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Il catalogo che segue è costituito dai materiali ceramici provenienti dalle camere delle Tombe 1 e 2, dalla nicchia della Tomba 1, dai quattro dromoi delle tombe 1, 2, 6 e 7, e dai livelli deposizionali di crollo, che obliteravano le deposizioni, all’interno della camera della Tomba 6. Tutti i materiali oggetto di analisi, siano essi vasi interi, o frammentari, sono conservati presso i magazzini del Museo di Aigion.

Il numero di vasi rinvenuti all’interno delle camere delle tombe 1 e 2 ammonta, rispettivamente, a 38 e 5, per un totale di 43 vasi integri, o pressoché intatti e parzialmente ricostruiti durante le operazioni di restauro. L’ordinamento del catalogo segue le unità stratigrafiche individuate nei contesti oggetto di indagine, a partire dall’unità più alta sino a quella inferiore, pertanto per ogni unità si avranno diverse classi vascolari che poi verranno unitariamente trattate nel capitolo appositamente dedicato alle forme vascolari. Nel caso delle tombe 1 e 2, verranno prima presentati i vasi provenienti dalle camere e successivamente i frammenti rinvenuti nei livelli di riempimento dei dromoi. Nel caso specifico della tomba 1, gli oggetti recuperati all’interno della nicchia verranno collocati al termine della trattazione dei vasi della camera.

Se il catalogo dei vasi dalle camere è strutturato in forma estensiva, il catalogo dei materiali provenienti dai quattro dromoi è basato su un criterio selettivo e rappresentativo in quanto, di fronte al numero relativamente alto dei frammenti rinvenuti, si è optato per escludere la maggior parte dei materiali che non potevano essere ricondotti con sicurezza a precise forme vascolari o che sono stati ritenuti ripetitivi, ma dei quali si terrà conto per fornire una stima generale delle quantità di materiali rinvenuti in ogni livello di riempimento. Allo stesso tempo, oltre a parti diagnostiche di specifiche forme vascolari, sono stati inseriti nel catalogo semplici frammenti di parete perché ritenuti importanti dal punto di vista decorativo o dimensionale.

Una ulteriore e necessaria precisazione, concernente la sequenza del catalogo della ceramica dai dromoi, riguarda la collocazione di quei frammenti pertinenti ad un unico vaso, ma rinvenuti in unità stratigrafiche diverse. Tali materiali sono stati collocati nel livello di riempimento più basso dal quale provengono i frammenti specificando, nella scheda, tutte le US di provenienza. Strettamente collegata a questo, è la scelta dell’unità in cui collocare quei frammenti provenienti, non solo da strati diversi, ma addirittura da

tombe diverse. I casi in questione sono pochi, tuttavia si è scelto di accorpare i frammenti appartenenti a un unico vaso nell’unità, e quindi nella tomba, di provenienza della maggior parte dei materiali inerenti a quel vaso.

La metodologia operativa scelta per esaminare questo complesso di materiali ceramici si è basata su alcuni criteri che hanno funto da linee-guida da seguire per non rischiare di tralasciare importanti dati sul singolo oggetto da esaminare109. Sono stati utilizzati due livelli espositivi che presentano delle piccole differenze inerenti, in un caso ai vasi integri, nell’altro ai materiali frammentari.

La documentazione fotografica di ogni pezzo è stata realizzata dalla sottoscritta, la documentazione grafica è stata invece eseguita da N. Petropoulos, dell’Eforia di Patrasso. Tutti i vasi provenienti dalle camere sono stati oggetto di disegno, al contrario, non tutti i frammenti provenienti dai dromoi, corredati di una scheda di catalogo, sono stati disegnati, bensì si è scelto di operare un’ulteriore selezione, che fosse quanto più rappresentativa possibile dell’unità stratigrafica di riferimento e desse ragione della varietà di forme vascolari presenti, evitando inutili ripetizioni.

L’organizzazione del catalogo non è basata su criteri di suddivisione tipologica interna, ma sulla considerazione dei gradi di somiglianza e/o differenza con gli elementi delle classificazioni esistenti, a partire da quelle standard negli studi di ceramica micenea che, pur non essendo particolarmente recenti, rappresentano ancora valide fonti alle quali fare rifermento110. La sequenza scelta è differente tra camere e dromoi alla luce della presenza pressoché esclusiva di vasi di forma chiusa nelle camere e dell’abbondanza di vasi di forma aperta nei dromoi. Pertanto, ne consegue che nel caso delle camere le forme chiuse precedono quelle aperte, al contrario l’ordinamento del catalogo dei materiali dei dromoi segue una sequenza formata dai vasi di forma aperta e successivamente da quelli di forma chiusa.

