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nutenzione attualmente praticate in azienda in modo da avere un quadro generale esplicito delle competenze professionali richieste e, attraverso un costante monitoraggio delle attitudini, del- l’esperienza, delle conoscenze tecniche possedute da ogni individuo, un quadro preciso ed ag- giornato del modo in cui tali competenze si distribuiscono fra i dipendenti.

Per fare questo i responsabili operativi dovrebbero costruire delle matrici indicanti le attività svolte nei rispettivi reparti e individuare il numero di risorse minime che devono essere in grado di effettuare le suddette attività. In parallelo si devono costruire delle matrici delle professio- nalità in cui per ogni risorsa (dipendente) è indicata la professionalità posseduta in rapporto alle diverse attività previste (figura 5.5).

FIgURA 5.5. Matrice delle professionalità

eseguendo la correlazione tra attività e risorse richieste è possibile individuare delle lacune competenze professionali disponibili.

Sulla base di ciò si possono definire dei programmi di addestramento in termini di:

scelta dei partecipanti: è conveniente comunque sottoporre a corsi di formazione anche indivi-

dui che possiedono già competenze di base. Per quanto riguarda la formazione specifica per la sicurezza, questa dovrà essere realizzata anche nel rispetto delle esigenze di legge;

contenuti. Il percorso formativo oltre che addestramento pratico deve comprendere anche mo-

menti di:

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• informazione specifica sulle funzioni e realtà operative inserendo sempre gli aspetti della sicurezza.

• durata dei singoli corsi: la durata dei corsi di formazione dipende dal tipo, dalla com- plessità e dal volume di nozioni e competenze tecniche di cui si occupa.

• strutturazione temporale: anche questo, come gli altri aspetti metodologici della forma- zione, è opportuno venga gestito in collaborazione con formatori di adeguata professio- nalità, sebbene possa risultare opportuno suddividere la formazione in una serie di piccole fasi, mettendone in pratica una alla volta, e passando alla successiva solo quando la precedente è stata assimilata. Talvolta è utile ripetere periodicamente la formazione, fino a quando un numero accettabile di dipendenti ha correttamente acqui- sito le nozioni impartite;

• mezzi e metodi didattici, compresa la scelta dell’istruttore: il formatore è da pensare come un professionista competente sia della materia che delle tecniche di formazione e capace quindi di gestire l’intervento formativo, dall’individuazione dei bisogni alla pro- gettazione del corso, dall’erogazione dell’intervento alla valutazione dei risultati; ha la responsabilità di ricavare, dalle indicazioni del committente (persona che richiede l’in- tervento di formazione) e da verifiche sviluppate sul campo e quindi a diretto contatto coi futuri destinatari dell’intervento formativo, i reali bisogni di apprendimento dei de- stinatari. È anche responsabilità del formatore aiutare il committente a capire, al di là di quello che ha già diagnosticato, che cosa realmente gli serve.

L’azienda deve anche prevedere un periodo di affiancamento a soggetti e personale già adde- strati.

L’efficacia di un addestramento deve essere verificata mediante successivi controlli sul grado di apprendimento individuale e collettivo dei soggetti interessati.

Nel caso l’apprendimento risulti non sufficiente si provvederà ad effettuare eventuali azioni di correzione sui successivi programmi d’addestramento in termini di durata, strutturazione, mezzi e metodi.

A prescindere dall’esito della verifica, la documentazione sui programmi di addestramento svolti e sui risultati ottenuti deve essere appropriatamente registrata e conservata. L’attestazione dell’avvenuta formazione deve essere conservata in azienda a cura del datore di lavoro. Appu- rato l’apprendimento, periodicamente si confrontano le prestazioni dopo il corso con le presta- zioni obiettivo. Nel caso di discrepanza si effettuano modifiche sui contenuti dei corsi futuri. La formazione non termina alla fine del corso o della sessione. L’assistenza e il controllo suc- cessivi costituiscono il cosiddetto follow-up, parte importante del processo di formazione che indica quanto siano state efficaci le tecniche di formazione e se il dipendente sia in grado di applicarle nello svolgimento della mansione, oltre ad aiutarlo a rafforzare ciò che ha appreso. Le tecniche di follow-up dopo la formazione comprendono test e brevi seminari di aggiorna- mento che sostengono la formazione precedente.

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Conclusioni

Selezione, management partecipativo, addestramento e formazione sono attività, metodologie e tecniche di gestione del personale proprie non solo del SgS ma dell’intera gestione aziendale. Questo perché gli obiettivi che tali metodi si prefiggono esulano da un discorso che riguarda prettamente la SSL ma coinvolgono l’intera missione aziendale nella sua globalità inclusi ov- viamente traguardi di sicurezza. Selezionando il personale, creando un ambiente adeguato e motivante, ascoltando le persone, favorendo il coinvolgimento e la cooperazione, investendo risorse per l’addestramento e la formazione mirati a colmare le vere lacune di competenze, semplificando i sistemi di controllo, aumentando la libertà di manovra ad ogni livello si creano sicuramente i presupposti per il miglioramento delle condizioni di lavoro ma anche delle perfor- mance aziendali.

