• Non ci sono risultati.

6 DEFINIZIONE DI UN PERCORSO DIDATTICO È di seguito presentato il percorso di presentazione dei concetti che

7 STRUMENTI E METODOLOGIE PER UNA SCUOLA DIGITALE

7.3 Per una scuola 2.0: LIM e BYOD

Una lavagna interattiva, in inglese IWB (Interactive WhiteBoard), non è altro che un ampio schermo interattivo al quale può essere connesso un computer. In Italia questi dispositivi sono conosciuti con l'acronimo di LIM. Sono utilizzate in diversi contesti, ma per il nostro caso di studio è di specifico interesse l'utilizzo delle LIM nelle classi delle scuole a tutti i livelli di istruzione.

La prima lavagna interattiva a uso ufficio fu sviluppata da Xerox Parc nei primi anni novanta. Al 2008 nel Regno Unito il 100% delle scuole primarie dispone di una LIM. Meno rosea è la percentuale di penetrazione di questa tecnologia nel tessuto scolastico italiano.

Secondo i dati OCSE (Organisation for Economic Co-operation and Development) al 2015 la percentuale di penetrazione delle LIM in Italia nei plessi scolastici attivi si attesta al 41,9%, mentre per la dotazione in laboratorio la percentuale sale al 43,6%.

Gli usi più comuni della lavagna interattiva in classe includono:

• L'esecuzione di software installati su un computer connesso alla lavagna, come un web browser o altri programmi utilizzati a scopo educativo o di ricerca di informazioni

Cattura di annotazioni scritte sulla lavagna o su un device ad essa connesso

• Controllo dei dispositivi connessi direttamente dalla lavagna interattiva

Uso di OCR (Optical Character Recognition), sistemi di riconoscimento ottico dei caratteri per traslare la scrittura olografica in testo formattato

La maggior parte delle LIM sono dotate di software preinstallati atti a massimizzarne le possibilità di interazione. Solitamente ad esse sono associati dispositivi come penne interattive anche se la superficie della lavagna è di per sé predisposta per l'interazione con il semplice tocco con le dita di una mano dato che può emulare le azioni del mouse accuratamente. Alcuni software possono essere sviluppati e organizzati per essere in linea con le attività dei programmi di studio delle scuole. E attraverso le lavagne interattive essere fruiti in chiave di supporto alla didattica.

Dati da test effettuati su classi che utilizzavano le LIM hanno riportato opinioni non concordi di una loro effettiva utilità all'interno del sistema di insegnamento, specie in funzione del mancato apprendimento di specifici concetti da parte degli studenti.

Una giustificazione a questi risultati può essere trovata nel fatto che sono tecnologie nuove, delle quali è necessario ancora comprenderne appieno le potenzialità.

È giusto che le aule tradizionali vengano ristrutturate e arricchite di dotazioni per la fruizione “individuale e collettiva” dei contenuti accessibili in rete, in un'armonica integrazione tra digitale e didattica.

In quest'ottica l'iniziativa BYOD (Bring Your Own Device) è in linea con con gli obiettivi presentati nel PNSD. Una concezione di “classe digitale leggera” è il giusto compromesso in questa fase di transizione verso un nuovo sistema scolastico.

L'utilizzo di dispositivi personali affiancati alle attività didattiche, seppur ancora in fase sperimentale è un primo passo per educare all'utilizzo dei degli stessi come mezzo per una crescita nella conoscenza e non come mero strumento di distrazione e di svago.

In questa direzione, la disciplina di utilizzo dei dispositivi durante le attività didattiche sta ancora cercando un assetto per ottimizzare le attività

che si possono svolgere con esse in ambiente scolastico. La collaborazione sinergica tra MIUR, AGID (Agenzia per l'Italia Digitale) e il Garante della Privacy sta portando alla definizione di linee guida e nuove disposizioni per incoraggiare la standardizzazione del BYOD.

8 CONCLUSIONI

Quello che principalmente si è cercato di evidenziare attraverso questo elaborato è lo studio approfondito che sottende lo sviluppo di un qualsiasi artefatto digitale che miri ad avere finalità educative.

