche barchetta di San Pietro.

La velella ha la forma di un disco ovale dotato di camere d’aria con sopra una cresta che sembra una piccola vela; queste strutture le consentono di galleggiare sulla superficie del mare e di muoversi facendosi spingere dalle correnti e dal vento. In questa colonia alcuni polipi formano la vela, altri il disco galleggiante, altri ancora i tentacoli, che, però, non sono urticanti per gli uomini.

Il disco galleggiante, a sua volta, è formato da polipi che servono per l’alimentazione e da altri che, invece, servono per la

riproduzione. Un’altra

caratteristica di questi animali è di essere di colore blu!

Pensate che questa colorazione è dovuta alla presenza di

particolari pigmenti biologici

(astaxantine) che difendono la colonia dall’esposizione alla luce solare! interessante vero??? tubi aeriferi tentacoli vela galleggiante

...ed ora scendiamo in un canyon

Continuiamo il nostro viaggio! A 80 metri di nuovo il corallo rosso (Corallium rubrum), un paio di gorgonie verrucose (Eunicella verrucosa) ed una colonia arancione di leptogorgia (Leptogorgia sarmentosa)!

Però mi sembra di vedere anche qualcos’altro..sul fondo… a sinistra della gorgonia… andiamo più vicino… un SACCO DI PLASTICA!!!

Eh sì…. Purtroppo nei miei viaggi ne trovo sempre tantissima: sacchetti, piatti, bicchieri, posate, palloncini… Tutte cose lasciate dall’uomo, non degradabili e che, quindi, resteranno qui sotto per sempre!

Un po’ più avanti, sempre alla stessa profondità, guardate che cosa c’è! Una distesa di gorgonie verrucose (Eunicella verrucosa) con sotto delle leptogorgie (Leptogorgia sarmentosa) ed il corallo rosso (Corallium

rubrum). Una gorgonia verrucosa

ha, purtroppo, impigliato sul piede un pezzo di plastica!!

E qui…. Altre colonie di corallo rosso (Corallium rubrum) con i polipi aperti a 78 metri di profondità!

-80 m

Nel nostro mare, purtroppo, finiscono tanti rifiuti che

producete voi umani. Rifiuti che, come vedete nell’immagine, restano in mare per tanto, tanto, tanto tempo causando danni irreparabili ai suoi abitanti. Il problema maggiore lo crea la PLASTICA, soprattutto quella “usa e getta” (bottiglie, contenitori,...) La plastica che finisce in mare spesso viene scambiata da tartarughe, balene, delfini,... per cibo provocando la morte di questi animali per ingestione o soffocamento. Al giorno d’oggi, la plastica è stata trovata in tutti i mari e gli oceani del mondo, dall’ Ocenao Antartico, al Mar

Mediterraneo,… e perfino nel punto più profondo di tutti gli oceani: nel “Deep Challenger”, nella fossa delle Marianne, a 10.994 metri di profondità!

Pensate che esistono addirittura delle vere e proprie isole di plastica! Ad oggi ne sono state contate 5 e qui sotto potete vedere dove si trovano. La più grande di queste isole

si trova nell’ Oceano Pacifico, a metà strada tra le Hawaii e la California: si chiama

“the Great Pacific Garbage Patch”

(“la grande chiazza

di immondizia del Pacifico”)

ed è grande tre volte la Francia… per rendervi conto delle

dimensioni, andate a vedere sull’Atlante geografico quanto è grande la Francia!

Ormai ne produciamo talmente tanta che anche la raccolta differenziata, sebbene molto importante (mi raccomando, non smettete mai di farla!), non basta più a fronteggiare il

PROBLEMA DELLA PLASTICA

Ma non tutto è perduto! E noi, nel nostro piccolo, possiamo fare molto per cambiare le cose! Vi do qualche esempio e poi.. pensate anche voi a cos’altro potete fare per risolvere questa situazione!

• a casa non usate piatti,

bicchieri e posate di plastica! Se proprio necessario, comprate le stoviglie biodegradabili e

compostabili!

• per fare la spesa usate le borse di stoffa, o riutilizzate quelle che avete!

• al supermercato non comprate frutta e verdura nelle confezioni di plastica!

• non comprate l’acqua nelle bottigliette di plastica! Acquistate, invece, una bella borraccia da riempire con l’acqua del rubinetto!

• attenzione anche ai palloncini! Molto belli e colorati…. ma quanti ne vedo galleggiare sul mare!!!

E, allora, forza e coraggio!!

BASTA

CON LA PLASTICA USA E GETTA!!!

Scendiamo un po’… e guardate a 100 metri di profondità chi c’è! Che meraviglia! Questo è un corallo nero! Si chiama corallo nero larice (Parantipathes larix). Ora vi chiederete perché si chiama corallo nero, visto che ha i polipi bianchi! Il motivo è che il suo “scheletro” è nero. Quel bel pesce, invece, è il pesce San Pietro (Zeus faber).

Altre due colonie di corallo nero larice (Parantipathes larix)! Questa volta, però, in compagnia di un gruppetto di pesci tamburo (Capros aper)!

-100 m

...e ora scendiamo in un canyon

Guardate chi ci viene incontro! Dei pesci trombetta

(Macroramphosus scolopax). Come sono buffi! Nuotano a testa in giù!

Andiamo avanti… C’è qualcuno incuriosito dalla nostra

presenza! È una CERNIA di fondale (Polyprion americanus). Osservate i led! Com’è grande!

Le CERNIE sono dei pesci molto particolari: per i primi anni di vita sono tutte femmine, poi, ad un certo punto della crescita, ciascun individuo cambia sesso e diventa maschio. Si è visto, però, che questa trasformazione non avviene sempre!

