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PP06 Piano mirato di prevenzione

CAPITOLO 3 Programmi Predefiniti

3.6 PP06 Piano mirato di prevenzione

3.6.1 Quadro logico regionale

CODICE PP06

REFERENTI DEL

PROGRAMMA Roberto Zanelli - Fabrizio Ferraris MACRO OBIETTIVO

PRINCIPALE DI RIFERIMENTO

MO4 Infortuni e incidenti sul lavoro, malattie professionali MACRO OBIETTIVO

TRASVERSALE DI RIFERIMENTO

MO5 Ambiente, Clima e Salute

OBIETTIVI

MO4-01 Programmare interventi di prevenzione in ragione delle esigenze dettate dalle evidenze epidemiologiche e dal contesto socio-occupazionale

MO4-02 Perfezionare la conoscenza delle storie lavorative ed espositive dei lavoratori

MO4-03 Redazione e ricognizione linee di indirizzo (ex art. 2 decreto 81/2008) da approvare in sede di Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato e le regioni e le PA Trento e Bolzano MO4-04 Assicurare alle micro e piccole aziende ed alle medio e grandi aziende attività di controllo modulate secondo approcci distinti

MO4-05 Applicare alle attività di controllo i principi dell’assistenza, dell’empowerment e dell’informazione, e adottare azioni di enforcement in relazione alla capacità ed alla motivazione dell’impresa

MO4-08 Potenziare la rete di collaborazione tra professionisti sanitari medici del lavoro dei servizi territoriali e ospedalieri e MMG, per la tutela della salute del lavoratore in un’ottica di Total worker health

MO4-09 Incentivare, orientare e monitorare le azioni di welfare aziendale più strettamente connesse alla salute globale del lavoratore

MO5-03 Programmare, realizzare e documentare attività in materia di sicurezza chimica di cui al REACH/CLP (controllo, formazione, informazione e altre attività) favorendo sinergia/integrazione con attività su specifiche matrici (es. biocidi, fitosanitari, fertilizzanti, cosmetici, ecc.) o su specifici ambiti (sicurezza luoghi di lavoro, igiene in ambienti di vita, sicurezza alimentare) MO5-04 Rafforzare, nell’ambito delle attività concernenti gli ambienti di vita e di lavoro, le competenze in materia di valutazione e gestione del rischio chimico

LINEE

MO4LSa Perfezionamento dei sistemi e degli strumenti di conoscenza dei rischi e dei danni da lavoro, anche attraverso lo sviluppo del SINP

MO4LSb Incremento del grado di utilizzo dei sistemi informativi per la pianificazione degli interventi di prevenzione

MO4LSc Sviluppare l’interoperabilità dei sistemi informativi esistenti a favore dello scambio trans-istituzionale di informazioni a livello nazionale e territoriale e finalizzate al dialogo tra le varie banche dati

MO4LSd Assicurare l’operatività dei Comitati Regionali di Coordinamento art. 7 Dlgs 81/08 MO4LSe Sostenere il ruolo di RLS/RLST di sito produttivo e della bilateralità

MO4LSg Promuovere il coordinamento e la programmazione dell’attività di vigilanza e

LEA

B13 Tutela della salute dai rischi per la popolazione derivanti dall’utilizzo di sostanze chimiche, miscele ed articoli (REACH-CLP)

C02 Cooperazione del sistema sanitario con altre istituzioni e con le rappresentanze sindacali e datoriali, per la realizzazione di programmi intersettoriali

C03 Prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro

C06 Sorveglianza degli ex-esposti a cancerogeni e a sostanze chimiche/fisiche con effetti a lungo termine

3.6.2 Sintesi del Profilo di salute ed equità ed Analisi di contesto

Si premette che il profilo di salute ed equità della popolazione occupata descritto al presente programma è di riferimento anche per i PP 3, 7 e 8. Il file della valutazione completa del setting ambienti di lavoro con tabelle e grafici utili a tutti i programmi citati è reperibile in allegato nella piattaforma https://www.pianiregionalidellaprevenzione.it. Nel PP3 è stato allegato il file esteso relativo alla valutazione degli stili di vita della popolazione occupata piemontese completo di tabelle e grafici, mentre nei PP 6, 7 e 8, per brevità, è stato riportato solo l’estratto di interesse.

I programmi che agiscono sulla riduzione dei rischi occupazionali per la salute sono per natura equitativi perché in generale sono rivolti ai lavoratori più esposti, che appartengono a categorie sociali più svantaggiate.

