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ALLE ORIGINI: SCOPERTE, COLONIZZAZIO NI E PRIMI CONFLITTI – UNA CRONISTORIA

ANTE 1982

a. Scoperte e primi avvistamenti. Le origini delle rivendicazioni Spagnole e Inglesi Per cercare di capire come mai l’arcipelago delle isole Falkland/Malvine sia investito di così grande importanza e il perché di una storia tanto travagliata, bisogna necessariamente far riferimento alle vicissitudini che hanno portato alla sua scoperta e alla nascita dei primi insediamenti sulle isole stesse. Si noterà che la diatriba tra le due nazioni ha radici molti antiche e altrettanto radicate.

Non si è veramente sicuri su chi abbia scoperto le isole per primo. Ci sono varie teorie in campo, suffragate da carte di bordo e mappe di ogni tipo. Si parla addirittura del fatto che le isole possano essere state avvistate prima dell’arrivo degli europei, tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Alcuni storici affermano che i primi a scoprirle furono i Cinesi, intorno al 1421:

Gsavin Menzies non ne dubita: Le Malvine furono scoperte nel 1422 dai navigatori cinesi che, seguendo gli ordini dell’Imperatore Yong Le, cercavano di arrivare alla “fine della Terra”. (…) L’armata cinese, oltre a scoprire le Malvine, avrebbe completato (tra il 1421 e il 1423) la prima circumnavigazione della terra.105

Sebbene questa ipotesi possa risultare ai più fantasiosa e priva di fondamento, è comunque utile citarla per cercare di mettere in luce gli immensi sforzi che sono stati fatti, e si continuano a fare, nel tentativo di accertare in maniera effettiva e sicura lo scopritore delle isole – come se ciò potesse cambiare qualcosa per le due nazioni contendenti106.

Un’altra teoria interessante riguarda un’ipotetica colonizzazione anteriore, di carattere indio, che avrebbe investito le isole moltissimo tempo prima della scoperta dell’America: si parla addirittura di qualche migliaio di anni antecedente l’arrivo di Colombo nei Caraibi. Questa ipotesi è supportata dalla presenza, almeno fino al 1876 (anno della sua estinzione a causa della caccia) della volpe o lupo della Falkland/Malvine, altrimenti detto volgarmente warrah:

Una prova al riguardo, sebbene sia difficile farci riferimento senza pensare a una colonizzazione pre-europea [dell’arcipelago], è la volpe (anche detto lupo) delle Falkland, chiamato warrah (Dusicyon australis [Kerr]). Il navigatore inglese John Byron negli anni ’60 del XVIII secolo si

105 R. Terragno, Historia y futuro de las Malvinas, Buenos Aires, Librerìa Històrica, 2006, p. 5

106 Per maggiori informazioni al riguardo, fare riferimento all’opera di G. Menzies, 1421: The year China discovered

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chiese come questo animale fosse riuscito ad attraversare l’oceano dal continente americano (…), e autori contemporanei sono propensi nell’ipotizzare il suo arrivo insieme a degli indios provenienti dal continente, prima dell’arrivo europeo.107

Il warrah108, pur essendo imparentato con alcune specie di volpi sudamericane, era a una specie a sé stante, di medie-grandi dimensioni, che si trovava in scarso numero su tutto l’arcipelago e la cui origine è piuttosto incerta. Essendo assente qualsiasi altro tipo di animale di grosse dimensioni sulle isole, fatta esclusione per i mammiferi marini, si è pensato che la suddetta specie sia stata portata sulle isole, magari a bordo di canoe, come animale addomesticato – del resto le volpi appartengono allo stesso genere dei cani e casi di addomesticamento simile non sono stati rari in Sud America, specialmente in epoche precedenti alla colonizzazione ispano-portoghese:

