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Politiche di welfare e famiglie immigrate

Nel documento lA MEDIAZIONE FAMILIARE INTERCULTURALE (pagine 87-90)

MEDIARE PER PREVENIRE: LINEE GUIDA PER SERVIZI E OPERATOR

1. Politiche di welfare e famiglie immigrate

Come si è già detto in precedenza, la stabilizzazione dei nuclei immigrati ha comportato delle sfide importanti per il welfare italiano: il fenomeno delle migrazioni è cambiato e ha collocato nella scena pubblica questa nuova tipologia di utenza dei servizi; a questo avvenimento, tuttavia, le politiche migratorie e sociali non si sono ancora del tutto adeguate.

Come sottolineano infatti Mauro Ferrari e Claudia Rosso186, la presenza dei

migranti nel nostro Paese, è ancora considerata temporanea e precaria, “come se

[…] non costituisse ancora un elemento stabile dell’ecosistema nazionale.”187

Inoltre, gli studiosi sopra citati, affermano come di fatto le politiche migratorie rimandino a quelle locali, l’attuazione di interventi di integrazione degli stessi migranti: se da un lato questo è positivo, perché tali azioni si collocano al livello più vicino di vita di questi soggetti, dall’altro invece la cosiddetta sussidiarietà

orizzontale, determina la realizzazione di prassi locali fortemente differenziate.188

186

M. Ferrari e C. Rosso, “Interazioni precarie. Il dilemma dell’integrazione dei migranti nelle politiche sociali

locali: il caso di Brescia.” Working Paper n. 26

Reperibile al sito internet: http://www.cirsdig.it/indexit.html voce pubblicazione, quaderno n.26

187

Ibid., pag.8

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A questo proposito, anche Mara Tognetti Bordogna, sottolinea come sia le politiche migratorie che le politiche del welfare, non abbiano ancora favorito a pieno dei reali processi di integrazione dei migranti. Per questo motivo, spiega la studiosa, è necessario ridefinire queste politiche, a partire non solo dalla normativa ma dai servizi e dagli operatori degli stessi contesti locali e creare delle prassi operative che siano uniformi. Ripensare al welfare significa dunque, secondo la studiosa, strutturare nuove strategie e modalità operative e orientarsi verso

“un welfare partecipato, perché attraverso la condivisione noi, non solo conosciamo una realtà, ma ne impariamo le regole, socializziamo ad un processo d’inclusione, sperimentiamo la normalità,

comprendiamo inoltre se le nostre norme sono interpretabili.[…] Si tratta, allora, di costruire politiche in cui sia la rappresentanza, sia la partecipazione siano sostanziali e non formali”. 189

Secondo M. T. Bordogna inoltre,

“Esiste un ruolo di mediazione che la politica sociale per la famiglia può esercitare operando come strumento di riduzione del rischio sociale a cui quest’ultima (la famiglia immigrata, ndr) può essere

esposta durante le fasi del ciclo di vita ed in particolare in fase di ricongiungimento.”190

La stessa, sostiene inoltre che in Italia non esistono ancora delle vere politiche per le famiglie immigrate; gli interventi per questi soggetti, infatti, così come per le famiglie autoctone, sono discontinui e residuali: essi, scrive Bordogna, “si fondano su di un modello culturale di famiglia delle ‘solidarietà familiari e parentali’”191 per il quale i servizi intervengono solo quando la rete familiare della persona o del nucleo non sono più in grado di assolvere ai propri obblighi giuridici e morali di supporto e assistenza. Tuttavia, come si è già visto in precedenza, questo rappresenta un ulteriore paradosso: è anche per la mancanza della rete familiare allargata che questi nuclei familiari immigrati si trovano ad affrontare delle situazioni di difficoltà importanti nel nuovo contesto; disagio che è ancora più aggravato dalla mancanza di politiche reali di inclusione.

Ripensare alle politiche sociali in un’ottica di partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti, pare quindi essere la soluzione migliore per prevenire situazioni di conflitto nelle famiglie immigrate, ma anche tra queste e la nuova società; per fare questo, sono necessari spazi in cui le famiglie immigrate e gli individui che le

189

Tognetti Bordogna M., “ I colori del welfare. Politiche, strategie, servizi alla persona di fronte all’utenza che

cambia”, 2006, da internet:

http://www.minguzzi.cittametropolitana.bo.it/Engine/RAServePG.php/P/264711460300/T/Atti-del-Convegno- Famiglie-Migranti-e-Stili-Genitoriali, pag. 148

190 Tognetti Bordogna M., “Politiche di sostegno e di accompagnamento” in Tognetti Bordogna M. (a cura di), “Ricongiungere la famiglia altrove. Strategie, percorsi, modelli e forme del ricongiungimento familiare”, 2004,

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compongono, possano riflettere sulle modifiche che la migrazione stessa apporta sul loro essere famiglia; luoghi in cui poter rielaborare le proprie difficoltà ma anche dove poter dare continuità alle loro tradizioni e culture; spazi in cui portare le proprie incertezze ma anche dove poter sentirsi ascoltati e sostenuti. 192

Linee guida per le politiche migratorie e di welfare

In Italia, le politiche migratorie e sociali attuali e i servizi stessi, come si è già visto, devono essere ripensati alla luce dei cambiamenti avvenuti ormai da tempo: per fare questo è necessario abbandonare la logica dell’interventismo emergenziale che vede nei migranti come delle figure provvisorie e precarie, per assumere invece un’ottica diversa, quella della stabilità della presenza di questi soggetti e delle conseguenze che questo essere qui comporta. È inoltre opportuno che le politiche si integrino maggiormente tra di loro, ma anche con altre politiche (quelle sanitarie e scolastiche, ad esempio); si ritiene inoltre importante riconoscere anche il ruolo che le risorse, formali e informali, presenti a livello locale, possono offrire in termini di integrazione e inclusione dei nuclei immigrati: si tratta di promuovere, in sostanza, il cosiddetto lavoro di rete, sia tra soggetti istituzionali che del privato sociale, ma anche le stesse famiglie immigrate, le comunità locali e se presenti anche le loro reti familiari e amicali. 193

È inoltre fondamentale ricordare che ogni singola famiglia immigrata è un sistema in continua evoluzione, i cui membri sono portatori di vissuti, aspettative e bisogni diversi di cui si deve tener conto. Per questo, alla luce di quanto detto anche nei precedenti capitoli, è proprio a partire dalle criticità che ognuno di questi singoli soggetti del sistema in relazione può incontrare nel suo percorso migratorio, che è opportuno ripensare alle politiche e ai servizi. È indubbio, che generalizzare sia limitativo, ma è proprio a partire dalle criticità maggiormente diffuse che si possono ricavare delle considerazioni interessanti su come poter agire per il superamento delle stesse.

192 Tognetti Bordogna M., “Politiche di sostegno e di accompagnamento” in Tognetti Bordogna M. (a cura di), “Ricongiungere la famiglia altrove. Strategie, percorsi, modelli e forme del ricongiungimento familiare”, 2004,

pag. 222

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Nel documento lA MEDIAZIONE FAMILIARE INTERCULTURALE (pagine 87-90)