di: FRANCESCAMONACI
1 Archivio di Stato di Siena, Biccherna, 1147, c.72r. L’atto di battesimo, avvenuto il 12 dicembre di quel-l’anno, riporta il nome completo: Giovanni Antonio Maria, cfr. in particolare: Cinzia Rossi, Giovanni Antonio Pecci: ascendenze familiari e profilo biografi-co, in Ettore Pellegrini (a cura), Giovanni Antonio Pecci. Un accademico senese nella società e nella cul-tura del XVIII secolo, Atti del Convegno (Siena 2-4-2004), Siena 2004, pp. 23-59. Il volume contiene ulte-riori e interessanti approfondimenti curati da vari stu-diosi.
2 Per ulteriori informazioni biografiche su G. A. Pecci si vedano tra gli altri: Cinzia Rossi, Giovanni Antonio Pecci (1693-1768). Le vicende familiari, la pre-senza nell’ordine di Santo Stefano e il pensiero sulla nobiltà di un intellettuale senese, Pisa 2003 e Mario De Gregorio, “Additare le parzialità e dimostrare gl’abba-gli”: l’autobiografia letteraria di G.A. Pecci, in Ettore Pellegrini (a cura), Giovanni Antonio Pecci. cit., pp.1-22. La nobiltà civica si trasmetteva in via di filiazione
legittima dell’elettorato passivo per le magistrature maggiori, sull’argomento v. tra gli altri Danilo Marrara, Nobiltà civica e patriziato. Una distinzione terminolo-gica nel pensiero di alcuni autori italiani dell’età moder-na, in Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, serie III, 1980, pp.219-232 ed il più recente Id., Giovanni Antonio Pecci e la nobiltà senese nel quadro delle riforme settecentesche, in Ettore Pellegrini (a cura), Giovanni Antonio Pecci. cit., pp.269-276. Con particolare riferimento al caso di Siena v. Mario Ascheri (a cura), I Libri dei Leoni. La nobiltà di Siena in età medicea (1557-1737), Siena 1996 e Id., Siena nella sto-ria, Cinisello Balsamo 2000, pp.198-204.
3Nella sua autobiografia scritta in terza persona for-nisce alcune indicazioni al riguardo cfr. Biblioteca Moreniana di Firenze, ms. Pecci, 42, Compendio della vita letteraria del nobile signore conte Giovanni Antonio Pecci, cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano e patrizio sanese, scrittagli da amico fedele e benissimo informato.
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abbraccia gli ultimi anni del XV secolo fino a superare la metà del secolo successivo.
Tra i numerosi scritti inediti, troneggia l’o-pera monumentale costituita dalle Memorie storiche, politiche, civili e naturali delle città, terre e castella che sono e sono state suddite della città di Siena.
Di questo lavoro sono presenti quattro esemplari completi ed autografi provenienti direttamente dalla libreria di Pecci, frutto delle sue continue revisioni4. A seguito di alterne vicende, le vare copie si trovano oggi custodite in biblioteche ed archivi toscani. Infatti, gli Abbozzi, che rappresentano la prima stesura del lavoro, in sei volumi, sono conservati presso la biblioteca Moreniana di Firenze. Le altre tre copie sono tutte conser-vate a Siena: una alla Biblioteca Comunale
degli Intronati, una all’Archivio di Stato di Siena, l’ultima – considerata da molti la ver-sione definitiva che doveva essere data alla stampa – è reperibile presso l’Archivio Storico del Monte dei Paschi5.
Pecci iniziò la sua “laboriosa impresa” tra il 1757 ed il 1758. Egli predispose una sorta di questionario inviato alle autorità locali mediante una lettera circolare datata 3 luglio 1758, che fu poi pubblicata sulle Novelle Letterarie fiorentine di Giovanni Lami del 28 luglio, per favorirne una maggiore diffusio-ne6.
La lettera conteneva ventiquattro quesiti elaborati da Pecci sulla posizione geografica, sulle caratteristiche dell’ambiente circostante e dei singoli centri, su edifici e monumenti – laici e religiosi – di particolare interesse, sulla
4Roberto Barzanti, Il revisionista furente, in Ettore Pellegrini (a cura), Giovanni Antonio Pecci. cit., pp. XI–XVI..