Se nel branco sono già presenti dei maschi grandi, questo cambiamento non avviene perché non sarebbe necessario! Ci sarebbero troppi maschi!

66

...e ora scendiamo in un canyon

Finalmente! Non vedevo l’ora di farvelo conoscere! Uno squalo! Questo è uno SQUALO capopiatto (Hexanchus griseus)!! Dai!!

Facciamogli un po’ di foto! Siete pronti? Seguiamolo!

-100 m

click! click!

Che incontro bellissimo!

Gli SQUALI appartengono al grande gruppo dei pesci

cosiddetti cartilaginei, anche noti come Condroitti o Condritti (Chondrichthyes), che racchiude oltre 1.000 specie, fra le quali troviamo anche le razze, le mante, le chimere, le torpedini ed i pesci sega, tutti animali assai interessanti e particolari.

La loro principale caratteristica è quella di avere uno scheletro formato, per l’appunto, da

cartilagine, non da osso e da qui l’aggettivo che li distingue dai pesci ossei.

Il termine “squalo”, con cui si indicano genericamente

numerose specie di questi pesci, deriva dal latino “squalus”, che significa “rugoso” e si deve alla presenza di caratteristici “dentelli dermici” (o scaglie) sulla pelle di questi animali, formati da dentina ricoperta di smalto (come i nostri denti!) e, nella quasi totalità dei casi, disposti con la base verso la parte anteriore del corpo e la punta verso la coda. Pertanto se accarezziamo il corpo di questi animali dalla testa verso la coda li sentiamo perfettamente lisci, ma se procediamo dalla coda verso la testa, li sentiamo ruvidi!.

Fa eccezione lo squalo elefante (Cetorhinus maximus), nel quale le scaglie sono orientate in tutte le direzioni…

Le dimensioni di questi pesci sono assai variabili, dallo squalo pigmeo (Squaliolus laticaudus), lungo al massimo 22 cm, al grande squalo bianco

(Carcharodon carcharias), la cui lunghezza può, eccezionalmente, arrivare ai 7 m, ma

generalmente, negli animali adulti, varia fra i 4 ed i 6 metri. Caratteristici anche i denti,

disposti su numerose file e che si rinnovano continuamente, procedendo nella bocca degli squali con lo stesso sistema di una scala mobile: i denti “vecchi” vengono gradualmente sostituiti da quelli “nuovi” che prendono il loro posto…i nostri squali non hanno bisogno dei dentisti! Come tutti i pesci, sono forniti di un importante organo di senso sviluppato lungo i fianchi del corpo, la “linea laterale”,

costituita da una serie di organi disposi a formare, appunto, una linea, sensibili alle vibrazioni a bassa frequenza ed alla

pressione delle onde generate dal movimento dei corpi che si muovono nell’acqua. Questo permette ai pesci di avvertire anche movimenti minimi che avvengono intorno a loro.

Oltre a questa, però, gli squali e le razze sono forniti di un sistema sensoriale

eccezionalmente potente, “le ampolle del Lorenzini”, situato sul capo e consistente in una rete di cellule sensoriali ripiene di un gel particolare, collegate fra di loro e con la superficie, grazie al quale sono in grado di percepire anche i più piccoli campi

elettromagnetici, che vengono generati da tutti gli organismi viventi per il solo fatto di esistere.

Gli squali, quindi, riescono ad individuare la presenza di altri animali intorno a loro anche in acque buie e/o torbide, dove la vista diventa meno importante. Tuttavia, al contrario di quanto si riteneva in passato, sono dotati di occhi molto ben sviluppati ed hanno una vista eccellente. Ben nota è anche la loro capacità di percepire le diverse sostanze presenti nell’acqua, grazie ad un olfatto 1.000 volte più sensibile di quello di un cane e circa 10.000 volte più sensibile del nostro!

Bene! Direi che è arrivato il momento di tornare a bordo di Astrea! Quindi… Cominciamo a risalire verso la superficie! UN MOMENTO!

Chi ci sta venendo incontro? È un pesce luna (Mola mola)! Guardate che forma strana che ha!

Pensate che questo pesce spesso sale in superficie e, se visto da una barca, può essere scambiato per uno squalo perché nuota con la pinna fuori!

Si nutre di plancton, piccoli pesci ed invertebrati, come le barchette di San Pietro (Velella

velella), che sicuramente

conoscete perché le avete viste galleggiare sulla superficie del mare con la “vela” fuori dall’acqua…

...e ora scendiamo in un canyon

…e poi perché le abbiamo già incontrate quando abbiamo parlato degli idroidi! Vi ricordate? Oppure le avete trovate spiaggiate sulla battigia dopo una mareggiata.

Anche questo secondo viaggio è finito! Questa volta, siamo stati sott’acqua 1 ora ed abbiamo percorso 1 chilometro e 400 metri. Spero che anche questo secondo viaggio sott’acqua vi sia piaciuto! Come prima, ho chiesto ad EM2040 di farci vedere sulla mappa il giro che abbiamo appena fatto. Eccolo qui: Questo è il giro che abbiamo appena fatto! le stelline VERDI indicano i punti precisi dove ho scattato le foto

Dopo aver percorso 57 miglia nautiche, che corrispondono a 105 km, ad un velocità di circa 12 nodi, in circa ???* ore (quante ore ci abbiamo messo ? dai che lo sapete! Andate a rinfrescarvi la memoria a pag. 46, altrimenti… Guardate in fondo alla pagina!), eccoci arrivati sulla zona di fondale sabbioso che dobbiamo esplorare!

Documenti correlati