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P OPOLAMENTO E COLONIZZAZIONE FINO ALLA FINE DEL S ETTECENTO

E doÁmini da mare a mare, dal ®ume sino ai con®ni della terra. Salmo 72 (71) v. 8

2.1 Territorializzazione tra XVI e XVII secolo. - Tra il 1534 e il 1541 Jacques

Cartier di Saint-Malo, cercando un passaggio a NW per le Indie, guidoÁ quattro spedizioni nel Golfo di San Lorenzo e svernoÁ in Canada dimostrando che era possibile trattare con gli autoctoni in maniera organizzata. Fu Cartier a rivendi- care l'odierno QueÂbec per conto della Francia di Francesco I che lo aveva scelto per trovare «certaines õÃles et pays ouÁ l'on dit qu'il se doit trouver grande quantiteÂ

d'or et autres riches choses»1.

Nel 1534 Cartier salpoÁ in cerca di una rotta a NW per l'Asia, esploroÁ la costa occidentale di quella che oggi eÁ Terranova dal 10 maggio di quell'anno, raggiunse il Golfo di San Lorenzo e le Maritimes canadesi e apprese dai nativi della presenza di un ®ume piuÁ a W (il Saint Laurent) che egli credeva potesse essere il varco da tempo cercato. Al ritorno da questo viaggio portoÁ con se in Europa i due ®gli del capo indiano Donnacona (Domagaya e Taignoagny) insieme con una scorta di mais nordamericano (probabilmente introdotto in

questa circostanza per la prima volta nel Vecchio Continente)2. Questo primo

viaggio concorse a modi®care la visione francese sul valore del Nordamerica

1«Certe isole e terre dove si dice che ci siano grandi quantitaÁ di oro e altre ricchezze»

(Litalien, Palomino e Vaugeois, 2007, p. 41). Sollecitato dalle favolose ricchezze scoperte dagli spagnoli, il sovrano francese sperava di ottenere risultati analoghi in altre parti delle Americhe.

2Il mais mesoamericano fu introdotto in Europa giaÁ agli inizi del Cinquecento. Le

prime coltivazioni accertate da documenti risalgono alla prima metaÁ del secolo, per opera dei moriscos dell'Andalusia; in Italia (Veneto e Piemonte) la coltura diviene ®orente a metaÁ del Cinquecento; in Francia la coltivazione di mais da foraggio eÁ menzionata a Bayonne giaÁ nel 1523 (Cazzola, 1991; Avila, Brandolini e Brandolini, 2004).

non solo per la ricca fauna ittica, ma anche per le sue terre fertili e per le possibili risorse minerarie. L'esploratore piantoÁ una croce per rivendicare le terre circostanti il ®ume San Lorenzo in nome del suo sovrano.

Cartier fu il primo europeo a fornire una descrizione e a mappare il Golfo di San Lorenzo e le sponde del ®ume omonimo. Nel suo secondo viaggio, che ha inizio il 19 maggio del 1535 e si compie con tre navi e 110 uomini oltre a due

®gli di Donnaconna (che vennero restituiti al padre)3, risalõÁ il ®ume San Lo-

renzo ®no ai villaggi uroni di Stadacona (dove oggi sorge QueÂbec) e Hochelaga situato ai piedi di una ripida collina basaltica (235 m) cui diede il nome di Mont ReÂal (Mont-Royal). Sbarcato sull'isola il 2 ottobre 1535, dopo aver navigato per 150 miglia, vi trovoÁ terre coltivate e, nel corso della missione, raccolse notizie circa una nazione piuÁ a settentrione, chiamata Saguenay, che si diceva fosse piena d'oro e altri tesori. Con la stagione fredda alle porte, Cartier ridiscese il ®ume e fu costretto a ®ssare un campo a Stadacona per trascorrervi l'inverno e fare poi ritorno in patria nella primavera seguente (1536). La Nouvelle France

sarebbe rimasta un possedimento francese per oltre cento anni4.

Nonostante il contributo offerto a una migliore comprensione della geo- gra®a del Continente, le imprese di Cartier vennero considerate un insuccesso in quanto non portarono alla scoperta dell'oro ne alla fondazione di insedia- menti stabili. L'area da lui esplorata rimase a lungo ignota agli europei ®no ai primi anni del XVII secolo.