Occupazione

I tassi di occupazione in Piemonte mostrano, dopo un periodo di diminuzione, un’inversione di tendenza, con aumento costante dal 2014 al 2018 (+3,3%, +58mila lavoratori in totale), mentre nel periodo 2019-2020 si osserva una forte riduzione degli occupati in entrambi i generi (-2,9%, -53681 lavoratori in totale). Esaminando l’occupazione per fascia di età, nella fascia 15-29 anni, dopo un periodo di calo del tasso di occupazione fino al 2013 in entrambi i generi, si assiste ad aumento di alcuni punti percentuali fino al 2018 tra gli uomini e fino al 2019 tra le donne, per poi ritornare nel 2020 ai livelli del 2013. La fascia 20-64 anni pure mostra in entrambi i generi un modesto incremento del tasso di occupazione dal 2013 al 2018, una tendenziale stabilità nel periodo 2018-2019 e un decremento di circa il 3% in quello 2019-2020. Al contrario, il tasso di occupazione nella fascia di età “matura” (55-64) risulta in costante e forte crescita dal 2010 al 2018 per gli uomini (da meno del 45% a circa il 65%) e al 2019 per le donne (da circa il 25% a quasi il 50%), per poi stabilizzarsi nel periodo successivo in entrambi i generi.

Aziende e addetti

I comparti maggiormente rappresentati in termini di aziende sono Servizi (41%), Costruzioni (22%), Commercio (11%), Metalmeccanica (8%), Trasporti (3.4%) e Sanità (3,0%), che nell’insieme costituiscono oltre l’80% delle aziende. Gli addetti sono concentrati soprattutto nel settore dei Servizi (45%), seguiti dalla Metalmeccanica (11%), dalle Costruzioni (9%), dalla Sanità (9%) e dal Commercio (7,5%). Gli addetti occupati in settori manifatturieri sono nel 2018 solo circa un quarto del totale.

Esaminando la distribuzione delle aziende per comparto INAIL e ASL, si evidenziano alcune differenze nella distribuzione, in gran parte note, tra cui una maggiore proporzione di aziende dei servizi e una minore proporzione di aziende del settore manifatturiero (industria del legno, metalmeccanica, industria chimica), costruzioni, agrindustria e pesca nella ASL Città di Torino; una maggiore proporzione di aziende del settore alimentare nelle ASL CN1, CN2, AT e AL, di quelle del settore tessile nelle ASL BI e

gas e acqua nell’ASL Città di Torino, dove sono inferiori le proporzioni di lavoratori occupati in vari settori manifatturieri (agrindustria, industria alimentare, del legno, chimica, metalmeccanica) e nelle costruzioni.

Infortuni

In Piemonte, il tasso complessivo di infortuni riconosciuti scende dal 2008 al 2018 da circa 32 per 1000 addetti a 20 per 1000 addetti, tenendosi costantemente al di sotto di quello italiano di 2-3 eventi per 1000 addetti. La discesa è più marcata nel settore delle costruzioni (da 33 eventi a meno di 17 eventi per 1000 addetti), dove pure si mantiene durante tutto il periodo al di sotto del corrispondente tasso italiano di circa 5-6 eventi per 1000 addetti.

Nel 2018 i tassi infortunistici più elevati si riscontrano nei settori della fornitura di acqua e trattamento di rifiuti (36,4 per 1000 addetti), di trasporti e immagazzinaggio (35,4 per 1000), di noleggio e servizi alle imprese (28,1 per 1000), della sanità (22 per 1000), di alberghi e ristoranti (20,8 per 1000) e dell’agricoltura (17,1 per 1000).

Esaminando i tassi di denunce di infortunio per professione (CP2011 a 3 digit) nel periodo 2015-2019, tra le professioni con almeno 20 denunce i tassi più elevati si osservano tra gli artigiani e operai specializzati dello spettacolo (91,8 per 1000 addetti), gli addetti a produzione di energia, recupero rifiuti e trattamento e distribuzione acqua (88,1 per 1000), i manovali delle costruzioni (73,3 per 1000) e della manifattura (73,3 per 1000), gli addetti all’igiene e pulizia degli edifici (72,0 per 1000), il personal non qualificato di ufficio (64,7 per 1000) e dei servizi di istruzione e sanitari (59,8 per 1000), gli operai specializzati forestali (59,3 per 1000), gli addetti alla confezionatura di prodotti industriali (56,3 per 1000), i conduttori di impianti per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali (55,8 per 1000), i conduttori e manovratori di veicoli su rotaie (51,9 per 1000).

