Nel 2019 il Governo lavorerà sul ruolo sociale di cultura e patrimonio, proseguendo nell’azione sinergica di interconnessione delle politiche culturali con le altre politiche di settore. Si occuperà, inoltre, di contribuire a rafforzare i valori e gli obiettivi dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018 promuovendone i seguiti in ambito europeo.
Il Governo porrà in essere un'azione trasversale ed incisiva nelle diverse fasi del ciclo di programmazione europeo, a partire dalla definizione delle policy allo sviluppo dei programmi, con particolare riferimento alla messa a punto dei bandi e alla valutazione delle proposte progettuali;
inoltre, saranno messe a frutto le opportunità create per il settore culturale e creativo, nell’ambito delle diverse politiche di settore europee: dalla ricerca al mercato unico digitale, dalla coesione sociale all’istruzione, dalla politica agricola alle relazioni con i Paesi terzi, in linea con le azioni intraprese nel 2017 dal Consiglio europeo e dalla Commissione (il Pilastro europeo dei diritti sociali, che riconosce l’importanza della conservazione del nostro patrimonio culturale e della promozione della diversità culturale ai fini di una crescita sostenibile e, con le Conclusioni del Consiglio europeo del 14 dicembre 2017), che invitano a promuovere la partecipazione degli studenti alle attività culturali ed a cogliere l'occasione dell'Anno europeo del patrimonio culturale, per svolgere un'opera di sensibilizzazione sull'importanza sociale ed economica della cultura e del patrimonio culturale. Un documento chiave per le politiche culturali a livello europeo è la Nuova Agenda europea per la cultura, adottata dalla Commissione europea il 22 maggio 2018. In linea con la Dichiarazione di Roma del marzo 2017 e con il vertice di Goteborg e le Conclusioni del Consiglio europeo sopra menzionati, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, la nuova Agenda propone agli Stati membri di cooperare su tre obiettivi strategici. Il Governo intende perseguire tali obiettivi, in particolare:
- dimensione sociale - sfruttare il potenziale della cultura e della diversità culturale per la coesione sociale e il benessere, promuovendo la partecipazione al patrimonio culturale inteso come risorsa condivisa, allo scopo di aumentare la consapevolezza della nostra storia e dei valori che condividiamo a livello europeo.
- dimensione economica - sostenere l’occupazione e la crescita nei settori culturali e creativi, promuovendo la creatività basata sulla cultura nell’istruzione; incoraggiare e promuovere la capacità d’innovazione e le competenze digitali delle imprese culturali e creative, valorizzare il potenziale dei settori culturale e creativo per l’innovazione, lo sviluppo sociale ed economico sostenibile di territori, città e regioni.
- dimensione esterna - rafforzare le relazioni culturali internazionali, sostenendo la cultura come elemento chiave per le relazioni internazionali e la promozione del dialogo interculturale.
Sarà adottato dal Consiglio il Piano di lavoro per la cultura 2019-2022. Le Conclusioni sono attualmente in fase avanzata di negoziato, e sono previste le seguenti priorità, del tutto allineate con l’azione del Governo:
- sostenibilità del patrimonio culturale, con particolare riguardo al cambiamento climatico e alla governance partecipativa;
- coesione e benessere, con particolare riguardo alla coesione sociale e alla qualità dell’ambiente costruito, quale bene comune, in linea con la Dichiarazione di Davos
“verso una cultura di un ambiente costruito di qualità per l’Europa” adottata nel gennaio 2018;
116 - supporto agli artisti; ai professionisti culturali e creativi; ai contenuti europei, con particolare riferimento alle attività relative alla coproduzione cinematografica ed alla competitività del settore musicale;
- parità di genere nei settori culturale e creativo;
- relazioni culturali internazionali.
Qualora il Consiglio UE non raggiungesse un orientamento generale sulla proposta di regolamento per il programma Europa Creativa 2021-2027, il Governo proseguirà nel 2019 il proprio impegno per il miglioramento della proposta e per il raggiungimento del consenso fra gli Stati membri.
Rispetto al programma Europa creativa 2014-2020, attualmente in corso, che ha una dotazione finanziaria di 1,46 miliardi, la Commissione europea, il 30 maggio 2018 ha presentato una proposta di regolamento per l'istituzione del nuovo programma Europa creativa 2021-2027, che prevede:
l'aumento della dotazione finanziaria complessiva a 1,85 miliardi di euro; il mantenimento delle tre sezioni Media, Cultura e Transettoriale; una dotazione finanziaria di 1,081 miliardi di euro per la sezione Media (in crescita rispetto agli 820 milioni di euro attuali); 609 milioni di euro per la sezione Cultura (in crescita rispetto ai 450 milioni di euro attuali) e 160 milioni di euro per la sezione Transettoriale (in calo rispetto ai 190 milioni di euro attuali).
