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1. Nunes Vais: il più celebre dei “dilettanti”

La macchina che prima non era atta se non alla rappresentazione brutale della realta e oggi divenuta nelle Sue mani uno strumento d’infinita delicatezza poetica. […] Grazie per questo inatteso piacere, o artefice della luce e dell’ombra”.

Gabriele D'Annunzio1

Mario Nunes Vais nasce a Firenze nel 1856 in un'agiata famiglia ebraica di origine livornese. Di professione agente di cambio, come lo era stato il padre, si avvicina alla fotografia nei primi anni Ottanta, quando l'affermazione della gelatina d'argento e la nascita di studi in grado di gestire lo sviluppo e la stampa conto terzi rendono possibile la formazione di una comunita di fotoamatori che andra via via allargandosi. Pur non avendo mai fatto della fotografia una professione, Nunes Vais e uno tra gli autori più significativi degli anni a cavallo tra i due secoli, “un dilettante senza nulla di dilettantesco”2 come afferma Lamberto Vitali, la cui produzione ricopre un posto ben

definito nella storia della fotografia italiana. Nel 1890 Nunes Vais viene ammesso nella Societa Fotografica Italiana (SFI) fondata l'anno precedente a Firenze proprio per riunire il mondo degli appassionati con quello dei professionisti della fotografia.3 La

Societa, che per statuto si pone l'obiettivo di promuovere lo studio e il progresso dell'arte fotografica, diventa per Nunes Vais un laboratorio di sperimentazione, un'occasione attraverso la quale approfondire e praticare la sua passione per la fotografia.4 È proprio nell'ambito delle attivita proposte dalla SFI e dei photo-club

associati, infatti, che Nunes Vais, pur rimanendo sempre in disparte sia dalla scena professionistica che dalle ricercatezze della fotografia artistica propriamente detta, partecipa a numerosi concorsi fotografici ottenendone vari riconoscimenti.

1 Gabriele D'Annunzio a Mario Nunes Vais, La Capponcina, novembre 1906. La lettera e stata

pubblicata sul volume di MARCELLO VANNUCCI, Mario Nunes Vais gentiluomo fotografo, Firenze, Bonechi, 1976, p. 31.

2 LAMBERTO VITALI, prefazione al catalogo della mostra Mario Nunes Vais fotografo, Firenze, Palazzo

Vecchio, maggio-giugno 1974, Firenze, Centro Di 1974.

Ritroviamo il suo nome nel Bollettino della Societa gia negli anni Novanta: nel 1891 espone alcune istantanee alla Mostra Nazionale di Palermo, l'anno successivo si classifica sesto nella sezione “ingrandimenti” del concorso della SFI e nel 1899 partecipa all'Esposizione fotografica Nazionale e Internazionale di Firenze, ottenendo il diploma di medaglia d'argento di I grado.

Il suo impegno nella SFI porta rapidamente il fotografo fiorentino a diventarne uno dei soci più attivi e partecipi anche sul piano gestionale, basti ricordare che gia nel 1895 viene eletto tra i sindaci della Societa e che nel 1904 entra a far parte del consiglio di amministrazione.

Gli studi intorno alla sterminata produzione di questo fotografo “irregolare” sono ad oggi ancora sostanzialmente incompleti, poiché la quantita e la varieta dei soggetti nelle fotografie di Nunes Vais si prestano a letture comparatistiche di varia natura. A lungo sottovalutato dalla critica fotografica, il corpus dei suoi lavori, vastissimo per quantita e varieta dei soggetti ha costituito una delle fonti iconografiche più importante per lo studio di singole tematiche, dalla storia della moda a quella dello spettacolo.

Inoltre, aldila di alcuni preziosi ma limitati contributi più recenti, i tentativi di studio intorno all'opera di questo autore si fermano agli anni Settanta, quando, in occasione della costituzione del Fondo Nunes Vais a Roma, vengono promossi studi e mostre monografiche sul suo lavoro.5

Spinto da un grande interesse artistico e da una viva curiosita intellettuale, Nunes Vais stringe amicizia con i più importanti esponenti delle arti e dell'intellettualita fiorentina del periodo, creando nelle sue due residenze - dal 1895 la casa di Piazza dell'Unita e la 4 Si sa con certezza, per esempio, che Nunes Vais utilizzò in più occasioni la terrazza di posa della