Il lavoro è stato portato avanti nella speranza che questo artefatto sia di supporto allo sviluppo della capacità di astrazione di uno specifico target di studenti; che sia usabile da questi come dagli insegnanti e che possa agevolare una parte dell'insegnamento incoraggiando gli studenti a proseguire nel percorso conoscitivo e non li faccia accontentare di un semplice sapere manualistico.

Un software che sia di accompagnamento a una materia non può essere sviluppato semplicemente sulla base delle definizioni di un libro di testo; è necessario un approfondito studio che parta da lontane radici.

Qui si è cercato di approfondire inizialmente le teorie psicoanalitiche che sottendono i metodi di insegnamento oggi adottati nel nostro sistema educativo. Si è scelto di approfondire questo aspetto perché si è ritenuto necessario conoscere quali sono i meccanismi che guidano la definizione di un percorso di studi e i princìpi che sottendono la propedeuticità nell'esposizione dei concetti.

Sono tutti aspetti che non possono essere trascurati. Non si possono lasciare al caso dettagli che altrimenti rischierebbero di generare mancate concezioni, o ancor peggio visioni distorte di un sistema di riferimento necessario agli studenti per avanzamenti nella conoscenza.

Si è cercato di immaginare un panorama in prospettiva con gli studi effettuati nello sviluppo della simulazione di modo che aderissero più o meno agli obiettivi per cui è stato concepito l'artefatto.

Lo strumento sviluppato ha qui la finalità di essere di supporto allo sviluppo della capacità di astrazione degli alunni e di agevolare una parte dell'insegnamento delle scienze, ma il percorso iniziale di costruzione, le ricerche sui processi di apprendimento, possono aderire benissimo allo sviluppo di software per qualsiasi altra materia.

Si è nell'ultima parte cercato di tratteggiare una visione d'insieme sull'attuale presente della penetrazione delle tecnologie digitali al servizio del sistema scolastico nel nostro Paese, mettendo in evidenza dati che chiarissero in prospettiva le aspettative future del digitale in questo universo.

Concludo con il rammarico di non essere riuscito ad effettuare test sul campo per valutare l'efficacia e l'efficienza di questo artefatto digitale. Purtroppo, la definizione del codice sottendente il simulatore ha trovato conclusione proprio al termine dell'anno scolastico. E dato che in questo periodo le scuole secondarie, come quelle primarie del resto, sono impegnate con gli scrutini e la preparazione agli esami per i ragazzi dell'ultimo anno, non è stato possibile eseguire dei test in classe per valutare l'usabilità del prodotto.

Il passo successivo, sarebbe consistito dunque nel coinvolgimento di alcune classi di scuola secondaria di primo grado. Il feedback dei ragazzi, unito a quello dei docenti avrebbe confermato l'efficacia della progettazione e della programmazione del simulatore, così come avrebbe potuto far emergere criticità e lacune che avrebbero permesso una sua eventuale riconsiderazione. Coinvolgendo il target di utenze per il quale è stato pensato, sarebbe stato possibile farli divenire coautori, in linea con il principio di “beta perpetuo” tanto caro ai progetti open source diretti al web.

Occorre maturare esperienza nella ricerca e nell'aggregazione di contenuti in quell'oceano di dati e di informazioni che è la rete.

Il fatto che le tecnologie nell'ambito dell'insegnamento siano percepite come abilitanti, può ragionevolmente essere considerato un incentivo a guardare con più interesse a questo settore da parte di un Informatico Umanista. Se non un ruolo di protagonista, potrà sicuramente ricoprire quello di comprimario e in prospettiva contribuire al processo che mira a costruire un sistema educativo atto a formare persone competenti e attive.

RINGRAZIAMENTI

Un primo meritato ringraziamento va alla dottoressa Silvia Ripoli per il prezioso contributo apportato alle fonti di questo elaborato, per la sua disponibilità e gentilezza dimostrate nei miei confronti.

Ringrazio il professor Carlo Traverso per avermi incoraggiato all'inizio di questo percorso e per avermi fatto capire quanto sia importante la libertà nella rete in parallelo alla difesa dei propri diritti.

Ringrazio il professor Francesco Varanini per avermi messo di fronte alle mie paure.

