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Il PERSEGuIMENTO DEllA MISSIONE

Nel documento CAPITOlO 3 lA STRuTTuRA OPERATIVA (pagine 23-140)

Introduzione

La principale norma di riferimento delle Fondazioni di origine bancaria (il più volte citato decreto legislativo n. 153 del 17 maggio 1999), configura in modo preciso il profilo giuridico e istituzionale delle Fondazioni stesse disponendo che esse operino, in rapporto prevalente con il territorio di riferimento, per il perseguimento di due fondamentali scopi: l’utilità sociale e la promozione dello sviluppo economico.

La stessa legge, pur ponendo un vincolo di indirizzo generale all’azione delle Fondazioni con l’indicazione di un ventaglio definito di possibili settori di intervento (c.d. “settori ammessi”), sancisce un centrale principio di autonomia delle Fondazioni nell’individuazione di strategie e modalità d’azione; un’autonomia, ribadita dalla Corte Costituzionale con le sentenze n.

300 e n. 301 del 2003, che riflette la loro natura di soggetti appartenenti all’organizzazione delle libertà sociali, e che rimanda a ciascuna di esse l’assunzione di una piena responsabilità nella individuazione di forme e strumenti per il raggiungimento delle finalità di interesse generale loro affidate.

Questo ampio grado di autonomia, che si inquadra pienamente nel paradigma della sussi-diarietà orizzontale ed è declinato da ogni Fondazione attraverso lo statuto e i regolamenti interni, viene esercitato in presenza di elementi di garanzia per i terzi portatori di interessi: la vigilanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze e degli organi di controllo interno, gli obblighi di trasparenza e pubblicità dell’operato e la conformazione degli organi di governo a precise disposizioni di legge.

A tali elementi si sono di recente aggiunti gli impegni assunti dalle Fondazioni aderenti ad Acri con la sottoscrizione del Protocollo di intesa con l’Autorità di vigilanza in materia di investi-mento del patrimonio, di governance e di modalità di svolgiinvesti-mento dell’Attività istituzionale.

Nella cornice normativa e istituzionale descritta, le Fondazioni concentrano i propri interventi, in un’ottica di complementarietà con le pubbliche amministrazioni, in settori cruciali per il benessere delle comunità quali i servizi alle categorie sociali svantaggiate, la ricerca scientifica, la cultura, l’istruzione, l’arte, la sanità, la conservazione e valorizzazione dei beni ambientali e paesaggistici, e, in generale i settori che identificano nell’accezione inglese il c.d. welfare state.

Nel corso degli anni, e segnatamente negli ultimi caratterizzati dall’arretramento della pre-senza pubblica nel contesto sociale ed economico, le Fondazioni hanno maturato una cre-scente consapevolezza delle proprie potenzialità operative, distaccandosi dall’originario pro-filo di meri “enti di beneficienza” per assumere un ruolo ben più nevralgico nelle comunità di riferimento, con funzioni di propulsione e innovazione delle progettualità territoriali, di catalizzazione di risorse e creazione di sistemi locali di rete.

I rendimenti del patrimonio investito sono la risorsa primaria attraverso cui le Fondazioni realizzano la propria missione: con essi infatti si alimentano le “erogazioni”, cioè i contributi a fondo perduto concessi a operatori pubblici o privati senza fini di lucro per la realizzazione di attività di pubblico interesse, ovvero le iniziative e i progetti di utilità sociale ideati e gestiti direttamente dalla Fondazione (i cosiddetti “progetti propri”).

Entrambe le modalità di intervento, riconducibili ai modelli codificati nell’esperienza delle fon-dazioni anglosassoni rispettivamente come granting e operating, sono generalmente presenti nell’a-gire delle Fondazioni, in una combinazione che varia in funzione delle strategie di ciascun ente.

Il modello granting è stato di gran lunga dominante nella fase iniziale di sviluppo del sistema delle Fondazioni, ma con il passare degli anni la realizzazione di progetti propri, tipica del modello operating, ha progressivamente accresciuto il suo peso, determinando la configura-zione odierna del modello “tipico” di intervento delle Fondazioni caratterizzato da un mix integrato dei due approcci. Un modello plasmato sui bisogni espressi del territorio e disegnato flessibilmente in relazione agli obiettivi da conseguire.

Le Fondazioni si propongono quindi sul territorio in modo sempre più proattivo, interpre-tandone esigenze e aspettative sulla base del loro storico radicamento nella comunità e di competenze multidisciplinari derivanti dalla plurale composizione degli organi e da pratiche di ascolto attento dei principali attori locali.