Per ogni unità di catalogo si segue una descrizione ideale, si fornisce pertanto l’indicazione della forma individuata e si descrive il frammento corrispondente a questa forma.

Ogni oggetto inserito nel catalogo è fornito di un numero che ne facilita il riconoscimento, ma che non coincide con il numero di inventario progressivo apposto sui materiali durante la fase di studio in museo. Inoltre, si fornisce, ove presente, il numero di

109

HOREJS et alii 2011.

110

inventario, così come riportato nei registri del Museo di Aigion, che è stato assegnato soltanto ai vasi interi e ai frammenti degni di nota.

Le categorie analitiche che all’interno della scheda si seguono in modo sistematico sono quelle relative alla forma, alla decorazione e alla tecnologia.

Nella categoria della morfologia ho preso in considerazione le parti diagnostiche di ogni vaso o frammento al fine di fornire le giuste indicazioni per facilitare un inquadramento del materiale a livello generale.

L’indicazione della forma vascolare è stata fornita per tutti quei vasi e frammenti per i quali l’attribuzione non presentava dubbi; nei casi in cui, invece, la determinazione di una specifica forma non era certa, per la difficoltà di riconoscere una chiara identità archeologica del frammento, nonché per l’impossibilità di valutare cronologicamente l’oggetto considerato, si è preferito indicare le alternative possibili di attribuzione, o la menzione generica di “forma aperta” e “forma chiusa”, e mantenere un range cronologico ampio. Quando il vaso o frammento lo consentiva, è stata indicata anche la sigla numerica della classificazione Furumark. Per questo tipo di analisi un primo problema che ho dovuto affrontare è stato quello terminologico legato, molto spesso, alle difficoltà di definire sia intere classi vascolari, che singoli elementi morfologici, come anche i motivi decorativi. Alla base di questo problema terminologico è l’assenza di criteri uniformi di descrizione delle singole categorie analitiche in lingua italiana negli studi di ceramica egea. I principali testi di riferimento in questo caso sono state le già citate opere di Furumark, Mountjoy (supra nota n. 80) e Horejs, Jung e Pavuk (supra nota n. 79). Sia le definizioni dei vasi, che quelle relative ai singoli elementi morfologici sono state confrontate, in particolare, con la nomenclatura fornita da Mountjoy anche in traduzione italiana111 e con la terminologia adottata da Borgna per i materiali micenei da Festos112. Tuttavia, con l’intento di evitare fraintendimenti nella trattazione e definizione di una classe vascolare, nonché per facilitare il riconoscimento di una forma o di un motivo decorativo, ho scelto di inserire tra parentesi anche i più comuni termini inglesi corrispondenti, esclusivamente laddove ho ritenuto che la definizione in lingua italiana potesse essere poco esplicativa.

La descrizione dell’apparato decorativo prevede la trattazione separata della struttura e della sintassi decorativa, con indicazione del motivo decorativo, laddove presente, del quale viene fornita la definizione, rispettando gli stessi parametri sopra enunciati riguardo alla nomenclatura, e la sigla della classificazione Furumark tra

111

MOUNTJOY 1986.

112

parentesi. Nel caso dei frammenti, lo stato spesso lacunoso dei motivi, che impediva una ricostruzione complessiva delle composizioni decorative, ha imposto una trattazione della decorazione ridotta all’essenziale, con l’indicazione delle sole caratteristiche facilmente percepibili, mentre sono state intenzionalmente evitate ricostruzioni congetturali.

