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73 I pittogrammi mostrati sono tratti dal sito Aragonese Portal of Augmentative and Alternative Communication. Cfr.http://www.arasaac.org/index.php

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In conclusione, riteniamo fondamentale sottolineare quanto l’utilizzo di supporti grafici – immagini, pittogrammi, etc., etc… – non faciliterebbe solo l’apprendimento degli studenti con DSA, ma creerebbe una risorsa in più per l’apprendimento di tutti gli studenti.

In questo ultimo capitolo abbiamo concentrato il nostro sguardo sull’apprendimento della lingua russa. In primo luogo ci siamo soffermati sulle difficoltà che gli studenti possono incontrare nello studio di questa lingua. Dopo aver analizzato diversi studi, le maggiori difficoltà sono state riscontrate nello studio della grammatica principalmente a causa del fatto che gli argomenti grammaticali sono abitualmente spiegati mediante un approccio grammaticale-deduttivo. È stata, quindi, messa in luce la necessità di modificare questa tipologia di approccio attraverso l’utilizzo di strumenti didattici più inclusivi e, di conseguenza, in grado di rispettare gli stili di apprendimento di tutti gli studenti. In seguito si è prestata attenzione agli studenti con DSA che si trovano ad apprendere la lingua russa. In particolare, è stato riscontrato come questi studenti si imbattano in difficoltà dovute soprattutto all’utilizzo di materiali didattici poco accessibili. Per abbattere le barriere all’apprendimento che spesso i libri di testo creano, è stata messa in luce l’esigenza di una maggiore accessibilità dei materiali. Per raggiungere questo obiettivo sono stati individuati tre fronti sui quali operare: gli aspetti grafico-stilistici dei manuali, l’organizzazione dei contenuti dei libri di testo e l’organizzazione e le tipologie degli esercizi contenuti in esso. Inoltre, abbiamo sottolineato la valenza dei supporti in grado, se ben utilizzati, di facilitare l’apprendimento. Fra questi supporti, sono state individuate le immagini che, secondo diversi studi, migliorano l'efficienza della percezione, della comprensione e della memorizzazione di un nuovo materiale grammaticale. Infine, abbiamo mostrato come poter spiegare un argomento complesso della grammatica russa attraverso le immagini: i verbi di moto con prefissi.

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Conclusione

In questo studio abbiamo cercato di sottolineare l’importanza della costruzione di una didattica inclusiva e accessibile a partire dai legami della glottodidattica con studi di ambito psicologico e neuroscientifico. Abbiamo dunque ritenuto necessaria la presentazione di diverse teorie che hanno avuto un grosso impatto nei contesti di apprendimento. Fra queste, la teoria della Gestalt – formulata a partire da studi psicologici – ha permesso di rivalutare il ruolo della percezione nel processo di apprendimento. Questa rivalutazione ha portato alla creazione della cosiddetta sequenza gestaltica (globalità-analisi-sintesi) che si aziona nel momento in cui viene presentato un input. Rilevanti per il mondo della glottodidattica sono stati anche alcuni studi neuroscientifici. Nonostante il delicato equilibrio nel rapporto fra neuroscienze e didattica, che più volte ha determinato la creazione dei neuromiti (v. la teoria di Danesi sulla dominanza cerebrale), le neuroscienze sono in grado, a nostro avviso, di fornire importanti contributi alla ricerca didattico-pedagogica. In particolare, la Teoria dell’Embodiment o dell’approccio incarnato ha contribuito notevolmente agli studi sull’acquisizione linguistica, configurandosi, di fatto, come un trait d’union fra neuroscienze e glottodidattica. Tale teoria ha portato, infatti, alla scoperta di un concetto fondamentale per questo studio: il linguaggio e, in generale, la possibilità per ciascun soggetto di comprendere la realtà circostante, si basa sulle sue capacità motorie e sensoriali, dunque sulla sua capacità di fare esperienza della e nella realtà. Questo può suggerire che maggiore è l’esperienza che un individuo ha del mondo, maggiori sono le possibilità di comprensione di esso. Tale scoperta ha determinato delle immediate implicazioni per la didattica. Se l’esperienza che si ha del mondo è fondamentale ai fini della comprensione, allora compito dell’insegnante sarà verificare se il soggetto ha già fatto esperienza dell’argomento che verrà trattato: se è già stata fatta esperienza, l’apprendimento risulterà più semplice. L’esperienza si configura, di conseguenza, come un elemento imprescindibile per l’acquisizione linguistica, sancendo in questo modo un legame indissolubile fra gli studi sul cervello e il mondo della didattica. Gli studi neuscientifici che abbiamo illustrato, rispondono, inoltre, ai nuovi orizzonti della glottodidattica moderna, in quanto guardano agli studenti in maniera olistica. Lontani dal considerare gli studenti come soggetti con le stesse modalità di apprendimento e gli stessi bisogni, questi studi mettono in luce il fatto che ognuno di noi possiede un “cervello unico” con diverse modalità di