La sintesi dei bisogni rilevati dalle molteplici fonti sopra richiamate conduce alla definizione di strategie di intervento finalizzate alla creazione di valore per la comunità e fortemente orientate all’innovazione. Il perseguimento di tali strategie da parte delle Fondazioni è reso più incisivo da alcuni “vantaggi competitivi”, rispetto all’azione del soggetto pubblico, di cui esse possono beneficiare in virtù della loro natura privatistica: il poter operare in una proiezione di lungo periodo svincolata da logiche di ricerca del consenso “a breve”, l’adozione di processi decisio-nali più snelli e rapidi, la possibilità di sostenere, pur entro limiti ragionevoli, maggiori rischi di insuccesso degli interventi (a tutto vantaggio delle iniziative di carattere sperimentale).

Nel solco di questa “vena” innovativa e sperimentale le Fondazioni hanno negli ultimi anni at-tivato, grazie anche alla rimozione di un vincolo normativo inizialmente esistente, un ulteriore e complementare strumento per il raggiungimento delle proprie finalità: l’impiego di quote del patrimonio, non più in forma mediata attraverso l’utilizzo dei rendimenti, ma in operazioni di investimento direttamente correlate alla missione (i cosiddetti Mission Related Investment).

Si tratta di investimenti nei quali l’obiettivo tipico dell’adeguata remunerazione del capitale, entro gradi di rischio coerenti con la natura di investitore istituzionale, si coniuga con la fina-lità di sostenere e promuovere realtà economiche dedicate alla realizzazione di scopi ricondu-cibili a fini di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico.

Pur se ancora in quota limitata delle risorse finanziarie investite, anche in ragione dei vincoli che comunque permangono di adeguata redditività e tutela del capitale, questa linea di intervento ha raccolto una crescente attenzione da parte delle Fondazioni, che hanno colto in essa un elevato potenziale strategico e un’opportunità di ulteriore valorizzazione del proprio ruolo istituzionale.

Nel 2014 l’ammontare degli impieghi del patrimonio in rapporto funzionale con le finalità delle Fondazioni1, al netto degli investimenti nelle società bancarie conferitarie, è stato pari a circa 4,6 miliardi di euro.

A questa più avanzata modalità di intervento delle Fondazioni è dedicata la sezione intitolata

“Gli investimenti correlati alla missione”, inserita alla fine di questo Capitolo.

4.1 L’Attività istituzionale

L’analisi dell’attività erogativa delle Fondazioni di origine bancaria si fonda, come di consue-to, sull’annuale rilevazione realizzata da Acri in collaborazione con le Associate. L’indagine si basa sulle erogazioni deliberate nel corso dell’esercizio 20152, considerando sia le delibere a valere su risorse prodotte nel corso dell’anno, sia quelle a valere su fondi costituiti negli esercizi precedenti.

Per quanto riguarda i progetti pluriennali, sono stati rilevati gli importi deliberati nell’eserci-zio 2015, cioè la quota parte dell’intero impegno di spesa imputata alla competenza econo-mica dell’esercizio.

Nell’ambito delle erogazioni annuali, si è proceduto come al solito a una rilevazione semplifi-cata per gli interventi di piccolo importo, identificati nei contributi non superiori a 5.000 euro.

Per tali modici importi è infatti previsto il censimento per gruppi di interventi omogenei relati-vamente al settore e alla provincia di destinazione con l’evidenziazione, per ognuno di essi, del solo importo complessivo erogato e del numero totale di iniziative che lo compongono.

Il minor dettaglio informativo disponibile per questa tipologia di iniziative, rispetto alle altre due considerate (le erogazioni annuali di importo superiore a 5.000 euro e le pluriennali), com-porta che per alcune analisi sviluppate nel Rapporto essa non sia stata presa in considerazione3. A parte l’eccezione appena richiamata, ogni intervento erogativo censito dall’indagine è ana-lizzato con riferimento alle variabili di seguito indicate:

Settore beneficiario, cioè l’ambito tematico generale in cui si inquadra l’intervento sostenuto con l’erogazione. Il sistema di classificazione dei settori utilizzato nel Rapporto annuale non coincide, per motivi che saranno indicati nel successivo paragrafo 4.1.2, con l’elenco dei “set-tori ammessi” contemplati dalla normativa vigente (D.Lgs. 153/1999), tuttavia esso è definito in modo tale da consentire un allineamento con essi;

Soggetto beneficiario, cioè il tipo di organizzazione destinataria del contributo, specificato in funzione della natura giuridica o di attività della stessa. Si tratta di enti e organismi vari,

1 Finalità perseguite attraverso strumenti finanziari direttamente correlati alle iniziative prescelte, ovvero indiretta-mente per il tramite di veicoli dedicati, come gli organismi di investimento collettivo.