Il Governo, sulla base dell’Atto di indirizzo parlamentare della VII Commissione Cultura del 7 agosto 2018, tenuto contro del parere espresso dalla XIV Commissione (politiche dell’Unione europea), si adopererà affinché il programma, oltre all’incremento previsto dalla Commissione europea, possa disporre di ulteriori risorse finanziare, da destinare ai settori: Cultura e per il settore Transettoriale.
A tal fine il Governo proporrà, rispetto alla dotazione attuale del programma un incremento del 50 per cento. Sarà, pertanto, necessario: l’impegno di adeguate risorse per l’attività di monitoraggio, al fine anche di individuare le eventuali criticità del programma; un maggiore sviluppo delle attività di divulgazione dei bandi e delle offerte del programma; una semplificazione delle procedure;
l’incentivazione della qualità delle opere, privilegiando l’aspetto artistico a quello meramente economicistico; l’introduzione di un premio europeo per il teatro.
In particolare, per il settore Media ci si adopererà a che: si esplicitino i collegamenti con la direttiva AVMS sui servizi audiovisivi; si reintroduca nel regolamento la nozione di “indipendenti” per le piccole produzioni attualmente penalizzate; si introduca un’articolazione per generi.
Per il settore Transettoriale, il Governo porrà l’accento sulla necessità di favorire il pluralismo dei media e di modificare il sistema di valutazione (EACEA) con il contributo di esperti di settore. Si chiederà, altresì, l’inclusione del Fondo di garanzia sui prestiti di Europa creativa in InvesEu rispettando e valorizzando la specificità dei settori culturali e creativi; il mantenimento del Comitato Europa Creativa.
Per quanto riguarda le politiche mirate alla coesione, la nuova formulazione contenuta nella proposta dei regolamenti (regolamento recante Disposizioni Comuni e regolamento FESR), prevede un possibile ruolo del patrimonio culturale all’interno di progetti integrati nelle aree urbane e/o iniziative di sviluppo locale e di tipo partecipativo. Il Governo auspica, pertanto, l’assegnazione di risorse anche per un PO nazionale, nel quale il patrimonio culturale costituisca il motore sul quale intervenire e dal quale derivino potenzialità di crescita del territorio circostante (l’area urbana, od un’area locale configurabile come “attrattore culturale”). In tal caso, un futuro PON potrà dettare linee-guida per far sì che il patrimonio culturale e la cultura in genere possano assumere un ruolo di fattore di innovazione sociale; i luoghi istituzionali che racchiudono il patrimonio storico (musei, aree archeologiche, centri storici) dovranno costituire lo stimolo e i materiali per far nascere nuove attività (e imprese) culturali e creative, e per rafforzare quelle esistenti. L’esperienza fortemente positiva conseguita nel ciclo di programmazione 2014-2020, con la valorizzazione di aree di attrazione culturale (attrattori culturali), dovrà essere di sprone per dare continuità all’azione avviata in Italia. Con la programmazione 2021-2027, si auspica che la previsione nel nuovo QFP e nella assegnazione delle risorse comunitarie ai vari Paesi membri, e quindi nell’assegnazione finale delle risorse da parte dell’Amministrazione nazionale di coordinamento alle Regioni ed ai Programmi operativi nazionali, venga riconosciuta l’esigenza e si confermi l’assegnazione di risorse comunitarie alla politica nazionale per la valorizzazione dei beni culturali.
117 Il Governo, inoltre, si adopererà a che il futuro programma “Rights and Values 2021-2027”, nel quale confluirà il programma Europa per i cittadini, insieme agli altri programmi UE “Daphne”,
“Rights, Equality and Citizenship”e “Justice”, tenga debitamente conto dei risultati ottenuti dall’attuale Programma “Europa per i Cittadini 2014-2020, soprattutto per quanto concerne l’incentivazione alla partecipazione attiva, il coinvolgimento dei cittadini, il dibattito sulle politiche comunitarie, l’accento sull’integrazione dei migranti. Sarebbe auspicabile che la dotazione finanziaria prevista, pari a 233 milioni di euro, sia ulteriormente incrementata, in considerazione dell’altissima partecipazione, a livello sia italiano che europeo, ai Bandi del Programma, il cui budget attuale (186 milioni di euro) risulta fortemente inadeguato a rispondere alle aspettative degli enti partecipanti. Il Governo intende, infine, continuare a perseguire sinergie efficaci sulla ricerca applicata al patrimonio culturale, in primo luogo per le infrastrutture e le piattaforme digitali per il patrimonio culturale, per l’innovazione dei materiali di restauro e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Il Governo intende, anche partecipare attivamente al tavolo su cultura e patrimonio culturale aperto nell’ambito dell’Agenda urbana UE, contribuendo a definirne l’agenda e mirando a creare condizioni migliori tanto ai fini della regolamentazione europea, che per la conoscenza del rapporto fra ambiente costruito di qualità e sviluppo sociale ed economico, che per un migliore accesso ai fondi per la protezione del patrimonio culturale nelle aree urbane.