Infine si vuole suggerire, come ulteriore stimolo alla ricerca delle migliori condizioni di sicurezza, la possibilità di inserire, nei contratti collettivi di lavoro, degli incentivi alla retribuzione colle- gati alle prestazioni di sicurezza dell’azienda.

6.. Gestione dei fattori tecnici

L’organizzazione per l’implementazione della politica e dell’efficace gestione della SSL deve assegnare risorse adeguate e sufficienti ad attuare le politiche della sicurezza ed a conseguire i relativi obiettivi. Risulta essenziale la considerazione di:

• impianti, macchine ed attrezzature e sistemi di sicurezza relativi;

• misure per garantire un ambiente adeguato in rapporto alla sicurezza; [1] [2] • dispositivi di protezione individuali.

6.3.1. Impianti, macchine ed attrezzature

La normativa tecnica consensuale fornisce attualmente una buona e crescente disponibilità di indicazioni sui requisiti delle macchine dal punto di vista della sicurezza e con riferimento ad un arco sempre più ampio del loro ciclo di vita e sulle caratteristiche richieste per le protezioni e i dispositivi di protezione.

Per evitare che una cattiva progettazione possa indurre gli operatori a compiere azioni errate o a prendere decisioni non corrette è inoltre opportuno che nella progettazione ci si ispiri sempre più ai principi ergonomici, in particolare con riferimento alle diverse modalità di interazione uomo-macchina, sia con carattere fisico che mentale, ossia riguardo tutti quegli accorgimenti adottati al fine di facilitare ed agevolare l’uso ed il controllo degli impianti o delle macchine da parte dell’uomo in modo da eliminare o ridurre il verificarsi d’incidenti.

Attività del SGS

[1] [2] [3] [4] [6] [13]

È compito dell’alta direzione e oggetto del SgS gestire gli acquisti di impianti, macchine ed attrezzature, individuare le situazioni di pericolo, introdurre misure e dispositivi di protezione

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sulle macchine per eliminarle o ridurle, adottare procedure operative sicure, prevedere l’utilizzo di DPI, eseguire una corretta manutenzione sulle macchine, effettuare ispezioni, prove e studi di affidabilità degli impianti, informare, formare ed addestrare i dipendenti sull’uso degli im- pianti, macchine ed attrezzature e dei relativi sistemi di sicurezza.

Acquisto

Nel caso in cui l’acquisto di un impianto crei nuovi posti di lavoro, il SgS deve prevedere idonee procedure per verificare che i progettisti del luogo o posto di lavoro e degli impianti rispettino i principi generali di prevenzione in materia di sicurezza e salute. In ogni caso, è necessario ve- rificare che il nuovo impianto, macchina od attrezzatura, sia adeguatamente accompagnata dalle previste certificazioni od omologazioni, da tutta la documentazione prevista dalla legge e da tutte le note ed allegati informativi ritenuti necessari.

Identificazione e valutazione dei rischi

Presupposto che il costruttore dell’impianto, macchina od attrezzatura, nella fase di progetto, abbia già individuato i possibili rischi presenti ed abbia già intrapreso modifiche per eliminarli e, ove ciò non sia possibile, utilizzato protezioni ed accorgimenti per ridurli, il SgS deve, tuttavia, prevedere idonee procedure per l’individuazione e valutazione dei rischi residui presenti, specie in rapporto all’inserimento delle macchine/impianti acquistati all’interno dell’azienda. L’indivi- duazione e valutazione dei rischi devono essere opportunamente registrate e documentate, ri- petute od aggiornate ogniqualvolta si modifichi uno qualsiasi degli elementi del sistema aziendale che le interessa, sia esso un fattore tecnico od organizzativo.

Introduzione di modifiche, misure e dispositivi di protezione, nuovi sistemi di comando

Nell’ipotesi che si rendano necessarie modifiche alle macchine, tali modifiche devono essere compatibili con il precedente livello di sicurezza o migliorative dello stesso. Devono inoltre es- sere effettuate concordemente con il costruttore della macchina o, in difetto, opportunamente valutate da professionisti di adeguata competenza.

Introduzione di procedure operative sicure

Quando una situazione pericolosa non può essere eliminata o evitata introducendo misure e dispositivi di protezione, devono essere adottate misure organizzative per ridurre il rischio, in- troducendo procedure operative sicure e definite per le singole operazioni. Tali procedure opera- tive devono essere opportunamente documentate e, ogni volta che un qualsiasi elemento della valutazione dei rischi sopra citata cambia, aggiornate e, se ritenuto necessario, modificate. Risulta opportuno rendere disponibili tali documenti direttamente sul posto di lavoro.

Impiego di DPI

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