2 Per “delibere” si intendono le formali assunzioni di impegno di spesa degli organi delle Fondazioni nei confronti di un beneficiario individuato; in questo capitolo, pertanto, con l’espressione “erogare” si intende “deliberare un’erogazione”.

3 Nelle analisi di dettaglio del Rapporto sono esclusi dal campo di osservazione, oltre alle erogazioni inferiori a 5.000 euro, gli interventi per i quali in sede di rilevazione non sono stati forniti dalle Fondazioni tutti i necessari elementi informativi.

pubblici e privati senza scopo di lucro, che operano sul territorio per la realizzazione di atti-vità di interesse sociale. Essi, ricevendo contributi dalle Fondazioni a sostegno delle proprie attività, realizzano una sorta di intermediazione tra le Fondazioni stesse e i cittadini, che sono in definitiva i beneficiari ultimi delle erogazioni concesse;

Tipo di intervento, ossia la destinazione funzionale dell’erogazione (deducibile dalla natura dei beni e/o servizi acquisiti con i fondi erogati);

Valenza territoriale, che indica il perimetro territoriale in cui si producono gli effetti dell’in-tervento realizzato con il contributo della Fondazione;

Origine del progetto, cioè la fonte, interna o esterna alla Fondazione, da cui è stata generata l’idea progettuale alla base dell’intervento finanziato;

Gestione del progetto, che evidenzia la modalità organizzativa attraverso cui si realizza l’in-tervento (realizzazione diretta della Fondazione, sovvenzionamento di opere, finanziamento di imprese strumentali) ;

Collaborazioni con altri soggetti, ossia le compartecipazioni di natura progettuale di altri enti alla realizzazione dell’intervento (erogazioni in pool);

Cofinanziamento, che indica il concorso finanziario di altri enti al sostegno del progetto.

Questa sezione del Capitolo 4 prosegue con l’analisi dei dati raccolti attraverso l’indagine, suddivisa in due distinte parti. La prima è dedicata all’intero aggregato delle Fondazioni4. Tra gli approfondimenti proposti in questo ambito, un paragrafo è dedicato alle principali iniziative “di sistema”, cioè condotte dalle Fondazioni in partnership tra loro. Nella seconda parte della sezione si prendono invece in considerazione gli andamenti dei dati relativamente ad alcuni “segmenti” dell’intero sistema, cioè raggruppamenti di Fondazioni composti in base alla dimensione patrimoniale e all’area territoriale di insediamento5 delle stesse.

Analisi riguardante il complesso delle Fondazioni 4.1.1 Quadro sintetico

Nel paragrafo 2.4.3 si è già dato conto dell’entità economica dell’attività erogativa del 2015 in rapporto agli aggregati principali di bilancio e in comparazione con l’esercizio precedente.

Come lì osservato l’attività erogativa del 2015 segue il trend di graduale ripresa rilevato nel 2014, anno in cui si era registrata un’inversione di tendenza dopo sei esercizi, dal 2008 al 2013, di ininterrotta contrazione. In particolare, il 2015 ripropone il segno positivo nelle variazioni anno su anno dei volumi di erogazione (+2,7%), pur facendo registrare una lieve diminuzione nel numero degli interventi (-5,4%).

4 Si precisa che, relativamente alle due Fondazioni non associate a Acri (Fondazione Roma e Fondazione Pisa), non è stato possibile acquisire i dati con il medesimo dettaglio del resto del sistema, e pertanto alcune elaborazioni del Rapporto non includono i dati di queste Fondazioni.

5 Per i criteri di composizione dei gruppi si veda la Nota Metodologica posta dopo il Capitolo 5.

In valori assoluti, le erogazioni del 2015, ivi inclusi gli accantonamenti ai fondi speciali per il volontariato ex art. 15 della legge 266/91, si sono attestate a 936,7 milioni di euro per 21.564 interventi rispetto a 911,9 milioni di euro per 22.805 interventi del 2014.