La trattazione della decorazione dei vasi integri, invece, ha consentito un’analisi più approfondita basata sulle tre componenti fondamentali dello stile decorativo, ossia struttura, sintassi, e configurazione della decorazione113. Per struttura s’intende la disposizione dei singoli elementi decorativi in relazione alla forma del vaso. Nello specifico, sono stati presi in considerazione gli elementi di decorazione lineare, considerati come parte della decorazione secondaria per la loro ridotta complessità di esecuzione, ma al tempo stesso indispensabili nel determinare la struttura generale della decorazione, in quanto dividono e sottolineano le varie parti del recipiente e determinano la disposizione dei singoli elementi decorativi. Per sintassi s’intende la disposizione degli elementi decorativi e il rapporto tra di essi basato su livelli gerarchici. Infine, la trattazione della configurazione prende in considerazione le singole unità decorative114

, ossia i motivi decorativi che possono corrispondere alla versione canonica, classica, indicata nel repertorio creato da Furumark, o possono presentarsi in una variante pressoché unica.

Nella descrizione della tecnologia della ceramica mi sono basata su un esame autoptico e macroscopico dei corpi ceramici e degli impasti, per tale motivo, nell’elaborazione della scheda, ho fatto uso di una terminologia ristretta con l’associazione di pochi termini che descrivono sommariamente gli impasti115. In particolare, la descrizione dei corpi ceramici presenta una variabilità estremamente limitata trattandosi esclusivamente di materiali riconducibili alla ceramica fine. Sebbene io abbia affrontato un’analisi a occhio nudo, ho potuto fornire delle indicazioni, seppur generiche, riguardanti alcune delle principali proprietà delle argille manipolate, quali durezza, porosità, trattamento della superficie e colore. In base alla durezza, ho distinto ceramica dalla tessitura compatta e ceramica friabile; per quanto riguarda la porosità ho distinto tre gradi di impasti con pori frequenti, radi o impasti privi di pori; infine ho segnalato anche il grado di frequenza degli inclusi visibili che possono essere frequenti, radi o assenti. Nel caso dei frammenti ceramici ho specificato anche il grado di depurazione dell’argilla visibile in

113

Vedi FURUMARK 1941, 110 - ss; ADAMS 1993, 219.

114

Vedi HARDIN 1984, 573, 607.

115 Lavori basati su un’analisi soggettiva e autoptica sono stati utilizzati come modelli di riferimento. Cfr in

frattura, distinguendo tra argille depurate o mediamente depurate, che presentano radi inclusi visibili a occhio nudo.

Nell’analizzare il trattamento delle superfici è stato possibile distinguere tra superfici lisciate, ingobbiate, verniciate o grezze.

Le indicazioni relative al colore, inevitabilmente soggette ad una interpretazione soggettiva, sono state fornite grazie all’ausilio delle tavole Munsell. Sia per i vasi interi che per i frammenti ho fornito le colorazioni di argilla, ingobbio e vernice, ove presente. Per quanto riguarda il colore degli impasti, ho individuato tre macrogruppi, ognuno con prevalenza rispettivamente di colore rosato, giallino e marrone, all’interno di questi macrogruppi ho indicato ulteriori sottogruppi corrispondenti a sfumature diverse di colore116.

Infine, ho fornito le indicazioni delle dimensioni di vasi e frammenti, segnate in cm e rappresentate da altezza, diametro massimo, diametro di orlo e piede per i vasi, altezza, larghezza e spessore per i frammenti.

Le ultime voci della scheda di catalogo riguardano lo stato di conservazione del vaso, che può essere integro, lacunoso, parzialmente ricostruito o integrato, e del frammento, che a sua volta può essere composto da più frammenti combacianti tra loro o meno. In questo campo sono segnalate anche eventuali imperfezioni dei vasi o dei frammenti, come deformazioni della superficie o alterazioni del colore.

Per ogni pezzo viene indicata una proposta di attribuzione cronologica in termini di cronologia relativa e vengono date le opportune indicazioni bibliografiche relative all’oggetto selezionato, ove presenti.

Al termine della scheda di catalogo, viene indicato il numero di inventario del pezzo, quando presente, e, tra parentesi, le tavole di riferimento in cui il pezzo è riprodotto fotograficamente e/o graficamente.