Parallelamente alle spedizioni francesi si esplicitano gli interessi britannici per la parte settentrionale del Nuovo Mondo. Nel 1583 gli inglesi avevano dichiarato il loro possesso sull'isola di Terranova, per opera di sir Humphrey Gilbert ± in base alla RoyalPrerogative della regina Elisabetta I ± ma nono- stante numerosi altri tentativi fatti nel corso del Cinquecento, non si addivenne a esiti migliori rispetto a quelli dei francesi.

Terranova era stagionalmente abitata, ®n dai primi anni del XVI secolo, da

3Durante il primo viaggio Cartier aveva ``rapito'' i due ragazzi (Domagaya e

Taignoagny) e portati in Francia. In realtaÁ gli scambi di giovani erano una pratica diffusa sia per dimostrare l'avvenuto contatto interculturale sia per farne interpreti culturali e guide (saranno loro a indicare l'estuario del San Lorenzo e la rotta ®no a Stadacona).

4Il 23 maggio 1541 Cartier partõÁ da Saint-Malo per il suo terzo viaggio. A capo della

spedizione fu posto Jean-FrancËois de la Rocque, sieur de Roberval. Cartier navigoÁ in avanscoperta rispetto al resto della ¯otta e risalõÁ il San Lorenzo alla ricerca di Saguenay. Lasciato un piccolo contingente a QueÂbec perche realizzasse un insediamento, partõÁ alla ricerca dell'oro, ma ancora una volta non riuscõÁ ad andare oltre Hochelaga. Dopo un inverno terribile speso in Canada e segnato anche dagli attacchi degli indiani, fece vela per la Francia nella primavera del 1542. In prossimitaÁ di Terranova incontroÁ la ¯otta di Roberval che gli ordinoÁ di ritornare sul San Lorenzo ma Cartier ri®utoÁ e, fatto ritorno in patria, spese il resto della sua vita a Saint-Malo e nella sua vicina tenuta, dove morõÁ nel 1557.

pescatori provenienti dalla Francia, dall'Irlanda e dalle coste della Cornovaglia. Una folta colonia s'insedioÁ a Placentia (nella penisola di Avalon), fondata da pescatori baschi all'inizio del XVI secolo e popolata da francesi ai primi del

XVII secolo5. Questi ultimi due gruppi avevano continuato a commerciare

pelli con gli indiani innu6 che vivevano nel territorio compreso tra il ®ume

St Maurice, la sponda settentrionale del San Lorenzo e la penisola del Labrador. I primi tentativi per stabilire qualche insediamento europeo fallirono. Agli inizi del Seicento i pro®tti erano divenuti straordinari e nel 1598 fu fondato un luogo di scambi commerciali sulla Sable Island, al largo della costa dell'Acadia (il toponimo, attribuito inizialmente da Giovanni da Verrazzano nel 1523, venne adottato dai francesi e grosso modo corrisponde alle odierne Maritimes),

ma non ebbe successo7.

Risultati migliori si ebbero nel Seicento. Il 15 marzo 1603 Samuel de Cham- plain partõÁ da Hon¯eur con l'incarico di valutare la possibilitaÁ di stabilire una

5Come per Terranova, anche in Nuova Scozia furono la posizione strategica e le possi-

bilitaÁ di sfruttamento della ricca fauna ittica, ben piuÁ della qualitaÁ dei terreni (si tratta delle propaggini nordorientali del corrugamento appalachiano), ad animare le rivalitaÁ coloniali. Nel 1604 venne fondata Canso e nel 1605 Port Royal (i francesi vi trasferirono i coloni dell'IÃle Saint Croix fondata l'anno precedente al con®ne tra gli odierni New Brunswick e Maine) che, assediati e distrutti piuÁ volte diverranno gli unici insediamenti permanenti inglesi in Nova Scotia prima della fondazione di Halifax (1749). Ancora in Nuova Scozia, i francesi distrus- sero l'avamposto inglese di Fort Rosemar (nel 1629 due mesi dopo la sua fondazione), costruirono Fort Sainte Anne (1629), Fort St Louis (1630), Fort Saint Francois (1632) e, per volontaÁ del governatore Isaac de Razilly, Fort Sainte Marie de Grace a difesa della colonia di La HeÁve (1632) che con i sui 300 abitanti fu capitale della Nuova Francia ®no al 1636. In questa fase della colonizzazione la contesa riguardoÁ principalmente odierne Province Ma- rittime del Canada (Terranova e Labrador, Nuova Scozia e Nuovo Brunswick).