5 Notizie dettagliate sugli acquisti delle quattro copie dei manoscritti in Maria Ilari – Patrizia Turrini, I
“Manoscritti Pecci”: vicende ereditarie, studi archivisti-ci e interessi eruditi, in Ettore Pellegrini (a cura), Giovanni Antonio Pecci. cit., pp.61-134.
6Novelle letterarie, 28 luglio 1758, 30, col. 470.
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pubblica amministrazione, sull’economia locale, sulla storia, la legislazione ed il mate-riale archivistico7… Il complesso schema che ne deriva mostra come era articolata la strut-tura di fondo del progetto di Pecci: i quesiti permettevano di raccogliere notizie sulle materie più varie, senza tralasciare nessun campo di ricerca e di classificarle per temi omogenei.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi, le autorità locali non si dimostrarono collabo-rative, ma indifferenti e disinteressate. Egli stesso dichiarò di avere ricevuto in risposta solo poche relazioni: “da poche più di trenta ne ho ricevuto la responsione e quel che più mi fa meravigliare, dalla maggior parte di
quelle che più inculte e più mancanti di popolazione si considerano8.”
L’opera costituisce una prima elaborazio-ne di materiali antichi, di regola consultati e studiati da Pecci personalmente, sebbene, in alcuni casi, le sue ricerche non siano state agevolate dai soggetti preposti ai vari archivi9. L’accesso al materiale documentario, inizial-mente, fu facilitato da diversi fattori, primi fra tutti l’appartenenza alla nobiltà civica senese e l’esercizio di cariche pubbliche, come anche la disponibilità dell’erudito a compilare inventari o repertori. Tali strumen-ti cosstrumen-tituivano un valido aiuto per una rapida consultazione e per la gestione del patrimo-nio documentario. Tuttavia, nella redazione
7 Giuliano Catoni, La “laboriosa impresa” di Giovanni Antonio Pecci, in Notizie storiche della città di Montalcino, Sinalunga 1986, pp.I-VII, e Id., Le “eru-dite fatiche” del Pecci e del montalcinese Tullio Canali, , in Ettore Pellegrini (a cura), Giovanni Antonio Pecci. cit., pp.279-286.
8 Di queste ben dodici gli furono inviate da Luigi Antonio Paolozzi. Per quanto riguarda le ricerche sui
Comuni e Comunelli del Monte Amiata, l’erudito chiancianese fu un valido collaboratore e ne agevolò le ricerche fornendogli materiale su Castel del Piano, Monte Nero, Santa Fiora e la Triana.
9Mario Ascheri, Presentazione, in Elena Innocenti – Gianni Mazzoni (a cura), Giornale sanese (1715-1794) di Giovanni Antonio e Pietro Pecci, Siena 2000, pp. IX-X.
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degli stessi, egli utilizzò criteri rudimentali e incompleti, pertanto spesso erano inutilizza-bili per altre persone, in particolare perché privi di indici e non disposti in ordine cro-nologico. Ciò si spiega facilmente, se si con-sidera che il suo obiettivo primario era ricer-care notizie e dati che gli potevano essere utili per i suoi studi contenuti negli archivi, non inventariare i fondi archivistici che esa-minava!
L’opera non fu mai data alla stampa per intero, tuttavia è tra le più consultate e si regi-strano numerose edizioni relative a singole località10. Infatti, le Memorie Storiche Pecci rappresentano tutt’oggi una fonte documen-taria rilevante per gli studiosi, perché conten-gono numerose indicazioni di carattere stori-co naturalististori-co e soprattutto frequenti e pun-tuali rinvii al materiale archivistico originale, che permettono di ricercare con rapidità i testi originali.
Ormai da alcuni anni si è risvegliato, anche nell’Amiata, un profondo e costante interesse per le relazioni di Pecci, perché for-niscono al lettore di oggi informazioni pre-ziose, come le trascrizioni di testi originali, che in alcuni casi rappresentano l’unica testi-monianza oggi disponibile di un documento perso, distrutto o gravemente danneggiato nel corso dei secoli.