Abbreviazioni presenti nel catalogo:

Ø: diametro max.: massimo/massima

Bibl: Bibliografia min.: minimo/minima

cm: centimetri spess: spessore

FM: Furumark Motif Tav.: tavola

fr./frr.: frammento/i Tavv.: tavole

116 Tra i dati utilizzati come confronto, i risultati dell’analisi della ceramica di Ayios Vasilios, Chalandritsa,

FS: Furumark Shape h: altezza

largh.: larghezza lung.: lunghezza

2.2 Catalogo

Tomba 1

I materiali ceramici rinvenuti all’interno della Tomba 1 provengono dalle seguenti unità stratigrafiche: US 219, 316, 319, 330, 239, 239b, 320, 269, 245, 301-304, per la camera; US 270 per la nicchia; US 223, 227 e 254 per il dromos.

a. Camera US 219

1. Anfora con anse orizzontali

Grande anfora dalla forma conico-globulare (FS 58) con lungo collo concavo, orlo a tesa orizzontale, due anse a maniglia impostate orizzontalmente sul ventre, una bugna sulla spalla, su entrambi i lati del vaso, piede ad anello.

Orlo e piede campiti a vernice, anse dipinte solo esternamente, collo campito a vernice con una stretta fascia risparmiata nella metà superiore decorata con zigzag (FM 61), sistema lineare di fasce di ampio spessore lungo il corpo.

Sulle spalle composizione continua di motivi di pannelli con losanghe frangiati, triangoli multipli frangiati (FM 61A), pannelli con zigzag e cappi frangiati (FM 63:16), motivo a treccia e motivo a linea ondulata verticale. Al di sotto delle spalle motivo a puntini sovraddipinti su una fascia e motivo a zigzag tra due fasce dipinte.

Impasto compatto, privo di pori e di inclusi, l’argilla in frattura si presenta depurata; superficie lisciata. Argilla giallina con tono marrone (10 YR 6/6); Ingobbio beige-rosato (5 YR 6/3); Vernice bruno-rossiccia (5 YR 4/4)

h 34,5 cm; Ø orlo 14,4 cm; Ø max 33 cm; Ø piede 14 cm Ricomposta da frammenti.

TE IIIC Tardo-SM PT 741 (Tavv. 1, 45)

Bibl.: Borgna 2013, 125-153; Borgna, Vordos 2016, 447-458

2. Anfora con anse orizzontali

Anfora dalla forma conico-globulare (FS 58), con alto collo concavo, orlo esoverso, due anse a bastoncello impostate orizzontalmente sulla pancia, due bugne sulle spalle, piede ad anello.

Orlo, collo e piede campiti a vernice, anse dipinte solo esternamente, sistema lineare di fasce di ampio spessore lungo il corpo.

Sulle spalle e tra le anse rispettivamente due fasce di zigzag (FM 61).

Impasto friabile, con radi pori e radi inclusi, l’argilla in frattura si presenta depurata; superficie lisciata. Argilla rosata con prevalente tono grigiastro (5 YR 7/2); Ingobbio beige-rosato (5 YR 6/3); Vernice grigio- bruna (7.5 YR 3/3)

h 31,5 cm; Ø orlo 13,3 cm; Ø max 26,3 cm; Ø piede 12,1 cm

Integra con ansa riattaccata, superficie e vernice quasi del tutto scrostate. TE IIIC Tardo

PT 573(Tavv. 2, 45)

Bibl.: Borgna 2013, 125-153; Borgna 2017, tav. 192b

3. Anfora a staffa

Anfora a staffa dalla forma conico-globulare (FS 177) con stretto collo concavo, orlo esoverso, due anse a nastro sottili, disco con leggero rilievo centrale, piede distinto ad anello.

Cerchi concentrici sul disco, orlo e collo campiti a vernice, anse con brevi tratteggi orizzontali sul dorso, sistema lineare di fasce dello stesso spessore sulla metà superiore del corpo, la parte inferiore campita a vernice.

Tra anse e collo e tra le anse motivi di triangoli multipli frangiati (FM 61A).

Impasto compatto, privo di pori e di inclusi; l’argilla in frattura si presenta depurata; superficie lisciata. Argilla marrone chiaro con componente giallina (2.5 YR 6/4); Ingobbio arancione (2.5 YR 6/6); Vernice bruna-rossiccia (5 YR 4/4)

Integro con vernice parzialmente dilavata TE IIIC Tardo

PT 571 (Tavv. 2, 45) Bibl.: Borgna 2013, 125-153

4. Anfora a staffa

Grande anfora a staffa di forma ovoidale (FS 176), con collo concavo con orlo estroflesso, due grandi anse a nastro, disco ampio con bottone conico, piede ad anello.