Il caso del Dusicyon australis aggiunge una dimensione interessante alla situazione presente sulle Falkland. I warrah potrebbero essere arrivati accidentalmente, trasportati da tronchi oppure sopra canoe alla deriva ma, nell’ottica di fare in modo che la popolazione continuasse a figliare e vivere, è molto più probabile che queste “volpi” sudamericane fossero arrivate come cani da caccia addomesticati nelle canoe degli indiani provenienti dalla Terra del Fuoco. In grado di sopravvivere cibandosi dell’abbondante fauna avicola, il warrah sarebbe potuto sopravvivere a lungo a qualsiasi insediamento umano sulle isole ma finì con l’essere sterminato per volontà dei pastori entro il 1876.109

La veridicità di tale ipotesi si fa tuttavia estremamente labile dal momento che non vengono rinvenuti resti umani di alcun tipo (tombe, frecce, utensili). Ovviamente sono state addotte giustificazioni aggiuntive, riguardo al terreno torboso delle isole, che avrebbe decomposto tutto, e al carattere temporaneo della colonizzazione (nata probabilmente nel tentativo di seguire le rotte migratorie degli uccelli), che non avrebbe così lasciato traccia perenne sull’arcipelago – solamente una strana volpe, adattatasi a mangiare uova di volatile:

Un adattamento al mare da parte delle popolazioni che cacciavano leoni e uccelli marini era cominciato, tuttavia, a partire dal 6000 a.C., nelle terre a Occidente dello Stretto di Magellano (…), e non c’è alcuna ragione per la quale le canoe dirette verso il mare non avessero potuto far

107 P. C. Buckland, Edwards Kevin J., “Palaeoecological Evidence for Possible Pre-European Settlement in the

Falkland Islands”, Journal of archaeological science, (1998) XXV, p. 599

108 Cawkell ne dà una descrizione esaustiva (M. B. R. Cawkell, D. H. Maling, E. M. Cawkell, The Falkland Islands,

New York, Macmillan & Co Ltd, 1960, p. 17): Questo era l’animale che venne descritto in diversi modi come lupo, come cane randagio o volpe. Era effettivamente una volpe. Era conosciuto con nome di warrah, era una specie peculiare delle Falkland ed è ora estinto. L’ultimo esemplare fu ucciso a Shallow Bay sulla collina Cove Camp, nel 1876. I warrah erano di taglia grande, il doppio della grandezza di una volpe inglese, rosso ruggine nel colore quando erano vecchi mentre rosso chiaro se giovani. Vivevano in tane poco profonde nella colline sabbiose. Si cibavano, almeno fino all’introduzione della pecora, di uccelli, uova, piccole foche e probabilmente di crostacei. Non furono mai numerosi e Stickney, un fattore di West Falkland [Gran Malvina] negli anni ’60 del XIX secolo, affermò che il più grande numero di volpi uccise in un anno fu di trenta esemplari (…).

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parte di questo raggruppamento culturale. Non si sa quanto a lungo le canoe avvistate da Charles Darwin fossero rimaste attraccate sulla spiaggia di West Falkland, né se avessero mai avuto degli occupanti; ma, sia che fosse stato per caso sia che fosse stata una cosa voluta, forse inseguendo il volo degli uccelli migratori o guidati dalle correnti, gli indios avrebbero potuto certamente arrivare nelle isole Falkland molto prima dell’avvento degli europei. (…) Sulle Falkland, mancando mammiferi terrestri locali, potrebbe essere stato usato qualche metodo per allevare oche (Chloephaga picta), un’importante nonché potenziale risorsa di cibo, durante la loro fase di muta a terra.110

Non si sa effettivamente chi sia stato il primo navigatore occidentale a scoprire le isole. Anche nell’ambito della colonizzazione europea ci sono teorie differenti e molto spesso in contrasto tra di loro. Argentina e Gran Bretagna hanno i loro rispettivi scopritori, ma nessuna delle due sembra essere particolarmente convinta delle proprie affermazioni – almeno non se ne ha la certezza. La storiografia ufficiale imputa il primo avvistamento a Ferdinando Magellano, al servizio della Corona Spagnola:

