• Non ci sono risultati.

PIANO ENERGETICO REGIONALE

Nel documento LXXVIII SESSIONE STRAORDINARIA (pagine 39-59)

Relazione della Commissione Consiliare: II Relatore di maggioranza: Consigliere Gobbini

Relatori di minoranza: Consiglieri Melasecche Germini, Laffranco, Spadoni Urbani Tipo Atto: Proposta di atto amministrativo

Iniziativa: G.R. Delib. n. 246 del 17/03/2004 Atti numero: 2066 e 2066/bis

PRESIDENTE. Su questo atto, colleghi, abbiamo quattro relazioni: una relazione di maggioranza e tre di minoranza. Prego il relatore di maggioranza dell'atto, il Consigliere Gobbini, di prendere la parola.

GOBBINI, Relatore di maggioranza. Non voglio essere insistente, ma la Commissione ha concluso con una relazione di maggioranza ed una di minoranza.

PRESIDENTE. Io sull'atto ho tre relatori... (voci fuori microfono).

BAIARDINI. Presidente, per accertare i risultati dei lavori della Commissione, chiedo che possa essere sospeso il Consiglio per un minuto.

PRESIDENTE. Siamo d'accordo di sospendere per un minuto? Il Consiglio è sospeso per un minuto.

La seduta è sospesa alle ore 12.30.

La seduta riprende alle ore 12.37.

PRESIDENTE. Prego i Consiglieri di prendere posto. La parola per la relazione di maggioranza al Consigliere Gobbini, dando atto della disponibilità della Consigliera Urbani a trasformare la sua relazione in un intervento successivo. Quindi avremo la relazione di maggioranza del collega Gobbini e due relazioni di minoranza, ancorché distinte, del Consigliere Melasecche e del Consigliere Laffranco. Prego, Consigliere Gobbini.

GOBBINI, Relatore di maggioranza. Nel fare la relazione di maggioranza su questo importante atto, voglio approfittare innanzitutto per ringraziare quanti hanno collaborato alla discussione e all'elaborazione di questo importante testo. Voglio ringraziare per primi i Consiglieri regionali, che hanno partecipato in modo puntuale ai lavori della Commissione, come voglio ringraziare la struttura tecnica della Giunta e del Consiglio regionale, che ci ha accompagnato e ci ha offerto un servizio che ha permesso di oggi discutere questo importante atto.

Cari colleghi, l'11 settembre e il black-out dello scorso ottobre hanno cambiato lo scenario mondiale e europeo in campo energetico e hanno trasmesso a tutti i cittadini la percezione dell'importanza della materia dell'energia, destando attenzione e consapevolezza. Prima, raramente si pensava centrali di produzione di energia, alla rete elettrica, agli oleodotti, ai

gasdotti che collegano l'Europa al Medio Oriente, o ai pozzi petroliferi dell'Iraq, o alle petroliere che transitano nell'oceano. Ora, nell'affrontare il problema energetico, si deve per forza tenere presente il panorama mondiale, ed anche per la nostra regione occorre ragionare in termini europei, poiché l'evoluzione del settore energetico è influenzata da una serie di importanti processi da cui non è possibile prescindere, tra cui la globalizzazione delle economie e dei mercati, che impone il conseguimento di elevati gradi di qualità e di efficienza per la fornitura dei servizi energetici, in un contesto concorrenziale, poiché la competitività diventa di sistema e non solo di impresa.

La creazione del mercato unico dell'energia elettrica e del gas nell'Unione Europea, la crescente importanza degli aspetti ambientali e, in particolare, la necessità di limitazione dei rischi di alterazione del clima globale, i cambiamenti fisici osservati in tutta Europa e in altre regioni del mondo sottolineano la necessità di un intervento urgente. Inoltre, si constata la dipendenza dell'Unione Europea dalle fonti energetiche esterne, che potrebbe raggiungere il 70% nel giro di 20-30 anni rispetto all'attuale 50%.

Occorre fin da subito riequilibrare, quindi, la politica dell'offerta attraverso azioni precise a favore di una politica della domanda e incidere su un effettivo cambiamento comportamentale dei consumatori per orientare la domanda su consumi meglio gestiti, più efficienti e maggiormente rispettosi dell'ambiente, soprattutto nel settore dei trasporti e dell'edilizia, nonché il conferimento delle priorità allo sviluppo delle energie nuove e rinnovabili, con riferimento all'offerta energetica, al fine di far fronte alla sfida del riscaldamento del clima. È necessario coniugare progresso e salvaguardia ambientale, nella consapevolezza della portata planetaria del problema, che significa favorire un uso più esteso delle energie rinnovabili in grado di garantire un impatto ambientale più contenuto di quello prodotto dalle fonti fossili, tenendo conto che nel breve e medio termine l'importanza delle fonti rinnovabili non si misura tanto sulla loro capacità di sostituire quote rilevanti di fonti fossili, quanto un contributo a limitare i danni ambientali prodotti dai predetti combustibili.