Cerchi concentrici sul disco, fascia sull’orlo, cappio attorno all’orlo, tra collo e falso collo e alla base delle anse, anse con brevi tratteggi orizzontali sul dorso, sistema lineare di fasce di uguale spessore sulla parte superiore del corpo, parte inferiore campita a vernice.

Sulle spalle motivi di triangoli multipli frangiati (FM 61A).

Impasto compatto, privo di pori e di inclusi, l’argilla in frattura si presenta depurata; superficie lisciata. Argilla rosata (7.5 YR 7/3); Ingobbio grigio-beige (10 YR 7/2); Vernice bruna-rossastra cangiante (5 YR 3/3- 2.5 YR 4/8)

h 27,5 cm; Ø orlo 5 cm; Ø max 24,5 cm; Ø piede 12,4 cm Ricomposto da frammenti

SM

PT 742(Tavv. 3, 46)

Bibl.: Borgna 2013, 125-153; Borgna, Vordos 2016, 447-458

5. Anfora a staffa

Anfora a staffa dalla forma conico-globulare (FS 176) con lungo collo leggermente convesso, anse a nastro sottili, disco largo con bottone al centro, piede troncoconico. Sulle spalle, accanto ad una delle anse, foro di sfiatamento.

Cerchi concentrici sul disco; orlo e collo campiti a vernice, cappio attorno al falso collo e alla base delle anse, anse con brevi tratteggi orizzontali sul dorso, sistema lineare di fasce di diverso spessore sulla metà superiore del corpo, parte inferiore campita a vernice.

Tra collo e anse motivo a triangoli decorati con archetti multipli, tra le anse motivi a triangoli frangiati e decorati con archetti multipli (FM 71:10). Al di sotto delle spalle motivo a chevron disposti orizzontalmente (FM 58:33) al centro dei gruppi di fasce.

Impasto compatto, privo di pori e di inclusi; l’argilla in frattura si presenta depurata; superficie lisciata. Argilla giallino rosata con componente giallina (7.5 YR 7/6); Ingobbio beige-rosato (7.5 YR 7/2); Vernice bruna (5 YR 3/3)

h 24 cm; Ø orlo 3,5 cm; Ø max 22 cm; Ø piede 9,8 cm Integro, superficie solo parzialmente scrostata

TE IIIC Tardo PT 567 (Tavv. 3, 46)

Bibl.: Borgna, Vordos 2016, 447-458

6. Amphoriskos

Amphoriskos dal corpo globulare (FS 59-64) con collo dritto e orlo indistinto arrotondato all’estremità, due anse a bastoncello impostate orizzontalmente sulla pancia, piede troncoconico.

Monocromo con fascia a risparmio tra le anse.

Linea ondulata (FM 53) in una fascia a risparmio tra le anse.

Impasto compatto, privo di pori e di inclusi; l’argilla in frattura si presenta depurata; superficie lisciata. Argilla marrone chiaro con componente giallina (2.5 YR 6/4); Ingobbio beige-rosato (5 YR 6/3); Vernice rossa (7.5 YR 5/2)

h 14,6 cm; Ø orlo 9 cm; Ø max 16 cm; Ø piede 6,9 cm Privo di un’ansa e di parte dell’orlo.

TE IIIC Tardo PT 575 (Tavv. 3, 46)

Bibl.: Borgna, Vordos 2016, 447-458

7. Coperchio

Coperchio (FS 334) di forma cilindrica con pareti dritte e fondo convesso, foro realizzato al centro della base. Campito a vernice all’interno e all’esterno, sulla parte superiore del corpo, sistema lineare di fasce o cerchi concentrici sul fondo.

Argilla marrone chiaro con componente giallina (2.5 YR 6/4); Ingobbio beige-rosato (5 YR 6/3); Vernice rossa (7.5 YR 5/2)

h 6,4 cm; Ø orlo 10,5 cm; Ø max 10,5 cm; Ø piede 3 cm Interamente ricomposto da frammenti

TE IIIC Tardo PT 576 (Tavv. 3, 46)

Bibl.: Borgna, Vordos 2016, 447-458

8. Anfora quadriansata

Grande anfora quadriansata dalla forma conico-globulare, con lungo collo concavo, orlo distinto a tesa orizzontale, con margini squadrati, due anse a bastoncello disposte orizzontalmente sulla pancia e due anse a nastro disposte verticalmente sulle spalle, ampio piede ad anello.

