• Non ci sono risultati.

Orditure di parete: Montanti e Arcarecci di parete

Le orditure di parete hanno lo scopo di sopportare le forze del vento e il peso delle pan-nellature. Certamente le tipologie possono essere varie, ma quella che presento è una delle

più comuni.

Essa prevede pannelli di parete che siano autoportanti verticalmente, e quindi scaricano le azioni del vento su supporti orizzontali, detti arcarecci di parete. Il loro passo è variabi-le, possiamo dire che va tipicamente da 1,50 a 2,50 metri. Sono elementi con inerzia mag-giore nel piano orizzontale, nel quale debbono sopportare le forze del vento. In genere si usano UPN o IPE, oppure profili piegati a freddo. Per evitare fastidiose flessioni nel piano verticale, in genere vengono “pendinati”, cioè tenuti in mezzeria da tondi filettati che lavo-rano a trazione e riportano in alto il peso degli arcarecci e del pannello. I tondi terminano in alto con 2 tratti inclinati per riportare il peso sulle colonne. Alcuni tratti possono essere compressi però, e allora o si realizzano con angolari, o si pone un tubo attorno al pendino in modo da dargli resistenza alla compressione (figura 6.23).

La lunghezza ottimale per un arcareccio di parete è di 4-6 metri. Perciò, se il passo

delle colonne è di questo ordine di grandezza, essi si fanno appoggiare direttamente sulle colonne. Se invece si hanno colonne a passo maggiore, conviene porre elementi verticali intermedi per spezzare la luce degli arcarecci. Questi elementi si chiamano di solito

mon-tanti di parete. Essi vanno in genere da quota 0,00 alla copertura. Il loro vincolo in basso

Figura 6.23 Pendinatura degli arcarecci di parete.

– Appoggiato in basso (con scarico del peso della pannellatura e di parte dell’azione del vento) e appoggiato in alto sul controvento di falda laterale ma con asole

verti-cali, in modo da scaricare le forze del vento (orizzontali) ma non caricarsi del carico

che il falso traverso /capriata scarica sulla trave laterale.

– Appeso in alto (senza asole) e appoggiato in basso con asole verticali, in modo da scaricare in alto, sulla trave laterale, il peso delle pannellature, ed in basso solo la quota parte delle forze del vento.

– Appoggiato ad una quota intermedia, per esempio sulla via di corsa, e vincolato

con asole verticali sia in alto che in basso.

Se il montante è troppo alto, può essere conveniente prevedere una trave orizzontale di

controvento, che se molto lunga potrà essere tralicciata, sulla quale il montante si

appog-gia, con uno schema quindi di trave su 3 appoggi. La trave di controvento appoggia sulle colonne, riceve il carico del vento (orizzontale) dal traverso, ma in genere è sostenuta ver-ticalmente dal traverso stesso: quindi è una trave con grande inerzia nel piano orizzontale e piccola inerzia in quello verticale, tanto da avere bisogno di essere sostenuta.

Le figure 6.24 e 6.25 illustrano le tipologie delle quali abbiamo parlato. In particolare, nella figura 6.25 è rappresento in modo schematico un campo di parete tra 2 colonne, con 2 ritti. Il primo a sinistra è appeso in alto alla trave longitudinale di collegamento, ed ha in basso un giunto scorrevole verticalmente che gli consente di scaricare in orizzontale la spinta del vento sulla fondazione.

Figura 6.24 Tipologie di orditure di parete.

Il ritto di destra invece è appoggiato in basso ma scorre in alto, dove può solo scaricare forze orizzontali, sul controvento di falda laterale. Se il vincolo in alto non fosse scorrevo-le, il carico della copertura, di un falso traverso per esempio, si scaricherebbe sul ritto e non sui portali.

La trave di controvento va da colonna a colonna. Quando incontra i ritti, si realizza un vincolo tale che:

a) il ritto sostiene verticalmente la trave che altrimenti cederebbe, essendo orientata con la massima inerzia nel piano orizzontale e non in quello verticale;

b) la trave sostiene la spinta del ritto e in più ne tiene l’ala contro lo sbandamento la-terale. Il dettaglio del tipo di nodo lo vedremo più avanti, quando parleremo dei dettagli tipici.

Le verifiche da effettuare su questi elementi sono: Arcarecci di parete:

– Verifica a flessione nel piano orizzontale sotto l’azione delle forze del vento, con schema di trave appoggiata.

– Verifica della freccia per il vento (in genere 1/200 della luce). Montanti di parete:

– Verifica a presso-flessione (se appoggiati in basso), o a tenso-flessione (se appesi in alto), sotto l’azione del peso delle pannellature e della spinta del vento.

– Verifica della freccia, sotto la spinta del vento (minore di 1/300 della luce almeno, altrimenti si hanno spostamenti notevoli e probabilmente incompatibili con i pan-nelli e i serramenti).

I montanti si calcolano come travi su 2 appoggi, se è presente una trave orizzontale di controvento come trave su 3 appoggi.

Trave di controvento orizzontale:

– verifica a flessione, per la spinta del vento, sotto la reazione del montante di parete, – verifica della freccia (minore di 1/300 della luce almeno).

Concludendo, nella figura 6.26 ho riassunto in forma tabellare i principali componenti strutturali e le verifiche da fare, indicando con “SI !” le verifiche fondamentali che di soli-to governano il dimensionamensoli-to, con “SI” quelle fondamentali ma che molsoli-to probabil-mente non sono dimensionanti, e con “si” le verifiche che vanno fatte ma che spesso non sono significative.

È chiaro che si tratta di una tabella qualitativa che vuole solo dare l’idea che per ogni componente dobbiamo analizzare cosa è importante verificare e cosa no, perché effettuare tutte le verifiche “a tappeto” è inutile e spesso genera confusione ed induce in errore.

Documenti correlati