Nel lungo periodo, invece, le fonti rinnovabili possono essere determinanti, sia per ragioni di sicurezza degli approvvigionamenti, sia per l'acuirsi delle emergenze ambientali; pertanto è importante avviare da subito il loro graduale inserimento nel sistema energetico. Proiezioni al 2020 indicano che le fonti rinnovabili potrebbero coprire, per quella data, dal 20 al 30% del

fabbisogno energetico mondiale. Inoltre, la natura diffusa delle fonti rinnovabili consente di coniugare produzione di energia e gestione del territorio, contribuendo a contrastare i fenomeni di spopolamento e degrado, offrendo la possibilità di un più diretto coinvolgimento delle popolazioni e delle amministrazioni locali, con l'attuazione del concetto "pensare globalmente, agire localmente".

Il piano che andiamo ad approvare, in relazione a ciò, e in un contesto di sviluppo sostenibile, ha la peculiarità di affrontare la questione energetica coniugando obiettivi di impresa con obiettivi della collettività e di qualità ambientale, assunta questa come orientamento fondamentale nelle scelte programmatiche del DAP e principio informatore del Piano energetico regionale, valorizzando inoltre le opportunità offerte da una corretta risposta da parte del sistema produttivo del settore dei trasporti e delle realtà urbane e locali. L'azione politica e amministrativa è orientata in maniera efficace e coerente, cercando di evitare l'evoluzione spontanea del sistema, che non porterebbe né al miglioramento delle garanzie in termini di sicurezza degli approvvigionamenti, né al rispetto degli impegni internazionali in campo ambientale. Quindi le principali azioni che, coerentemente con gli scenari evolutivi e le scelte operate, verranno messe in atto riguardano soprattutto: la sicurezza degli approvvigionamenti, l'uso più efficiente dell'energia nei consumi finali, l'incremento della quota di fonti energetiche rinnovabili, la qualità ed economicità dei servizi energetici, la compatibilità ambientale, la sostenibilità energetica ed ambientale dei trasporti e la ricerca scientifica sulle nuove tecnologie ecocompatibili. Entrando nel dettaglio, la proposta del Piano energetico regionale si compone di un documento articolato in otto capitoli, contenente l'indicazione delle linee sulle quali appare la programmazione, e 11 documenti di approfondimento su alcune tematiche specifiche. Il documento si svolge lungo tre direttrici fondamentali:

situazione attuale, nella quale sono svolte le analisi riassuntive sui consumi energetici, sullo scenario energetico, con la produzione, i consumi, l'esportazione e la situazione ambientale;

la proiezione energetica, contenente proiezioni ed analisi riassuntive sui fabbisogni e sugli inquinamenti previsti;

le azioni energetiche, che rappresentano la parte propositiva del piano, le quali

individuano le proposte concretamente praticabili, affrontate sia dal versante della domanda che dell'offerta.

Le problematiche connesse con le politiche di approvvigionamento ed uso delle risorse energetiche non possono prescindere dalla componente ambientale che, alla luce del cambiamento climatico mondiale in atto, assume sempre di più un ruolo centrale. Il Piano energetico regionale cerca di rispondere a tale indirizzo e, come indicato nelle pagine di presentazione, considerate le specificità dell'Umbria - risorse naturalistiche e ambientali, storico-artistiche - dovrà coniugare in esso la rigorosa analisi dell'attuale assetto domanda/offerta di energia e la volontà innovativa di prevedere scenari evolutivi.

La proposta di Piano energetico regionale prefigura a tal fine una struttura aperta ad ogni implementazione migliorativa. Con riguardo alla domanda, il Piano energetico regionale opererà sul contenimento dei consumi e la promozione dell'uso razionale dell'energia, mentre per l'offerta promuoverà soprattutto la diffusione dell'utilizzo delle fonti di energia rinnovabili (eolico, idroelettrico, solare termico, biomasse, cogenerazione).

La disamina tecnico-scientifica tiene conto di documenti fondamentali, elaborati per diverse finalità sia dalla Regione (piano urbanistico territoriale, piano regionale trasporti, piano dei rifiuti ed altri) che da altri enti (gestore rete trasmissioni nazionali, GRTN, distribuzione sistema nazionale conoscitivo e dei controlli ambientali SINA).