Orlo e collo campiti a vernice, fatta eccezione per una fascia risparmiata alla base, anse a maniglia dipinte solo all’esterno, anse a nastro con brevi tratteggi orizzontali sul dorso, sistema lineare di fasce di diverso spessore lungo tutto il corpo del vaso, piede campito a vernice.

Sulle spalle composizione decorativa formata da motivi di triangoli multipli e pannelli (FM 75) frangiati, spirale frangiata, rosetta puntinata e frangiata (FM 17), doppia linea ondulata disposta verticalmente, due rombi affrontati e frangiati. Tra le anse una doppia fascia di zigzag separati da una linea continua.

Impasto compatto, privo di pori e di inclusi; l’argilla in frattura si presenta depurata; superficie lisciata. Argilla giallino rosata con componente rosa-arancio (5 YR 7/6); Ingobbio beige-rosato scuro (5 YR 6/4); Vernice bruna rossiccia cangiante (2.5 YR 3/4)

h 43,5 cm; Ø orlo 17,5 cm; Ø max 39,5 cm; Ø piede 18 cm

Ricostruito quasi interamente da frammenti. Presenza di fori di restauro su una porzione del corpo comprendente una delle anse a maniglia.

TE IIIC Tardo-SM

PT 740 + 740a e 740b (Tavv. 4, 47)

Bibl.: Borgna, Vordos 2016, 447-458; Borgna 2017, tav. 191a

9. Lekythos

Lekythos globulare (FS 124) con lungo collo concavo, orlo esoverso, arrotondato e leggermente ingrossato all’estremità, ansa a nastro impostata tra collo e spalla, piede ad anello.

Orlo, collo, ansa e piede campiti a vernice, sistema lineare di fasce equidistanti sulla pancia del vaso, parte inferiore del corpo monocroma.

Sulle spalle motivo a spirali correnti frangiate (FM 46 ) separate da un pannello, anch’esso frangiato, e da due linee ondulate disposte verticalmente.

Impasto compatto, privo di pori e di inclusi; l’argilla in frattura si presenta depurata; superficie lisciata. Argilla giallino rosata con componente giallina (7.5 YR 7/6); Ingobbio giallino bruno (10 YR 6/6); Vernice bruna cangiante (5 YR 3/3-2.5 YR 4/8)

h 14,5 cm; Ø orlo 5,3 cm; Ø max 11,5 cm; Ø piede 5,7 cm Integro, con parte di orlo e ansa integrate.

TE IIIC Tardo-SM PT 577 (Tavv. 4, 47)

Bibl.: Borgna, Vordos 2016, 447-458; Borgna 2017, tav. 191b

US 316

10. Anfora con anse orizzontali

Grande anfora dalla forma globulare (FS 58), con lungo collo concavo, orlo a tesa orizzontale, due anse a bastoncello disposte orizzontalmente sulla pancia, due bugne sulle spalle, ampio piede ad anello.

Campita a vernice, con ampia fascia risparmiata sulle spalle.

Sulle spalle composizione decorativa formata da motivi a triangoli multipli semplici e frangiati (FM 61A), pannelli frangiati; bugne decorate con cerchio frangiato.

Impasto compatto, con radi pori e radi inclusi; l’argilla in frattura si presenta depurata; superficie lisciata. Argilla giallino rosata con componente giallina (7.5 YR 7/6); Ingobbio beige-rossiccio (7.5 YR 7/4); Vernice bruna-rossiccia cangiante (5 YR 3/3-2.5 YR 4/8)

h 39,5 cm; Ø orlo 11,4 cm; Ø max 30,5 cm; Ø piede 13,8 cm

Ricostruito da frammenti, la superficie si presenta a tratti fortemente dilavata, vernice con variazioni cromatiche.

TE IIIC Tardo-SM PT 581 (Tavv. 4, 47)

11. Anfora a staffa

Anfora a staffa dalla forma globulare (FS 177) con alto collo concavo, orlo leggermente esoverso, due anse a nastro sottili, grande disco con bottone centrale conico, piede troncoconico.

Cerchi concentrici sul disco, fascia sull’orlo, cappio a metà del collo, tra collo e falso-collo e alla base delle

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