La media di importo erogato per singolo progetto sale a 43.437 euro (dai 39.985 euro del 2014), mentre diminuisce leggermente il numero medio di interventi per singola Fondazione: nel 2015 se ne contano 251 contro 259 nel 2014.

La Tab. 4.1 (si veda a fine capitolo) illustra la distribuzione percentuale delle erogazioni secondo la tradizionale tripartizione adottata nella ricerca, distinguendo tra erogazioni non superiori a 5.000 euro, erogazioni annuali di importo superiore a 5.000 euro ed erogazioni pluriennali. Il quadro d’insieme risulta del tutto in linea con quello dell’anno precedente, con solo modestissi-me variazioni nell’incidenza relativa di due raggruppamodestissi-menti su tre.

La quota largamente maggioritaria degli importi assegnati è assorbita, come di consueto, dalle erogazioni annuali maggiori di 5.000 euro, che rappresentano l’85,8% del totale erogato e il 50,3% del numero di interventi (nel 2014 erano rispettivamente 85,5% e 48,0%).

Il peso delle erogazioni non superori a 5.000 euro conferma l’assestamento delle stesse al livello degli anni passati, attestandosi nel 2015 a 2,6% quanto a importi erogati (contro 2,9% del 2014) e 46,9% del numero di iniziative (contro 49,2%). Questa quota si configura ormai come una sorta di “zoccolo duro” del sostegno delle Fondazioni alle piccole iniziative locali, al di sotto del quale risulta difficile per le Fondazioni stesse ridurre la propria presenza. Si tratta d’altra parte di un impegno attraverso il quale viene assicurato alla fitta rete di piccole organizzazioni del territorio un contributo spesso essenziale, seppur modesto in valore assoluto, per la sopravvi-venza di innumerevoli micro-progettualità che concorrono alla promozione di un modello di cittadinanza attiva nelle comunità.

Le erogazioni pluriennali rimangono invariate rispetto al 2014 sia negli importi che nel numero di interventi (rispettivamente 11,6% e 2,8%), confermando anche per il 2015 un atteggiamento complessivamente prudenziale delle Fondazioni riguardo all’assunzione di impegni di contribu-zione prolungati nel tempo.

La distribuzione delle erogazioni per classi di ampiezza dell’importo unitario (si veda ancora Tab. 4.1) mostra come di consueto una forte concentrazione, in lieve aumento rispetto al 2014, delle risorse erogate per interventi di rilevante dimensione (il 43,6% degli importi erogati è di taglio superiore a 500.000 euro e si riferisce all’1,7% del numero di interventi).

Ampliando il campo di osservazione, si rileva altresì che gli interventi di importo unitario supe-riore a 100.000 euro continuano ad assorbire una larga parte delle risorse totali (il 69,5% degli importi e il 6,8% del numero di interventi), allargando anzi leggermente il distacco dalle eroga-zioni di taglio compreso tra 25.000 e 100.000 euro (che assorbono il 18,4% delle erogaeroga-zioni) e da quelle di importo ancor più ridotto (tra i 5.000 e i 25.000 euro), che scendono sotto la soglia del 10% (per l’esattezza 9,5%).

4.1.2 settori di intervento

Come anticipato nell’introduzione di questo Capitolo la normativa vigente definisce puntual-mente gli ambiti di intervento nei quali le Fondazioni possono esclusivapuntual-mente operare, indivi-duando a tal fine i seguenti 21 “settori ammessi”6:

• famiglia e valori connessi

• crescita e formazione giovanile

• educazione, istruzione e formazione, incluso l’acquisto di prodotti editoriali per la scuola

• volontariato, filantropia e beneficenza

• religione e sviluppo spirituale

• prevenzione della criminalità e sicurezza pubblica

• sicurezza alimentare e agricoltura di qualità

• sviluppo locale ed edilizia popolare locale

• protezione dei consumatori

• protezione civile

• salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa

• attività sportiva

• prevenzione e recupero delle tossicodipendenze

• patologie e disturbi psichici e mentali

• ricerca scientifica e tecnologica

• protezione e qualità ambientale

• arte, attività e beni culturali

• realizzazione di lavori pubblici o di pubblica utilità

• assistenza agli anziani

• diritti civili

• realizzazione di infrastrutture.

