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Patto e Piano per l’Arte Contemporanea

C4 Centro Cultura e Contemporaneo di Caldogno


2.7 Patto e Piano per l’Arte Contemporanea

Come si è già accennato più volte, la nascita del centro culturale C4 si deve all’impegno preso dal comune di Caldogno, con l’appoggio finanziario della Provincia di Vicenza e della Regione Veneto. Ma qual’è stato il principio di tutto, l’incipit che ha permesso di stanziare dei finanziamenti a favore di un progetto incentrato sull’arte contemporanea?

Risalgono al 2001 i primi interventi di promozione dell’arte contemporanea e di incremento del patrimonio artistico, come si evince dal Patto per l’Arte

Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome . In 58

quell’occasione con l’art. 3 (legge 23 febbraio 2001 n.29) “Nuove disposizioni in materia di interventi per i beni e le attività culturali”, era stato previsto che dal 2002 il Ministero iniziasse a fornire una donazione annua di circa 5 miliardi di euro a a Regioni e Province Autonome per le finalità delle quali sopra.

L’anno seguente (24 aprile 2002) viene adottato dal Ministero il Piano per

l’arte contemporanea che ha portato alla stipula del Patto nel 2003. Infine nel

2004 la Regione del Veneto ha approvato la L.R. 1/2004, con la quale i dettami del Patto per l’Arte Contemporanea vengono resi coerenti con le competenze legislative della regione. Come si può leggere nell’articolo 45 59

di tale legge, si tratta di “Interventi regionali per l’arte contemporanea”, ovvero:

-

La Giunta regionale è autorizzata a promuovere iniziative per la diffusione dell’arte contemporanea nel territorio regionale in applicazione del “Patto per l’arte contemporanea”.

-

Agli oneri di cui al comma 1, quantificati in 150.000,00 euro per l’anno 2004 si fa fronte mediante l’utilizzo degli stanziamenti allocati all’u.p.b. U0169 “Manifestazioni e istituzioni culturali” del bilancio di previsione 2004.

Tornando un attimo indietro all’articolo 1 del Patto, viene indicata tra le finalità da raggiungere la “creazione di reti e di altre forme di cooperazione fra i diversi soggetti attivi nel settore dell’arte contemporanea in ambito nazionale e comunitario ”. 60

Consiglio Regionale del Veneto, Patto per l’Arte Contemporanea tra il Ministero per i Beni e le

58

Attività Culturali e la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, consultato in data 20 Agosto 2015.

Consiglio Regionale del Veneto, Art. 45: Interventi regionali per l'arte contemporanea, http://

59

www.consiglioveneto.it/crvportal/leggi/2004/04lr0001.html, consultato in data 20 Agosto 2015. Consiglio Regionale del Veneto, Patto per l’Arte Contemporanea tra il Ministero per i Beni e le

60

Attività Culturali e la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, consultato in data 20 Agosto 2015.

Tenendo conto che il progetto di C4 a Caldogno è stato fortemente voluto dalla Regione Veneto, in accordo con quanto specificato nel Patto si capisce dunque da cosa è stata determinata la volontà di creare il network delle ville venete. Un progetto ambizioso e rischioso se si considera la zona in cui si è scelto di attivarlo.

Ora la domanda è: cosa ha impedito a questo progetto di proseguire con le sue attività di promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea, nonché con le collaborazioni delle rete? Difficile trovare una risposta a questa domanda.

Secondo quanto afferma il Comune di Caldogno, il progetto di C4 si è concluso in modo naturale una volta raggiunti gli obiettivi prefissati ed avendo esaurito i fondi statali. Dato che non si è rinnovata la volontà politica di portare avanti il progetto o quantomeno di trasformarlo in un’entità stabile, come poteva essere una Fondazione, l’esperienza di di C4 oggi rappresenta solo un ricordo, un capitolo chiuso non più percorribile, perlomeno a Caldogno.

L’impressione è che in realtà si stia facendo il possibile per cancellare le tracce di C4, quando invece queste esperienza potrebbe essere sfruttata in altre modalità più costruttive.

Di fatto le informazioni da me raccolte in merito a C4 hanno visto solo la collaborazione di Elena Ciresola, poiché la stessa Pro Loco del Comune di Caldogno non ha voluto esporsi più di tanto in materia. Inoltre i tre libri - monografie pubblicati da C4 non sono reperibili nella biblioteca di Caldogno, la cui sede si trova oggi nelle barchesse, ovvero a fianco alla Villa, fino a qualche anno fa sede di C4.

All’entrata del giardino della Villa è esposto un elenco degli uffici presenti all’interno del complesso strutturale, e proprio qui risulta indicata ancora la presenza dei C4, altresì del Bunker. Quest’ultimo, dopo una dispendiosa opera di restauro, non viene oggi più utilizzato per problemi strutturali e di forte umidità che non ne garantiscono la completa sicurezza. Urge un nuovo restauro che però per il momento non è stato programmato.

La Villa invece è nuovamente in restauro, anche in questo caso si tratta di problemi legati all’umidità che rischiano di intaccare gli affreschi. Tuttavia la Villa è completamente circondata dalle impalcature aperte (non chiuse dai teli protettivi), che hanno invaso anche una parte del giardino rendendo la Villa un cantiere a cielo aperto. Nonostante qualche mia perplessità al riguardo, lo spazio viene reso comunque accessibile e visitabile a pagamento. Tutt’ora non trovo una spiegazione a questa scelta, tenendo conto che per quanto si tratti di un palazzo storico al momento ha bisogno di una certa manutenzione, che dovrebbe rappresentare la priorità.

La Pro Loco del Comune di Caldogno mi ha confermato che tutto il complesso strutturale è di proprietà del Comune e che i restauri son altresì a carico dei fondi comunali. Come mai dunque viene chiesto il pagamento di un biglietto di entrata alla Villa mentre è nel bel mezzo di un restauro conservativo e strutturale? A queste domande non ho trovato risposta.

Resto tutt’ora dell’idea che il caso di C4 rappresenti un’esperienza importante di collaborazione fra le imprese e il mondo dell’arte, una realtà che ha potuto usufruire di molte più agevolazioni e finanziamenti rispetto ad altre sviluppatesi nel territorio. Credo inoltre che l’analisi approfondita di questa esperienza possa giovare allo sviluppo di altri centri culturali, nella speranza che i progetti possano continuare con l’impegno di tutti a trovare e coltivare la collaborazione con nuovi partner aziendali, senza dunque abbandonare tutto allo scadere del finanziamento pubblico.

Capitolo 3