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Organizzazioni regionali dell’Africa

1 Il contesto dell’area

1.3 Organizzazioni regionali dell’Africa

L’Organizzazione per l’unità africana (OUA), nata nel 1963, espresse la volontà di cooperazione dell’Africa postcoloniale, ponendosi anche un ambizioso obiettivo di liberazione completa del contingente dal retaggio colonialista. Negli anni successivi sorsero via via organizzazioni regionali più circoscritte, sul modello di integrazione costituito dalla Comunità Europea. In parte esse erano legate all’eredità linguistica e commerciale comune lasciata da una potenza coloniale (come l’ECOWAS/CEDAO, Comunità economica dei paesi dell’Africa Occidentale; l’UDEAC, Unione economica e monetaria degli stati dell’Africa centrale, poi confluita nella CEMAC; o il Consiglio dell’Intesa, cui aderivano alcuni paesi francofoni); oppure si trattava di organismi economici nati dopo la seconda fase della decolonizzazione. In altri casi ancora, le organizzazioni erano sorte come organismi di cooperazione economica a fini politicamente definiti: è questo il caso della SADC (Comunità di sviluppo dell’Africa del Sud), impegnata nella lotta all’apartheid. Questi organismi si stanno trasformando, anche per il nuovo impulso all’integrazione continentale dato dall’Unione africana (UA, nata nel 2002) e dalla Comunità Economica Africana (AEC). Permangono tuttavia le difficoltà legate al difficile processo di democratizzazione di molti stati.

BAFS (Banca africana di sviluppo). Fondata nel 1963, ha sede ad Abidjan, in Costa d’Avorio, e persegue finalità di sostegno a progetti di sviluppo dell’economia di mercato. Ne fanno parte 77 paesi africani (che detengono i 2/3 del capitale), ma anche alcuni paesi europei e americani. Ha istituito un fondo per lo sviluppo, che finanzia specifici progetti di investimento.

CEEAC (Comunità economica degli stati dell’Africa centrale). Fondata nel 1983, comprende oltre agli stati della CEMAC, Angola, Burundi, Rep. Dem. del Congo, Ruanda e São Tomé e Prìncipe.

CEMAC (Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale). Costituita nel 1964 come UDEAC (unione doganale ed economica dell’Africa centrale) da Camerun, Congo, Gabon, Guinea Equatoriale, Repubblica Centrafricana, Ciad, nel marzo 1994 si è trasformata in CEMAC con l’obiettivo di coordinare le rispettive politiche economiche e di rafforzare il commercio regionale, oltre che gestire in modo più integrato i delicati problemi del debito estero e dei rapporti con il FMI. • COMESA (Common Market for Eastern and Southern Africa).

Instituita nel 1981 come PTA (Preferential Trade Area for Eastern and Southern African States) allo scopo di promuovere tra gli stati dell’Africa orientale e meridionale accordi monetari e meccanismi istituzionali per la facilitazione degli scambi, la cooperazione nello sviluppo agricolo, dei trasporti e delle comunicazioni, la formazione di

tecnici specializzati, nel dicembre 1994 si è ufficialmente trasformata in COMESA, con l’ambizione di procedere oltre nei processi di integrazione doganale ed economica dell’area. Aderiscono all’associazione (che ha sede a Lusaka) Angola, Burundi, Comore, Rep. Dem. del Congo, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gibuti, Kenya, Libia, Madagascar, Malawi, Maurizio, Ruanda, Seicelle, Sudan, Swaziland, Uganda, Zambia e Zimbabwe. Nel 1997 si sono ritirati Mozambico e Lesotho, nel 2000 la Tanzania, nel 2004 la Namibia.

EAC (East African Community). Creata nel 1967 e sciolta dieci anni dopo, è stata rilanciata nel 1994 e fatta oggetto di un nuovo trattato nel 1999; l’unione doganale, sottoscritta nel 2001 da Kenya, Tanzania e Uganda, è entrata in vigore nel 2005 con sede ad Arusha. Se ne prevede l’evoluzione in una unione politica entro il 2010, allargata a Burundi e Ruanda.

Figura 1.3. Logo East African Community.

ECOWAS (Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale). Istituita nel 1975 con il trattato di Lagos (Nigeria) sotto la duplice sigla ECOWAS/CEDEAO (Economic Community of West African States/Communauté Economique des Etas de l’Afrique de l’Ouest) da 16 paesi dell’Africa occidentale (Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Liberia, Mali, Mauritania – ritiratasi nel 2000 -, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone e Togo), si propone di creare un mercato comune regionale quale primo passo verso l’integrazione economica degli stati del continente. Ha anche svolto una collaborazione in campo militare, inviando (1990) una forza multinazionale in Liberia per far rispettare il cessate il fuoco tra le fazioni in guerra.

