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Fare musica e praticare/applicare il diritto sono momenti della conoscenza e dell’esperienza profondamente umani e umanizzanti.

Nel documento ISLL Papers Vol. 6 / 2013 (pagine 75-78)

Riflessioni di un giurista a margine di un recente libro di Daniel Barenboim

5. Fare musica e praticare/applicare il diritto sono momenti della conoscenza e dell’esperienza profondamente umani e umanizzanti.

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Nel libro menzionato in apertura, Barenboim afferma “la musica è parte

essenziale della fisicità dello spirito umano” (32) e valorizza, in alcune belle pagine, la specialità del rapporto tra più musicisti che suonano insieme, all’intero di un orchestra o di una formazione cameristica, così come del

rapporto tra i musicisti e il pubblico, i.e. tra chi esegue e chi ascolta la musica.

Una relazione fondata sul tempo come esperienza unica racchiusa intorno al fulcro dell’esecuzione “dal vivo” di un’opera musicale.

Quanto al mondo giuridico, può citarsi il brocardo “hominum causa jus

constitutum est”, con ciò intendendosi che il diritto è fatto dagli uomini e per

gli uomini (33).

Non si ignorano ovviamente gli importanti e positivi sviluppi applicativi della c.d. informatica giuridica. Tra di essi, nell’information retrieval, un posto privilegiato assume la ricerca giuridica in Internet sui motori di ricerca specializzati, o tramite la consultazione di banche dati on-line (34) Sotto il profilo applicativo, vanno ricordati i progressi del c.d. processo telematico, con il passaggio ai fascicoli elettronici, in luogo di quelli cartacei (35); si pensi poi alle notifiche per posta elettronica certificata, previste – a seguito dalla riforma del codice di procedura del 2009 (36) – dall’art. 149-bis cod. proc. civ..

In una prospettiva di più ampio respiro, sono peraltro noti già da tempo i processi di automazione (e spersonalizzazione) dell’agire umano in diversi

(32) La musica è un tutto, cit., pag. 30.

(33) Si vedano le riflessioni di L. LOMBARDI VALLAURI,I cinque libri della mia vita.

Letteratura e filosofia come ispirazioni dell’atto politico-giuridico, Relazione di apertura,

in Atti del Quarto Convegno Nazionale di Benevento della ISLL - Italian Society for Law

and Literature, 31 maggio-1° giugno 2012, pagg. 1 e ss., visibili tra gli ISLL Papers, sul

sito internet www.lawandliterature.org. Nella parte finale di tale contributo, l’a. enfatizza come il diritto esista per l’uomo medio e forse anche mediocre: “tra i sapienti,

tra i santi, tra gli amici, tra i gentiluomini, il diritto si realizza così perfettamente che sparisce” (così a pag. 11).

(34) E’ comune l’osservazione che la diffusione e disponibilità, quasi in tempo

reale, di una quantità sempre crescente di informazione, non equivalga a conoscenza o formazione. Uno dei portati dell’era informatizzata, con la frenetica navigazione in

Internet, consiste nella tendenza all’equiparazione, al livellamento delle fonti

informative, delle opinioni, a discapito del processo conoscitivo. Circa i rischi insiti in questo fenomeno, si vedano le lucide osservazioni di F. GALGANO, nella Prefazione del suo Trattato di diritto civile (in quattro tomi), Cedam-Padova, 2010, tomo I, alle pag. XVIII-XXIX-XXX: “ponedeatur sententiae, non numerantur, le opinioni si ponderano,

non si contano. Ma l’informatica, per sua stessa natura, non sa ponderare, non è in grado di offrire strumenti selettivi, sa solo quantificare. […] Luigi Mengoni vale quanto Pinco Pallino e tre Pinco Pallino mettono in minoranza Mengoni, che diventa dottrina minoritaria. […] solo chi sa riscattarsi dalla dipendenza da internet può dominare lo scibile giuridico”.

(35) Si vedano l’art. 51 del d.l. 25 giugno 2008, n. 112, convertito con

modificazioni, nella legge 6 agosto 2008, n. 133, e poi modificato dal d. l. 29 dicembre 2009, n. 193, successivamente convertito con modificazioni nella legge 22 febbraio 2010, n. 24. Tra le misure attuative, cfr. Decreto del Ministro della Giustizia, 21 febbraio 2011 n. 44, recante il “Regolamento concernente le regole tecniche per

l'adozione nel processo civile e nel processo penale delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione”.

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settori, con i conseguenti inevitabili riflessi in punto di organizzazione del lavoro e di struttura della società (37).