Restituzione dei beni culturali
In merito alla direttiva 2014/60 – recepita in Italia con il Decreto legislativo n. 2 del 7 gennaio 2016 – che disciplina il ritorno di oggetti culturali illegalmente rimossi dal territorio di uno Stato membro, il Governo continuerà a monitorare la sua applicazione individuandone, sia le criticità, sia le possibili correzioni.
La recente proposta dell’Italia di proporre un questionario a tutti gli Stati membri per individuare le autorità giudiziarie di ogni paese, competenti all’avvio delle richieste di restituzione, ha trovato consenso in seno alla Commissione.
Tra le modifiche allo studio, supportate dall’Italia, vi è quella di rendere obbligatoria lo strumento della cooperazione amministrativa - che la direttiva non prevede come obbligatoria - da intendersi in senso ampio, compresa la mediazione diplomatica e l'accordo amichevole anche in considerazione del fatto che in tutti i Paesi membri le procedure giudiziali hanno costi elevatissimi.
Esportazione ed importazione di beni culturali
Il Governo seguirà il monitoraggio del regolamento n. 116 del 2009 sull'esportazione di beni culturali che disciplina le licenze per l’esportazione di beni culturali al di fuori del territorio doganale dell'UE, come misura per garantire che le esportazioni siano soggette a controlli uniformi presso tutte le frontiere esterne dell’Unione europea e darà il proprio contributo per l’approvazione delle modifiche che sono state annunciate dalla Commissione e che saranno discusse sui tavoli tecnici nelle prossime riunioni.
Particolare attenzione sarà, altresì, dedicata alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’importazione di beni culturali. Tale proposta si inserisce nell’ambito delle iniziative previste dal Piano d’azione della Commissione per rafforzare la lotta contro il finanziamento del terrorismo e mira in primo luogo a contrastare l’importazione illegale e il traffico di beni culturali provenienti da Paesi terzi, i cui proventi sono spesso destinati al sovvenzionamento di attività terroristiche e criminali. Siffatta attività di contrasto riguarda in particolare i reperti archeologici dei paesi di origine in cui sono in corso conflitti armati.
Le misure proposte dalla Commissione europea completano il quadro normativo europeo in materia di commercio di beni culturali, con la finalità di introdurre una disciplina uniforme e armonizzata, tanto più che la lotta contro il commercio illecito di beni culturali rappresenterà un’azione chiave dell’Europa.
118 Politiche per audiovisivo e media
Gli obiettivi programmatici del Governo si inquadrano all’interno delle strategie per la creazione di un Mercato Unico Digitale e rispondono alle crescenti sfide poste dagli attuali processi di convergenza e integrazione tra piattaforme online, reti di telecomunicazione e settore dei media, nonché alle mutate abitudini di accesso e fruizione dei contenuti audiovisivi da parte degli utenti e alle relative modalità di diffusione e promozione. In un simile contesto in forte evoluzione, in sede europea il Governo intende seguire cinque linee di indirizzo programmatico: 1) favorire l’accesso transfrontaliero ai contenuti e al patrimonio audiovisivo da parte dei cittadini, rimuovendo da un lato barriere e ostacoli che rallentano la diffusione di prodotti e servizi digitali e, incentivando dall’altro l’offerta legale e la promozione dei contenuti sulle piattaforme distributive online; 2) rafforzare l’internazionalizzazione del settore audiovisivo, potenziando il grado di attrazione degli investimenti esteri, ponendo il settore al centro delle più ampie politiche di promozione del “Made in Italy”, anche come strumento di diplomazia culturale; 3) stimolare la collaborazione tra tutti i soggetti della filiera creativa, produttiva e distributiva favorendo nuovi modelli di business anche attraverso strumenti di co-regolamentazione nel nuovo contesto digitale, garantendo un contesto imprenditoriale equo, sostenibile e affidabile nell’economia online; 4) accrescere il grado di competitività delle imprese italiane del settore, rafforzando le competenze professionali in ambito creativo, finanziario e distributivo, favorendo l’innovazione tecnologica applicata al comparto (realtà virtuale), promuovendo la diversità culturale e le coproduzioni, accrescendo la complementarietà tra strumenti di sostegno europei e nazionali/regionali. Il Governo intende razionalizzare e rendere ancora più efficace la presenza sui mercati internazionali delle imprese del settore audiovisivo al fine di valorizzare e di potenziare gli accordi di co-sviluppo e di coproduzione in essere e di rafforzare la presenza in aree strategiche e nuovi mercati ad elevato tasso di espansione (Russia, Cina, India, Paesi balcanici) in stretta collaborazione con le associazioni di categoria.
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