Da questa analisi, che discende da dati del GRTN riferiti all'anno 2001, emerge che il fabbisogno energetico annuo dell'Umbria è pari a 5.521 milioni di chilowatt, 2.747 milioni in provincia di Terni e 2.692 milioni in provincia di Perugia. È l'industria ad assorbire maggiormente energia. Infatti, con i suoi 3.066 milioni di chilowatt - la sola siderurgia è a quota 1.507 milioni - si distingue nel panorama nazionale per un livello particolarmente elevato in questo settore; segue il terziario, che assorbe 944 milioni di chilowatt, e l'uso domestico, 868 milioni. A fronte di tali consumi, secondo il GRTN, il bilancio energetico regionale ha fatto registrare nel 2001 un saldo negativo tra domanda ed offerta pari a 2,352 miliardi di chilowatt, che sono pervenuti da fuori regione.

Il Piano energetico regionale, nel coprire tale disavanzo con l'entrata in funzione della nuova centrale di Pietrafitta, avverte anche l'esigenza di rendere disponibile un'offerta superiore, al fine di dare risposta al prevedibile incremento della domanda, soprattutto nei

bacini energivori Terni-Narni. Inoltre, sempre nell'ambito della compatibilità ambientale, il piano prevede la promozione dell'aumento delle forme alternative di produzione di energia -biomasse, eolico, solare, idroelettrico, combustibile da rifiuti, cogenerazione - sia per usi termici che elettrici.

Scelta di fondo del piano è, quindi, anche l'adozione di tutte le misure atte a conseguire una maggiore efficienza energetica in ogni comparto degli usi finali, a cominciare da quelli più energivori e impattanti ambientalmente, e il risparmio energetico. Significativa, inoltre, è l'attenzione posta alla prospettiva idrogeno, nella quale l'Umbria vuole essere soggetto attivo, nella consapevolezza che la problematica ha valenza strategica tale da poter essere affrontata in una logica di cooperazione internazionale. Vanno in questa direzione la sottoscrizione della Carta di Orvieto per l'economia dell'idrogeno a livello locale e l'accordo tra Finmeccanica ed Enertad per lo sviluppo di celle a combustibile per la produzione di energia elettrica pulita da piccoli impianti fino a 10 megawatt, al quale hanno partecipato anche la finanziaria regionale Gepafin e Sviluppumbria.

Per conseguire la massima efficacia ambientale, il Piano energetico regionale deve far convergere le proprie previsioni con quelle dei più importanti atti di pianificazione regionale.

Per questo è ipotizzata la concertazione delle soluzioni proposte e il monitoraggio in progress contestuale al loro avanzamento con il PUT, con il piano rifiuti, con quello dei trasporti e soprattutto con il piano della qualità dell'aria. Tale approccio, su cui si basa il Piano energetico regionale, consentirà di orientare la scelta tra fonti e tra tecnologie in grado di correggere le esternalità del mercato energetico, che oggi ricadono sugli utenti (costi, inquinamento atmosferico, danni all'ecosistema, rischi per la salute delle popolazioni).

L'insieme delle scelte, sia sul versante della domanda che su quello dell'offerta, porta ad uno scenario di riduzione delle emissioni in atmosfera e risulta in armonia con gli impegni assunti dall'Italia a livello comunitario e internazionale, nel campo energetico. Per rispettare tali impegni, il piano non è entrato soltanto sull'obiettivo della produzione di energia, ma persegue l'obiettivo prioritario di tutela ambientale, assumendo come principio fondamentale la sostenibilità del sistema energetico. La stessa Conferenza dei Presidenti delle Regioni, svoltasi a Torino il 5 giugno 2001, lo ha sottolineato nel protocollo di intesa, con il

coordinamento delle politiche finalizzate alla riduzione delle emissioni dei gas serra, impegnando le Regioni stesse alla redazione di piani energetico-ambientali.

Come evidenziato nel capitolo conclusivo del Piano energetico, l'approccio orientato alla sostenibilità implica in Umbria un percorso del piano che miri all'adeguamento della potenza installata rispetto al fabbisogno regionale in rapporto alla prevista evoluzione della domanda, coniugando l'intervento sulla centrale di Pietrafitta con l’estensione della capacità produttiva elettrica nel polo ternano. La disponibilità a tale estensione deve essere accompagnata dallo sviluppo a valle di nuovi gruppi previsti di adeguati schemi cogenerativi e dalla ricerca di ogni intervento innovativo capace di ridurre il consumo specifico di energia per unità di prodotto, dalla generalizzazione del ricorso a modalità di uso razionale dell'energia, dagli edifici innanzitutto pubblici, come postulato dalla recente normativa comunitaria, alle modalità di trasporto, di riscaldamento e di illuminazione, nella logica di Greenpeace in campo energetico.

