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Il Pacchetto Clima Energia 2030

Il 23 - 24 ottobre del 2014 il Consiglio d’Europa ha approvato il nuovo pacchetto clima energia per il 2030 ove sono stati stabiliti i tre pilastri della nuova politica energetica dell’Unione Europea 407 e definita la posizione dell’UE in vista della Conferenza delle parti UNFCCC di Parigi prevista – ed effettivamente tenutasi - nel novembre - dicembre 2015408.

Il pacchetto in esame è nato con la finalità di garantire certezza normativa per gli investitori e si propone come stimolo costante per progredire verso un’economia a basse emissioni di carbonio e per la realizzazione di un sistema energetico competitivo e sicuro. Tutto ciò garantirà prezzi accessibili per tutti i consumatori, maggiore sicurezza delle forniture energetiche, maggiore efficienza energetica, minore dipendenza dalle importazioni di energia dall’estero e nuove opportunità per la crescita e l’occupazione.

I numeri della nuova strategia europea nella lotta ai cambiamenti climatici sono 40 - 27 - 27.

In estrema sintesi l’Unione Europea ha sancito:

a) un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni inquinanti di gas serra di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030;

407 Giova precisare che il 22 gennaio del 2014 la Commissione europea aveva presentato al

Parlamento e al Consiglio europeo il pacchetto clima-energia per il 2030, ove si prevedeva una riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 40%, un obiettivo non vincolante del 27% per le rinnovabili e politiche più ambiziose in materia di efficienza energetica. Dopo le tensioni tra Europa e Russia in materia di sicurezza energetica la Commissione, con la Comunicazione COM(2014), 520 final del luglio scorso, tramutò la proposta di politiche più ambiziose per l'efficienza energetica in un obiettivo non vincolante del 30%. Nel contempo, la Commissione intervenne anche sull'obiettivo del 27% per le rinnovabili che passò da non vincolante a vincolante. Tale proposta è stata poi inviata al Consiglio e al Parlamento per l’approvazione.

408 Cfr. le conclusioni del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre 2014, 24.10. 2014 (OR. en)

Profili costituzionali delle fonti energetiche rinnovabili

187 b) un obiettivo vincolante di portare al 27% la quota di energia da fonti

rinnovabili sul totale dell’eurozona;

c) un obiettivo indicativo di incrementare del 27% l’efficienza energetica. Inoltre ha sostenuto l’urgente necessità di provvedere, non oltre il 2020, al completamento del mercato interno dell'energia realizzando l'obiettivo del 10% per le interconnessioni elettriche esistenti - in particolare per gli Stati baltici e la penisola iberica - al fine di arrivare ad un obiettivo del 15% entro il 2030.

Per incentivare l’obbligo di riduzione del 40% delle emissioni nocive l’UE si affida principalmente al mercato europeo delle emissioni (EU - ETS) e a nuove misure in settori finora non coperti dagli obblighi di abbattimento delle emissioni come agricoltura, trasporti ed edilizia.

Con specifico riferimento al sistema di Emission trading europeo è in cantiere una proposta sulla costituzione ed il funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato nel sistema ETS, a modifica della direttive 2003/87/CE e 2009/29/CE.

Lo strumento di stabilizzazione del mercato ha l’obiettivo di modificare il fattore annuale di riduzione del tetto massimo di emissioni consentite dall'1,74% al 2,2% a partire dal 2021. Inoltre il medesimo prevede di continuare a procedere con l’assegnazione delle quote di emissione a titolo gratuito anche dopo il 2020 così da agevolare tutti i settori industriali e con la precisazione che, per gli Stati membri con un PIL pro capite inferiore al 60% della media, il sistema di assegnazione gratuita delle quote rimarrà in vigore fino al 2030.

Viene inoltre previsto di accantonare una riserva pari al 2% delle quote di emissione da utilizzare per investimenti aggiuntivi particolarmente elevati in Stati membri a basso reddito e la redistribuzione del 10% delle quote messe all’asta fra i paesi il cui PIL pro capite non ha superato il 90% della media dell'UE nel 2013.

Con riguardo al secondo obiettivo, il Consiglio ha sancito che la percentuale del 27% vale come impegno eurounitario, senza tuttavia impedire agli Stati membri di fissare propri obiettivi nazionali più ambiziosi in linea con gli orientamenti sugli aiuti di Stato.

Profili costituzionali delle fonti energetiche rinnovabili

188 Inoltre il Consiglio europeo, come già accennato, ha rilevato la fondamentale importanza di un mercato interno dell'energia pienamente funzionante e connesso e pertanto ha ritenuto necessario l’introduzione dell’obiettivo minimo di interconnessioni della rete elettrica rispetto alla produzione installata.

L'intesa per l'interconnessione delle reti prevede due step.

Il primo step, da raggiungersi entro il 2020 prevede di raggiungere il 10% di reti in comune, mentre il secondo, da raggiungersi entro il 2030, prevede di raggiungere il 15% di reti in comune, andando altresì a comprendere anche aree meno collegate al mercato interno.