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apprendere e di elaborare le informazioni. Queste considerazioni ci hanno permesso di introdurre un concetto fondamentale per questo studio, quello della Classe ad Abilità Differenziate (CAD). Il concetto di CAD, presupponendo che una classe si compone di diversi individui ognuno dei quali possiede differenti caratteristiche, getta le basi per la costruzione di una didattica inclusiva. Una didattica di questo tipo implica che la trasmissione delle conoscenze deve avvenire tenendo in considerazione i fattori personali che contraddistinguono ogni studente. Secondo tale prospettiva, la diversità va considerata come un valore sulla base della quale costruire conoscenza e non come un ostacolo al processo di apprendimento. Onde evitare la nascita di barriere all’apprendimento, il concetto di inclusione, a nostro avviso, deve inevitabilmente unirsi al concetto di accessibilità. Nel rispetto delle differenze di ogni persona, risulta infatti fondamentale, far sì che un insegnamento si configuri come accessibile per tutti. Per rispondere a questa esigenza abbiamo spostato l’attenzione agli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) e, più in particolare, agli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Affinché questi ultimi possano accedere in maniera più facilitata al processo di apprendimento linguistico, è necessario creare le condizioni per la costruzione della cosiddetta accessibilità glottodidattica. Secondo questa prospettiva, il docente deve operare facendo in modo di abbattere quelle barriere che impediscono a questi studenti di avvicinarsi alla disciplina. In questo processo di accessibilità lo studente può avvinarsi gradualmente alla disciplina sulla base delle sue reali capacità. Abbiamo quindi evidenziato come, nell’elaborare una didattica inclusiva e accessibile, l’insegnante deve costantemente misurarsi con le diversità presenti in classe e, in conformità a esse, creare un percorso didattico efficace. Basandoci su diversi studi abbiamo dunque individuato alcuni strumenti didattici che consentono la creazione di un ambiente didattico inclusivo e accessibile: il compito differenziato, stratificato e eligibile. Queste misure didattiche si configurano, secondo il parere di diversi autori, come delle ottime soluzioni non solo per aiutare gli studenti a porsi costantemente nuove sfide di fronte alle difficoltà, ma anche per valorizzare l’apporto che ogni singola persona può dare al resto della classe. Un ulteriore supporto all’apprendimento degli studenti con DSA è stato intravisto nell’utilizzo delle immagini. Partendo dalle evidenze degli studi riguardanti il cosiddetto cervello visivo e ricollegandoci al concetto dell’Embodiment, ci è stato possibile mettere in evidenza l’utilità delle immagini nel processo di apprendimento. Dato, infatti, per assodato che se è già stata fatta esperienza l’apprendimento risulterà

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più semplice, compito del docente sarà cercare di rievocare una possibile esperienza per potenziare la comprensione linguistica in un’ottica di accessibilità. A nostro avviso, le immagini possano adempiere a questa funzione di rievocazione: essendo esse stesse per natura una semplificazione della realtà, riducono, come conseguenza, la complessità dei concetti. In tal modo, permettono di dare un senso al mondo favorendo la comprensione e facilitando l’apprendimento. Inoltre, come affermato da diversi autori, le immagini, in alcuni casi, si configurano come uno strumento compensativo per l’apprendimento degli studenti con DSA. A sostegno di questa tesi, abbiamo proposto una modalità accessibile dell’apprendimento della lingua russa. Una volta individuate le maggiori difficoltà a cui uno studente va incontro decidendo di studiare questa lingua straniera, abbiamo messo in evidenza l’uso accessibile e inclusivo delle immagini nel contesto di apprendimento del russo. Questo tipo di supporto grafico può, secondo il nostro parere, facilitare l’apprendimento di alcuni argomenti complessi della grammatica russa, come i verbi di moto con prefissi. Gli studi attuati in ambito neuroscientifico – a partire dalla Teoria dell’Embodiment, fino agli studi sul cervello visivo – ci hanno dunque permesso di considerare le immagini come supporti fondamentali per la realizzazione di un approccio accessibile allo studio della lingua. In conclusione, possiamo affermare che gli studi sul cervello applicati alla glottodidattica, possono rappresentare un’incommensurabile risorsa per supportare l’apprendimento di studenti con difficoltà di apprendimento e per garantire la valorizzazione di tutte le differenze.

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Appendice

Indicazioni operative per la realizzazione di materiali accessibili sul piano grafico- organizzativo (Daloiso, 2014, pp. 47-51).

Testo tradotto da Michele Daloiso

Testo originale: BDA Style Guide, www.bdadyslexia.org.uk

Guida stilistica della British Dyslexia Association