• Non ci sono risultati.

Ormisda 1723 (Genova) Atto

- scena I, la prima parte della scena è sostituita dalla seguente:

ORMISDA O del grande Artabano,


che a l’Armenia diè leggi, inclita figlia, bella Artenice, il lieto giorno è questo che por ti dee l’aurea corona in fronte, e darti al popol tuo sposa, e regina.
 Te a l’amor mio commise il re tuo padre, e che passi un mio figlio


a l’onor del tuo letto, è suo volere.
 Dal tuo reale assenso


questo or si adempia, e regni di te, vergine illustre, il cenno altero
 sul perso insieme, e su l’armeno impero.
 Liberi sensi esponi, e quei diritti

che inspira a nobil alma
 il nome di Reina, usa a tua voglia.

- scena II, l’aria di Mitrane è sostituita dalla seguente battuta:

MITRANE Bacio la man che a tant’onor m’inalza, e scorgo in questo dono

il gran dover, a cui prescielto or sono.

- scena III, termina con la battuta di Artenice «Bella virtù, che m’innamora, e piace».

- scena VI, l’aria di Palmira è così sostituita:

PALMIRA Se mi dici, e cara, e sposa non ti credo ingrato cor: se ne andaro i dì felici

io ben vedo il tuo rigor.

- scena VIII, l’aria di Artenice è sostituita dalla seguente:

ARTENICE Col rapirmi o regno, o core

di turbare il nostro amore forse il ciel rimorso avrò: ma più caro dell’impero quel bel volto lusinghiero

Appendice

www.usc.es/goldoni 151

sul mio cor trionferà.

- scena XII, l’aria di Arsace è così sostituita:

ARSACE Padre io taccio sai perché?

Perché temo ancor per te, (ad Ormisda) ma tu pena non avrai: (a Cosroe) placa l’ira, e fa svenarmi (ad Ormisda) ma il tuo sdegno almen risparmi l’innocenza che non sai.

- scena XV e XVI: queste scene sono eliminate dal dramma, e le prime due battute di Cosroe

e Mitrane nella scena XV sono integrate nel monologo di Cosroe nella scena XIV.

- scena XVII (XV), l’aria di Palmira è sostituita dalla seguente:

PALMIRA Sul labro mio favella

d’una reina il cor se brami gemme, ed or tesori avrai:

se poi d’un sembiante rendesti il cor amante

di bella sposa allor lieto sarai.

- scena XVIII (XVI), l’aria di Erismeno è così sostituita:

ERISMENO Quando serve alla vendetta, il rigor d’un’alma forte è dover, non empietà. Se virtude allora s’oppone la virtù divien viltà.

Atto II

- scena I, la prima scena è quasi del tutto eliminata (rimane solo la prima battuta del coro) e

unita con la seconda.

- scena II (I), l’aria di Artenice è così sostituita:

ARTENICE Se chiedete che costante

serbi fede al vostro regno la giurai, la serberò:

ma non vuol la gloria mia che funesta or a voi sia,

se or lo sposo eleggerò.

- scena VI (V), viene eliminata l’aria a due di Palmira e Cosroe.

- scena VIII (VII), l’aria di Palmira viene così sostituita:

PALMIRA Pace sì cor del mio cor

sì pietà del mio dolor, e se ‘l sangue poi si vuole il mio sen lo verserà:

vita imploro solo a te, caro figlio a te pietà

m’intendesti o padre, o re? Solo a me la crudeltà.

- scena IX (VII), viene eliminata l’ultima battuta con l’aria di Ormisda, spostata nella scena

successiva. L’aria è la seguente:

ORMISDA Monti alpestri, selve amene

Apostolo Zeno

152 Biblioteca Pregoldoniana, 19

che fra gl’ostri un re non ha: de’ pensieri, e delle pene sempre in voi l’orgoglio tace, e’l contento, e’l riso sta.

- scena X, la battuta di Artenice («Affetti del cor mio, siete infelici») è spostata da sola in una

scena a sé.

- scena X (XI), l’aria di Mitrane è così sostituita:

MITRANE Orgoglioso alza le spume, real fiume,

e più s’adira, quando mira

quello scoglio che lo arresta: al mirar tra le catene

l’innocenza, senza spene, dal tuo corso luminoso, la tua gloria or qui t’arresta.

- scena XII (XII), l’aria di Erismeno è così sostituita:

ERISMENO Frema l’empio tra crude ritorte, senza speme di qualche pietà: all’aspetto di livida morte, forse ancora quel cor tremerà.

- scena XIII (XIV), l’aria di Palmira è così sostituita:

PALMIRA Non temer di stella infida, se ti guida

de la madre il fido amor. Sarai re, sarai felice,

tel predice,

tel predice questo cor.

- scena XIV (XV), l’aria di Arsace è così sostituita:

ARSACE Per quel bel volto

che m’innamora,

più non ti ascolto

pietà crudel:

per te non voglio, regnar sul soglio,

quanto infelice, tanto infedel.

Atto III

- scena II, viene eliminata gran parte della scena, compresa l’aria di Ormisda.

- scena III, l’aria di Cosroe è così sostituita:

COSROE Fia tuo sangue il sangue sparso da mie vene, o genitor. Nel veder che invitto, e forte, sarò grande in faccia a morte, tu dirai: quegli è il mio cor.

- scena VIII, l’aria di Ormisda viene eliminata, e viene spostata al suo posto quella di Arsace,

mutata così:

ARSACE Se all’urto di ria procella

Appendice

www.usc.es/goldoni 153

al brillar d’amica stella, l’onda, e’l ciel si placherà: tale ancor dopo il tormento,

raggio amico di contento, lieta calma porterà.

Viene inoltre aggiunta una nuova scena con il seguente monologo di Ormisda:

ORMISDA Vanne, che troppo è dolce al cor paterno il pensier che nel figlio in mente cadde a pro de l’altro figlio.

Il suo mortal periglio

(in onta al giusto sdegno) è mio tormento: perir (s’egli perisce) anch’io mi sento. Son re sdegnato consorte offeso,

ma padre ancor. Quel core ingrato vuol pur difeso paterno cor.

- scena XII (XIII), viene aggiunta la seguente aria:

ARSACE La mia sorte a te fida, ma il cor mio sol fido a te.

ARTENICE So che ingrato non sarai, ma il mio cor teme per te.

COSROE Amo, è ver: ma forse ancora

mi vedrete oprar da forte.

ARSACE Cosroe, bella, ahimè ch’io moro. ARTENICE Cosroe, Arsace, ahi che...

COSROE Sta il mio cuore in servitù,

dell’amor della virtù, benché il più fuor di ritorte.

- scene XIII e XIV eliminate, insieme a gran parte della XV.

- scena XVI, l’aria di Palmira è sostituita dalla seguente:

PALMIRA Mira la quercia annosa, mira lo scoglio in mar, ch’aura piegar non osa, ch’onda non può spezzar. Così quest’alma mia, e quercia, e scoglio sia, che non potrai piegar.

Ormisda 1728 (Venezia)

Documenti correlati