Le prime notizie certe sull’arcipelago risalivano al 1520, quanto il San Antòn, uno dei legni di Magellano, messosi al servizio della Casa de Contractaciòn de las Indias di Siviglia, avvistò le isole. Queste figurarono sulle carte geografiche del tempo col nome di Islan Sansòn.111

Sebbene siano presenti fonti accreditate al riguardo, tra cui parecchie carte nautiche e mappe, da sempre si parla di una fantomatica scoperta da parte di Vespucci, prima ancora di Magellano, ossia tra la fine del ‘400 e i primissimi anni del ‘500:

Probabilmente il primo europeo a vedere le Falkland fu Amerigo Vespucci, il quale durante la sua seconda spedizione verso il Nuovo Mondo, navigò lungo la costa orientale del Sud America, includendo l’odierno Brasile, l’Uruguay e l’Argentina. La descrizione delle isole che vide e la latitudine menzionata nel suo racconto di viaggio coincide con quella delle Falkland.112

Anche in questo caso sembrano esserci alcuni documenti ad attestare la scoperta. Prima di tutto le lettere che Vespucci manda ad amici e conoscenti per renderli partecipi della propria impresa; importanti in tal senso sono le missive indirizzate all’amico Soderini e al proprio protettore, Lorenzo de Medici, Signore di Firenze. Goebel parla approfonditamente della prima:

Il primo ufficiale di rotta a navigare verso la parte estrema del Sud Atlantico fu Amerigo Vespucci. Nella lettera a Piero Soderini, raccontando le vicissitudini del suo terzo viaggio, egli

110 Ivi, p. 600-601 111

De Risio Carlo, I 75 giorni delle Falkland, Milano, Mursia, 1982, pp. 6-7

112 Hoffmann Fritz L., Mingo Hoffmann Olga, Sovereignty in dispute : the Falklands-Malvinas, (1403-1982), Boulder

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afferma che, avendo navigato lungo la costa del Sud America per circa 500 leghe, 150 leghe ad Ovest da Capo Sant’Agostino e 600 leghe a Sud-Ovest, si decise che avrebbero dovuto lasciare la costa e “andarsene per esplorare il mare in altre direzioni”.113

Goebel prosegue il racconto, facendo direttamente riferimento alla lettera, dove Vespucci afferma che ad un certo punto, colti da una terribile tempesta, con la nave in balia delle onde, scorgono terra – una costa senza porti dove riparare e priva di insediamenti apparenti, molto probabilmente anche a causa del freddo.114

In secondo luogo, esiste una serie di personaggi illustri, da semplici studiosi a veri e propri avventurieri, che accredita tale impresa al navigatore che, grazie alle sue intuizioni nautiche, dà il nome al nuovo continente scoperto dall’altra parte dell’Atlantico:

Un vespuccista degno di nota, Roberto Levillier, considerò “dimostrato” che le isole fossero state scoperte da parte del navigatore fiorentino durante il suo terzo viaggio (il primo a nome della Corona portoghese) nell’Atlantico del Sud. Enrique de Gandía sostenne lo stesso. Per quanto gli riguarda, Vincente Guillermo Arnauld riprodusse ed analizzò, in un lavoro considerevole, pubblicato dall’Accademia Nazionale di Geografia, mappe pre-magellaniche nelle quali figurerebbero le Malvine.115

Persino Boungainville, colui che fonda il primo insediamento stabile sulle isole, è sicuro della scoperta di Vespucci. Nonostante tutte queste prove però, siffatta eventualità è considerata confutata ormai da tempo. Mentre il viaggio e le scoperte di Magellano possono considerarsi attendibili, i dati riportati da Vespucci non sono incontrovertibili.116 Nonostante la Spagna e l’Argentina lo considerino ancora, ma con qualche riserva, il primo ad aver cognizione della presenza delle Isole in quella parte dell’oceano, sono troppe le incongruenze che riguardano la sua presunta impresa. Per cominciare, si dubita fortemente che Vespucci abbia potuto scorgere le isole, seguendo la rotta da lui descritta. Inoltre le sue lettere in nostro possesso, nonostante possano contenere delle parziali verità, sono quasi certamente dei falsi:

