CAPITOLO 2: NEOLIBERISMO NELLE CAMPAGNE EGIZIANE
2.6 La resistenza nelle campagne
2.6.1 Organizzazione interna dei movimenti fino al
I network di contadini che si sono formati in Egitto a partire dagli anni 90 in poi hanno avuto una natura mutevole, a differenza dei movimenti nati nelle città, che lottavano contro l’autoritarismo politico e le trasformazioni economiche162
.
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Ibid. "Before the revolution of 1952 there was a landlord in the village who ruled over the
peasants as a tyrant. After 1952 one of the slogans of the July Revolution was 'Down with feudalism'. So a group of villages began to encourage people to resist, and encouraged the peasants to demand the land which had been taken from them. When the state was unable to protect them, the peasants took up arms themselves to resist the landlords. "(testo originale, nel
testo traduzione dell’autore).
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Habib Ayeb e Ray Bush, 2015, Small farmer uprising and rural neglect in Egypt and Tunisia, Middle East Research and Information Project. P.3
162
Per approfondimenti sui movimenti di contestazione urbana in Egitto: El-Mahdi R., 2011,
Labour protests in Egypt: causes and meanings, Review of African Political Economy; e Beinin J. Figura 2.3: I contadini del villaggio di Sarandu terrorizzati dopo
63
Ad esempio nel 2004 fu fondato il movimento Kifaya (“Enough”), in opposizione alla rielezione di Mubārak e la prospettiva di successione per suo figlio Gamal. Il movimento, nonostante fosse composto da militanti e intellettuali di orientamento diverso, riuscì a coordinarsi, anche insieme ad altri network urbani (Pro- democracy, Youth For Change, ecc.), e ad ottenere una dichiarazione firmata da 300 persone e resa pubblica in una conferenza nel settembre 2004, solo un anno dopo il movimento contava 1800 firme. Il movimento mancava di una struttura organizzativa centralizzata, o di una leadership formale, ma i militanti erano uniti dallo stesso sentimento di frustrazione e dallo stesso desiderio di rivendicazione dei diritti umani, della giustizia sociale e della democrazia163.
I gruppi di opposizione rurale, invece, uniscono insieme piccoli agricoltori, proletari e locatari. Tuttavia, non esiste una struttura esterna che coordini in un network organizzato i vari movimenti dei contadini. Si tratta più che altro di fuochi di paglia in continua trasformazione, ma tutti condividono la stessa determinazione a lottare contro le diseguaglianze nelle campagne.
Nonostante la disorganizzazione, però, questi gruppi di opposizione riuscirono a manifestare per i propri diritti, ottenendo risultati a lungo termine. In Cile invece, durante gli anni del regime militare di Pinochet, non ci furono episodi di azione collettiva né organizzati né spontanei.
La debolezza dei movimenti contadini egiziani, comunque, è stata proprio quella di non aver mai avuto un supporto politico reale e duraturo164. Sotto Mubārak, la maggioranza dei partiti politici, così come i Fratelli Musulmani, principale movimento di opposizione del paese, si schierarono contro i piccoli agricoltori, appoggiando la legge 96165. Nel 2008, Shahenda Maqlad166, leader dei piccoli agricoltori, criticava la mancanza di supporto da parte dei partiti Al-Tajammu’167, 2009, Workers’ struggles under ‘socialism’ and neoliberalism in Egypt: The Moment of Change, Edited by Rabab El-Mahdi and Philip Marfleet
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Per ulteriori approfondimenti selle contestazioni politiche e sociali nelle città: Angela Joya, 2011, The Egyptian revolution: crisis of neoliberalism and the potential for democratic politics, Review of African Political Economy, London; e Abdelrahman M., 2012, A hierarchy of
struggles? The ‘economic’ and the ‘political’ in Egypt's revolution”, Review of African Political
Economy vol. 39.
164
Ibid.
165
‘Abd al-Halim (2004) confermò che i FM volevano distribuire le terre espropriate dalla riforma del ’53 tra gli agricoltori benestanti e non tra i poveri proletari. Questo perché, secondo loro, i contadini non avevano i mezzi sufficienti a mantenere le terre e far si che esse rendessero al massimo. Con la fine del governo Mubarak l’unione dei piccoli agricoltori propose l’annullamento della legge 96, la risposta di Mahmud Jawdah, portavoce del Economic Committee of the Party for
Freedom and Justice, fu: ‘It is unacceptable, intellectually or legally, for the tenant to share
ownership of the land with its owner”.
166
Intervista con Shahenda Maqlad, 12 October 2008
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Partito Nazionale Unionista Progressista (in in arabo: يودحولا يمدقتلا ينطولا عمجتلا بزح , Ḥizb al- Tagammuʿ al-Waṭanī al-Taqaddumī al-Waḥdawī, comunemente chiamato Tagammuʿ) è un partito politico egiziano d'impronta socialista. Il partito è considerato come il difensore dei principi della Rivoluzione egiziana del 1952. Esso esorta a resistere ai tentativi di disfarsi degli ideali nazionalisti, repubblicani e progressisti che portarono alla caduta della monarchia e all'instaurazione di un potere nazionalista, panarabo e riformista, attento alle questioni sociali e alla difesa degli strati più poveri della popolazione.
64 Nāṣirist Party168
e del Land Center, tre partiti laburisti e Nāṣiristi che teoricamente nascevano proprio per sostenere la causa dei piccoli agricoltori e dei proletari. “We are here. You have long forgotten us, a forgetfulness that is like contempt. Let us all raise our hands together to be the arbiter of rule for the people, not for the desire of rule, but for justice to achieve social solidarity”169
. (Yahya Haqqi, 1989, sui piccoli agricoltori dimenticati dal paese).
Finalmente a partire dal 1997, il movimento dei contadini fu affiancato da un nuovo partito emergente di sinistra Peasant Solidarity Committee (PSC). Il PSC sostenne i contadini contro le politiche neoliberiste del governo, rendendo pubbliche le loro battaglie. In questo modo si creò una rete di consensi attorno i piccoli agricoltori, che ben presto vennero sostenuti anche da gruppi di avvocati e ONG. Il PSC affermava di essere solidale con i contadini, e accusava il partito Al- Tagammu, di averli abbandonati.
La lotta contro le politiche del Governo si inasprì a partire dal 2002, quando le condizioni di vita nelle campagne peggiorarono visibilmente. Questo disagio condiviso, incoraggiò la creazione di veri e propri network rurali di resistenza170.