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‘Perdita e Salvador

(In vocchio sta, seduto sulla panchina di marmo del iin Dietro a lui in piedi un bambino con un mazzo di iiiiIIiiiihìiiì colorati.

I .u i mi vere è alzata dal vento. I capelli spostati dalla .un II vocchio ha la testa china sulle spalle, un bambino, iltatre u lui, fiuta il tempo.

I l'estate di una vita spezzata, è l'acuto di una chitarra in i nule (ìli intoccabili hanno recitato il loro ultimo disperato

• • illativo di piacersi, lasciando strette macchie di latte liHMimle di fiducia.

Dun amici di Salvador stanno per trovarsi al solito ..in I Ina luce dipana la nebbia, un faro, due, tre come un miracolo non richiesto quattro persone si accettarono allo

■Ummmi posto. Il paese era lì, o lontano quattro miglia, a .... .Mi.in della morfologia di quel ritrovarsi.

I .'estate stava finendo, la pioggia calda prima di un

• 1.1h hi io, la risata di un amico di Salvador, le ttkm fumando.

la rapina del secolo era già stata compiuta, e .1. ei|i. indoia a sè quella notte Salvador non sentì più nulla

•mi suo cuor.

Dall'altro capo del mondo quella fu una mattina di hi ululi nuvole nervose che attraversavano velocemente il . i.iln ergeiitino delle Pampas dietro a Rosario.

Un uomo era appoggiato allo steccato, guardava quei ..miniane scorrazzare con lo sguardo di chi porta con sè il

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proprio mondo. Una giacca di pelle accompagna la linea consumata della tela dei suoi pantaloni puntualmente a finire in un paio di stivali da buttare. Il nero cappello dei Gauchos e una mano sull'altra spalla a tenere un sacco semivuoto.

"Lloyd !" chiamò il vecchio lì accanto.

Quell'uomo girò lentamente il capo scoprendo due occhi azzurri profondi e rispondendo con un cenno del capo.

Lloyd gli andò vicino e si sedette insieme a lui restando in silenzio senza fiatare.

D vecchio lentamente frugò in una sacca che aveva a fianco e ne estrasse un Bacchettino pieno di tabacco, dopo averto compresso per bene prese a masticarlo e disse:

"Ti ho promesso che un giorno ti avrei raccontato la storia di Perdita e Salvador: quel giorno è venuto". E prese a raccontare.

"Perdita era una ragazza di Rosario, aveva ventanni, e insieme alle sue amiche era solita trovarsi, quando l'inverno diventava rigido e buio, nella casa di Hermana per bere thè’ e parlare dei propri sogni e delle proprie speranze.

Frequentavano quella casa molte persone, principalmente giovani ed era difficile vedere sempre le stesse facce eccezion fatta per i frequentatori assidui.

In quella stagione spesso nevicava e la strada che portava alla casa di Hermana diventava difficile da raggiungere, nonostante questo c'era sempre molta gente.

Gli occhi di tutti i ragazzi finivano per cadere sempre su quelle, e qualche volta qualcosa succedeva.

Perdita non era bellissima, ma si capiva che dentro aveva qualcosa di veramente importante, e solo di tanto in

tanto qualcuno le faceva la corte e lei magari ci stava pure.

Quel pomeriggio era venuta giù parecchia neve ed inaspettatamente erano saliti alla casa alcuni amici assieme ad un paio di sconosciuti. Appena misero piedi in casa sbattendosi le spalle per la neve posatasi Perdita ebbe subito un brivido, una senzazione precisa. Si salutavano tutti allo stesso modo il solito, ma quando Salvador le strinse la mano presero a fissarsi entrambi negli occhi ed esitando un secondo si rilasciarono mollemente e a stento in quel pomeriggio riuscirono a staccare gii occhi l'imo dall’altra pur restando per la maggior parte del tempo in stanze diverse.

Ogni volta che per un qualsiasi motivo capitava si incrociassero restavano mollemente incollati per qualche secondo senza sorridersi se non per staccarsene. Passarono parecchi giorni senza vedersi ma quel sabato pareva che Dio in persona avesse scritto sul buo calendario il da farsi. Erano in una stanza insieme agli altri, ma finirono per trovarsi da soli ben presto. Si avvertiva una carica nell'aria semplicemente fulminante.

