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Firmata da Filippo III nel palazzo dell’Escorial il 4 giugno 1607, l’ordinanza per il buon governo delle galere regie riporta, in sessantasei punti, una serie di disposizione utili ad una amministrazione più efficiente e meno dispendiosa della flotta116. Nel primo punto si legge chiaramente la preoccupazione del sovrano per la diminuzione del numero delle galere disponibili. Il calo si era avuto già dagli anni della tregua col Turco, ma era stato moderato. Nel 1588, con la disfatta dell’Invencible Armada se ne registrò uno più deciso con il passaggio dalle 104 galere in servizio nel 1582, alle 73 del 1598; per scendere ancora fino a 63 unità nel 1606. In quell’anno la squadra di Spagna era composta di sette galere soltanto. Agiva di concerto con

<http://www.assostoria.it/Armisovrano/Ferrante.pdf> (3 marzo 2011), p. 22.

114 La nuova crociata si concluse con un nulla di fatto (così come anche il piano segreto

dell’Osuna di annettere alla Spagna Venezia, che in quel frangente aveva preferito rimanere neutrale). L’onere dell’attività di controllo dell’area adriatica rimase così sulle spalle del Regno

di Napoli. Cfr. A.TAMBORRA, Gli stati italiani, l'Europa e il problema turco dopo Lepanto,

Olschki, Firenze 1961, pp. 9 e sgg.; M.LOMAS CORTÉS, Las galeras de España en vísperas de

la Guerra de los Treinta Años, in corso di pubblicazione; M.Á.BUNES IBARRA, Felipe III, cit., pp. 921-922. Sul piano dell’Osuna contro Venezia, accusata non solo di «traer herejes [olandesi] en su ayuda, sino que les permiten cargar de libros contra la Iglesia» cfr. CODOIN, XLVI, il duca a Francisco de Ribera, Napoli, 11 aprile 1617, pp. 53-54 e passim.

115 «El Rey. La orden que se ha de guardar, de aqui adelante en mis Galeras de españa

quanto a la distribuçion del dinero de su consignaçion y otras cosas tocantes al Gobierno de ellas demas ynstruiçiones de el mi capitan General y del Veedor General, Proveedor y otros oficiales de las dichas Galeras es lo siguiente». L’ordinanza si può consultare nell’Archivio di Stato di Cagliari. Cfr. ASC, AAR, B 8, ff. 137-155. Nello stesso faldone è conservato anche il lungo regolamento per l’Armada oceanica, datato 1633, ff. 166-234.

116

Anche il costo degli asientos era aumentato notevolmente agli inizi del Seicento. Il costo di una galera era passato infatti dai circa 6.000 ducati d’oro (annuali e generalmente pagabili in rate bimestrali) del 1528-1529 ai 7.980 ducati del 1584, per poi toccare la quota di 13.255

le quattro della squadra catalana ma dal 1604 doveva fare a meno dei quattro legni portoghesi, ai quali era stata assegnata una gestione autonoma. Agli occhi di tutti era evidente che queste galere non erano sufficienti per garantire la difesa delle coste spagnole; e nonostante fossero così poche, si faceva comunque fatica a reperire i forzati e i marinai, i rifornimenti, i materiali e, ancora di più, il denaro necessario per il loro mantenimento. In queste condizioni era impensabile riuscire ad armarne altre (era un proposito del sovrano vararne almeno altre cinque per arrivare così a dodici) e dotarle adeguatamente, a meno che non si intervenisse severamente contro le speculazioni e gli sprechi. E proprio questo era l’obiettivo perseguito dall’ordinanza117.

Il re ordinava al Capitán general, al Veedor general, al Proveedor e ai contadores di uniformarsi ai provvedimenti presi. Per avere una flotta più efficiente ed evitare che la carenza di denaro fosse utilizzata come pretesto per non adempiere agli ordini si era provveduto ad inviare 12.000 ducati per coprire tutte le spese ordinarie con il suggerimento di anteporre sempre, in caso di effettiva mancanza di fondi, le spese per gli approvvigionamenti e quelle per la paga dell’equipaggio. Si consigliava un miglior trattamento della ciurma («la gente de cabo ben tratada y pagada») e della gente de remo («bien mantenida y vestida»). Ai punti 5 e seguenti si disponeva, un nuovo metodo con cui il pagador118 doveva riscuotere le lettere di credito (le libranzas), in modo da ovviare ai frequenti fenomeni di speculazione: era molto comune, infatti, che il pagador trattenesse per sé il denaro affidatogli per il pagamento degli stipendi. Di seguito erano elencate le disposizioni prese per sopperire alle necessità della gente de cabo, dei soldati e della gente de remo, ai loro stipendi e alla corretta disposizione e quantità dei rematori, distinti tra buonavoglia, forzati e schiavi (questi ultimi necessari anche ai servizi di terra). I punti 19 e seguenti

117 I.A.A.T

HOMPSON, Guerra y decadencia, cit., pp. 225, 370-371; M.LOMAS CORTÉS, Las

galeras de España, cit., pp. 1-5.