Nonostante il rinnovo e il rafforzamento del trattato nel 1993, l’organismo ha stentato a decollare per la difficile situazione economica

di molti membri e per il contrasto tra residua influenza francese e direttive liberalizzatrici del FMI. Suoi organi sono la Conferenza dei capi di stato e di governo, il Consiglio dei ministri (due rappresentanti per ogni paese membro), la Corte di giustizia e il Segretariato. Nel 1994 è stata decisa l’istituzione di un parlamento regionale. Dal 1999 ha sviluppato una banca per lo sviluppo della regione (BIDC).

OUA (Organizzazione per l’Unità Africana). Venne istituita il 25 maggio 1963 dai capi di stato e di governo di 32 paesi che avevano appena raggiunto l’indipendenza, cui si aggiunsero in seguito tutti gli altri stati del continente (con l’eccezione del Marocco, che pur facendo parte dei paesi fondatori, si ritirò nel 1985, a seguito dell’ammissione della Repubblica araba sahariana democratica – il Sahara occidentale ex spagnolo, il cui status è tutt’oggi contestato).

Suoi obiettivi principali erano il rafforzamento della solidarietà tra paesi africani, l’attuazione di politiche comuni in campo economico, culturale, sanitario, scientifico e militare e l’eliminazione di ogni residua traccia di colonialismo e razzismo dal continente. In questo senso, con l’ingresso nel 1994 del Sudafrica del dopo apartheid, l’OUA ha abolito il Comitato di coordinamento per la liberazione dell’Africa, istituito al momento della fondazione. L’organizzazione ha promosso l’adozione di una Carta per il rispetto dei diritti dell’uomo in tutti i paesi africani e di un’intesa di principio volta all’integrazione economica su base continentale, che hanno costituito le premesse della successiva Unione Africana, fondata nel 2002 contestualmente allo scioglimento dell’OUA.

SADC (Southern African Development Community). La prima conferenza per il coordinamento dello sviluppo dell’Africa meridionale si era tenuto in Tanzania nel 1979, con l’obiettivo di coordinare i piani di sviluppo dei paesi aderenti, al fine di ridurre la dipendenza economica della regione della Repubblica Sudafricana.

Figura 1.4. Logo Southern Africa Development Community

Aderirono alla Conferenza, fondata a Lusaka nel 1980: Angola, Botswana, Lesotho, Malawi, Mozambico, Swaziland, Tanzania, Zambia e Zimbabwe.

Nel 1992, da transitoria l’associazione assunse struttura permanente, in vista del superamento dell’apartheid in Sudafrica, e quindi del suo ingresso nell’organismo, avvenuto in effetto nel 1994. Dopo quella data hanno aderito alla Comunità anche Rep. Dem. del Congo, Madagascar, Maurizio e Namibia.

Si tratta di un’organizzazione flessibile articolata per progetti: ogni paese ha la responsabilità di un settore.

UA o AU (Unione africana; African Union). Federazione costituita a Durban (Sudafrica) nel luglio 2002 dai massimi rappresentanti di tutti gli stati africani (con l’eccezione del Marocco, che contestando la partecipazione del Sahara occidentale come repubblica democratica araba del Saharawi, vi mantiene uno status particolare).

Scopo della federazione è promuovere e consolidare nel continente le istituzioni democratiche e il rispetto dei diritti umani, ponendo fine ai conflitti interni e dando vita a un mercato comune; obiettivo dichiarato è anche il coinvolgimento nello sviluppo del progetto di tutte le minoranze di origine africana residenti in altri continenti.

UEMOA (Union Economique et Monétaire Ouest-Africaine) o

WAEMU (West African Economic and Monetary Union). Costituita

per favorire l’integrazione economica tra i paesi che adottano il franco CFA, l’Unione economica dell’Africa occidentale ha sostituito nel 1994 la precedente UMOA (Union Monétaire Ouest-Africaine) ; banca centrale dell’UEMOA è la BCEAO (Banque Centrale des Etats d’Afrique de l’Ouest).

Questo capitolo è stato scritto in collaborazione con Sara M. Mastrangelo, e compare anche nella sua tesi di laurea specialistica intitolata “Accesso all’energia in Africa: analisi degli indicatori energetici per lo sviluppo e valutazione di progetti di cooperazione.

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