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p.s, Gruppi di continuità, Quadri distribuzione energia,

Nel documento Sport e fisco (pagine 115-121)

SOCIETÀ E ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE

U. p.s, Gruppi di continuità, Quadri distribuzione energia,

Gruppi Elettrogeni, Trasfor- matori media e bassa tensio- ne, Interruttori,differenziali di protezione efusibili, Cavi

La Commissione Tributaria Provinciale di Caltanissetta richiama la giurisprudenza della Cassazione, in particolare di due sentenze entram- be del 2015 n. 16596 e n. 21977, secondo le quali il criterio discretivo tra spese di pubblicità e spese di rappresentanza va individuato nella diversità degli obiettivi, dal momento che costituiscono spese di rappre- sentanza i costi sostenuti per accrescere il prestigio e l’immagine della società, senza alcuna aspettativa di incremento delle vendite, mentre, sono invece spese di pubblicità quelle erogate per la realizzazione di iniziative tendenti alla pubblicizzazione dei prodotti e dei marchi azien- dali con il fine diretto di incrementare le vendite.

Nel caso in esame dalla documentazione prodotta in giudizio dalla ricorrente emergeva che tanto sulle maglie degli atleti quanto nei luoghi in cui si tenevano le manifestazioni e sui manifesti delle partite era in- dicato solo il logo dell’azienda ma non veniva pubblicizzato nessun prodotto o marchio aziendale.

Nel caso del Calcio Trento l’applicazione del concetto espresso dal- la CTP porterebbe all’inserimento sulle divise di giuoco di una descri- zione analitica e dettagliata dei prodotti che MARCHIOL produce e vende. Solo in questo modo Marchiol manterrebbe la deducibilità inte- grale del costo della sponsorizzazione come “spesa di pubblicità” evi- tando di veder “migrare” questo costo verso il mondo delle “spese di rappresentanza”, assai più penalizzante perché le spese di rappresentan- za sono deducibili in una misura percentuale legata al fatturato, perché l’IVA in parte è indetraibile, ecc.

Ovviamente si tratta di una provocazione mirata a stimolare il ragio- namento e la consapevolezza di quanta poca chiarezza pervada ancora oggi il nostro operare nel settore. Attendiamo fiduciosi questa immi- nente e tanto agognata “Riforma del III settore” per avere qualche utile indicazione anche se sono dell’avviso che, almeno nello sport dilettan- tistico, sarebbe sufficiente chiarire meglio quelle regole che già abbia- mo a disposizione e non inventarcene delle nuove.

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APPENDICE19

La cosa che forse maggiormente stupisce e della quale occorre pren- dere comunque atto è che il legislatore non ha approfittato sino in fondo della “riforma del terzo settore” per dare una connotazione chiara e or- ganica del mondo sportivo preferendo invece regolamentare la materia ancora una volta con provvedimenti frammentari.

In verità è la legge di bilancio 2018 a parlarci delle più grandi e im- portanti novità e non la legge di riforma di cui sopra soprattutto perché è con il varo dell’ultima legge di stabilità che viene introdotto nel no- stro ordinamento giuridico la nuova società sportiva dilettantistica lu- crativa.

Alla luce delle novità introdotte per le associazioni sportive dilettan- tistiche si prospettano tre possibili connotazioni:

- mantenimento della sola iscrizione nel registro del CONI “nuova ver- sione”, continuando così a beneficiare delle più volte accennate “agevolazioni”20 fiscali ed extra-fiscali;

- entrare nel “Terzo Settore” chiedendo l’iscrizione nella sezione “g) altri enti del terzo settore” del registro unico nazionale di cui al- l’articolo 46, comma 1, del CTS21;

- entrare nel “Terzo Settore” chiedendo l’iscrizione previa verifica dei requisiti specifici richiesti ex art. 35 del CTS come Associazione di Promozione Sociale.

In entrambi gli ultimi due casi diventando, rispettivamente, una ETS o una APS svolgente l’attività indicata all’articolo 5, comma 1, “t) organizzazione e gestione di attività sportive dilettantistiche”.

19 Alla data del Convegno “Sport e Fisco” tenutosi presso l’Università degli Studi di

Trento – Facoltà di Giurisprudenza – il 24 febbraio 2017, sembrava imminente la pub- blicazione del nuovo codice del Terzo Settore e, con esso, la possibile modificazione di alcuni riferimenti normativi e procedurali relativi alle ASD e SSD. La presente appen- dice, facendo cenno anche alla “riforma del Terzo Settore”, si prefigge di riassumere schematicamente le principali novità intervenute tra la data del Convegno e la pubblica- zione del presente testo.

20 Cfr. paragrafo 14 – ASD e SSD – Cenni relativi alle principali Agevolazioni. 21 CTS: Codice Terzo Settore d.l. 3 luglio 2017 n. 117.

Analogamente le ASD che abbiano anche la caratteristica di O.N.L.U.S. dovranno operare una scelta in tal senso visto che la disci- plina degli artt. 10 e seg. d.lgs. n. 460/97 sarà definitivamente abrogata a decorrere dal periodo d’imposta successivo all’entrata in vigore del

Registro Unico del Terzo Settore.

Non è questa la sede per analizzare i vantaggi e gli svantaggi di ope- rare una scelta piuttosto che un’altra, tema che sarà oggetto di futuri e approfonditi interventi in materia. Per previsione normativa l’ingresso a tutto tondo nel Terzo Settore comporterà l’impossibilità di applicare, per esempio, le norme di favore di cui all’art. 148 TUIR sulla defisca- lizzazione dei corrispettivi specifici a fronte di prestazioni rese ad asso- ciati, tesserati o altri enti aderenti alla stessa organizzazione territoriale o nazionale, ovvero il “paracadute” previsto all’art. 149 dello stesso TUIR laddove prevede la non applicazione alle ASD dei parametri che determinano la perdita delle caratteristiche di Ente non commerciale, o anche l’applicazione della legge 398/91.

