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È di particolare interesse individuare i destinatari della convocatoria e i luoghi di residenza. L'analisi congiunta della documentazione

conser-vata nella busta 5 del Fondo Aymerich, Stamento Militare, consistente in atti di procura e in certificazioni di avvenuta consegna della convocato-ria, offre un quadro vivo e preciso dei componenti dello Stamento mili-tare, analiticamente riportati in apertura del verbale della seduta inaugu-rale del 29 aprile e di quelle immediatamente successive 133.

Non è possibile, allo stato attuale della documentazione, stabilire se la prima convocatoria, spedita dal marchese di Villarios l'i l gennaio, sia pervenuta a tutta la nobiltà isolana; sicuramente le urgenze della guerra intralciarono le operazioni di notifica. La nobiltà isolana e le amministra-zioni delle sette città regie furono prevalentemente impegnate, tra gen-naio e febbraio, in una massiccia mobilitazione per assicurare la difesa di Cagliari e per presidiare i litorali della Gallura, di Alghero, di Porto Tor-res, di Castelsardo, di Bosa, di Oristano e del golfo di Palmas. Dalla do-cumentazione sinora nota risulta che la convocatoria di gennaio fu fatta pervenire a centoventitré membri dello Stamento militare, comprese quelle consegnate a mano ai membri residenti a Cagliari dall'usciere del-lo Stamento Giuseppe Saragossa. Le deleghe fatte pervenire da parte di membri legittimamente impediti risultano essere ventitré 134.

La convocazione di aprile fu invece accuratissima e interessò cen-toundici residenti a Cagliari e circa 300 nobili residenti fuori Cagliari 135. La distribuzione territoriale della nobiltà sarda verrà di seguito ricostrui-

132 Cfr. ACC, Fondo Aymerich, Stamento Militare, busta 5, Deleghe di voto 1793, tutta la corrispondenza non legata ivi contenuta, cc. non numerate, relative alle risposte dei respon-sabili delle curie baronali, degli uffici della vegheria reale nelle città e della Reale Governa-zione di Sassari, con cui viene certificata la riceGoverna-zione da parte degli interessati delle convo-catone dell'al gennaio e del 4 aprile 1793. «Avendo puntualmente eseguito — si legge in una lettera di risposta al marchese di Laconi — quanto vostra signoria illustrissima si degnò incaricarmi nuovamente col suo pregiattissimo foglio de' 26 scorso aprile, relativamente alle copie della nuova convocatoria dello Stamento militare, ho l'onore di rimettere il certifica-to disteso dietro una copia della medesima nel modo appuncertifica-to, che vostra signoria illustris-sima desiderava, e m'indicò. Rendendosi pertanto inutile, e superfluo l'altro precedente certificato, si prenderà la pena di rimandarmelo, o di tagliarlo, come meglio a vostra signo-ria illustrissima piacerà» (lettera dell'avvocato dei poveri della Reale Governazione al mar-chese di Laconi datata Sassari 6 maggio 1793).

133 Cfr. doc. 28. Di grande utilità, per un quadro della distribuzione territoriale dei feudi, il recentissimo volume di R. PINNA, Atlante dei feudi in Sardegna. Il periodo spagnolo

1479-1700, presentazione di F. Floris, Cagliari 1999.

134 Cfr. docc. 28/6, 28/12, 28/16, 28/17, 28/25, 28/34, 28/39, 28/54, 28/86, 28/89.

133 Cfr. doc. 27/1 e la Tavola 5 in appendice a questo capitolo.

ta attraverso l'esame congiunto dei certificati di notifica delle due con-vocatorie di gennaio e di aprile, delle deleghe fatte pervenire allo Sta-mento e dell'elenco dei membri e dei procuratori intervenuti alla seduta plenaria del 29 aprile 1793 e a quelle immediatamente successive.