Ciò posto, vuoi l’esecuzione di un’opera musicale, vuoi l’esecuzione- applicazione del diritto, quantomeno per la parte più “sensibile” di queste attività, non ci paiono esperienze e attività demandabili alla macchina computerizzata, per quanto evoluta e dotata di “intelligenza artificiale” (38). Sotto questo aspetto, il discorso tende ad abbandonare una dimensione descrittiva, per spostarsi sul piano dell’essenza di queste attività, sul “modo di essere”, con l’affermazione, dunque, di una “pretesa di verità”.

Suonare una sinfonia di Mozart o un concerto per pianoforte e orchestra di Brahms non sembrano essere esperienze “delegabili”, in modo soddisfacente, ad automi elettronici. La ragione pare individuabile proprio nelle sopra descritte caratteristiche del procedimento interpretativo-creativo, nel ruolo della c.d. sensibilità musicale, dell’improvvisazione, ma anche in quel particolarissimo rapporto di interazione e comunicazione interpersonale che si crea tra i musicisti che eseguono e quanti ascoltano una performance dal vivo.

Allo stesso modo, anche i più sofisticati programmi informatici ed elaboratori elettronici non sono (e non sembra potranno essere nel prossimo futuro) in grado di riprodurre la parte più significativa dell’attività del giurista, con quell’insopprimibile componente di “creatività”, “interpretazione” e “improvvisazione”: si pensi – alla luce di quanto sopra illustrato – allo sviluppo di una discussione in udienza, alla predisposizione di una memoria giudiziale, all’assunzione della decisione poi tradotta in sentenza, ovvero ancora, alla

(37) Tra i contributi fondamentali e che per primi hanno segnato lo studio di

queste dinamiche si vedano, F. POLLOCK, Automazione: conseguenze economiche e

sociali, Einaudi-Torino, 1956 (3° ed. 1976); in particolare sulla cibernetica, N. WIENER,

La cibernetica. Controllo e comunicazione nell'animale e nella macchina [1948], Il

Saggiatore-Milano, 1982, nonché, The Human Use of Human Beings: Cybernetics and

Human Beings, Houghton Mifflin-Boston, 1950. Sugli effetti “manipolativi” della

mentalità cibernetica, si veda M. MELEAU-PONTY, L’oeil et l’esprit, Gallimard-Parigi, 1964, che, segnatamente alla pag. 12, conia l’espressione “ideologia cibernetica” per poi descriverne l’essenza. Si vedano, infine, J.A. POSTLEY, Computers and People, McGraw-Hill Brooks – New York, 1960 e H. MARCUSE, One-Dimensional Man. Studies in

the Ideology of Advanced Industrial Society, Beacon Press – Boston, 1964, trad. it., L’uomo a una dimensione. L’ideologia della società industriale avanzata, di L. e T.G.

Gallino, Einaudi –Torino, 1967.

(38) Nonostante sia trascorso un ventennio, sono ancora attuali le parole di V.

FROSINI, Informatica, diritto e società, Giuffré-Milano, 1992, pag. 169: trattando degli

allora già rilevanti temi e dei prevedibili sviluppi dell’“informatica giuridica”, della “giuscibernetica” o della “giuri-tecnica”, l’Autore precisava che “l’uomo non è stato, né

può mai essere, sostituito o per meglio dire ‘surrogato’ dalla macchina; ma il calcolatore elettronico rappresenta, a suo modo, un nuovo personaggio sociale, una persona ficta della cui realtà e presenza operante bisogna tener conto”. Sulla c.d. intelligenza

artificiale, si v. il cap. quarto del libro dedicato alla “Coscienza artificiale”, nel quale – ricordando il pensiero di A. M. Turing – si descrivono le macchine intelligenti come quelle “capaci di raggiungere un comportamento intelligente, perché sono capaci di

apprendimento, che è la funzione distintiva dell’animale-uomo rispetto alle altre creature”.

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conduzione di una trattativa per definire un testo contrattuale (39). Nonostante il mainstream di quella che può definirsi l’ideologia del riduzionismo informatico (40), a nostro giudizio, le caratteristiche ontologiche di queste parti dell’attività del giurista, unitamente a quelle del substrato fattuale sul quale si innestano, costituiscono connotazioni tali da renderle tendenzialmente refrattarie ad un processo di automazione-informatizzazione, sostitutivo della componente umana.

6. Ci sarebbe probabilmente molto altro, ma non vorrei essere frainteso:

Nel documento ISLL Papers Vol. 6 / 2013 (pagine 75-78)