Societa. La possibilita di accedervi e le modalita di fruizione erano stabilite dal Regolamento interno della SFI al punto n. 73: “Per l' esecuzioni dei ritratti, i Soci non hanno diritto di introdurre in terrazza se non persone alle quali, dalla generalita dei Soci, non sarebbe negato l’accesso in casa propria. Per non dar luogo a possibili concorrenze a carico di professionisti, per i quali le appresso classi di persone costituiscono un rilevante guadagno professionale, e vietato ai Soci di introdurre in terrazza modelli e artisti di circo, caffe-concerto, operette, corpi di ballo e simili. Il Presidente del Consiglio può, per ogni determinato caso, concedere preventiva autorizzazione scritta, da rimanere affissa nei locali almeno per le precedenti 24 ore”. Regolamento interno della Società fotografica italiana, Firenze, Tipografia di Salvadore Landi, 1904.

5 Oltre al gia citato Mario Nunes Vais fotografo, si veda anche: MARCELLO VANNUCCI, Mario Nunes

Vais fotografo fiorentino, Firenze, Bonechi, 1975; MARCELLO VANNUCCI, Mario Nunes Vais gentiluomo fotografo, Firenze, Bonechi, 1976; MARIA TERESA CONTINI (a cura di), Gli italiani nelle fotografie di Mario Nunes Vais, catalogo della mostra tenutasi a Roma, Palazzo Venezia, 15

novembre-10 dicembre 1978, prefazione di Oreste Ferrari, Firenze, Centro Di 1978; MARIA TERESA CONTINI (a cura di), I fiorentini fotografati da Nunes Vais, Firenze, SP 44, 1978.

villa di campagna di Pian de' Giullari - degli autentici cenacoli artistici la cui fama andra ben oltre i confini cittadini.

La cifra di Nunes Vais e in buona sostanza quella del testimone. Lontano dalla perfezione formale e dalle tendenze della fotografia artistica in voga nel periodo, e al di la delle sperimentazioni estetiche cui pure non sara del tutto alieno, il "principe dei dilettanti" e spinto soprattutto dall'urgenza di documentare il suo tempo. Lo fa sia attraverso i ritratti posati, per i quali e generalmente ricordato, che con le istantanee d'esterni. Con uno stile molto diretto e una spontaneita che in qualche modo anticipano il fotogiornalismo, Vais documenta la vita fiorentina in una grande varieta di aspetti, ognuno ritenuto rappresentativo della sua contemporaneita. Dalle scene di vita popolare ai fatti di cronaca nera, per giungere agli eventi politici o alle istantanee "rubate" ai personaggi noti, Nunes Vais posa il suo sguardo in modo apparentemente rapsodico su qualunque evento desti la sua attenzione.

Quello che la critica fotografica più formalista non coglie del fotografo fiorentino e proprio la sua intuizione principale: ciò che e "fotograficamente rilevante" trascende i criteri estetici o la valenza storica. Oreste Ferrari affronta questo particolare aspetto della produzione fotografica di Vais e, rispondendo a coloro i quali criticano la resa qualitativa dei suoi reportage, afferma che lo sguardo sulla realta di questo autore e il riflesso di un suo “puntiglio di presenza nel mondo da affermare col mezzo fotografico”.6 Quella di Nunes Vais, continua Ferrari, e una percezione del mondo che

si distingue sia da quella “meramente incuriosita” di tanti altri fotografi dilettanti del tempo, che da quella “severamente memorialistica” o “positivistica” di certa fotografia professionale. È questa la ragione per la quale studiare la fotografia di genere di Nunes Vais aiuta a comprendere qualcosa in più anche sulla sua produzione ritrattistica, “felice approdo di un percorso «visivo» anzi che semplicemente contenutistico.”

Ora, e stato osservato – da Settimelli – che Nunes Vais «non ha la stoffa del reporter», essendogli mancata la sagacia intuitiva dell'accadimento e delle sue svariate implicazioni; non ha la stoffa dell'introverso, metodico compilatore d'un lessico familiare: anche se la famiglia, la casa, saranno tra i temi ricorrenti e più 6 ORESTE FERRARI, prefazione al volume M. T. CONTINI (a cura di), Gli italiani nelle fotografie di Mario

felici. La sua fu piuttosto un'estroversione, un'avidita di percezione dello scenario di vita che gli stava dintorno, di appagamento visivo che, come gia dissi in altra occasione, fanno venire in mente quell'atteggiamento che Hermann Melville aveva definito come shock of recognition.7

Nella fotografia di Nunes Vais non c'e l'interesse per i momenti ripetitivi della vita e del lavoro o per la staticita della veduta urbana o monumentale.