La convocatoria di gennaio, dopo le difficoltà frapposte dal duca dell'Asinara, fu spedita al regio vicario di Sassari don Giovanni Manca Brea, al quale pervenne il 22 gennaio; il 28 successivo il Manca Brea, maggiore di fanteria delle regie truppe e capitano di Porto Torres, co-munica alla prima voce marchese di Villarios di aver distribuito le con-vocazioni ai cavalieri residenti a Porto Torres, dove si trova in questo momento «perché s'invigili colla maggior diligenza su questi littorali — dichiara — adoperandomi ancor io, per quanto è possibile alla pubblica sicurezza di questo Regno nelle presenti turbolenze, e secondando lo ze-lo, la fedeltà, ed il valore sì del governo, che di tutti i cittadini» 136. In da-ta 11 febbraio, rispondendo ad una sollecida-tazione inviada-tagli il primo feb-braio dal marchese di Laconi, sopraggiunto alla fine di gennaio a Caglia-ri dove aveva assunto la presidenza dello Stamento militare che gli com-peteva per essere titolare della dignità più antica 137, lo stesso regio vica-rio faceva pervenire alla prima voce il certificato del notaio Pietro Og-giano Sequi attestante la consegna a domicilio di quarantotto convocato-rie, compresa quella del Manca Brea, ad altrettanti titolati, nobili e cava-lieri di Sassari 138.

Nella sua missiva il regio vicario, riprendendo la polemica circa le formalità della convocazione — il duca dell'Asinara aveva contestato la necessità di dover effettuare la riunione dello Stamento a Cagliari e asse-riva, contrariamente alla normativa in vigore, che i nobili del Capo set-tentrionale dovessero tenere le sessioni stamentarie a Sassari 139 - rite-neva che i nobili sassaresi non avrebbe preteso

nelle presenti circostanze di essere rigorosamente convocati giusta la car-ta reale del 1783; e qualora ne abbisognasse un certificato si trasferirà nuo-

136 ACC, Fondo Aymerich, Stamento Militare, busta 5, cit., lettera del cavaliere Giovan-ni Manca Brea, regio vicario di Sassari, alla prima voce dello Stamento militare don Ignazio Aymerich marchese di Laconi datata Porto Torres 28 gennaio 1793.

137 Cfr. doc. 10/6.

138 ACC, Fondo Aymerich, Stamento militare, busta 5, cit., certificato del notaio Pietro Oggiano Sequi datato Sassari 30 gennaio 1793. Vedi l'elenco dei convocati sassaresi in ap-pendice a questo capitolo, Tavola 5.

139 Cfr. docc. 10/3, 10/4, 10/5. La normativa sul luogo in cui dovevano tenersi le se-dute, cioè «in castro Calaris», in DEXART, Capitula, Libro I, tit II, De brachio sive Stamento mi-litari, capp. II e VII, pp. 63 e 71.

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vamente detto nottaio, per interpellarli su tale articolo, continuandone le ri-spettive risposte. Sul punto poi delle spese necessarie per la manutenzione dei quatro mila uomini d'infanteria miliziana stipendiati da codesta nobiltà, non sono i cavalieri di questa città lontani dal sentimento di Vostra Eccellen-za, senza pregiudizio del conto generale sulle spese riguardanti la comune difesa del Regno, alle quali ogni ceto è obbligato contribuire, fatto il calcolo della medesima, e delle contribuzioni già seguite, e che seguir potessero in avvenire 140.

Le difficoltà frapposte dalla nobiltà sassarese — preludio di contra-sti ben più profondi e drammatici — non dovevano essere ancora risol-te se la prima voce preferì spedire la seconda convocatoria del 4 aprile, ai sensi della carta reale 13 maggio 1783, tramite la Reale Cancelleria: in tal modo la convocazione, spedita alla Reale Governazione d'ordine del viceré e del reggente, si configurava come un'ingiunzione del governo al quale gli interessati non potevano sottrarsi se non per legittimo impedi-mento. La seconda convocatoría fu dunque spedita alla Reale Governa-zione e affidata per la notifica al delegato consultore, il professore di di-ritto presso l'Ateneo turritano Pietro Luigi Fontana, regio avvocato dei poveri 141.