Gli infortuni in occasione di lavoro riconosciuti sono quasi due terzi del totale di quelli denunciati (65,7%), con una discreta variabilità per ASL di accadimento (dal 59% nell’ASL di Vercelli al 72%

nell’ASL di Alessandria). Tra gli infortuni riconosciuti, il 70% erano costituiti da infortuni con inabilità temporanea fino 40 giorni e il 7,8% da infortuni con inabilità temporanea oltre i 40 giorni, mentre quelli con postumi permanenti erano il 13% e quelli mortali l’1,7 per 1000.

Il tasso di infortuni gravi nel totale dei comparti mostra un leggero decremento nel periodo considerato sia in Italia (da 6,9 eventi per 100 addetti nel 2008 a 5,2 per 1000 nel 2018), che in Piemonte (da 6 eventi per 1000 nel 2008 a 4,3 per 1000 nel 2018), dove si mantiene leggermente al di sotto di quello italiano.

Anche nelle costruzioni si osserva in Piemonte una decrescita del tasso di infortuni gravi (da 8,6 eventi per 1000 addetti nel 2008 a 5,8 per 1000 nel 2018), simile a quella che si osserva in Italia, il cui tasso rimane però sempre superiore a quello del Piemonte. Nel complesso dei settori produttivi, gli infortuni gravi costituiscono nel 2019 in Piemonte circa il 29% del totale degli infortuni, con una stima di 2-3 punti percentuali inferiore per il Piemonte rispetto all’Italia in tutto il periodo 2009-2019. In Piemonte, dopo un modesto aumento della loro proporzione dal 2011 al 2015, si assiste ad una lieve riduzione nel periodo successivo, mentre in Italia la proporzione sale leggermente fino al 2018 (dal 21,9% nel 2009 al 23,7%

nel 2018), per poi scendere di un punto percentuale nel 2019. L’andamento temporale dei dati relativi ai settori dell’agricoltura e dell’industria ricalca abbastanza fedelmente quello del totale dei comparti, ma la percentuale di infortuni gravi in agricoltura è di circa il 10% superiore a quello complessivo sia per il

maggiore riduzione delle denunce dal 2014 al 2019 si osserva nelle ASL Novara (-55%), TO3 (-38%), Città di Torino (-33%) e TO4 (-32%), ma in quasi tutte vi è una forte riduzione. In sole 3 ASL si assiste ad un aumento delle malattie professionali denunciate (Biella, CN1 e VCO), che appare particolarmente marcato nel VCO (+40%).

Distribuendo le denunce di malattia professionale per settore produttivo Ateco, si riscontra la mancanza di informazioni sul settore per oltre il 40% di esse. Tra le malattie professionali denunciate nel 2019 con informazione sul settore, il 41% proveniva dalla manifattura, il 16% dalle costruzioni, seguite dalla Sanità (8%), dal commercio (7,5%) e dai trasporti (6,4%), con gli altri comparti che contribuivano ognuno con meno del 4%. Prendendo in esame i soli settori con almeno 10 denunce nel 2011, una forte riduzione percentuale si nota dal 2011 al 2019 nel settore alberghiero 78%), seguito dalle attività manifatturiere (-37%), dalle costruzioni e dall’istruzione (entrambi -33%), dal settore della riparazione e altri servizi personali (-26%) e dall’amministrazione pubblica (-23%). Al contrario, si evidenzia un aumento delle denunce dal 2011 al 2019 nel settore del noleggio e servizi alle imprese (+56%), nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (+36%), nei trasporti (+24%), nella sanità (+17%) e nel commercio (+11%).

Considerando complessivamente le denunce di malattia professionale del periodo 2011-2018, i tassi più elevati si osservano nei settori di estrazione di minerali (2,4 casi per 1000 addetti), distribuzione acqua, reti fognarie e trattamento rifiuti (2,1 per 1000), delle costruzioni (1,7 per 1000), di alberghi e ristoranti (1,3 per 1000) e della manifattura (1,2 per 1000).

