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4. Areali di studio

4.1.1 Monti del Matese (Benevento)

4.1.1.1 Osservazioni di campagna e campionamento

La campagna di rilevamento effettuata sui Monti del Matese ha portato all’individuazione di diversi possibili siti di campionamento.

Per alcuni di essi, quali Cusano cava (località Calvario a NW dell’abitato di Cusano Mutri – BN - Fig. 4.5) e Regia Piana (versante meridionale del Monte Mutria – BN - Fig. 4.6), non è stato possibile effettuare un campionamento sistematico mirato all’identificazione delle litofacies presenti, viste le particolari destinazioni d’uso del primo sito (negli ultimi anni utilizzato come discarica di materiali metallici) e la situazione morfologica del secondo, che presenta un paesaggio aspro e ricoperto di vegetazione.

Figura 4.6 – Regia Piana (Pietraroja – BN).

In altri siti (Fig. 4.7), quali Cava Canale e Monte Pesco Rosito, entrambi ubicati nel comune di Pietraroja (BN), sono invece stati prelevati numerosi campioni su cui sono state effettuate la caratterizzazione mineralogico-petrografica e geologico-tecnica nonché un’accurata analisi di facies.

Figura 4.7 - Stralcio del Foglio 162 (Campobasso) della Carta geologica d’Italia in scala 1:100.000

raffigurante (in giallo) gli affioramenti dei Monti del Matese e l’ubicazione dei punti di campionamento (1: Cava Canale; 2: Monte Pesco Rosito).

Presso Cava Canale (Fig. 4.8) i calcari oggetto di studio affiorano per uno spessore di circa 30 m.

Figura 4.8 – Cava Canale (Pietraroja – BN).

Nel piazzale di cava, lungo una delle pareti tagliate col filo elicoidale, si può osservare in tre dimensioni ed in splendida esposizione la trasgressione dei depositi della Formazione di Cusano sui calcari del Cretacico inferiore, interessati da evidenti bioerosioni (Fig. 4.9).

Figura 4.9 - Trasgressione dei Calcari a Briozoi e Litotamni (Cu) sui substrato Cretacico (Ci) calcareo -

dolomitico (Cava Canale – Comune di Pietraroja – BN)

La cava, attualmente dismessa, è oggetto di un progetto di valorizzazione da parte dell’Ente Parco.

Presso il monte Pesco Rosito, lungo il cui versante sud-occidentale è ubicata una cava di modeste dimensioni da cui erano estratte calcareniti bioclastiche cretaciche e piccole quantità di CBL (Fig. 4.10), è particolarmente evidente il passaggio tra la Formazione di Cusano e le sovrastanti Calcareniti e Marne ad Orbulina della Formazione di Longano.

Figura 4.10 - Pesco Rosito (Pietraroja – BN): A: Calcari del Cretacico superiore; B: Calcareniti

mioceniche della Formazione di Cusano; C: Passaggio tra la formazione di Cusano e la Formazione di Longano; D: Calcareniti e Marne a Orbulina della Formazione di Longano.

Tale passaggio, come si tratterà in maniera più approfondita nel capitolo 5 (cfr. par. 5.1.1.4.3), è costituito da circa 60 cm di materiale clastico formato da elementi provenienti dallo smantellamento dei sottostanti CBL a cui si aggiungono coproliti fosfatiche, granuli di glauconite, fluorapatite ed a luoghi anche elementi extraformazionali provenienti dai calcari a rudiste cretacici.

4.1.2 Gruppo del Taburno-Camposauro (Benevento)

Il Taburno-Camposauro (Fig. 4.11) è un massiccio carbonatico isolato dell'Appennino campano che si trova ad ovest di Benevento, da cui dista pochi chilometri e nella cui provincia ricade interamente.

Tale gruppo montuoso è separato a nord dai Monti del Matese per mezzo dalla Valle Telesina, mentre a sud la Valle Caudina lo separa dai Monti del Partenio.

Le vette più alte sono il Monte Taburno (1393 m s.l.m.), il Camposauro (1390 m s.l.m.), il Monte Alto Rotondi (1305 m s.l.m.), il Monte Sant'Angelo (1189 m s.l.m.), il Monte Gaudello (1226 m s.l.m. ) ed il Monte Pentime (1168 m s.l.m.).

Da nord a sud il massiccio raggiunge un'estensione di circa 18 Km, mentre da est a ovest è di circa 28 Km.