Sarà importante orientare nel senso descritto il capitolo di gara della pubblica amministrazione ai diversi livelli, alla promozione del mercato regionale delle fonti rinnovabili di energia, dalla cogenerazione alimentata a biomasse per i borghi rurali e montani all'eolico ed alla piccola scala idroelettrica. Per le applicazioni termiche ed elettriche del solare dovrà porsi mano ad un aggiornamento degli strumenti tariffari in senso energetico, al sostegno delle agenzie provinciali per l'energia, per favorire informazioni e corretta assistenza tecnica a cittadini e imprese, alla promozione dello sviluppo e della qualificazione dei soggetti operanti a livello locale nel comparto dei servizi energetici.

Il piano mira a configurarsi come uno strumento flessibile e aperto, aggiornabile e implementabile nell'ambito di scelte strategiche fondamentali, in considerazione dei processi di trasformazione che hanno interessato il settore negli ultimi anni e non sono ancora conclusi. Proprio a tal fine, è stata fissata la sua validità in cinque anni, con una prima verifica dopo il terzo. Il suo carattere di piano in progress consente di monitorarlo periodicamente in relazione all'evoluzione del quadro energetico regionale e all'impatto degli interventi attivati.

La Commissione, nella fase istruttoria, ha apportato alcune modifiche alla proposta del piano, tra le quali:

a) rispetto a quanto previsto nel piano relativamente alle biomasse, la Commissione ha ridotto la previsione da 300.000 tonnellate annue a 200.000 tonnellate annue di utilizzo della biomassa agricolo-forestale per scopi energetici, prevedendo inoltre che tale strumento andrà comunque realizzato in coerenza con le indicazioni del piano forestale regionale;

b) in relazione all'energia eolica, il piano ipotizza una disponibilità di circa 300 megawatt, che la Regione assume come limite massimo di impianti realizzabili sul proprio territorio; la Giunta regionale, sentita la competente Commissione Consiliare, emanerà entro 90 giorni dall'approvazione del piano idonei criteri e regole per la localizzazione e realizzazione degli impianti, tese alla tutela paesaggistica e ambientale. Le domande di richiesta di autorizzazione in itinere sono sospese fino all'emanazione dei criteri di cui sopra, e comunque non oltre la scadenza del termine dei 90 giorni;

c) l'aumento di capacità produttiva dell'area del ternano, con l'ampliamento delle due centrali esistenti, fino a raggiungere, ove necessari, i 400 megawatt, compresa la capacità degli impianti esistenti, da sottoporre ad una verifica di ordine tecnico derivante dalle tecnologie per le dimensioni degli impianti che saranno realizzati, nonché da specifiche ed oggettive esigenze territoriali; verrà inoltre esplorata la possibilità di porre in essere accordi complessivi con territori limitrofi per il migliore sfruttamento degli impianti, tenendo conto delle linee di interconnessione e delle interazioni infrastrutturali. Tale misura di estensione della capacità produttiva va inquadrata unicamente rispetto all'adozione dei provvedimenti volti al contenimento dei costi energetici e agli impegni per il mantenimento e lo sviluppo del sito produttivo AST-Thyssen-Krupp di Terni. L'eventuale e previsto incremento tende ad assicurare la disponibilità di energia a costi compatibili, in conseguenza del carattere transitorio dei provvedimenti di cui sopra.

La Commissione ha introdotto anche un paragrafo per le previsioni dell'inquinamento luminoso al fine di contenere consumi energetici, esplicitando la necessità di indirizzi programmatici e norme di settore che dovranno essere finalizzate a:

l'adeguamento secondo standard dei requisiti tecnici predefiniti delle sorgenti luminose e degli impianti di illuminazione esterna;

la predisposizione da parte degli enti locali di piani per l'illuminazione finalizzati agli obiettivi di risparmio energetico e riduzione dell'inquinamento luminoso;

la delimitazione di aree di particolare sensibilità per la tutela di attività degli osservatori astronomici regionali.

Dopo circa dieci ore di discussione, cari colleghi, la Commissione ha espresso su questo piano parere favorevole a maggioranza.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Gobbini. La parola al Consigliere Melasecche per la relazione di minoranza, una delle due.

