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85 E delle possibilità che Suo figlio ha di interagire con coetanei?

Per qualunque cosa, siamo qui. Mi creda Suo

prof. Franco Blezza

---Messaggio originale---

Oggetto: Rif: R: RICHIESTA CONSULENZA GRATUITA

Gentilissimo Professore,

innanzi tutto la ringrazio della sollecita risposta , Per una mamma in ansia e' un sollievo sentire il parere di una persona competente e poter confrontare i propri dubbi.

Il pediatra di mio figlio mi ha prescritto una visita logopedica, a i tempi di attesa sono lunghissimi.Mio figlio e' in lista di attesa dai primi di Gennaio!.

Mio marito e' un padre molto presente ma anche lui preoccupato non solo del ritardo nel linguaggio di Francesco ma anche per questi incontri con la logopedista che ci ha prospettato pianti, provocazioni di vomito e massaggi al viso per far prendere coscienza al bimbo della propria faccia.

Anche la neuropsicologa infantile che l'ha visitato insieme alla logopedista le ha raccomandato di essere rigida durante gli incontri perche' Francesco e' un bambino molto prepotente e che non si lascia visitare (quest'ultima affermazione non potrebbe essere piu' vera). A me ha raccomandato di non entrare nella stanza durante questi incontri sopratutto se lo sento piangere, ma entrare facendo finta di prendere qualcosa solo se lo sento ridere.

Francesco e' molto socievole ma non interagisce con gli altri a parole ma a gesti indicando quello che vuole o prendendoti la mano per portarti dove lui vuole farti prendere un oggetto o giocare. Il fratello ha 7 anni e nessun interesse a giocare con lui, pero' noi genitori gli abbiamo sempre parlato spesso e giocato con entrambi.

La mattina sta' dai nonni insieme a un altro cuginetto ,di 6 mesi piu' grande, con cui va molto d'accordo, pero' da Settembre lo abbiamo iscritto al nido su consiglio della logopedista. Il pomeriggio lo porto ai giardini per farlo stare con altri bambini ma ho notato che e' molto imitativo e si unisce agli altri semplicemente imitando i loro giochi e non sentendo la necessita' di dialogarci.

Capisco le difficolta' a mettere a fuoco un quadro senza aver visto il bambino, ma per qualunque consiglio in merito non potro' che ringraziarvi.

Cordiali saluti.

Messaggio

Oggetto: Linguaggio Gentile signora,

rispetto a quanto si pensava e si faceva quando era bambina Lei, il ricorso alla medicina preventiva, soprattutto specialistica, e attraverso le professioni sanitarie non mediche (come la Logopedista, l'Odontoiatra e collaboratori, l'ortottista, il dietista, ...) è cresciuto enormemente, e soprattutto è cambiato sostanzialmente il modo di intenderne le funzioni. Lo spostamento dell'attenzione sullo "star bene" e il crescere bene, rispetto alla terapia in senso stretto, è stato fortissimo: e penso che non sia difficile rendersi conto di quanto sia stato positivo, anche se indubbiamente risulta più impegnativo per i genitori.

La visita logopedica prescritta dal Pediatra sembra rientrare proprio in quest'ottica; ed anche quanto prescritto dalla Neuropsichiatra Infantile assieme alla Logopedista. Non ci sono necessariamente situazioni patologiche, bensì problemi di crescita che oggi si possono affrontare con maggiore aiuto e supporto di professionisti della sanità di quanto non si potesse e non si intendesse fare qualche decennio fa.

Solo per capirci: trenta o quarant'anni fa si sarebbe portato un bambino dall'Odontoiatra o "Dentista" (che allora era un Medico Chirurgo) solo se ci fossero state delle carie o dei problemi più gravi; i denti da latte o cadevano da soli o venivano tolti in casa, e l'ortodonzia era poco praticata. Oggi, a parte che si tende ad andare dall'Odontoiatra con una certa regolarità, si tiene sotto maggiore controllo l'avvicendamento dei denti da latte con denti permanenti, e l'ortodonzia è praticata in modo diffusissimo, anche da Odontoiatri che fanno solo questo, e spesso anch'essi assieme al Logopedista.

Del resto, non penso che qualcuno Le abbia detto che quello di Suo figlio è un ritardo patologico; semmai, una situazione che richiede un sano (e sereno) esercizio di tutti i controlli e di tutti i supporti che sono oggi possibili. Insomma, una marcia in più per nostri figli, e non una freno a mano tirato.

A due anni, non si può parlare di socializzazione come se ne parlerebbe già a cinque (od anche meno). E, per quanto il fratello maggiore possa essere disponibile e volonteroso, e sia certamente una figura utile e magari importante, mi sembra che le più facili ed immediate relazioni con bambini di età inferiore il Suo secondo figlio le attivi benissimo.

Dunque, attenzione ad una parola chiave che Lei stessa usa: "ansia". E' umano e comprensibile che Lei sia presa da questa reazione emotiva; ma non sembrano emergere dati di fatto che giustifichino altro che una sana e razionale utilizzazione di queste risorse che la medicina d'oggi mette a disposizione dei nostri figli.

Può darsi che il rifiuto della visita di Suo figlio discenda da qualche cosa del genere.

Come può darsi che la Logopedista non sia stata abbastanza "pedagogica" nei Suoi riguardi, ed anzi questa mi sembra l'unica nota stridente di tutto il quadro: ma ciò non significa che non sappia far bene il suo mestiere, e che non sappia essere adeguatamente "pedagogica" con Suo figlio.

A lei compete, oltre all'onere di assicurare a Suo figlio l'accesso a queste risorse, un altro onere: quello di non caricare il tutto di quest'ansia che in Lei è comprensibile, ma per Suo figlio risulterebbe nocivo. Deve sentirsi rasserenata Lei per prma di queste accresciute risorse delle quali nostri figli possono godere per la loro salute rispetto a noi.

Per questo, Suo marito ed eventualmente il dialogo con i parenti (i nonni, in particolare, ma non solo questi) La possono aiutare; penso che da settembre potrà aiutarLa anche il confronto con altri genitori di bambini frequentanti il nido, e con le insegnanti-educatrici.

Non si tratta solo di coprire un proprio lato emotivo: si tratta anche, o prima di tutto, di accettarlo, comprenderlo, e gradualmente liberarsene almeno in parte. A volte, si è tentati di credere che senza caricare le proprie azioni anche di un pesante ed impegnativo investimento emotivo, non si sia abbastanza buoni genitori: ma non è così. Lei sarà quell'ottima madre che è già ora, anche senza pagare questo prezzo Lei per prima. E io credo che ci possa riuscire.

Quello che posso fare, lo faccio volentieri. Debbo anticiparLe che il prossimo mese sarò lontano da casa, in convalescenza da una delicata operazione; ma può scrivermi, anche se Le potrò rispondere solo in agosto. Colga anche i più leggeri segni di evoluzione di Suo figlio, e li apprezzi: per lui sono importanti, ed è importante sentirsene gratificato, come è importante fondare saldamente su di essi le evoluzioni successive.

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