Figura 4.11 - Ubicazione del Monte Camposauro.

Il massiccio fa parte del Parco Regionale del Taburno-Camposauro e ricade interamente nel Foglio 173 (Benevento) della Carta geologica d’Italia in scala 1:100.000.

La trasgressione miocenica del Taburno-Camposauro si è verificata quando la regione aveva già una ben differenziata fisionomia ed ha portato ad eteropie di facies di notevole entità. Esistono pertanto differenze tra gli affioramenti miocenici del Taburno e quelli del Camposauro. I CBL s.s. affiorano solo sul Monte Camposauro (D’Argenio, 1967).

La base della trasgressione è data a luoghi da un conglomerato a cemento da giallo a verde chiaro in frattura fresca (D’Argenio, 1967), delle potenza di 2 - 4 m e più, ad elementi arrotondati di dimensioni variabili da circa 1 cm a qualche decimetro, cementati da un materiale marnoso verde chiaro, giallo chiaro in superficie, in cui è presente una scarsa fauna (Globigerina sp., Amphistegina sp. - D’Argenio, 1961).

Tale livello conglomeratico è comunque di difficile attribuzione dal momento che nel Cretacico superiore esistono livelli simili che potrebbero essere stati localmente

rielaborati dalla trasgressione miocenica. In generale, comunque, tutto il Miocene trasgredisce subparallelamente al substrato senza alcuna traccia di conglomerati o paleosuoli come si può osservare presso il monte S. Angelo (D’Argenio, 1967).

Ai CBL, il cui spessore nella zona del Camposauro è di 20 - 30 m, seguono in apparente continuità di sedimentazione, ma con un passaggio alquanto brusco, calcareniti e marne grigio-azzurre in frattura fresca, grigio-verde sulle superfici esposte ed alterate, riconducibili alla formazione di Longano-Montagnella, prive quasi completamente di macrofossili ma ricchissime di microfaune planctoniche.

Al passaggio tra la formazione di Cusano-Mastroianni e quella di Longano- Montagnella si notano ancora una volta pochi centimetri di materiale clastico formato da matrice lutitica ricca in microfaune planctoniche e coproliti fosfatiche e da elementi provenienti dallo smantellamento dei sottostanti CBL e dei calcari a rudiste cretacici (D’Argenio, 1967).

4.1.2.1 Osservazioni di campagna e campionamento

Nel corso dei rilievi effettuati sul gruppo del Taburno-Camposauro (Fig. 4.12), ci si è recati ad ovest dei Monti Alto-Rotondi e Camposauro, lungo la mulattiera che da Fontana Trinità porta verso San Michele (Fig. 4.13) e si è poi proseguito lungo la strada che collega tale mulattiera con l’abitato di Solopaca (Fig. 4.14). Su entrambi i percorsi sono stati prelevati campioni di CBL per l’identificazione delle litofacies presenti.

Figura 4.12 - Stralcio del Foglio 173 (Benevento) della Carta geologica d’Italia in scala 1:100.000

raffigurante (in giallo) gli affioramenti del Monte Camposauro e l’ubicazione dei punti di campionamento (1: Mulattiera che da Fontana Trinità porta verso San Michele; 2: Strada che collega la mulattiera con

Figura 4.13 – Affioramento lungo la mulattiera che da Fontana Trinità porta verso San Michele (Monte

Camposauro – BN).

Figura 4.14 –Affioramento lungo la strada che collega la mulattiera con l’abitato di Solopaca (BN).

Nei campioni prelevati in entrambi i siti si nota la presenza di resti di gusci di ostracodi e di colonie di briozoi immersi in una matrice da sottile a grossolana di colore variabile; solo in un caso è stata osservata la presenza di rodoliti di piccole dimensioni (2 cm di diametro).

Le litofacies qui osservate e campionate (Fig. 4.15) non sono risultate però confrontabili con quelle riconosciute presso i monti del Matese ed il sito-campione di Coreno Ausonio, di cui si parlerà più approfonditamente nel paragrafo 4.3.1. Pertanto, sui campioni qui prelevati sono state effettuate la caratterizzazione mineralogico- petrografica e l’analisi di facies, ma non la caratterizzazione geologico-tecnica, non essendo stata ritenuta significativa ai fini di questa tesi.

a) b)

Figura 4.15 – Tipico aspetto dei CBL negli affioramenti del Monte Camposauro (campione C8FT): a)

marmetta; b) sezione sottile.

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