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Posizione nella professione e “over-qualification”

Nel documento IX RAPPORTO ANNUALE (pagine 44-48)

3.1 La condizione occupazionale degli stranieri nel mercato del lavoro italiano

3.1.2 Posizione nella professione e “over-qualification”

Ma che impieghi svolgono i cittadini stranieri? Che il mercato del lavoro dei migranti sia caratterizzato da una profonda segmentazione professionale schiacciata su profili prettamente esecutivi è noto e confermata dalla scarsa presenza di lavoratori stranieri tra i ruoli dirigenziali e simili: appena l’1,2% degli occupati ha, infatti, una qualifica di dirigente o quadro a fronte del 7,8% della controparte italiana e poco meno dell’80% è impiegato con la qualifica di operaio (nel caso degli occupati nativi si tratta di poco più del 30% del totale considerato; Tabella 3.7). Ciò che però balza all’evidenza dell’analisi è la diversa distribuzione per età e genere.

Ad esempio, anche se la quota di imprenditori con cittadinanza UE ed Extra UE è molto contenuta, nondimeno la quota di straniere imprenditrici è elevata (su 100 più di 30 sono donne), diversamente da quel che accade per gli italiani, dato che in quest’ultimo caso solo il 20% circa è di genere femminile.

Contrariamente a quanto si possa pensare, la condizione di povertà non è associata solo all’assenza di lavoro: anche chi ha un impiego, in ragione delle caratteristiche dell’occupazione e della retribuzione percepita, può collocarsi al di sotto della soglia di spesa minima necessaria per acquisire beni e servizi essenziali2. Nella Tabella II si può osservare l’incidenza della povertà assoluta per cittadinanza e condizione occupazionale.

Tabella II. Incidenza percentuale delle famiglie in povertà assoluta per condizione occupazionale e cittadinanza. Anno 2018

CONDIZIONE E POSIZIONE PROFESSIONALE (a) Famiglie di soli italiani Famiglie di soli stranieri Famiglie miste Famiglie con stranieri OCCUPATO 3,5 25,5 15,5 22,9 DIPENDENTE 3,9 25,3 16,9 23,2

Dirigente, quadro e impiegato 1,3 * * *

Operaio e assimilato 7,3 26,9 21,6 25,7

INDIPENDENTE 2,6 26,9 9,4 20,4

Imprenditore e libero professionista * * * *

Altro indipendente 3,7 * * 22,4

NON OCCUPATO 7,0 36,9 25,1 32,8

In cerca di occupazione 22,5 51,5 * 47,0

Ritirato dal lavoro 4,3 * * *

In altra condizione (diversa da ritirato dal lavoro) 10,9 31,5 34,7 32,4

* Valore non significativo a motivo della scarsa numerosità campionaria. (a) La definizione di occupato e di persona in cerca di occupazione segue la classificazione ILO.

Fonte: Spese per consumi delle famiglie 2018, Istat

La pervasività di condizione economiche critiche è particolarmente evidente tra i cittadini stranieri: se tra i nativi occupati l’incidenza della povertà assoluta interessa il 3,5% delle famiglie, tra i nuclei composti di soli migranti il valore tocca la soglia del 25,5%, ovvero più di un quarto del totale, pur inserito nel mercato del lavoro, è toccato dalla povertà. Il quadro peggiora nel caso delle persone in cerca di occupazione: infatti, ben il 51,5% delle famiglie di soli stranieri è in povertà assoluta a fronte del 22,5% dei nativi.

2 Sono classificate come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia di povertà assoluta (che si differenzia

per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e per tipo di comune di residenza).Ad esempio, per un adulto (di 18-59

anni) che vive solo, la soglia di povertà è pari a 834,66 euro mensili se risiede in un’area metropolitana del Nord, a 749,67 euro se vive in un piccolo comune settentrionale, a 563,77 euro se risiede in un piccolo comune del Mezzogiorno.

Anche nella libera professione si ravvisano differenze: su 100 liberi professionisti stranieri poco meno di 47 sono donne a fronte delle 35 italiane su 100 (Tabella 3.8).