Quando più tardi accompagnandola a casa si cacciarono finalmente la lingua in bocca pareva una fusione nucleare.

Rimasero storditi a lungo e non sapevano fare altro che fissarsi da vicino occhi negli occhi senza parlare. H profumo di lei impediva a Salvador di ragionare e fu proprio un contatto da orgasmo il successivo bacio tra di loro. A Btento verso le quattro del mattino riuscirono a staccarsi, ma non riuscirono neanche a salutarsi.

Salvador era fidanzato con la ragazza più bella di Rosario e Perdita aveva una mezza storia da qualche anno con un gaucho di buona famiglia. Inutile dire che per un lungo periodo le cose andarono ancora a questi livelli e più,

anzi sempre di più. Tutto ciò finché si confessarono le proprie relazioni entrambi per pena, interessi in comune, interdipendenza o altro stentavano a troncare con i rispettivi fidanzati. Anche se questo non li portò mai a mettere in dubbio il proprio rapporto, era come se sperassero incosciamente che un bel giorno sarebbe atterrata un'astronave in grado di portarseli via era come se le storie precedenti avessero radici e ragioni legate più ai luoghi e ai loro corpi che non alla propria anima.

E così {lassarono dei giorni terribili, erano costretti a vedersi di notte, rincasare tardi, e più passava il tempo e più questo tragico gioco diventava insostenibile, ma più era insostenibile più si rivelava indispensabile.

Salvador era un fantasma e ormai sia a casa che sul lavoro avevano cominciato a sorvegliarlo per capire cosa gli stesse succedendo.

Le cose si complicarono quindi ulterioremente e oltre a finire col rincasare tardi erano costretti a trovare dei luoghi appartati e lontani dove consumare il fiore dell'oblio.

Perdita la mattina poteva recuperare il sonno perso ma Salvador ormai era sull'orlo dell'esaurimento. Tant’è che un giorno, dopo aver rischiato un incidente mortale, decisero di non vedersi per un certo periodo così da consentire a Salvador di recuperare. Furono giorni durissimi per entrambi e a stento riuscirono nel loro intento. Gli amici di Salvador in quel periodo sostenevano la causa del suo fidanzamento ufficiale credendo di fare il suo bene e nel tentativo di portarlo ad abbandonare Perdita. Qualcuno forse era interessato a Perdita e agiva con chiari secondi fini, ma poco importava.

Tant'è che questa lontananza era destinata a recitare

un ruolo decisivo su Salvador che, ancora debole fisicamente, fini per cedere a tutte le pressioni che dall'esterno impellevano assecondando il suo senso della responsabilità e il suo buon cuore.

Salvador a un certo punto credette di agire per il bene di sè e di tutti e non cercò Perdita mai più. La casa di Perdita era a metà di una collina e da molto tempo ormai lei si stava convincendo che tutto era finito tra loro, che lui in fondo non corrispondeva al suo amore, perchè altrimenti si sarebbe fatto già vivo.

Così pian piano comincio a dimenticarlo anche se in effetti ci riuscì dopo molto tempo. Gli anni e le nuvole erano passati velocemente sopra la testa degli abitanti di Rosario ma già la storia di Perdita e Salvador era stata da tutti dimenticata. Salvador non era più fidanzato con la ragazza di allora e Perdita invece stava assieme ad un altro gaucho. Gli amici di allora erano chissà dove, alcuni a Buenos Aires, altri sposati.

Un giorno che Perdita andò a Medellin a trovare sua madre, che non viveva più con lei e suo padre, si trovò per caso in un bar, e improvvisamente si sentì battere sulla spalla. Girandosi di scatto riconobbe il volto di Salvador che la fissava con quei suoi occhi stralunati. Lei rimase fredda, si limito ai convenevoli e affrettò la sua dipartita. Ma mentre gli sfilava davanti lui la fermò tenendola per un braccio con la mano e disse:

"Voglio che ci vediamo"

"Va bene" rispose lei.

"Domani davanti al monumento alle cinque"

"Di notte ? " rispose lei sorridendo.

Lui sorrise decisamente e per un attimo fu felice dopo

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