6Gli innu si distinguevano in montagnais (stanziati lungo il San Lorenzo tra il St

Maurice e Sept Iles), naskapi (in Labrador) e attikamek (nell'alta valle del St Maurice a N di MontreÂal).

7Tra i primi e piuÁ noti commercianti di pellicce del Nuovo Mondo vi fu FrancËois GraveÂ

du Pont (o Le Pont, PontgraveÂ). Dedito al commercio delle pellicce in questi territori dall'ultimo quarto del XVI secolo, nel 1599 raggiunse il sito dell'odierna Trois-RivieÁres insieme a Pierre de Chauvin de Tonnetuit (capitano e luogotenente della Nuova Francia che moriraÁ nel 1603). Entrambi ugonotti, avevano ottenuto da Enrico IV un monopolio per il commercio delle pelli nella Nuovelle France. Enrico, protestante di nascita, si era convertito al cattolicesimo per poter regnare, ma riservoÁ ampi spazi agli ugonotti nel suo governo. Nel 1600, nonostante il monopolio fosse stato ampliamente emendato, du Pont e de Chauvin (al secondo si deve la scelta del sito) fondarono una stazione commerciale a Tadoussac, nel basso corso del San Lorenzo alla con¯uenza del ®ume Saguenay (conside- rato il piuÁ antico sito rimasto della colonizzazione francese nelle Americhe, anche se si trattava di un insediamento non uf®ciale). Cinque degli uomini arrivati con quattro navi dalla Francia sopravvissero all'inverno 1600-1601, ma la Chiesa cattolica non riconobbe Tadoussac perche fondata da protestanti.

base per conto del monopolio francese delle pellicce: nel 1604 fondoÁ Port Royal nell'Acadia, prima colonia permanente francese; nel 1608 visitoÁ la penisola di GaspeÂ, giunse a Tadoussac, risalõÁ il San Lorenzo ®no alle rapide di Lachine e

fece costruire il fortino di QueÂbec8.

In seguito alla riscoperta di un antico processo d'infeltrimento della pelle di castoro, agli inizi del XVII secolo i cappelli prodotti in questo modo divennero di gran moda e nessun europeo suf®cientemente agiato ne era sprovvisto. Per- tanto si originoÁ una vera e propria corsa da parte dei mercanti francesi, olandesi e inglesi per garantirsi il controllo del commercio delle pellicce nel Nuovo

Mondo9.

Le compagnie commerciali ®orirono rapidamente. Alcune ebbero parabole ef®mere, altre come la Compagnia inglese della Baia di Hudson, fondata nel 1670 e che segnoÁ l'inizio della penetrazione inglese in Canada, sono tutt'oggi attive. Questi sodalizi realizzarono avamposti commerciali difesi da fortilizi, attorno ai quali crebbero i primi insediamenti. Cacciatori e commercianti intraprendenti divennero coureurs des bois (detti bush-lopers dagli inglesi) che, pur non avendo il

permesso delle autoritaÁ, commerciavano le pelli direttamente con gli indiani10.

8Nel sito della cittaÁ odierna, dove il Saint Charles con¯uisce nel San Lorenzo ed ha

inizio l'estuario di quest'ultimo, si trovava il villaggio algonchino di Stadacona, compreso tra capo Diamante e le colline su cui sorge oggi il sobborgo di LeÂvis. La cittadella, cinta di mura, domina ancora oggi il ®ume, mentre a N si estende una vasta depressione attraver- sata dal Saint Charles.