Si tratta di un insieme ampio, ma anche molto eterogeneo, di tematiche e attività appartenenti alla sfera sociale: alcune voci dell’elenco si riferiscono ad ambiti molto estesi, mentre altre ri-guardano campi di attività del tutto specifici. In alcuni casi i problemi di disomogeneità sono presenti anche nell’ambito del singolo settore indicato, dove compaiono contemporaneamente una definizione di carattere generale e alcune voci specifiche di sotto-classificazione ad essa appartenenti (ad esempio “salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa”).

Tale disomogeneità rende oggettivamente difficile utilizzare la griglia dei “settori ammessi” in-dicati dalla normativa ai fini di un’analisi sistematica dell’attività svolta.

Pertanto, anche per questo Rapporto, si è scelto di fondare l’analisi su raggruppamenti settoriali definiti più organicamente, secondo la tradizionale griglia di classificazione utilizzata da Acri, già proposta nei Rapporti degli scorsi anni.

L’esposizione dei dati secondo l’elenco dei “settori ammessi” indicati dalla normativa viene

6 D.lgs. 17/5/1999, n. 153, art. 1, comma 1, lettera c-bis), e d.lgs. 12/4/2006, n. 163, artt. 153, comma 2, e 172, comma 6.

tuttavia proposta qui di seguito in via introduttiva, per il 2015 e per il 2014, per un opportuno riscontro con il primario riferimento di legge.

SETTORE AMMESSO EROGAzIONI 2015 EROGAzIONI 2014 Arte, attività e beni culturali 280,1 29,9% 7.372 34,2% 272,8 29,9% 7.786 34,1%

Volontariato, filantropia e

beneficenza 214,8 22,9% 3.987 18,5% 204,2 22,4% 4.151 18,2%

Ricerca scientifica e

tecnologica 118,4 12,6% 1.236 5,7% 114,4 12,5% 1.408 6,2%

Educazione, istruzione e formazione, incluso l'acquisto di prodotti editoriali per la scuola

97,2 10,4% 2.867 13,3% 106,0 11,6% 3.032 13,3%

salute pubblica, medicina

preventiva e riabilitativa 61,0 6,5% 813 3,8% 68,5 7,5% 1.166 5,1%

sviluppo locale ed edilizia

popolare locale 50,7 5,4% 1.585 7,4% 42,5 4,7% 1.203 5,3%

Crescita e formazione giovanile 46,2 4,9% 1.198 5,6% 30,4 3,3% 1.389 6,1%

Protezione e qualità

ambientale 17,4 1,9% 279 1,3% 19,5 2,1% 441 1,9%

Assistenza agli anziani 16,9 1,8% 389 1,8% 18,2 2,0% 350 1,5%

Attività sportiva 10,8 1,2% 1.107 5,1% 8,1 0,9% 1.157 5,1%

Famiglia e valori connessi 10,4 1,1% 285 1,3% 7,6 0,8% 42 0,2%

Realizzazione di lavori

pubblici o di pubblica utilità 6,0 0,6% 122 0,6% 7,4 0,8% 179 0,8%

Prevenzione e recupero delle

tossicodipendenze 2,4 0,3% 53 0,2% 6,2 0,7% 169 0,7%

Patologie e disturbi psichici e

mentali 1,9 0,2% 54 0,3% 2,1 0,2% 49 0,2%

Protezione civile 1,5 0,2% 136 0,6% 1,8 0,2% 129 0,6%

sicurezza alimentare e

agricoltura di qualità 0,3 0,0% 17 0,1% 0,7 0,1% 25 0,1%

Religione e sviluppo spirituale 0,2 0,0% 23 0,1% 0,4 0,0% 43 0,2%

Prevenzione della criminalità

e sicurezza pubblica 0,2 0,0% 17 0,1% 0,3 0,0% 20 0,1%

diritti civili 0,1 0,0% 18 0,1% 0,3 0,0% 23 0,1%

Realizzazione di infrastrutture 0,1 0,0% 1 0,0% 0,2 0,0% 30 0,1%

Protezione dei consumatori 0,1 0,0% 5 0,0% 0,2 0,0% 13 0,1%

Totale complessivo 936,7 100,0% 21.564 100,0% 911,9 100,0% 22.805 100,0%

* Importi in milioni di euro.

Nota: i dati di questa tabella non sono confrontabili con quelli delle tabelle successive (basati sul sistema di classifica-zione per settore utilizzato da Acri), anche per voci di classificaclassifica-zione denominate in modo identico, poiché i criteri di classificazione dei singoli interventi sono differenti.