Stratificando i tassi di denunce di malattia professionale per professione (CP2011 a 3 digit) nel periodo 2015-2019, tra le professioni con almeno 5 denunce i tassi più elevati si osservano gli addetti alla lavorazione del cuoio e delle pelli (13.8 denunce per 1000 addetti), i brillatori e tagliatori di pietre (8,7 per 1000), i conduttori di impianti per estrazione e primo trattamento dei minerali (8,2 per 1000) e per trasformazione dei minerali (7,8 per 1000), gli agricoltori e gli operai agricoli specializzati (5,5 per 1000), gli addetti a produzione di energia, recupero rifiuti e trattamento e distribuzione acqua (5,4 per 1000), gli artigiani, operai e manovali delle costruzioni (4,4 per 1000) e i manovali della manifattura (4,3 per 1000).

La distribuzione delle malattie professionali riconosciute dall’INAIL nell’ultimo anno disponibile, il 2019, suddivise per codice ICD-X mostra che oltre il 50% dei casi risulta costituito da malattie muscolo-scheletriche dovute all’esposizione a fattori ergonomici, dovendo includersi in questa categoria non solo le “Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo”, ma anche le “Malattie del sistema nervoso periferico”, essendo queste prevalentemente dovute a compressione dei nervi periferici da parte di strutture osteoarticolari del rachide e degli arti superiori, come nella lombosciatalgia e nella sindrome del tunnel carpale. I tumori costituiscono circa il 25% delle malattie professionali riconosciute, con una netta predominanza dei mesoteliomi, chiaramente riconducibili ad esposizione ad amianto, che costituiscono oltre la metà dei tumori professionali riconosciuti, dai tumori maligni dell’apparato respiratorio (29% dei tumori), in larga parte rappresentati da tumori del polmone, e da quelli dell’apparato urinario (13%).

Tenendo presente la mancanza di informazioni sul settore produttivo in circa il 40% delle denunce di malattia professionale, tra le malattie muscolo-scheletriche che ne erano provviste il 28% derivava dal settore manifatturiero, il 20% dalle costruzioni, il 13% dalla sanità, l’8% dal settore trasporti e immagazzinaggio, il 7% dal commercio e il 7% dal settore del noleggio e dei servizi alle imprese. Al contrario, le denunce di neoplasia provenivano per quasi due terzi dall’industria (65%), seguita dal commercio (10%) e dalle costruzioni (6%). Meno del 30% delle malattie professionali denunciate in Piemonte è stata riconosciuta dall’Inail nel 2019 (28,8%), con una variabilità di riconoscimento molto elevata tra ASL.

Inoltre verranno valutate le possibilità di collaborazione con altri Enti, società scientifiche e i portatori di interesse.

Quindi durante la fase di vigenza del presente Piano saranno attuati PMP sui rischi prioritari definiti dal PP8, oltre a quelli legati ai comparti edilizia ed agricoltura.

A livello sperimentale verranno individuate una o più ASL capofila che dovranno predisporre ed attuare il PMP per il rischio cancerogeno professionale, patologie professionali dell’apparato muscolo-scheletrico e del rischio da stress lavoro correlato, previo confronto anche nell’ambito del CRC o in gruppi dedicati.

Le rimanenti ASL attueranno i PMP legati ai comparti edilizia ed agricoltura e sceglieranno 1 PMP, fra i 3 rischi legati al PP8, da attuare nel proprio territorio sulla base della specificità locali e delle collaborazioni in essere con i vari stakeholder.

3.6.3 Scheda di programma

Descrizione dal PNP

Il generale consolidamento dei flussi informativi relativi ai danni alla salute e ai rischi presenti negli ambienti di lavoro, ha permesso negli ultimi anni alle ASL di programmare attività di prevenzione nei luoghi di lavoro, secondo criteri di priorità di rischio. Accanto alle attività programmate dalle ASL permangono le attività “su richiesta” (in parte programmabili sulla base dei dati storici) ovvero le segnalazioni, e le inchieste per infortunio grave o mortale o per sospetta malattia professionale.

Recentemente, in coerenza con i cambiamenti del mondo economico e del lavoro, i Servizi ASL dedicati alla tutela della salute e della sicurezza del lavoratore hanno ricercato nuove modalità di intervento che, pur coerenti con i disposti normativi vigenti e rispettose nell’utilizzo degli strumenti offerti dal codice di procedura penale, rappresentano un’evoluzione del “controllo” nelle imprese, sicuramente a vantaggio di efficienza della Pubblica Amministrazione e potenzialmente più efficace essendo in grado di coniugare l’assistenza con la vigilanza.