Il ruolo svolto dal Fontana nell'imminenza della solenne apertura delle assise degli Stamenti dovette tuttavia andare oltre l'adempimento dei doveri d'ufficio. Personalità illuminata e sensibile ai problemi dell'i-sola, convinto assertore della necessità di una riforma nel campo eco-nomico e nell'amministrazione della giustizia, egli fu ripetutamente in-vitato a Cagliari dall'antico allievo Domenico Simon e dalla stessa pri-ma voce per offrire il suo autorevole contributo al dibattito politico-istituzionale che in quei mesi si era fatto particolarmente intenso e che avrebbe trovato il suo coronamento nelle assise stamentarie. Egli fu tentato, come rivelerà al marchese di Laconi in una lettera del 6 mag-gio, di intraprendere il viaggio a Cagliari in occasione delle riunioni de-gli Stamenti insieme ai membri che vi si recavano da Sassari, ma ne fu distolto da un imprevisto. Pur non essendo presente, egli aveva affida-to i suoi progetti di riforma a due memorie che verranno sotaffida-toposte al dibattito dell'assemblea dell'ordine militare dai procuratori del mar-chese Boyl di Putifigari e dell'avvocato Stefano Basso podatario ge-

14° ACC, Fondo Aymerich, Stamento Militare, busta 5, cit, lettera del cavaliere Giovan-ni Manca Brea, regio vicario di Sassari, alla prima voce dello Stamento militare datata Sas-sari 11 febbraio 1793.

'" Cfr. doc. 14/1.

nerale del marchesato di Valdecalzana, come ricorda Luigi Fontana 142:

E sebbene non abbia avuto la sorte di poter anch'io in qualche modo concorrere a qualche, benché debole suggerimento a voce per il comun be-ne della patria, che ormai s'intende promuovere, ho tuttavia avuto occasio-ne d'accennare alcuni ad esso relativi pensieri in un promemoria, che da questo degnissimo signor marchese Boyl di Putivigari mi fu, sebbene con poco tempo, incaricato; il quale lo mandò al suo procuratore il valorosismo signor cavaliere Pitzolo, cui so non essere spiacciuto, che forse vostra si-gnoria illustrissima avrà sentito leggersi. Ebbe anche un altro simil sfogo il mio patriottismo in un'altra simile memoria domandatami nella scorsa setti-mana dal podatario di Valdecalzana, che credo si rimetta in questa posta al suo procuratore. Nelli quali eccitamenti non troverà vostra signoria illustris-sima altro di commendevole da parte mia, fuor del grand'amore per la pa-tria, per cui desidererei maggiori forze, e non lascerei d'impiegare quelle de-bolissime de' ben pochi miei talenti sempreché mi si porgessero delle occa-sioni. Il pubblico intanto ne sta sperando un qualche risorgimento del mag-giore, e più valido patriottismo di vostra signoria illustrissima, e di codesto illustre consesso, che ne formerà per la nazione un'epoca ben gloriosa e me-moranda 145.

Accluso alla lettera l'avvocato Fontana trasmetteva al marchese di Laconi il certificato con cui il notaio della curia baronale di Sorso Giu-seppe Soro attestava di aver consegnato tredici convocatorie ai nobili di quel feudo, dieci nel villaggio di Sorso e tre nel villaggio di Sennori 144.

Tra i sassaresi convocati, la maggior parte si fece rappresentare per delega, intervennero alle sessioni una decina ed un'altra decina non fe-ce pervenire neppure la delega 145.

142 Cfr. doc. 35/1. Su Pietro Maria Fontana, che nel maggio 1795 verrà nominato sen-za terna, insieme ad Antonio Sircana e ad Andrea Flores, giudice civile della Reale Udien-za, cfr. V. DEL PIANO» Giacobini moderati e reazionari, cit., pp. 231-232.

143 Lettera dell'avvocato Pietro Luigi Fontana citata alla nota 132.

'44 Cfr. ACC, Fondo Aymerich, Stamento Militare, busta 5, cit., certificato del notaio della curia baronale di Sorso Giuseppe Soro datato 20 aprile 1793, redatto nella c. 2v. di una copia della convocatoria a stampa del 4 aprile 1793. Vedi l'elenco dei convocati alla ci-tata Tavola 5.

145 Si fecero rappresentare per delega Gavino Tola (doc. 28/69), Andrea Cugia (doc.

29/5), il duca dell'Asinara (doc. 30/1), Simone Manca e Giovanni Agostino Valentino (doc.

30/2), il marchese di Busachi e il conte di Ittiri (doc. 30/3), don Francesco Quesada (doc.