Tabella 3.7. Occupati 15 anni e oltre per posizione nella professione e cittadinanza (v.%). Anno 2018

POSIZIONE NELLA PROFESSIONE Italiani

Stranieri Totale Totale di cui: UE Extra UE Dipendente 75,9 87,3 89,2 86,4 77,1 Apprendista 0,6 0,6 0,3 0,8 0,6 Dirigente 1,9 0,4 0,7 0,2 1,8 Impiegato 36,0 8,7 10,8 7,7 33,1

Lavoratore presso il proprio domicilio per conto di un impresa 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

Operaio 31,4 76,8 75,8 77,3 36,2

Quadro 5,9 0,8 1,6 0,4 5,3

Indipendente 24,1 12,7 10,8 13,6 22,9

Coadiuvante nell’azienda di un familiare 1,3 0,6 0,5 0,6 1,2

Collaborazione coordinata e continuativa 0,6 0,4 0,7 0,2 0,5

Imprenditore 1,3 0,5 0,4 0,5 1,2

Lavoratore in proprio 13,6 9,3 6,6 10,6 13,2

Libero professionista 6,8 1,3 1,7 1,0 6,2

Prestazione d opera occasionale 0,5 0,6 0,8 0,6 0,5

Socio di cooperativa 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni Direzione SAS di Anpal Servizi su microdati RCFL – ISTAT

Distribuzioni non omogenee si possono rilevare anche per le qualifiche di operaio (tra gli italiani il 32,5% è donna, tra gli stranieri il 44,0%), nonché per le mansioni di tipo impiegatizio (su 100 impiegati stranieri poco meno di 70 sono donne, mentre nel caso dei nativi poco meno di 60 su 100).

Tabella 3.8. Occupati 15 anni e oltre per profilo professionale, genere e cittadinanza (v.%). Anno 2018

PROFILO PROFESSIONALE Italiani Stranieri

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Apprendista 62,7 37,3 100,0 66,2 33,8 100,0

Coadiuvante nell’azienda di un familiare 44,3 55,7 100,0 46,1 53,9 100,0

Collaborazione coordinata e continuativa 46,6 53,4 100,0 30,1 69,9 100,0

Dirigente 67,9 32,1 100,0 76,1 23,9 100,0

Impiegato 42,8 57,2 100,0 33,3 66,7 100,0

Imprenditore 79,5 20,5 100,0 69,6 30,4 100,0

Lavoratore in proprio 73,9 26,1 100,0 75,5 24,5 100,0

Lavoratore presso il proprio domicilio per conto di un impresa 18,5 81,5 100,0 32,2 67,8 100,0

Libero professionista 65,1 34,9 100,0 53,3 46,7 100,0

Operaio 67,5 32,5 100,0 56,0 44,0 100,0

Prestazione d opera occasionale 43,6 56,4 100,0 53,7 46,3 100,0

Quadro 55,0 45,0 100,0 49,5 50,5 100,0

Socio di cooperativa 65,1 34,9 100,0 56,8 43,2 100,0

Totale 58,2 41,8 100,0 55,8 44,2 100,0

Sensibili differenze si osservano, come accennato, anche per il diverso peso che le giovani generazioni di occupati hanno nel mercato del lavoro. Colpisce come tra le qualifiche dirigenziali e non prettamente esecutive, quali dirigenti, quadri, imprenditori, impiegati, lavoratori in proprio, la presenza dei lavoratori stranieri under 34enni sia rilevante, in particolare se posta a confronto con la distribuzione degli occupati nativi (Tabella 3.9).

Ad esempio, tra i dirigenti italiani solo il 2,9% ha meno di 34 anni contro l’8,7% degli stranieri, così come tra i quadri l’8,1% degli occupati italiani appartiene alla classe d’età degli under 34enni a fronte del 22,2% dei lavoratori stranieri. Inoltre, i giovani italiani occupati come imprenditori, impiegati, lavoratori in proprio sono, rispettivamente, l’8,8%, il 23,0% e il 12,2% del totale di ciascun profilo considerato, contro il 20,8%, il 39,3% e il 21,9% dei giovani occupati stranieri nelle medesime posizioni professionali.

Tabella 3.9. Occupati 15 anni e oltre per alcuni profili professionali, classe d’età e cittadinanza (v.%). Anno 2018

PROFILO PROFESSIONALE

Italiani Stranieri

fino a

34 anni 35-44 45-54 55 e oltre Totale

fino a

34 anni 35-44 45-54 55 e oltre Totale

Dirigente 2,9 18,4 35,7 43,0 100,0 8,7 23,2 48,4 19,7 100,0 Impiegato 23,0 27,7 30,0 19,2 100,0 39,3 30,3 20,8 9,6 100,0 Imprenditore 8,8 23,0 34,4 33,8 100,0 20,8 32,3 42,8 4,1 100,0 Lavoratore in proprio 12,2 23,2 33,3 31,3 100,0 21,9 41,1 26,4 10,5 100,0 Libero professionista 16,0 27,5 27,8 28,8 100,0 25,5 29,8 22,8 21,9 100,0 Operaio 25,5 24,8 31,6 18,2 100,0 29,1 34,2 24,9 11,8 100,0 Quadro 8,1 24,2 37,1 30,5 100,0 22,2 35,8 25,0 17,1 100,0 Totale 21,1 25,4 31,0 22,5 100,0 29,7 34,1 24,7 11,6 100,0

