• Non ci sono risultati.

La porzione laterale del nastro adesivo del metatarso viene fatta passare lateralmente al ginocchio e fissata a livello dell’addome.

TRATTAMENTO CONSERVATIVO VS TRATTAMENTO CHIRURGICO

C) La porzione laterale del nastro adesivo del metatarso viene fatta passare lateralmente al ginocchio e fissata a livello dell’addome.

Le tipologie delle fratture acetabolari osservate sono: - Fratture trasverse

- Fratture oblique - Fratture comminute

[Tobias and Johnston, 2012]

La dislocazione delle fratture acetabolari viene descritta, prevalentemente, con riferimento al frammento caudale, in quanto risulta essere mobile: la dislocazione è comunemente mediale, con la superficie articolare ruotata dorsalmente con conseguente apertura dell’articolazione fratturata [Tobias and Johnston, 2012]. I 2/3 craniali dell’acetabolo hanno forze portanti attraverso l’articolazione, motivo per cui è di notevole importanza riparare chirurgicamente le fratture presenti in questa porzione [Betts, 1985][Newton,

1985][Tobias and Johnston, 2012]. Le fratture comminute, moderatamente e gravemente

dislocate e quelle comprendenti la porzione craniale o centrale dell’acetabolo vengono, generalmente, trattate chirurgicamente [Beck et al., 2005][Moores et al., 2007]. È stato osservato che, alla prima visita dopo il trauma, i cani possono presentare zoppia minima e alcuni chirurghi si orientano verso il trattamento conservativo [Tobias and Johnston,

2012]. Tuttavia, a follow-up successivi, seguendo l’intervento non chirurgico in casi di

frattura caudale dell’acetabolo [Krebs et al., 2014], sono stati ottenuti risultati insoddisfacenti per la zoppia, portando a dolore associato a grave malattia degenerativa delle articolazioni [Boudrieau and Kleine, 1988][Tobias and Johnston, 2012]. Pertanto, la riparazione chirurgica viene raccomandata per tutte le sedi di frattura dell’acetabolo [Beck

et al., 2005][Moores et al., 2007][Tobias and Johnston, 2012][Krebs et al., 2014].

La cartilagine articolare dell’acetabolo è a forma di “C”, con la sua parte aperta in posizione ventrale. La riparazione delle fratture acetabolari è, generalmente, diretta alla ricostruzione di questa superficie, con fissazione chirurgica applicata sulla sua porzione dorsale. Fratture trasverse, oblique e comminute con alcuni frammenti, sono generalmente riparabili [Tobias and Johnston, 2012].

L’intervento chirurgico precoce è necessario per evitare condromalacia della testa femorale derivante dall’abrasione dei frammenti di frattura [Piermattei et al., 2006]. Tuttavia, un periodo di recupero di almeno due giorni dovrebbe essere consentito prima della chirurgia

per stabilizzare il paziente, a meno che non ci siano indicazioni urgenti in seguito a lesioni del nervo sciatico [Johnson et al., 2005].

Se c’è frammentazione della frattura, le probabilità di successo della fissazione interna sono ridotte, soprattutto se i frammenti risultano essere troppo piccoli per essere stabilizzati o in presenza di coinvolgimento della superficie articolare. Questo è, di solito, difficile da accertare dalle radiografie eseguite nel periodo pre-operatorio, pertanto, al proprietario deve essere data, in questa fase, una prognosi incerta [Piermattei et al., 2006].

Il chirurgo può avere la necessità di scegliere il recupero con l’escissione della testa e del collo del femore [Dyce and Houlton, 1993][Lewis et al., 1997][Beck et al., 2005] o la parziale ricostruzione dell’acetabolo, con l’obiettivo finale di effettuare una protesi totale d’anca più tardivamente, una volta avvenuta la guarigione ossea [Tobias and Johnston,

2012]. Si vedono, spesso, fratture della porzione mediale dell’acetabolo insieme a fratture

del margine dorsale associate a sublussazione della testa femorale nel canale pelvico, il legamento della testa del femore è spesso intatto e attaccato al frammento caudale [Tobias

and Johnston, 2012]. La ricostruzione della superficie articolare nella riparazione

acetabolare è normalmente sufficiente a impedire una continua sublussazione mediale della testa del femore, anche se, questo, non è sempre il caso, se la frattura della superficie mediale risulta essere grave (Figura 56) [Tobias and Johnston, 2012].