30/4), il conte di Sant'Elia ed i fratelli Giacomo e Antonio Gavino Mella (doc. 30/5), Mat-teo e Luigi Manca con Felice Garrucciu (doc. 30/6), il barone di Monti e Giovanni Battista Martinez (doc. 30/7), il regio vicario di Sassari Giovanni Manca Brea (doc. 30/8), il marche-se dí Monte Muros (doc. 30/9), Nicolò Pilo e Diego Quesada (doc. 30/10), Giovanni Batti-sta Cugia (doc. 28/15), Stanislao Scardaccio e Diego Pilo (doc. 31/2), Antonio Scanu (doc.

A Tempio la prima convocatoria fu consegnata il 16 gennaio ai nobi-li don Francesco Giuseppe Pes, don Pietro Paolo Pes, don Lorenzo Tedde Pes, don Matteo Guglielmo; il successivo 18 gennaio il notaio Martino Andrea Tamponi certificava di aver consegnato per ordine del reggidore dei marchesati d'Orani e di Gallura altre nove convocatorie, ma gli interessati «non han voluto sottoscrivere d'averla ricevuta come gli altri quattro» 146. La seconda convocatoria fu invece ricevuta senza opposizione alcuna dai tredici suddetti nobili e da altri dieci «esistenti e dimoranti» nel capoluogo gallurese 147. Non furono consegnate altre co-pie della convocatoria per non esservi a Tempio «altri cavalieri secolari capi famiglia, come nemmeno sonovi cavalieri negli altri villaggi compo-nenti questo dipartimento di Gallura cioè Aggius, Bortigiadas, Calangia-nus, Luras, e Nugues» 148.

Ad Alghero la prima convocatoria venne recapitata alla fine di gen-naio a ventisette membri dello Stamento 149 Quanto alla convocatoria di aprile, essa fu recapitata agli interessati dal veghiere reale don Antonio Massaia, come attesta la lettera del medesimo al marchese di Laconi in data 30 aprile, sebbene la documentazione non contenga l'elenco dei

31/4), il marchese Boyl di Putifigari (doc. 28). Intervennero alle sedute l'avvocato Giovanni Battista Serafino, il marchese di Mores, il barone di Uri, Giovanni Manca Delitala, France-sco Maria Manca (doc. 30), Andrea Sircana, Felice Deliperi, Gavino Tola e Gavino Pilo (doc. 31), Leonardo Sanna (doc. 34). Non fecero pervenire neppure la delega, Vincenzo De-liperi, Antonio DeDe-liperi, Raimondo Quesada, Andrea Manca, Antonio Quesada Nurra, Francesco Calcinaggiu, Gavino Deliperi, Giovanni Francesco Sanna, Sebastiano Luigi Que-sada, Giovanni Berlenguer, Angelo Maria Pilo.

'48 Cfr. ACC, Fondo Aymerich, Stamento Militare, busta 5, cit., certificato dei quattro nobili che ricevettero la delega il 16 gennaio e certificato del notaio Martino Andrea Tam-poni datato Tempio 18 gennaio 1793. I renitenti erano don Giambattista Sardo, avvocato don Giuseppe Gabriel, don Giuseppe Andrea Pes, don Michele Sardo, don Raimondo Sar-do, don Giuseppe Pes, don Francesco Domenico Massidda, don Salvatore Sardo Riccio, don Andrea Gabriel.

147 Si tratta di don Salvatore Sardo Pes, don Antonio Serafino, don Gavino Misorro, don Matteo Riccio, don Giovanni Antonio Riccio, don Giovanni Valentino, don Giovanni Agostino Valentino, don Giovanni Agostino Carta, don Giovanni Francesco Carta.

'48 Ivi, certificato del notaio Raimondo Mundula Valentino datato Tempio 12 aprite 1793. Dei convocati tempiesi fecero pervenire la delega il podatario della Gallura e del marchesato di Orani canonico Antonio Spano Asara, Giuseppe Francesco Pes, Lorenzo Pes, Pietro Paolo Pes, Giovanni Battista Sardo, Giuseppe Gabriel, Giuseppe Andrea Pes, Michele Sardo, Giuseppe Pes Riccio, Salvatore Sardo Riccio, Andrea Gabriel, Giovanni Agostino Carta, Gavino Misorro. Non fecero pervenire delega Matteo Guglielmo, Raimon-do SarRaimon-do, Francesco Domenico Massidda, Salvatore SarRaimon-do Pes, Antonio Serafino, Matteo Riccio, Antonio Giovani Riccio, Giovanni Agostino Valentino, Giovanni Francesco Carta.