Nel 1926, il Dr. Magagni, dopo una ricerca più che attenta, venne alla conclusione che la lettera a Soderini e la lettera mundus novus a De Medici erano delle invenzioni. Solo la lettera scritta a

113 J. Goebel, The struggle for the Falkland Islands, cit., p. 3 114

Ivi, pp. 3-4 (“E nel mentre della tempesta, il diciassettesimo giorno di Aprile avvistammo una terra nuova, della quale costeggiammo circa 20 leghe; e vi trovammo solo costa arida e sterile; e non potemmo scorgere né un porto né abitanti. Penso fosse perché il freddo era così intenso che nessuno nella barca poteva resistergli”).

115 Terragno, Historia y futuro de las Malvinas, cit., p. 2 116

Goebel, The struggle for the Falkland Islands, cit., p. 4 (“Ma la semplicità di questa conclusione non ha soddisfatto in nessun modo i geografi, in primo luogo perché l’evidenza intrinseca del racconto di Vespucci negativizza ogni risultato del genere [ossia la scoperta dell’arcipelago durante una tempesta]. Humboldt fu il primo tra gli scrittori moderni a sollevare il dubbio riguardo a ciò. La conclusione di Boungainville è rigettata come “impossibile”, e le altre congetture dei geografi precedenti soffrono lo stesso fato.”).

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De Medici nel 1502 era scritta senza ombra di dubbio dallo stesso Vespucci. (…) Nel 1949 il Dr. Levillier di Buenos Aires, affrontando la questione da un’angolatura differente, arrivò ad una conclusione similare. Basando i suoi argomenti su una re-interpretazione delle prime mappe del continente, il Dr. Levillier dice che Vespucci condusse un’attenta ricerca della costa fino a un punto, approssimativamente alla 47° di latitudine Sud, che lui nominò Rio Cananor (il presente Rio Camarones). Il viaggio di ritorno, che egli crede cominciò il 7 Aprile 1502, seguì la rotta Nord-Est nell’Atlantico. Questo non avrebbe portato la spedizione da nessuna parte vicino alle Isole Falkland.117

In seconda istanza, nonostante in questo periodo Vespucci stesse ancora servendo il Portogallo – mentre il tratto di oceano esplorato cadeva sotto il controllo Spagnolo, grazie al Trattato di Tordesillas118 – sembra improbabile che egli non abbia comunicato una scoperta del genere per paura di far nascere scontri tra le due nazioni, soprattutto tenendo conto del fatto che i servigi del navigatore passano alla Spagna poco tempo dopo:

Grazie al Trattato di Tordesillas, l’anno seguente le due nazioni si accordarono secondo la disposizione. Il Portogallo non avrebbe, di conseguenza, avuto nessun desiderio ad annunciare delle scoperte riguardo alle quali, secondo il Trattato, non avrebbe potuto rivendicare il suo possesso e Vespucci, mentre era ancora al loro servizio [del Portogallo], era privato della possibilità di proclamare [tali scoperte]. Tale restrizione, tuttavia, non sussisteva nel momento in cui trasferì i suoi servigi alla Spagna, un anno dopo il ritorno dal suo viaggio nel meridione [dell’Atlantico]. Il fatto che la Spagna non annunciò, in seguito, la scoperta di una nuova terra dal proprio lato della Linea di Tordesillas sembrerebbe indicare che non c’era nessuna scoperta tale da essere resa pubblica.119