9Nel 1610 Champlain fece ritorno in Francia nel vano tentativo di rinnovare, insieme a

Pierre du Gua sieur de Mons, succeduto a de Chauvin come luogotenente generale per la Nuova Francia e l'Acadia, il monopolio commerciale delle pellicce. Riuscirono comunque a concludere un accordo con alcuni commercianti di Rouen in base al quale QueÂbec divenne un loro emporio esclusivo in cambio del supporto economico offerto dai mercanti all'insediamento: ogni anno a QueÂbec arrivavano giaÁ 15.000 pelli di castoro (particolar- mente spesse e luminose). Il ®orente commercio delle pelli scatenoÁ gli irochesi (mohawk), spalleggiati dai mercanti olandesi che operavano lungo il ®ume Hudson, contro gli huroni che commerciavano con i mercanti francesi presso il San Lorenzo.

10Dato che il commercio del pellame era molto lucroso la competizione divenne feroce

e molti coloni si avventuravano fuori dai territori colonizzati verso W e a N per stabilire dei contatti diretti con gli indiani. Le autoritaÁ di MontreÂal e gli uf®ciali del re non vede- vano di buon occhio chi lasciava le aree agricole per cercare fortuna col commercio e preferivano che il trasporto delle pellicce fosse gestito dagli amerindiani, piuÁ che da com- mercianti indipendenti e non regolati che portavano pelli in abbondanza tanto da saturare il mercato. Alcune ordinanze reali furono emanate allo scopo di regolare il traf®co e, tra il 1674 e il 1690 venne proibito commerciare nei boschi con la minaccia di pena pecuniaria alla prima infrazione, e della condanna alla prigione alla seconda. Nel 1696, e poi dal 1729 ®no alla caduta della Nuova Francia fu instaurato il sistema dei congeÂ, ossia il rilascio di un numero prestabilito di permessi, al ®ne di ridurre e controllare i coureurs des bois auto- rizzati a commerciare, registrandoli uf®cialmente. Tuttavia queste autorizzazioni, vendute dal governo coloniale, venivano comprate in blocco da mercanti, commercianti e membri

Ad alcuni coureurs des bois si devono importanti esplorazioni geogra®che; le imprese di altri determinarono l'esito della guerra economica tra le compagnie commerciali. Tra i primi sono EÂtienne BruÃleÂ, Jean Nicolet, Louis Jolliet e Jacques de Noyon, tra i secondi Pierre-Esprit Radisson e MeÂdard des Groseilliers.

Nell'ambito della penetrazione canadese il lago Ontario11, il piuÁ piccolo e

orientale dei Grandi Laghi, fu il primo a essere visitato dagli europei (BruÃle nel 1610), mentre nel 1615 Champlain scoprõÁ l'Huron, arrivando alla foce del French River nella Georgian Bay, dove incontroÁ un gruppo di 300 indiani ottawa che chiamoÁ les cheveux releveÂz. Non potendo superare agevolmente le rapide ``Lachine'', il ®ume Ottawa era allora la piuÁ sicura via di collegamento tra il San Lorenzo, Huronia (presso la Georgian Bay) e la Baia di Hudson.

Nel 1629 lo stesso Brule scoprõÁ il lago Superiore, Nicolet raggiunse il

Michigan nel 1634 e Jolliet l'Erie nel 1669 (Butter®eld, 1898, pp. 167-174)12.

Nel 1688 saraÁ Noyon a esplorare la regione a W del lago Superiore: Boundary Waters, il territorio al con®ne tra Stati Uniti e Canada detto anche Quetico-

Superior country13.

della classe dirigente che avevano interessi nella tratta delle pellicce, i quali poi li ridistri- buivano ai loro collaboratori che non venivano registrati. In questo modo si creoÁ una seconda generazione di coureurs des bois: i voyageurs.