Nessuno tra i nobili tempiesi intervenne alle sedute.

149 Ivi, certificato del notaio Salvatore Chessa datato Alghero 29 gennaio 1793.

convocati con le firme per ricevuta "°. Si deve pertanto presumere che i convocati siano stati gli stessi della prima convocatoria.

Il 22 gennaio 1793 il notaio Giovanni Mura «escrivano de la curia deste real vegherio» di Bosa, consegnò la prima convocazione, oltre che al veghiere don Salvatore Virdis Deliperi, ad altri ventotto nobili "i.

Riunitisi il successivo 29 gennaio nel palazzo civico, i nobili bosani deci-sero di inviare a Cagliari un loro deputato cui avrebbero affidato le dele-ghe 152. La convocatoria di aprile, pervenuta in data 15, fu notificata ai ventinove suddetti nobili oltre che a don Antonio Giovanni Marramal-do e a Marramal-don Sebastiano Garrucciu 153.

I nobili di Oristano cui fu consegnata la delega, come attestano di-verse missive del regio vicario don Pietro Maria Mura e il certificato del notaio Michele Piras Serra, furono ventuno 154.

"° Cfr. ivi, lettera del regio veghiere di Alghero don Antonio Massaia al marchese di Laconi datata Alghero 30 aprile 1793, con la quale fa pervenire «il certificato nella maniera che [il marchese di Laconi] lo desidera, della consegna della convocatoria fatta a questi membri dell'illustrissimo Stamento militare». Vedi l'elenco dei convocati alla Tavola 5. Dei ventisette nobili algheresi convocati, fecero pervenire la delega Francesco Serra, Angelo Garruccio, Antonio Masala Are, Giuseppe Ruiz, Bartolomeo Simon, Antonio Massaia Pilo, Francesco Serra, Nicolò Arcayna, Antioco Arcayna, Giuseppe Arcayna, Francesco Lavagna.

Non risultano rappresentati: Gioacchino Carrion, Diego Deroma, Francesco Gavino Dero-ma, marchese Pes, conte Minerva, Antioco Olives, Giovanni Lavagna, Valerio Sassu, Peppi Lavagna, Paolo Bonfill, Salvatore Serra Ventura, Francesco Delitala, Giovanni Maria Mar-cello, Salvatore Ferrà, Francesco Carrion, Antonio Ignazio Delitala, Angelo Pes. Intervenne alle sedute Leonardo Solinas.

151 Ivi, certificato del notaio della reale vegheria Giovanni Manca datato Bosa 27 gen-naio 1793.

152 Cfr. ivi, lettera del reale veghiere di Bosa don Salvatore Virdis Deliperi alla prima voce dello Stamento militare marchese di Laconi datata Bosa 29 gennaio 1793, alla quale acclude il certificato citato nella nota precedente. Cenni biografici sul veghiere Salvatore Virdis Deliperi, che sarà in seguito un fervido sostenitore dell'Angioy, in V. DEL PIANO,

Giacobini moderati e reazionari, cit., p. 543.

153 Cfr. ivi, certificato del notaio Giovanni Antonio Segui datato Bosa 15 aprile 1793 e lettera del veghiere Virdis Deliperi datata Bosa 14 maggio 1793. Vedi l'elenco dei convo-cati alla Tavola 5. Dei 31 nobili bosani convoconvo-cati si fecero rappresentare per delega Pietro Uras, Antonio Paliazzo, Leonardo Grixoni, Antonio Simon, Alberto Simon, Giovanni Ago-stino Passino, Gavino Passino, Gavino Delitala, Antonio Demartis, Pietro Parpaglia, Angelo Parpaglia, Francesco Delitala Passino, Gerolamo Bosinco, Battista Dettori, Enrico Piccolo-mini, Salvatore Virdis Deliperi, Francesco Marcello, Giuseppe Delitala, Giorgio Cugurra, Bonaventura Cugurra, Antonio Delitala, Giuseppe Delrio, Antonio Deliperi. Non fecero pervenire delega Paolo Fara, Fernando Uras, Gavino Demartis, Antonio Uras, Giuseppe Dettori, Francesco Meloni, Antonio Giovanni Marramaldo, Sebastiano Garrucciu. Nessuno intervenne personalmente alle sedute.