Il Piano Mirato di Prevenzione rappresenta o strumento innovativo di controllo, fondato sulla conduzione di processi di prevenzione volti al miglioramento delle misure generali di tutela e non alla sola verifica dell’applicazione della norma.

L’azione dei Servizi per la tutela della salute e sicurezza del lavoratore delle ASL si orienta, infatti, verso il supporto/assistenza al mondo del lavoro, facilitando l’accesso delle imprese alla conoscenza, ovvero alla valutazione e corretta gestione dei rischi, al fine di raggiungere anche e soprattutto le piccole e medie imprese che costituiscono gran parte del tessuto produttivo italiano.

Vi sono imprese motivate (volontà) alla salute e sicurezza sul lavoro, ma che necessitano di sviluppare meglio la loro capacità (abilità) nella valutazione e gestione dei rischi (Workplace Health and Safety Segmentation and Key Drivers. www.whss.govt.nz).

Il Programma, in linea con principi e obiettivi del PNP, adotta le lenti dell’equità, secondo il modello operativo proposto dal PNP (HEA), che prevede le seguenti fasi: elaborazione del profilo di salute ed equità, identificazione di aree/gruppi a più alto rischio di esposizione o di vulnerabilità ai fattori di

Sintesi delle principali evidenze e buone pratiche e relative fonti

1. Progetto CCM 2016 “L’approfondimento dei fattori di rischio lavorativi e l’individuazione delle soluzioni per le aziende attraverso le attività di vigilanza e assistenza da parte delle Istituzioni”

2. Labour inspection. A guide to the profession. Wolfang Von Richthofen. International Labour Office. Geneva.

3. Official Journal of the European Union. Appointment of members of the Senior Labour Inspectors’ Committee (205/C 10/02) 4. Resolution on “The role of SLIC in the Community Strategy on safety and health al work 2002-2006

5. Oficina International del Trabajo – OIT. Guìa de introduccion a los Sistemas Naccionales de Seguridad y Salud en el trabajo. Josè Luis Castellà 6. Work-related deaths. Investigators guide. British Transport Police, Association of Chief Police Officers, HSE, Crown Prosecution service, Local Governement Association

7. Los indicatores de la inspeccion de trabajo y seguridad social” M. V. Fernàndez

8. Experiencias sobre indicatores de efficacia en las inspecciones europeas” SLIC. M. V. Fernàndez. Bilbao 10 luglio 2002

9. Le regolamentazioni comunitarie in materia di salute e sicurezza: un primo bilancio e alcune riflessioni. C. E. Triomphe, Dèlèguè Gènèral Universitè Europèenne du Travail (UET) con la collaborazione di C. Teissier (UET)

10. How can effects of labour Inspection be measured? Nils-Petter Wedege, Deputy Director General The Norwegian Labour Inspection Authority. SLIC Billund. Nov 2002

11. Indagine sulle attività svolte dai servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro nei casi di infortunio mortale verificatisi in Umbria negli anni 1991-1999. Discetti, Bodo, Mattioli. Difesa sociale – vol. LXXXIII n. 1 (2004) pp. 45-62

12. An evidence-based evaluation of how best to secure compliance with health and safety law. HSE. Research report 334. Greenstreet Berman Ltd per the Health and Safety Executive 2005

13. Workplace Health and Safety Segmentation and Key Drivers. www.whss.govt.nz

14. porExperiencia. Boletìn da Salud Laboral para Delegadas y Delegados de Prevenciòn de CC.OO. Edita: ISTAS. Insituto sindacal de trabajo, ambiente y salud. n. 33 julio 2006. Dossier: 100 anos de Ispeccion de Trabajo

Declinazione a livello regionale del Programma

Nella Regione Piemonte soltanto alcune ASL hanno sperimentato in passato la metodologia dei Piani Mirati di Prevenzione (PMP). Pertanto, preliminarmente all’attuazione dei PMP sarà effettuata un’analisi delle risorse umane e delle competenze degli Spresal al fine di avviare una prima sperimentazione della metodologia, compatibilmente con le altre attività istituzionali che dovranno comunque essere garantite.

Inoltre verranno valutate le possibilità di collaborazione con altri Enti, società scientifiche e portatori di interesse. Pertanto il presente programma sarà di riferimento per lo progettazione e realizzazione dei PMP dei PP 7 e 8.