MELASECCHE, Relatore di minoranza. Data la complessità dell'argomento, in accordo con gli altri Consiglieri della Casa delle Libertà che fanno parte della Commissione, abbiamo stabilito due relazioni di minoranza, salvo interventi successivi, che andranno a precisare le posizioni di ognuno. In modo particolare, per quanto riguarda le relazioni di minoranza, io vado a trattare fondamentalmente l'aspetto del termoelettrico, che è urgentissimo, fondamentale per sbloccare il tavolo di trattativa a livello nazionale per le acciaierie e per il problema del distretto industriale di Terni, e il collega Laffranco tratterà nelle linee più generali il piano.

La vicenda di questo piano è emblematica di come l'opposizione dovrebbe sempre fare opposizione, e di ciò che la maggioranza non dovrebbe fare. Vale la pena di sottolineare i passaggi di questo piano, per rendere conto agli umbri, in questa fine di luglio 2004, di come, al di là dei proclami e dei trionfalismi, la Giunta tenti di dare di sé un'immagine, purtroppo per tutti noi, tutt'altro che corrispondente a quella reale. Oggi mostra il suo vero volto, in una vicenda che non riguarda la coltivazione dei funghi porcini, per quanto importante possa essere, quanto piuttosto scelte capitali per il futuro dell'Umbria, per il risparmio energetico, per lo sviluppo compatibile di settori trainanti dell'economia regionale, per settori industriali portanti non solo per l'economia del paese, ma per l'intera Europa; settore unico nel suo genere per professionalità e tecnologia, che costituisce parte fondamentale del PIR regionale. La Giunta e la maggioranza che la sostiene, al di là di imbarazzi e dubbi comprensibili, non riesce ad andare più in là di vincoli risibili imposti da piccoli accordi intercomunali - piccoli in tutti i sensi - e da un'ipoteca sempre più marcata di una parte della

sua coalizione che vincola ormai scelte fondamentali ad ideologie superate dalla storia.

Sorridiamo quando all'assemblea delle associazioni industriali c'è chi comodamente applaude, in un unanimismo strumentale, e, poche ore dopo, opera scelte in assoluto contrasto con la dichiarata condivisione di metodi ed obiettivi.

La scelta che la Giunta impone alla sua maggioranza è una scelta peggiore della pura conservazione, è una non scelta, è una vera e propria presa in giro, che non ha neanche il pregio della credibilità. Passiamo da dichiarazioni di una reiterata eccellenza dell'Umbria a decisioni che saranno, queste sì, oggetto di citazioni nei prossimi anni, quando i problemi non risolti emergeranno in tutta la loro virulenza. La Giunta ha dimostrato, in questa vicenda, inadeguatezza, leggerezza e, mi si consenta, anche una buona dose di irresponsabilità.

Seguiamo insieme le varie fasi di questa complessa vicenda per verificare quanto sostengo. Innanzitutto i tempi: la questione energia, lo sapevano tutti, era sul tappeto da anni, non c'era bisogno di avere una sfera di cristallo per rendersi conto che andava affrontata con decisione, senza farsi sorprendere dagli eventi... Io propongo, Presidente, di verificare se c'è la volontà di ascoltare oppure magari di rinviare la discussione, perché in queste condizioni non si può parlare. I banchi sono vuoti, capisco che l'argomento è di banale importanza, però non è possibile... sono costretto ad urlare... (Consigliere Vinti fuori microfono)... Segretario del Partito della Rifondazione Comunista, la invito ad ascoltare i richiami del suo Presidente del Consiglio.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Melasecche.

MELASECCHE, Relatore di minoranza. Innanzitutto i tempi. La questione energia, lo sapevamo tutti, era sul tappeto da anni, non c'era bisogno di avere una sfera di cristallo per rendersi conto che andava affrontata con decisione, senza farsi sorprendere dagli eventi.

Così non è stato. Alle nostre sollecitazioni in ogni occasione la Giunta ha opposto per anni un silenzio di tipico di chi non ha le idee chiare di come affrontare l'argomento. Dagli appelli continui l'opposizione è passata all'azione con la presentazione di una mozione in un Consiglio regionale convocato ad hoc, per imporre alla Giunta alcune scadenze, visto che

ormai appariva evidente che i fatti che stavano accadendo a Terni imponevano scelte sollecite. Fu posto quale termine ultimo per la presentazione del PER il 31 dicembre 2003,

ormai appariva evidente che i fatti che stavano accadendo a Terni imponevano scelte sollecite. Fu posto quale termine ultimo per la presentazione del PER il 31 dicembre 2003,

Nel documento LXXVIII SESSIONE STRAORDINARIA (pagine 39-59)

Documenti correlati