Fonte: elaborazioni Direzione SAS di Anpal Servizi su microdati RCFL – ISTAT

Con riferimento al titolo di studio, cosa emerge dall’analisi dei dati? La quota di occupati comunitari ed extracomunitari con al massimo la licenza media è più alta della quota stimata per i nativi (rispettivamente 33,2% e 58,6% vs. 28,6%), così come la percentuale dei lavoratori stranieri laureati è molto al di sotto di quella stimata per la controparte italiana (Figura 3.5).

Figura 3.5. Composizione percentuale del numero degli occupati 15 anni e oltre per cittadinanza, titolo di studio e classe d’età. Anno 2018

Fonte: elaborazioni Direzione SAS di Anpal Servizi su microdati RCFL – ISTAT

E’ interessante però rilevare come la quota di lavoratori con istruzione di terzo livello nel caso dei cittadini extracomunitari aumenti al crescere dell’età (8,8% il valore rilevato per gli under 34enni e 17,6% per gli

over 55enni), non così per gli italiani. Complessivamente le generazioni “anziane” di lavoratori sia UE che Extra UE sono più istruite dei giovani, l’opposto di quanto si osserva nel caso degli italiani.

Se, nel complesso, la forza lavoro straniera appare mediamente meno istruita rispetto alla componente nativa del mercato del lavoro, che dimensioni assume però il noto fenomeno dell’over-qualification? Ovvero, è possibile dare evidenza statistica della mancata coerenza tra competenze formali e mansioni ricoperte? Incrociando i dati per livello di skill della professione svolta e livello di istruzione, è possibile stimare il c.d. tasso di sovraqualficazione degli occupati, in altre parole conoscere in che percentuale gli individui con istruzione elevata (equivalente almeno alla laurea) svolgono un lavoro di media o bassa

qualificazione3.

I dati di Figura 3.6 dicono che la quota di lavoratori stranieri laureati occupati in un professione low o medium skill è considerevole e pari al 63,1% a fronte del 17,5% stimato per gli italiani, ovvero su 100 occupati stranieri con istruzione di terzo livello, 63 hanno competenze formali superiori a quelle che servirebbero per svolgere la mansione per la quale sono retribuiti; gli italiani nella medesima condizione sono poco meno di 18 su 100.

Figura 3.6. Tasso di over-qualification(a) degli occupati laureati di 15 anni e oltre per cittadinanza e regione. Anno 2018

*N.d. ; (a) Percentuale di occupati con istruzione compresa tra ISCED 5 e ISCED 8, non occupati in una professione classificata in ISCO 1, ISCO 2 o ISCO 3.

Fonte: elaborazioni Direzione SAS di Anpal Servizi su microdati RCFL – ISTAT

Esistono, tuttavia, delle differenze tra comunitari ed extracomunitari: il tasso di sovraqualificazione dei lavoratori UE (46,2%) è più contenuto di quello degli Extra UE (73,6%). Ponendo dunque a confronto i

3 Il tasso di over-qualification è la percentuale di occupati con istruzione compresa tra ISCED 5 e ISCED 8, non occupati in una professione classificata in ISCO 1, ISCO 2 o ISCO 3. Sull’over-qualification rate degli stranieri si veda: Settling In 2018. Main Indicators of Immigrant

valori stimati, si osserva che rispetto ai nativi la quota di comunitari in over-qualification è maggiore di 28,7 punti e quella degli extracomunitari più alta di 56,1 punti.

Sotto il profilo territoriale, i mercati del lavoro nei quali il fenomeno della mancata coerenza tra livello di istruzione e caratteristiche dell’impiego svolto è più evidente e, dunque, maggiore è lo svantaggio dei

cittadini stranieri rispetto alla componente italiana, sono quelli di Sicilia (il tasso di over-qualification degli

stranieri è maggiore di 67,6 punti rispetto a quello dei nativi), Sardegna (diff. +66,0 punti), Campania (diff. +62,9 punti), Basilicata (diff. +59,6 punti), Valle d'Aosta (diff. +55,4 punti), Liguria (diff. +51,5 punti).

Nel documento IX RAPPORTO ANNUALE (pagine 44-48)