Gli studi pecciani sul territorio amiatino si sono sostanziati in oltre venti relazioni: alcu-ne, riguardanti l’area senese della montagna, sono state in gran parte pubblicate11, invece, da quelle del grossetano, vengono spesso estrapolati solo alcuni brani, utilizzati per ricerche monografiche.
È nell’ottica di salvaguardare questo pre-zioso patrimonio storico e di diffonderlo, che si colloca l’iniziativa, da me ideata e curata, di pubblicare tutte le relazioni di Pecci relati-ve ai paesi ed alle piccole località del Monte Amiata (versante grossetano).
Il volume comprenderà le relazioni – tra-scritte integralmente dal loro originale – di12: Arcidosso, Cana, Castel del Piano13, Cinigiano14, Montenero15, Montegiovi, Montelaterone16, Monticello, Porrona, Potentino, Roccalbegna, Rocchette di Fazio, Santa Fiora17, Sasso d’Ombrone e Vicarello, Seggiano, Semproniano, Stribugliano, Triana. Il progetto ha la finalità di riportare fedel-mente le notizie raccolte dal senese Pecci sulla natura, il territorio, l’organizzazione amministrativa, la legislazione e la storia del-l’anello Amiata. Esso è stato studiato con l'in-tento di fornire uno strumento utile e di faci-le consultazione per chiunque intenda appro-fondire la ricerca sulla montagna.
10Si veda l’elenco a titolo esemplificativo contenu-to in Maria Ilari – Patrizia Turrini, I “Manoscritti Pecci”. cit., p.77 nt.53 e relativamente a tutte le opere scritte da Pecci si ricorda Ettore Pellegrini, Bibliografia delle opere di Giovanni Antonio Pecci uscite a stampa, in Id. (a cura), Giovanni Antonio Pecci cit., pp.339-347.
11 Per Abbadia san Salvatore v. Cinzia Anselmi, Giovanni Antonio Pecci (circa 1750) Scheda storica su Abbadia San Salvatore, in Abbadia San Salvatore. Comune e monastero in testi dei secoli XIV-XVIII, Arcidosso 1986. Su Piancastagnaio cfr. Giuseppe Sani, Il Settecento pianese, Grotte di Castro (VT), 2005. Per Radicofani v. Beatrice Magi - Renato Magi (a cura), Memorie di un’antica terra di frontiera e di fortezze. Radicofani nella storia raccontata da G.A Pecci e B. Gherardini, Abbadia San Salvatore, 2006, pp.59-90.
12Di seguito si citano le edizioni integrali a stampa delle relazioni pecciane, di cui ci è giunta traccia.
13Francesca Monaci, Memorie storiche di Castel del Piano (di G. A. Pecci), in Amiata Storia e Territorio n.52 (agosto 2006), pp. 33-39.
14 Monografia di Cinigiano, estratta da un mano-scritto autografo del 1700 del Cav. Antonio Pecci da Alessandro Crimini, fatta stampare dal Cav. Antonio Bruchi, Siena 1879.
15 Montenero. Monografia storica per nozze Avanzati Valentini, Siena 1887.
16Francesca Monaci, Montelaterone: lo Statuto del 1572 e le Memorie Storiche di G.A. Pecci, in Vincenzo Bacciarelli – Paolo Pacchiani (a cura), Montelaterone. Storia, religione ed arte di un’antica cella del Montamiata, Roma 2006, pp.163-178.
17 Francesca Monaci, Memorie storiche della Contea di Santa Fiora raccolte dal Cavalier Giovanni Antonio Pecci, in Tracce… percorsi storici culturali ambientali per Santa Fiora, annuario 2005, pp.9 – 55. In questa sede sono state oggetto di analisi e studio comparato (e segnalate in nota) le differenze tra il manoscritto di Pecci e la relazione inviatagli da Luigi Antonio Paolozzi, relativamente alla sola Contea di Santa Fiora. Il volume cui si accenna conterrà la tra-scrizione integrale, comprensiva delle notizie sul comu-nello di Selvena.