A livello sperimentale verranno individuate una o più ASL capofila che dovranno predisporre ed attuare il PMP per il rischio cancerogeno professionale, patologie professionali dell’apparato muscolo-scheletrico e del rischio da stress lavoro correlato, previo confronto anche nell’ambito del CRC o in gruppi dedicati.

La Regione Piemonte ha deciso di attuare un Piano Mirato di Prevenzione (PMP) per ciascun rischio prioritario del PP8, di seguito le relative fasi.

Fase 1 - ASSISTENZA

Per l’attuazione della Fase 1 saranno realizzate le seguenti attività:

Attività 1 – Progettazione (da attuarsi tra settembre 2021 e marzo 2022)

L’attività di progettazione sarà svolta dai gruppi di lavoro regionali dedicati allo sviluppo dei PMP con le seguenti modalità:

a. Organizzazione della formazione dei gruppi di lavoro regionali dedicati allo sviluppo dei PMP: i partecipanti ai gruppi di lavoro per la redazione dei PMP saranno oggetto di una formazione a livello regionale dedicata all’applicazione della metodologia del PMP.

b. Definizione dei criteri di ricerca/selezione e delle modalità di coinvolgimento delle imprese:

saranno definiti congiuntamente dai GdL i criteri di selezione delle imprese da coinvolgere

c. Esame di buone prassi/buone pratiche e redazione del relativo documento: nell’ambito di ogni GdL sarà effettuato l’esame di buone prassi/buone pratiche e soluzioni organizzative efficaci per ridurre il rischio oggetto del PMP, di materiale documentale/informativo relativo all’approccio

“sistemico” del rischio, alla promozione della qualità, dell’appropriatezza e dell’efficacia della sorveglianza sanitaria preventiva e periodica svolta dai medici competenti (artt. 25, 40, 41, 42 Dlgs 81/08). Le buone prassi, le buone pratiche, le soluzioni organizzative efficaci per ridurre il rischio oggetto del PMP , il materiale documentale/informativo selezionato relativo all’approccio

“sistemico” del rischio nonché le buone pratiche inerenti alla sorveglianza sanitaria , verranno raccolti in un Documento di buone prassi/buone pratiche che sarà presentato e condiviso nei seminari di avvio, e reso fruibile anche con la pubblicazione nei siti web istituzionali della Regione, delle ASL e degli stakeholder.

d. Predisposizione della scheda di autovalutazione : sarà predisposta, nell’ambito di ogni GdL, la scheda di autovalutazione aziendale da somministrare alle imprese, anche adattando alla realtà locale eventuali schede già disponibili e, comunque, tenendo in considerazione i contenuti del Documento di buone prassi/buone pratiche. Il GdL stabilirà anche i tempi di riconsegna allo SPreSAL territorialmente competente, da parte delle imprese, delle schede di autovalutazione debitamente compilate. La scheda di autovalutazione dovrà contenere anche specifiche sezioni che consentano di rilevare l’applicazione delle Buone Prassi relative alla Sorveglianza Sanitaria.

e. Predisposizione del materiale per i seminari di avvio e modalità di organizzazione : i GdL progetteranno l’attuazione dei seminari di avvio, predisponendo anche le presentazioni dei relatori, la lettera di invito per le imprese e le modalità di registrazione ai seminari e di verifica della presenza o meno delle imprese invitate.

f. Organizzazione della formazione degli operatori SPRESAL: i GdL definiranno il programma per la formazione del personale degli SPreSAL piemontesi, nonché, qualora interessati, degli altri organi di vigilanza e dei referenti INAIL Direzione Regionale. La formazione verterà sulle modalità di predisposizione di un PMP quali per es. i contenuti del Documento di buone prassi/buone pratiche, sulla scheda di autovalutazione, sulle strategie di intervento mirate al contrasto del rischio oggetto del PMP, sull’approccio “sistemico” del rischio, sulla promozione della qualità, dell’appropriatezza e dell’efficacia della sorveglianza sanitaria preventiva e periodica svolta dai medici competenti. Sarà a cura dello SPreSAL capofila per il PMP l’organizzazione e l’attuazione dei corsi, nel 2022, come meglio descritto nell’Attività 3.

g. Modalità organizzative delle attività di formazione per le figure aziendali della prevenzione delle

g. Modalità organizzative delle attività di formazione per le figure aziendali della prevenzione delle