Indubbiamente saranno altre le agevolazioni che potranno essere fruite optando per il Terzo Settore e molto, a mio avviso, dipenderà dal- le caratteristiche soggettive dei vari enti, dalla loro ampiezza e impor- tanza a livello territoriale, dalla complessità dell’organizzazione e del- l’attività sportiva effettivamente esercitata.

Come detto poc’anzi, l’art. 1, commi da 353 a 357, della legge 205/201722 ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico la società

sportiva lucrativa prevedendo che “le attività sportive dilettantistiche possono essere esercitate con scopo di lucro in una delle forme societa- rie di cui al Titolo V del Libro V del Codice civile”. È altresì previsto che, a pena di nullità, lo Statuto delle società sportive dilettantistiche con scopo di lucro deve contenere:

a) nella denominazione o ragione sociale, la dicitura «società sportiva dilettantistica lucrativa»;

b) nell’oggetto o scopo sociale, lo svolgimento e l’organizzazione di attività sportive dilettantistiche;

c) il divieto per gli amministratori di ricoprire la medesima carica in altre società o associazioni sportive dilettantistiche affiliate alla me-

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desima federazione sportiva o disciplina associata, ovvero ricono- sciute da un ente di promozione sportiva nell’ambito della stessa di- sciplina;

d) l’obbligo di prevedere nelle strutture sportive, in occasione dell’aper- tura al pubblico dietro pagamento di corrispettivi a qualsiasi titolo, la presenza di un «direttore tecnico» che sia in possesso del diploma ISEF o di laurea quadriennale in Scienze motorie o di laurea magi- strale in Organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attivi- tà motorie (LM47) o in Scienze e tecniche delle attività motorie pre- ventive e adattate (LM67) o in Scienze e tecniche dello sport (LM68), ovvero in possesso della laurea triennale in Scienze moto- rie.

L’Ires è ridotta alla metà nei confronti delle società sportive dilettan- tistiche lucrative riconosciute dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI). L’agevolazione si applica nel rispetto delle condizioni e dei limiti del regolamento (UE) n. 1407/2013 della Commissione, relativo agli aiuti de minimis23.

Inoltre non è applicabile la disciplina del rapporto di lavoro subordi- nato non solo alle collaborazioni rese a fini istituzionali in favore delle associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate alle federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive associate e agli enti di pro- mozione sportiva riconosciuti dal Coni (come previsto dalla legislazio- ne vigente) ma anche alle società sportive dilettantistiche lucrative.

Si applica l’aliquota Iva ridotta al 10% ai servizi di carattere sporti- vo resi dalle società sportive dilettantistiche lucrative riconosciute dal CONI nei confronti di chi pratica l’attività sportiva a titolo occasionale o continuativo in impianti gestiti da tali società.

In conseguenza di tutto quanto previsto, all’elencazione dell’art. 90, comma 17, l. 289/200224 dovranno essere aggiunte tutte le fattispecie di

enti collettivi previsti dal libro V del Codice civile, ivi comprese le so- cietà di persone per le quali non sussisterà il limite del divieto di scopo di lucro e/o della distribuzione dell’utile ai soci.

23 Tale previsione, di fatto, sembra limitare l’accesso alle lucrative solo ai soggetti

Ires con buona pace delle società di persone.

24 Associazioni riconosciute e non riconosciute, società di capitali (S.r.l. e S.p.a.) e

Questa novità succede a quanto già accaduto nel professionismo sportivo disciplinato dalla legge n. 91/1981 laddove è stato già da tem- po eliminato il divieto allo scopo di lucro favorendo così l’ingresso del- le società sportive nel mondo delle quotazioni di borsa.

Lo stesso d.lgs. n. 112/2017 all’articolo 3, comma 3, prevede che: l’impresa sociale può destinare una quota inferiore al 50% degli utili e degli avanzi di gestione annuali, dedotte eventuali perdite maturate ne- gli esercizi precedenti… alla distribuzione… di dividendi ai soci in mi- sura comunque non superiore all’interesse massimo dei buoni postali fruttiferi aumentato di due punti e mezzo rispetto al capitale effettiva- mente versato…

La disciplina dovrà ora essere “omologata” da parte dell’ordinamen- to sportivo.

Si ritiene, infatti, che ai sensi di quanto previsto dall’articolo 7, d.l. 136/2004 (convertito nella l. 186/2004) e dall’articolo 29, comma 4-bis, dello Statuto del CONI, anche le “sportive lucrative” dovranno e potranno essere riconosciute ai fini sportivi dal CONI (“…il CONI è l’unico organismo certificatore della effettiva attività sportiva svolta dalle società e associazioni sportive dilettantistiche…”) mediante l’iscri- zione nell’apposito Registro.

Infatti il primo comma del citato articolo 29 prevede che le società e associazioni sportive non abbiano scopo di lucro “…fatti salvi i casi previsti dall’ordinamento…”.

Registro che, sulla base di quanto disposto dall’articolo 5, comma 2, lett. c), d.lgs. 242/1999 e dall’articolo 1 del “Regolamento di funziona- mento del registro nazionale delle associazioni e società sportive dilet- tantistiche” (approvato con delibera CN CONI n. 1574 del 18.07.2017), “è istituito dal CONI per il riconoscimento ai fini sportivi delle associa- zioni e società sportive dilettantistiche”.

IL REGIME AGEVOLATIVO DELLA LEGGE N. 398/91:

Nel documento Sport e fisco (pagine 115-121)

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