Fratture acetabolari con grave compromissione della parete mediale e il significativo continuo spostamento mediale della testa del femore sono considerati danni irreparabili

[Tobias and Johnston, 2012].

Le fratture della porzione caudale dell’acetabolo sono difficili da riparare a causa delle piccole dimensioni del frammento distale, del suo profilo e dell’interferenza con il nervo sciatico [Piermattei et al., 2006].

Anche se le fratture acetabolari sono state ricostruite correttamente, cambiamenti degenerativi si possono verificare a causa dei danni provocati alla cartilagine articolare al momento della lesione. Tuttavia, la progressione dell’artrosi può essere minimizzata se vengono ripristinate le condizioni anatomiche [Johnson et al., 2005].

Fissazione con placca o viti sono gli approcci preferiti per la ricostruzione e la stabilizzazione acetabolare, indipendentemente dalla valutazione della linea di frattura. Tuttavia, sagomare in modo accurato la placca è essenziale per mantenere la riduzione anatomica. Le tecniche per la fissazione della placca e l’utilizzo di viti e fili ortopedici rinforzati con polimetilmetacrilato sono stati descritti per migliorare l’accuratezza della riduzione [Anderson et al., 2002][Beaver et al., 2000]. Cani con fratture acetabolari irreparabili possono essere candidati per l’osteotomia della testa e del collo del femore, ma l’acetabolo deve essere ricoperto e stabilizzato con una placca ossea per diminuire il dolore e favorire il movimento precoce, fondamentale per un esito positivo [Fossum et al., 2013]. Nei piccoli animali, l’articolazione dell’anca è un’articolazione sfera-orbita, altamente mobile, in cui il margine dell’acetabolo non si estende oltre l’equatore della testa del femore. In termini di stabilità articolare, il legamento rotondo del femore gioca un ruolo di minor importanza rispetto ai muscoli periarticolari e, in particolare, della capsula articolare. Nella maggior parte delle fratture acetabolari, la capsula articolare rimane intatta, ma deve essere aperta per controllare l’allineamento delle superfici articolari dell’acetabolo

[Johnson et al., 2005].

Il legamento rotondo del femore è coinvolto, per di più, nella rotazione e nell’arresto, di conseguenza, anche quando il legamento è intatto, la testa del femore può essere sublussata una volta che la capsula è stata aperta, consentendo al chirurgo una migliore visione della superficie significativa per il carico [Johnson et al., 2005].

Più comunemente viene usato un accesso chirurgico dorsale a livello dell’acetabolo con osteotomia del grande trocantere [Piermattei and Johnson, 2004]. L’esposizione dell’acetabolo caudale e della superficie craniale dell’ischio è meglio completata dalla tenotomia delle inserzioni con elevazione sottoperiostale dei muscoli gemelli e otturatore interno [Piermattei and Johnson, 2004][Tobias and Johnston, 2012].

La riduzione anatomica è una necessità nelle fratture acetabolari (Figura 57). La riduzione finale è controllata osservando la linea di frattura, il margine acetabolare e la cartilagine articolare all’interno dell’acetabolo, attraverso una piccola incisione capsulare [Piermattei

et al., 2006].

Nelle fratture comminute, piccoli frammenti sono maneggiati con pinze tissutali e spesso sono primariamente ridotti al rigido frammento craniale. Per fornire una fissazione interframmentaria prima di applicare la placca di osteosintesi sono utilizzati fili di Kirschner o piccole viti a compressione interframmentaria [Tobias and Johnston, 2012].

Figura 57: Fissazione delle fratture acetabolari.