Il miglioramento della rete, chiaramente, porterà a un miglioramento dell’efficienza energetica e un aumento del risparmio.

Giova precisare che il 25 febbraio 2015, in attuazione degli obiettivi del pacchetto clima energia 2030, è stato pubblicato il pacchetto "Unione dell'energia"409.

Il pacchetto mira a completare il mercato interno dell’energia, a ridurre la dipendenza energetica dall’estero, a ridurre i costi energetici e a garantire competitività a cittadini e imprese.

A questi obiettivi si affianca quello di realizzare una economia a basse emissioni di carbonio attraverso la progressiva riduzione dell’utilizzo delle fonti fossili.

Per raggiungere i richiamati obiettivi il piano individua principalmente due strumenti: il miglioramento delle interconnessioni energetiche tra gli Stati membri e la modernizzazione delle infrastrutture.

Il pacchetto "Unione dell'energia" si compone di tre comunicazioni: una strategia quadro per l'Unione dell'energia410, una comunicazione contenente le

409 COM(2015) 80 final, 25.02.2015, Pacchetto "unione dell'energia" - Comunicazione della

Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti - Una strategia quadro per un'unione dell'energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici. E’ opportuno precisare che l'Unione dell'energia è una delle cinque priorità inserite nell'agenda strategica del Consiglio europeo adottata il 26 e 27 giugno 2014.

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189 linee guida eurounitarie per il nuovo accordo globale sul clima ( Parigi 2015)411 e, infine, una comunicazione che descrive le misure per raggiungere l'obiettivo del 10% di interconnessione elettrica entro il 2020412.

La strategia quadro per l’Unione dell’energia punta a garantire sicurezza negli approvvigionamenti, soprattutto in vista di momenti di crisi esterne, a rafforzare il mercato interno dell’energia mediante un miglioramento delle interconnessioni energetiche, a migliorare l’efficienza energetica come mezzo per moderare la domanda energetica, a garantire competitività all’UE, a ridurre le emissioni di anidride carbonica e a fare dell’UE la leader nel settore delle rinnovabili.

Nella comunicazione contenente le linee guida eurounitarie per il nuovo accordo globale sul clima l’Unione europea ribadisce la necessità di una cooperazione internazionale per la lotta contro i cambiamenti climatici e formalizza l'obiettivo di ridurre del 40% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, come stabilito nel Consiglio europeo dell'ottobre 2014.

Infine vi è una terza comunicazione ove si descrivono gli strumenti e le modalità attraverso le quali raggiungere l'obiettivo del 10% per le interconnessioni elettriche entro il 2020 quale obiettivo sancito dal pacchetto clima-energia 2030.

Orbene, il pacchetto clima - energia 2030, al di là delle apparenze, non ha soddisfatto le aspettative.

In primis il pacchetto non contiene atti normativi vincolanti.

Inoltre gli impegni concordati dal Consiglio Europeo non risultano coerenti con l’obiettivo di riduzione delle emissioni di almeno l’80% al 2050 quale unico meccanismo in grado di contribuire a contenere il riscaldamento del pianeta almeno sotto la soglia critica dei 2°C.

411 COM(2015)81 fin. del 25.02.2015 – Allegato della Comunicazione della Commissione al

Parlamento europeo e al Consiglio - Il Protocollo di Parigi - Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020.

412 COM (2015)82 fin. del 25.02.2015- Comunicazione della Commissione al Parlamento

europeo e al Consiglio - Raggiungere l'obiettivo del 10% di interconnessione elettrica. Una rete elettrica europea pronta per il 2020.

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190 La lotta globale contro il cambiamento climatico ha bisogno di un trattamento d'urto radicale.

Un simile trattamento implica obiettivi più ambiziosi.

Sarà necessario allargare lo spettro delle imprese subordinate all’obbligo di emissione, in particolare individuandole non tanto in relazione al settore di riferimento ma soprattutto in relazione alla produzione di emissioni inquinanti. Risulta indispensabile aumentare in maniera più incisiva la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, così da poter passare entro i prossimi 16 anni dall’uso intensivo dei combustibili fossili allo sfruttamento delle fonti inesauribili.

Inoltre è indispensabile introdurre meccanismi sanzionatori che vadano a colpire tutte le imprese inadempienti rispetto all’obbligo di riduzione delle emissioni.

Di ciò non v’è traccia nel nuovo pacchetto clima - energia e tale lacuna non può che lasciare l’amaro in bocca.

Fino a che non si agirà lungo le direttrici segnalate le azioni eurounitarie intraprese per la lotta contro i cambiamenti climatici saranno meramente palliative e gli obiettivi più volte ricordati volti alla riduzione dell’utilizzo delle fonti fossili a favore delle rinnovabili, alla riduzione della dipendenza energetica dall’estero e alla sicurezza energetica rimarranno lettera morta.