Al contrario, i dati in nostro possesso riguardo alle imprese magellaniche sono indubbiamente più attendibili e probabili. È, infatti, a partire dalla spedizione organizzata dall’esploratore che per primo circumnavigò il mondo (almeno fu il primo occidentale a farlo) che le isole, anche se non sempre nella posizione esatta e con descrizioni parzialmente veritiere, cominciano a comparire sulle mappe:

Si conosce di più riguardo alla circumnavigazione del globo da parte di Ferdinando Magellano e del suo luogotenente, Sebastián del Cano. Magellano lasciò Seviglia nell’Agosto del 1519 e arrivò sulla costa dell’odierna Argentina nel Gennaio del 1520. Stabilì una base nella Baia di San Julian (il suo cronista disse che fu a 49° 30’ di latitudine Sud) ed esplorò l’area. Esteban Gómez, uno dei suoi capitani, abbandonò la spedizione a bordo del San Antonio e scoprì

117 Cawkell, Maling, Cawkell, The Falkland Islands, cit., p. 2

118 Segue una breve descrizione presa da Cawkell, Maling, Cawkell, The Falkland Islands, cit., p. 3: Vespucci, durante

il suo viaggio, aveva attraversato la Linea Papale di Demarcazione, che separava quella parte del mondo sulla quale il Portogallo aveva ricevuto l’egemonia dal Papa da quella che era stata assegnata alla Spagna. Questa linea, tratta attraverso il mondo allora conosciuto dal Papa nel 1492, per placare le suscettibilità nazionali riguardo a quale nazione appartenesse una data scoperta, dette alla Spagna tutte le scoperte all’Ovest di una linea che seguiva approssimativamente il 46° meridiano Ovest, al Portogallo tutte quelle ad Est.

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numerose isole al 51° di latitudine Sud. I membri dell’equipaggio le chiamarono Islas de Sansón (Sansone) y de los Patos (anatre).120

Un tale nome, che a partire dal 1520 compare ripetutamente nella cartografia ufficiale, e con molte varianti121, può essere spiegato secondo l’usanza del tempo di nominare un posto in onore al santo del giorno oppure in base a delle caratteristiche peculiari del luogo.122 A partire da questo momento l’arcipelago comincia a comparire nei maggiori mappamondi e nelle carte nautiche dei paesi occidentali:

La prima mappa conosciuta che mostra le Falkland è quella disegnata dal cartografo Portoghese, Pedro Reinel, nel 1522-23. Fu trovata nella Moschea di Aghalar a Istambul ed è chiamata la mappa di Top Kapu Sarayi. (…) La mappa mostra le isole a 53° 30’, posizionandole nella regione dell’arcipelago Falkland. Molte altre mappe dello stesso periodo mostrarono le Isole Sansón e Patos. Queste sono: la mappa spagnola Wimar del 1527, la mappa del mondo di Diego Rivero del 1529, presso la Biblioteca Vaticana, e l’Atlante Agnese (1536-1545) del Museo Civico e Biblioteca di Venezia.123

Il primo esploratore inglese a “scoprire” le isole fu invece John Davis. La storiografia ufficiale inglese, che ha cercato di legittimare il possesso delle isole a partire dal 1833 in base al diritto di scoperta, colloca la data dell’avvistamento intorno al 1592:

Nel 1592, l’inglese John Davis avvistò a sua volta l’arcipelago e se ne attribuì la scoperta, per cui sulle carte geografiche dei naviganti britannici le due isole principali e quelle minori vennero designate col nome di Southern Islands.124

Davis era in realtà partito al seguito di Thomas Cavendish, il quale si apprestava a compiere la sua seconda spedizione nei Mari del Sud. Una volta però arrivati a Port Desire [Puerto Deseado, Patagonia], le due navi si separarono per ragioni sconosciute. Dopo aver aspettato alcuni mesi invano, si decise di ripartire per cercare i propri compagni e, per caso, ci si imbatté in alcune coste considerate sconosciute:

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Hoffmann, Mingo Hoffmann, Sovereignty in dispute, cit., pp. 17-18

121 Secondo Cawkell, Maling, Cawkell, The Falkland Islands, cit., p. 4: “I nomi appaiono in molte forme nelle mappe

del XVI secolo: San Son, sanson, SAson, S. Anton, Santanton. L’equivalente portoghese è Cam Com, pronunciato Sam Som”. Tutte queste varianti posso essere state originate da errori di copiatura, storpiature o semplici traduzioni.