118 La struttura amministrativa ed economica di una galera aveva al vertice il patrón che

aveva l’obbligo di consegnare tutti i conti ad un ufficiale pubblico, l’amministratore o

proveedor, il quale, di tanto in tanto, passava in rassegna l’equipaggio. Accanto al proveedor si

trovavano il veedor, che aveva il compito di amministrare il denaro ricevuto dal governo per il mantenimento della galera; il contador, che fungeva da ragioniere, e il pagador, che alla base

della gerarchia si occupava di consegnare materialmente le paghe. Cfr. L.LO BASSO, Uomini

regolavano i compiti del Capitano generale, degli altri ufficiali e delle maestranze. Al punto 26 il sovrano riconosceva che «dar raciones dobles a los Capitanes oficiales y otras personas de las dichas Galeras […] ha sido causa de muy grandes incombenientes». Ordinava, così, che a tutti indistintamente venisse servita una razione semplice. Al punto 30 si indicava il modo migliore per pagare la gente de cabo y los entretenidos, specificando quante volte all’anno e in quale periodo si sarebbe dovuto farlo e sottolinenando l’importanza di dare a tutti la stessa somma senza fare favoritismi. Ai punti 40 e seguenti il re indicava puntigliosamente il percorso che doveva seguire il denaro inviato per il sostento delle galere, dalle libranzas per il pagamento degli stipendi, alle libranzas per «la compra de bittuallas y petrechos», onde evitare problemi e danni alla Real Hacienda. Ai punti 45 e successivi chiedeva agli ufficiali la massima correttezza e puntualità («de quatro en quatro meses») nella compilazione delle relazioni sui consumi, le spese, gli elenchi di uomini e di tutto ciò che ciascuna galera necessitava in mare e anche durante il periodo di svernamento. Ai punti 57 e 64, il sovrano mostrava, infine, una certa clemenza verso gli infermi e i forzati. Per quanto riguardava i primi, si soffermava sulla dieta di carne fresca e sulle visite mediche che andavano loro garantite; per i secondi ordinava agli ufficiali di non costringere con la forza a rimanere in servizio coloro che avevano «cumplido el tiempo de sus condenaciones».

In virtù delle riforme introdotte durante il regno di Filippo III la squadra di Spagna venne incrementata fino a raggiungere nel 1611 le dodici unità. Ma nel 1621, nonostante l’accorpamento della squadra di Denia (4 legni), le imbarcazioni che prestavano regolarmente servizio erano soltanto 14. Le altre squadre, invece, mantennero invariata la loro consistenza numerica o ebbero nella peggiore delle ipotesi soltanto decrementi di poco conto. Si può dunque affermare che l’ordinanza del 1607 conseguì alcuni risultati, senza tuttavia riuscire a risolvere i gravi problemi riguardanti l’equipaggiamento e la dotazione delle squadre119. E lo stesso discorso vale anche per il deficit di

119 Tra il 1610 e il 1611, ad esempio, la squadra di Sicilia era composta da nove galere, tutte

in pessime condizioni: «sin chusma, y la poca que traen muriendo de necessidad, sin jarcia ni aparejo ninguno para navegar». Gli asentistas, chiamati a rispondere di questa gravissima

75.000 ducati che si era inspiegabilmente accumulato. Per questo motivo fu necessario avviare un’inchiesta che evidenziò il perpetuarsi di gravi irregolarità e di numerose infrazioni al nuovo regolamento. Furono inoltre necessarie punizioni esemplari per gli ufficiali disonesti e una seconda serie di riforme che iniziarono ad essere applicate negli anni successivi al 1610. Nel 1621 la Junta de Galeras si trovò costretta ad ammettere il fallimento del nuovo ordinamento dato al settore. Ma non fu in grado di indicare i responsabili di un insuccesso così evidente, né di trovare nuovi possibili rimedi alla crisi120.

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