Lo scenario che Nunes Vais ama ritrarre non e quasi mai quello della ferialita, e quasi sempre, piuttosto, appigliato a situazioni di una certa, ma temporalmente circoscritta, pregnanza; per di più, situazioni collettive. Quindi l'occasione stimolante sara data da una festa, da una cerimonia, da una rappresentazione, da un luogo di villeggiatura, da un avvenimento sportivo, da una parata o comunque da un momento della vita militare, o talvolta anche da qualcosa di emotivamente più coinvolgente, come un processo o una partenza di emigranti. Sempre, notiamo, qualcosa che sia pure a livello liminale fa spettacolo e in quanto tale vale come momento liberatorio dal più o meno monotono fluire del quotidiano.8

Nell'analisi della produzione fotografica di Nunes Vais appare tuttavia indubbia la centralita del ritratto. Dal suo specifico “punto di osservazione statico” - quello di un colto esponente della borghesia che non si spostera mai da Firenze, all'epoca una delle capitali culturali d'Italia - Vais realizza una vastissima galleria di ritratti che, presa nel suo insieme, rappresenta uno straordinario affresco della cultura nazionale dalla belle époque sino a tutti gli anni Venti del Novecento. L'epoca febbrile a cavallo dei due secoli e raccontata attraverso le centinaia di ritratti dei protagonisti dell'élite intellettuale, politica e culturale, di fronte ai quali il fotografo, come scrive ancora una volta Lamberto Vitali, "non prende posizione: registra con una sorta di apparente freddezza e di un'onesta obiettivita, che mascherano, ma non abbastanza, un rapporto cordiale col personaggio”.9

Le personalita più in vista della vita pubblica, dalla politica alle arti, sono il soggetto 7 Ibid.

8 Ivi, p. III.

principale di Nunes Vais, che li fotografa in una serie che al termine della sua esistenza raggiungera i sessantamila scatti. Tra i politici vanno ricordati almeno Filippo Turati e Anna Kuliscioff, fotografati durante il X congresso del Partito Socialista nel 1908, Giovanni Giolitti, ritratto in ambiente domestico con la moglie Rosa, a Benito Mussolini nel 1929.

Il rapporto privilegiato di Vais con la scena artistica ha prodotto uno spaccato della vita artistica del paese ritratta nelle sue varie forme. Fotografo prediletto di D'Annunzio per più di un decennio, dal 1898 al 1910, lo fotografa negli anni della “Capponcina” in varie occasioni, anche al fianco di altri artisti, tra i quali lo scultore Clemente Origo e il maestro Alberto Franchetti. Giacomo Puccini e ritratto al volante della sua prima automobile, Ruggero Leoncavallo al tavolo da gioco con altri amici e l'attrice Virginia Reiter a tavola, nell'intimita della sua casa.

Nel 1913, alla prima mostra organizzata dalla rivista Lacerba, ritrae il gruppo fondatore dei futuristi - Marinetti, Carra, Papini, Boccioni, Palazzeschi - coi quali e in ottimi rapporti. È lo stesso Aldo Palazzeschi che ricorda l'accaduto nel 1974 in occasione della mostra a Palazzo Vecchio, quando scrive in qualita di testimone diretto del tempo.

[…] un giorno invitò i futuristi al suo studio, si era nel 1913 quando vigeva per il futurismo il più feroce e assoluto ostracismo e i futuristi elargiti solo di pomodori marci o maleparole. Andammo da lui in una rigidissima giornata d'inverno e con affettuosita paterna ci fotografò prima in gruppo, quindi eseguendo particolarmente alcune fotografie per ciascheduno e che poi ci mandò in regalo; quando fu il mio turno disse: lei si metta come quando e entrato qua dentro.10

Nunes Vais manifesta poi un preciso interesse per il mondo del teatro che, a partire dai primi anni del Novecento, diventa uno degli oggetti privilegiati della sua produzione fotografica. Tra i suoi ritratti si ritrovano molti volti del teatro contemporaneo tra i quali, insieme a quelli di numerosi autori, compositori e musicisti, anche i più importanti attori del tempo, da Tommaso Salvini a Ermete Zacconi, da Eleonora Duse a Lyda Borelli. Tra i ritratti, come avremo modo di verificare nelle pagine seguenti, anche 10 ALDO PALAZZESCHI, introduzione al volume Mario Nunes Vais fotografo, cit., s.p.

alcune preziose fotografie posate in abiti di scena e diverse riprese di gruppo eseguite a teatro. A proposito dell'esecuzione di questi scatti e del modo con il quale venivano percepiti dai soggetti ritratti, e estremamente utile fare riferimento ai materiali autografi conservati presso il Fondo Nunes Vais del Gabinetto G. P. Vieusseux di Firenze nel quale si ritrovano lettere autografe di alcuni celebri attori.