154 Ivi, lettera del regio vicario di Oristano don Giovanni Maria Mura e certificato del notaio Michele Piras datati Oristano 15 e 14 aprile 1793. Vedi l'elenco dei convocati alla 77

Al regio vicario di Oristano fu demandata anche la consegna delle convocatorie dei nobili dei tre campidani d'Oristano. Esse furono noti-ficate in data 16 aprile a don Giovanni Antonio Carchero di Seneghe, a don Giuseppe Fois di Narbolia e a don Antonio Virdis di San Vero Milis "5.

Nell'incontrada di Sorgono, feudo regio sotto la giurisdizione del tribunale della Consultoria Reale, la prima convocatoria risulta essere stata notificata il 29 gennaio ai tre cavalieri Giovanni Battista Serra, An-tonio Serra e Giuseppe Elias Serra e al nobile don Pietro Sedda, che spedirono procura in capo al conte di Villamar; i deleganti non potero-no recarsi a Cagliari

por causa de tener los servitores, los mas empleados en esta [ciudad] de Caller militando, y los otros en los Campidanos invernando los ganados, y hallar nos occupados en oficios regios, y publicos de esta villa, y han para go-vernar los interesses proprios, y de la dicha villa, que se hallan espuestos a la venganza publica en circumstancias de hallarse los valerosos del pueblo en esta de Caller 156.

Il successivo 24 aprile, nel rimettere al marchese di Laconi la sua procura e quella dei figli don Giovanni Antioco e don Antioco Giusep-pe, l'ufficiale di giustizia don Pietro Sedda esponeva in una lunga lette-ra le tristi condizioni del dipartimento del Mandrolisai per la cattiva

Tavola 5. Dei ventuno nobili di Oristano si fecero rappresentare per delega il marchese d'Arcais, Gavino Depani, Vincenzo Cordiglia, Luigi Sisternes, Agostino Spano, Lorenzo Melis, Giovanni Maria Mura, Giovanni Pietro Fois, Francesco Serra Satta. Non fecero per-venire delega Joseph Enna, Domenico Enna, Giovanni Battista Serralutzu, il barone di San Martino figlio, Sisinnio Paderi, Joseph Carta, il commendator Spano, Francesco Enna, An-tioco Enna, Francesco Carchero, Pietro Luigi Diana, Joseph Stanislao Diana. Nessuno dei convocati intervenne personalmente alle sedute.

'" Cfr. ivi, certificati dei notai Antonio Giovanni Cossu di Seneghe, Giuseppe Tad-deo Puggioni di Narbolia e Leonardo Atzori di San Vero Milis. Nel rimettere i certificati al marchese di Laconi con lettera in data 24 aprile 1793 il veghiere reale Giovanni Maria Mu-ra scriveva tMu-ra l'altro: «Mi persuado, che dei nobili di questa città non ne concorrerà veru-no, in tanto per mia parte starò a quello che vostra signoria illustrissima col suo cetto faran-no, pregandola come capo, che per la spesa fatta, e da farsi ci risparmiano d'ogni gabella per soddisfazione, e contentezza di tutto il Regno, mentre essendo comune i Monti granati-ci, e numari, potrà di essi prendersene quella necessaria porzione per soddisfare dette spe-se, la quale invertibilmente si potrà rifare in pochi anni dagli stessi, che la contribuirono, e ne approffitano, essendo queste ragioni comunemente aplaudite d'ogni cetto di questa città, lusingandoci d'essere uguale dapertutto il Regno, ed anche di codesta capitale».

156 Ivi, lettera dei cavalieri Giovanni Battista e Antonio Serra, Giuseppe Elias Serra e don Pietro Sedda al conte di Villamar, datata Sorgono 29 gennaio 1793, con la quale spedi-vano la procura.

amministrazione della giustizia e per le soperchierie dei malviventi 157.

Facevano capo al tribunale della Consultoria Reale, oltre al

Facevano capo al tribunale della Consultoria Reale, oltre al