11L'idronimo sembra derivare dal termine irochese skanadario (stupenda acqua). 12Arrivato in Nordamerica nel 1608 e, sopravvissuto al terribile inverno del 1609, il

giovane Brule (1592-1633) fu inviato da Champlain presso gli indiani huron (lungo le sponde della Georgian Bay a un mese di cammino da QueÂbec) al ®ne di conoscerne il territorio, apprenderne la lingua e lo stile di vita. Contemporaneamente un giovane hurone andoÁ a vivere con gli europei allo stesso scopo. Nel 1613, Brule fece da interprete allo stesso Champlain nell'esplorazione della terra degli huroni. Nella speranza di trovare il ``mare settentrionale'' (probabilmente la Baia di Hudson) di cui aveva avuto notizie, risalõÁ il ®ume Ottawa e incontroÁ la nazione kitchesipirini, ``il popolo del grande ®ume'' con riferimento all'Ottawa. Stanziati nell'IÃle aux Allumettes in un collo del ®ume, i kitchesi- pirini occupavano un'area compresa tra Lac des Deux-Montagnes e Pembroke (ON). Si trattava di una posizione strategica e Champlain si offrõÁ di costruire alla tribuÁ del capo algonchino Tessouat un fortilizio se questi fossero stati disposti ad abbandonare i loro territori per trasferirsi presso le rapide di Lachine. In seguito, Champlain e i gesuiti criticarono spesso l'adozione dei costumi huroni da parte di BruÃleÂ, e il suo commercio di pellicce con i nativi al di fuori del controllo delle autoritaÁ. Fu imprigionato per un anno a QueÂbec, insegnoÁ ai gesuiti la lingua degli huroni, e fu rimandato in Europa con la proibizione di fare nuovamente ingresso in America. Giunto in Inghilterra, aiutoÁ gli inglesi a conquistare QueÂbec (nel 1629), ma ritornato in Nordamerica continuoÁ a vivere con i nativi facendo da interprete nei rapporti commerciali con i francesi. La ricognizione e la cartogra®a dei Grandi Laghi furono inizialmente dif®cili e solo nel 1632 Champlain realizzoÁ la prima carta della regione, in cui erano rappresentati i laghi da lui conosciuti (Huron, Ontario e Superiore). Si dovraÁ attendere il 1852, perche la U.S. Lake Survey pubblicasse le prime carte dei Grandi Laghi, aggiornate nel 1882.

Champlain tra il 1620 e il 1628 si stabilõÁ a QueÂbec dove, nel 1633, introdusse duecento coloni e alcuni missionari gesuiti, costruõÁ un porto, riorganizzoÁ il

commercio delle pelli e concluse la pace con gli irochesi14. Tra i primi insedia-

menti francesi si ricorda anche Trois RivieÁres fondata nel 1634 dalla Compagnia

della Nuova Francia15. [Fig. 6 p. 591]

Negli anni seguenti i gesuiti entrarono in con¯itto con i commercianti,

accusandoli di corrompere gli indiani con l'alcool16. Di fatto, tra il 1634 e il

con altri tre uomini e risalõÁ il ®ume Kaministiquia seguendo la via d'acqua percorsa dagli indiani per superare lo spartiacque laurenziano (Atikokan, ON). Costruirono un forte, stabilirono contatti con gli indiani assiniboine e trascorsero l'inverno preso il lago Rainy. Solo quarant'anni piuÁ tardi, La VeÂrendrye esploroÁ le Boundary Waters, regione che avreb- be assunto un ruolo centrale nel commercio delle pellicce tra i Grandi Laghi e il Canada nordoccidentale.

14Presa dagli inglesi nel 1629, tre anni dopo, in base al trattato di St Germain en Laye,

QueÂbec fu resa alla Francia, che la dotoÁ di una serie di istituzioni religiose (quattro reÂcollets provenienti da Rouen erano giunti a QueÂbec nel 1615) atte a favorirne lo sviluppo. Poco dopo vennero fondati il collegio dei gesuiti (1635), l'ostello e asilo per fanciulle diretto da orsoline (1639) e, quindi, un seminario (1663). Considerata la chiave di volta del dominio francese, la cittaÁ fu piuÁ volte attaccata dagli inglesi che, dopo due tentativi falliti, nel 1690 e nel 1711, riuscirono a conquistarla nel 1759 quando la guarnigione si arrese dopo una memorabile battaglia nelle pianure di Abraham.