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Cawkell, Maling, Cawkell, cit., pp. 3-4 (“Nel suo racconto del viaggio di Magellano, Santa Cruz dice… ‘dopo aver lasciato questa baia (San Julian) vennero scoperte alcune isole a circa 18 leghe ad Ovest di questa e furono chiamate Isole di Sansone e delle Anatre’ a causa dei numerosissimi e grassi pinguini, così grassi che erano a malapena in grado di camminare e solo coperti di piume per metà – questo fatto fece ricordare ai marinai l’eroe biblico Sansone.’ Arce dà una spiegazione più plausibile per il nome. Tra i navigatori spagnoli del tempo, era un’abitudine diffusa quella di scegliere il nome per le scoperte in base ai Santi del calendario. Il 28 Giugno, il giorno in cui Magellano arrivò per passare l’inverno [australe] a San Juan, era il giorno di San Sansone.”).

123 Hoffmann, Mingo Hoffmann, Sovereignty in dispute, cit., p. 18 124

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Nell’Agosto del 1591, Sir Thomas Cavendish lasciò l’Inghilterra per la sua seconda spedizione nei mari del Sud. La sua nave compagna era la Desire, commandata da John Davis, scopritore dello Stretto di Davis dell’Artico. Il 21 Maggio del 1592, partiti da Port Desire, le due barche si separarono, non si sa se per un incidente o di proposito. Secondo John Jane, lo storico di Davis, che era a bordo del Desire, persero la nave ammiraglia nella nebbia e, dopo aver atteso per tre mesi, decisero di farsi strada verso lo Stretto, nella speranza di trovare Cavendish. Il 7 Agosto si fermarono in un’isola per salare della carne di pinguino.125

Questa isola, parte di un arcipelago, non era stata ancora descritta da nessuno, almeno secondo John Jane – un compagno di viaggio di Davis. Tuttavia sembra molto improbabile che le isole non fossero mai state scoperte o nemmeno avvistate in lontananza per tutto il XVI secolo, anche perché le esplorazioni nella zona si susseguirono a grandissima velocità e con particolare attenzione, soprattutto da parte spagnola – la quale rivendicava ogni possesso e controllo in questa parte di oceano. La scoperta di Davis venne ulteriormente messa in discussione dagli spagnoli e dagli argentini, i quali confutarono qualsiasi passaggio o azione presunta attribuita all’avventuriero inglese:

Per Groussac, [la scoperta di Davis] è una “favola assurda”. Il racconto, dice, fu “costruito, truccato o elaborato a posteriori da parte di qualcuno – Jane o qualcun altro – che non prese parte al viaggio”. Al massimo, concede l’autore, è possibile che – “mentre la sua nave era trascinata dalla tempesta” – Davis “abbia intravisto all’orizzonte alcuni punti un po’ più scuri nella nebbia circostante, che erano o gli sembravano essere delle isole, tanto più sconosciute quanto il fatto che lui non le conobbe mai. Non le battezzò, non si avvicinò, non fissò nemmeno la più vaga latitudine”.126

In seguito, le isole, ormai diventate famose, vennero avvistate e ribattezzate da numerosissimi esploratori, provenienti dai più disparati paesi. Il primo del gruppo che verrà nominato a breve è Richard Hawkings, incaricato dalla Regina Elisabetta I di solcare ed esplorare l’Est passando per lo