L’analisi dei settori di intervento delle Fondazioni (alla quale si riferiscono le tabelle a fine capitolo, dalla Tab. 4.2 alla Tab. 4.10) prosegue quindi ora sulla base dello schema di classificazione definito in sede Acri.

Si inizierà con una rassegna generale e comparativa di tutti i settori, con riguardo esclusivamen-te a dati quantitativi, per poi riesaminare i principali setesclusivamen-te di essi (che insieme assorbono oltre il 95% del totale erogato) uno alla volta nei successivi paragrafi, per una più approfondita analisi quali-quantitativa.

La distribuzione generale delle erogazioni per settore beneficiario evidenziata nella Tab. 4.2 mo-stra che l’aumento annuale del volume complessivo delle erogazioni (come già visto + 2,7% ri-spetto al 2014) non è frutto di un andamento omogeneo di crescita di tutti i settori, ma il risultato di una compensazione tra variazioni settoriali di segno ed entità diversi.

I sette settori nei quali tradizionalmente le Fondazioni concentrano il maggior volume di erogazio-ni si confermano anche nel 2015, riaffermando il loro primato con la copertura, nel loro insieme, del 95,8% dei contributi totali (96,3% nel 2014). Per quattro di essi si rileva un trend di crescita ri-spetto al 2014 (Sviluppo Locale +25,2%, Assistenza Sociale +11,9%, Ricerca e Sviluppo +3,6%, Arte, Attività e Beni culturali +2,7%). Negli altri tre settori si registra invece una flessione degli importi erogati (Salute Pubblica -8,8%, Educazione, Istruzione e Formazione -6,1% e Volontaria-to, Filantropia e Beneficienza -3,4%).

Anche per i settori rimanenti, che nell’insieme non superano il 5% del totale erogato, l’esame degli scostamenti rispetto all’anno precedente rivela andamenti contrastanti: si presentano variazioni fortemente positive per Famiglia e valori connessi (+66,5%) e per Sport e Ricreazione (+34,4%), mentre subiscono flessioni marcate i settori Religione e Sviluppo Spirituale (-72,5%), Diritti Civili (-62,7%), Prevenzione della criminalità e sicurezza pubblica (-52,3%), e Protezione e Qualità am-bientale (-3,6%).

E’ bene sottolineare, ai fini di una corretta interpretazione di dette variazioni, che il modesto valo-re assoluto degli importi di partenza valo-rende le variazioni percentuali particolarmente alte anche in presenza di aumenti o diminuzioni degli importi erogati di valore relativamente modesto.

La vigente normativa consente alle Fondazioni di scegliere sino a un massimo di cinque settori, tra quelli ammessi, su cui concentrare il proprio intervento (destinandovi cioè almeno il 50% delle disponibilità erogative). Ciò al fine di evitare che vi sia un’eccessiva “dispersione” delle risorse, a danno dell’incisività degli interventi. Nella prassi consolidata le Fondazioni tendono a concentrare il proprio intervento ancor più di quanto imposto dalla normativa: il numero di settori “elettivi”

prescelti è infatti mediamente più basso di cinque.

La conferma di questa propensione anche per il 2015 si ricava dalla consueta analisi del grado di specializzazione settoriale, svolta sulla base della distribuzione percentuale per settore degli impor-ti erogaimpor-ti. L’indice uimpor-tilizzato per l’esame comparaimpor-tivo di tali distribuzioni prevede tre possibili gradi di intensità della “specializzazione” della Fondazione:

- grado alto, quando l’ammontare assegnato a un settore risulta maggiore o uguale al 50% del totale erogato, oppure l’ammontare assegnato ai primi due settori raggiunge almeno il 60% del totale;

- grado medio, quando si registra almeno il 30% di erogazioni in un solo settore, oppure almeno il 40% nei primi due;

- grado basso, nei casi restanti.

L’applicazione dell’indice ai dati del 2015 evidenzia i seguenti risultati:

GRADO DI SPECIALIzzAzIONE N. FONDAzIONI %

Alto 48 56

medio 38 44

Basso -

-Totale 86 100

Più della metà delle Fondazioni opera quindi con un grado di specializzazione settoriale degli interventi alto, mentre la restante parte si attesta su un livello medio. Ciò significa che i primi

Più della metà delle Fondazioni opera quindi con un grado di specializzazione settoriale degli interventi alto, mentre la restante parte si attesta su un livello medio. Ciò significa che i primi

Nel documento CAPITOlO 3 lA STRuTTuRA OPERATIVA (pagine 23-140)

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