15Creata da Richelieu (1627) con lo scopo di colonizzare il paese in cambio del mo-

nopolio del commercio delle pellicce e del potere sul territorio a titolo di signoria feudale. Nel 1663 la Compagnia fu sciolta e la Nuova Francia divenne una colonia amministrata direttamente dalla corona francese. Il Cardinale diede allora impulso alla manifattura e promosse la creazione di compagnie monopolistiche sul modello olandese (la Compagnia di MontreÂal venne fondata nel 1642 e nel 1643 seguiraÁ quella di Fort Dauphin in Madaga- scar), per la valorizzazione dei territori d'oltremare, gettando cosõÁ le basi del primo Impero coloniale francese.

16Ben presto l'alcool divenne una seria minaccia per l'opera dei gesuiti: in maniera

crescente i nativi scambiavano le pellicce con ``acqua di fuoco'' e molti convertiti abiura- vano le loro scelte, trovando piuÁ piacere nella bottiglia che nella Bibbia. I gesuiti iniziarono allora a chiedere al re una legislazione che mettesse al bando o limitasse il commercio degli alcolici con i nativi. Con un decreto del 23 febbraio 1662 fu proibita la vendita di alcolici in cambio di pellicce, pena la scomunica; nel 1679 un secondo decreto proibõÁ la vendita di alcolici fuori dalle abitazioni francesi e chiunque fosse stato colto nell'atto di trasportare alcolici verso i villaggi indiani poteva essere multato o imprigionato. Quanto all'impegno dei gesuiti nella Nouvelle France eÁ evidente il ruolo rilevante che ebbero nello sviluppo e nella conoscenze del Canada, anche attraverso le loro Relazioni. Gran parte delle prime esplorazioni dell'Upper Country (la regione dei Grandi Laghi, l'Ontario e il Quebec ®no alla Baia di Hudson) fu compiuta dai membri dell'ordine. Le loro mappe e diari erano ricchi di informazioni impagabili; spesso i gesuiti furono i primi europei a mettere piede o vedere terre, laghi e ®umi cui diedero nome. Le loro scoperte contribuirono fortemente alla costruzione del moderno Canada e molte cittaÁ odierne crebbero attorno alle missioni, cosõÁ come sono numerosi i collegi e le scuole ancora attivi che vennero fondati dai gesuiti.

1639, gli huroni furono decimati da violente epidemie, mentre la penetrazione francese procedeva a rilento a causa dell'ostilitaÁ degli indigeni particolarmente bellicosi, e dello scarso numero di coloni presenti sul suolo americano.

Nella Nuova Francia (Acadia e valle del San Lorenzo) si contavano 680 coloni nel 1651 e solo nella seconda metaÁ del Seicento vi si stabilõÁ un gruppo di ®gli cadetti della nobiltaÁ francese che formarono l'aristocrazia locale, orgoglio- samente legata alla Francia, ma non intenzionata a farvi ritorno e neppure

capace di controllare la societaÁ locale17.

Vicende simili a quelle di QueÂbec riguardano MontreÂal, sorta sull'isola

(520 km2) lambita dal San Lorenzo e dalla RivieÁre des Prairies, ramo secondario

del ®ume Ottawa, dove Cartier aveva trovato il villaggio indiano di Hochelaga. Nel 1642, Paul de Chomedey Maisonneuve, in nome della compagnia di MontreÂal, fondoÁ il centro commerciale di Ville Marie, avamposto militare

contro gli irochesi che lo devastarono nel 1689 (massacro di Lachine)18. Ribat-

tezzata MontreÂal nel 1700, fu conquistata nel settembre 1760 dagli inglesi che non riuscirono peroÁ ad assimilare il gruppo francese (Nader, 1975 e 1976; Stelter e Artibise, 1982).

Nel 1627, per organizzare razionalmente il territorio della Nuova Francia, favorirne il popolamento e valorizzare maggiormente l'asse del San Lorenzo che forniva acqua e fungeva da via di trasporto, il cardinale Richelieu introdusse il sistema delle seigneuries, dal nome delle lunghe strisce di terreno poste ai lati del grande ®ume. Ogni parcella, proprietaÁ del re di Francia, veniva af®data al seigneur; alla Chiesa cattolica romana vennero concesse en seigneurie quasi il 30% delle terre. A sua volta ciascun seigneur suddivideva il terreno tra i censi-

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