Di particolare interesse e la lettera di Alda Borelli, datata 21 marzo del 1909, che, oltre a testimoniare il grado di apprezzamento per l'opera di Nunes Vais, conferma la natura non professionistica della sua attivita. Nella lettera, l'attrice fa esplicito riferimento al nome di un fotografo, un non meglio identificato "Signor Alvino", al quale dovrebbe ordinare la stampe degli scatti realizzati da Nunes Vais.

Gentilissimo amico,

Scusate se vi scrivo una cartolina, ma scrivo dal teatro e bisogna che mi accontenti di quel che posso avere. Vi ringrazio infinitamente della premura con cui mi avete spedito le fotografie. Sono molto belle, degne di voi … e di me! Ce ne sono poi tre che sono tre piccoli capolavori, quella grande, quella figuretta che volta le spalle completamente con le braccia stese sul paravento e l’altra figura con lo stesso abito di profilo assoluto. Volete essere tanto gentile da dire al sig. Alvino di scrivermi le condizioni a cui potrebbe farmene delle copie? Condizioni artistiche s’intende. Vale a dire più [...] che sia possibile. Mi mandi una cartolina qui all’Olympia e in base a quella stabilirò se sara il caso l’ordinazione. Intanto vi ringrazio ancora una volta. Mio marito vi fa i suoi complimenti. I ritratti sono piaciuti immensamente a tutti. Non dubitavo della vostra abilita ma vi siete sorpassato. Mille auguri di sempre nuovi successi fotografici e una stretta di mano dalla vostra aff.ma,

Alda Borelli De Sanctis.11

Senza data, ma con ogni probabilita riconducibile a quegli stessi primi anni del Novecento, e anche una delle cinque lettere di Emma Gramatica conservate presso l'Archivio Bonsanti. Anche in questa breve comunicazione l'attrice, che dimostra di amare il lavoro di Nunes Vais, lo prega di non cedere ad alcuno le fotografie eseguite e di ordinarne la stampa presso il proprio collaboratore.

11 Alda Borelli De Sanctis a Mario Nunes Vais, 21 marzo 1909. La lettera autografa e conservata presso

Gentile Sig. Nunes Vais,

Paladreni mi consegnò le fotografie che sono bellissime e di cui le faccio i miei più caldi e sinceri complimenti. Le rinnovo la preghiera di non dare a nessuno nessuno alcuna fotografia. D’Annunzio voleva chiedergliene. Gliene darò io – tutte devono passare per le mie mani – mi fido della sua [...]

A lei grazie infinite.

Io la preferisco a tutti i fotografi del mondo! Cordialmente E. Gramatica.12

Oltre alle tante e diverse attestazioni di stima che nel tempo sono state rivolte a questo autore, per comprenderne realmente il valore artistico si deve considerare la diffusione e il consumo di queste fotografie sul mercato. Purtroppo, allo stato dell'arte e possibile basare questa riflessione su un numero limitato di casi, alcuni dei quali identificati solo nel corso della presente ricerca. Negli anni di attivita di Nunes Vais, come vedremo, diverse tra le sue fotografie sono state pubblicate su alcuni dei più importanti periodici teatrali, tra i quali «L'Arte Drammatica», «Ars et Labor», poi «Musica e musicisti», «Cronache teatrali» e «Il Teatro illustrato», sul prestigioso settimanale «L'Illustrazione italiana», oltreché sul mensile femminile «La donna».

Tra i documenti reperiti, a titolo esemplificativo, si possono ricordare alcune copertine e alcuni articoli dedicati all'attrice Eleonora Duse. Nel primo caso si tratta di un'immagine pubblicata su «Il Teatro illustrato» il primo novembre 1905. Sotto il profilo della Duse, inserito a tutta pagina, si legge: “La più recente fotografia di ELEONORA DUSE eseguita espressamente per il “Teatro illustrato dal Cav. Mario Nunes Vais” che, come vedremo più avanti, era uno dei collaboratori stabili del periodico. Questo scatto fa parte di una serie di cui alcuni esemplari ebbero una discreta fortuna anche all'estero. Uno di questi e pubblicato sulla copertina del noto periodico francese «Le Théatre», gia nel mese di ottobre dello stesso 1905 [Fig. 110], mentre altri circolano in occasione delle numerose tournée dell'attrice, a scopi promozionali. Uno scatto di questa serie compare sul programma relativo all'opera di Maksim Gor'kij “Dans les bas-fonds” che l'attrice interpreta al Theatre de l'Œuvre nell'ottobre del 1905 mentre un altro e utilizzato 12 Emma Gramatica a Mario Nunes Vais, 12 febbraio [s.a.]. La lettera autografa e conservata presso