Ringrazio tutti i docenti con i quali ho avuto il privilegio di misurarmi in sede d'esame, specie coloro che più di altri mi hanno fatto sudare quel benedetto voto in trentesimi. Voi, che per amore per la vostra materia e per devozione nei confronti dell'insegnamento avete cercato nel migliore dei modi di stimolare e portare a maturazione quello che in me rimaneva ancora acerbo. Per questo non smetterò mai di provare per tutti voi immensa gratitudine.

Infine, il ringraziamento più grande lo rivolgo alla persona senza la quale non sarei mai riuscito a raggiungere questo traguardo, la persona a cui questa tesi è dedicata.

BIBLIOGRAFIA

[Adbo 09]Adbo K., Taber K. S., Learners' Mental Models of the Particle Nature of Matter: A Study of Sixteen-years-old Swedish Science Students, International journal of Science Education, Vol. 31, N°6, 2009, pp. 757-786

[Corsi 04] Corsi R., Costagli F., Il mondo intorno a noi - Volume C, Casa Editrice SEI, Torino, 2004

[Dequino 10] Dequino S., Bo G., Iscra A., Invito alla natura - Volume A, Paravia-Pearson, Torino, 2010/11

[Gamberini 12] Gamberini L., Chittaro L., Paternò F., Human-Computer Interaction. I fondamenti dell'interazione tra persone e tecnologie, Pearson Italia, Milano – Torino, 2012

[Giordan 99] A. Giordan, Le modèle allostérique in Revue, EPS, N°279, Settembre/Ottobre 1999

[Hadenfeldt 14] Hadenfeldt J. C., Liu X., Neumann K., Farming Students' Progression in Understanding Matter: a Review of Previous Research, Studies in science education, Vol. 50, N°2, 2014, pp. 181-208 [Johnson 05] Johnson P., The Development of Children's Concept of a Substance: A Longitudinal Study of Interaction Between Curriculum and Learning, Research in Science Education, Vol. 35, N°1, 2005, pp. 41-61

[Johnson 10] Johnson P., Papageorgius G., Rethinking the Introduction of Partice Theory: A Substanced-Based Framework, Vol. 47, N°2, 2010, pp. 130-150

[Kelly 14] Kelly R. M., Using Variation Theory with Metacognitive Monitoring to Develop Insights into How Students Learn from Molecular Visualization, Journal of Chemical Education, 2014, pp. 1152-1161

[Löfgren 12] Löfgren L., Helldén G., A Longitudinal Study Showing How Students Use a Molecular Concept When Explaining Everyday Situations, International Journal of Science Education, 2012, pp. 1631- 1655

[Piaget 73] Piaget J., La costruzione del reale nel bambino, La Nuova Italia, Firenze, 1973

[Roletto 10] Roletto E., Regis A., Il costruttivismo e oltre. Sull'apprendimento delle scienze, Emmeciquadro, N°40, 2010, pp. 1-11 [Serani V.] Serani V., Campioni M., Ferretti S., ES – Elaborare Scienza, Volume 1, Garzanti , Novara, 2010

[Silvestroni 96] Silvestroni P., Fondamenti di Chimica, Masson Editoriale Veschi, Milano, 1996, pp. 213-215, 572

[Williamson 12] Williamson M. V. et al, The Effect of Viewing Order of Macroscopic and Particulate Visualization on Students' Particulate Explanations, Journal of Chemical Education, 2012, pp. 979-987

[Wu 01] H.K. Wu, Krajcik J. S., Soloway E., Promoting Understanding of Chemical Representation: Student's Use of a Visualization Tool in the Classroom, Journal of research in science teaching, Vol. 38, N°7, 2001, pp. 821-842

SITOGRAFIA

[Altervista 16] Il simulatore del movimento particellare è raggiungibile al seguente indirizzo: modelloparticellare.altervista.org

[GitHub 16] Tutto il codice sviluppato è disponibile e di libero accesso al seguente URL: https://github.com/Lafcadio79/modelloparticellare

[MIUR 16] Il Piano Nazionale Scuola Digitale è reperibile al seguente indirizzo: http://www.istruzione.it/scuola_digitale/index.shtml

[Treccani 16] Per una definizione del moto browniano:

http://www.treccani.it/enciclopedia/moto-browniano_(Enciclopedia- della-Scienza-e-della-Tecnica)

Documenti correlati