sulla copertina del programma del Teatro Urquiza di Montevideo per il 1907 [Fig. 111]. Un'atra fotografia la ritroviamo poi, molti anni più tardi, sulla copertina della gia diffusissima rivista «Time», nel numero del 30 luglio 1923. Sempre su «Il Teatro illustrato» ma qualche anno più tardi, nel 1908, ritroviamo anche un altro scatto di Eleonora Duse realizzato dal fotografo fiorentino. L'immagine, forse una delle più celebri dell'attrice, e posta a corredo di un articolo nel quale si da notizia dell'imminente matrimonio della figlia dell'attrice, Enrichetta13 [Fig. 112]. Questo articolo e

interessante anche perché vuole restituire un'immagine privata della Duse, considerata in questo contesto come donna, e madre, e non tanto in qualita di attrice. Nell'articolo per introdurre la pubblicazione di uno stralcio di lettere dell'attrice, infatti, si legge:

Negli scorsi giorni fu diffusa la notizia del matrimonio della figliuola di Eleonora Duse. Queste bene auspicate nozze che, ci dicono, hanno tanto commosso la grande artista, ci richiamano alla memoria una sua lettera riferentesi appunto alla figliuola allora in tenera eta, scritta da Varazze il 26 luglio 1886. Completando essa la magnifica figura di Eleonora Duse, la riproduciamo volentieri.14

Il secondo caso esemplare e quello de «L'Illustrazione italiana» che, nell'aprile del 1924, all'indomani della morte dell'attrice, le dedica una copertina15 [Fig. 113]. Anche in

questo caso si tratta di uno scatto presente in serie e databile più o meno agli stessi anni del precedente. Un esemplare di questa serie, infatti, era gia stata pubblicata sul periodico «Musica e musicisti» nel 190616 [Fig. 114].

13 S.A., Eleonora Duse, «Il Teatro illustrato», a. IV, n. 9, 25 aprile-10 maggio 1908, p. 6. 14 Ibid.

15 Copertina dedicata a Eleonora Duse, «L'Illustrazione Italiana», a. LI, n. 17, 27 aprile 1924.

16 S.A., Lettere e arti. Il concorso drammatico di Eleonora Duse, «Ars et Labor», a. 62, n. 2, 15 febbraio

2. Il Fondo Nunes Vais del Gabinetto Fotografico Nazionale: una risorsa per gli storici del teatro

Se e vero, come afferma Marina Miraglia, che la fotografia di Mario Nunes Vais e prima di tutto “una testimonianza straordinariamente puntuale e fedele di tutta un'epoca, rivissuta nei suoi ideali di vita e di comportamento”,17 il luogo dove questa memoria e

conservata diventa una fonte d'eccezione per chi voglia studiare l'Italia nel periodo di attivita di questo fotografo.

Presso il Fondo Nunes Vais del Gabinetto Fotografico Nazionale sono conservati, infatti, circa ventimila negativi su lastra di vetro raffiguranti le più significative personalita della politica, della cultura e della vita artistica dell'Italia dagli anni ottanta dell'Ottocento agli anni venti del Novecento.

La ricca collezione di negativi, insieme alla strumentazione fotografica di Nunes Vais, e giunta all'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione in due lotti separati, nel 1970 e poi nel 1981, per volonta della figlia del fotografo, Laura Weil Nunes Vais. Nella lettera che accompagna la prima parte della donazione, datata Firenze 18 settembre 1970, la signora Weil dichiara di voler donare, “a titolo di totale e completa liberalita a favore dello Stato”,18 la raccolta di diecimila lastre di sua proprieta. Considerato il

“rilevante interesse culturale” di questa collezione, il Ministero della Pubblica Istruzione riconosce la necessita “della conservazione nella sua integrita, tutelandola da frazionamenti, dispersioni, danni e distruzioni”. L'allora direttore del Gabinetto Fotografico Nazionale, Carlo Bertelli,19 che nella propria attivita promosse lo studio e la

raccolta della fotografia come documento storico, riconosce il notevole interesse 17 MARINA MIRAGLIA, Note per una storia della fotografia italiana 1839-1911, cit., p. 506.

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