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Presenze tra Medioevo e Rinascimento

Il topos letterario del concilio infernale, attraverso la duplice figurazione offerta da Claudiano, si diffonde nella letteratura mediolatina e approda, succes- sivamente, in area umanistica e rinascimentale24. Esempi illustri si incontrano,

ad esempio, nell’Anticlaudianus di Alano di Lilla, poema morale-enciclopedico di carattere allegorico composto intorno al 1182 che si richiama a Claudiano fin dal titolo, nel quale è da leggersi una critica al personaggio di Rufino, ricetta- colo di ogni male e vizio, che nell’opera viene preso come esempio in negativo rispetto al quale delineare invece il ritratto dell’uomo perfetto. I debiti verso il pamphlet claudianeo si avvertono anche a livello più strettamente contenutistico: al concilio delle Virtù infatti, riunito, ad inizio del poema, dalla Natura afflitta dal triste spettacolo che presenta l’umanità precipitata nei vizi, si contrappone nel libro VIII quello convocato da Aletto non appena si diffonde la notizia della creazione dell’uomo nuovo e perfetto, che servirà agli altri uomini come modello e ideale di vita. Non solo l’intervento della Furia, ai vv. 150 segg., ricalca quello di Ruf. I 25 segg., ma la memoria claudianea è attiva anche per quanto riguarda il catalogo dei potenti infernali (Anticlaudianus VIII 160 segg., per cui si veda Ruf. I 7 segg.) e l’enumerazione dei Vizi (ispirata a Ruf. I 30 segg.)25.

Presenze sparse del motivo si ravvisano anche nell’Alexandreis, poema in esametri sulle gesta di Alessandro Magno scritto da Gualtiero di Châtillon sul finire del XII secolo in cui, all’interno del libro X, è raffigurato un concilio infernale convocato da Leviatano, e nel Libro dei Vizi e delle Virtudi (composto sul finire del Duecento) di Bono Giamboni. In quest’ultima opera, il cui impianto narrativo si riconduce alla Psychomachia di Prudenzio, che gode nel Medioevo di immensa fortuna26, è presente, nel capitolo XLIV, il «consiglio ch’ebbe Satanasso co le Furie infernali». Il concilio - i cui partecipanti non vengono però descritti - è ispirato al I libro dell’In Rufinum ed è motivato dall’irritazione del re degli Inferi per la fedeltà delle anime al Paradiso; l’intervento risolutore spetta a

24Per la fortuna di Claudiano, soprattutto in relazione alla diffusione del De raptu Proser-

pinae a partire dal XII secolo, si veda quanto affermato da Onorato in Claudiano 2008, p. 75.

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Per l’influenza di Claudiano su Alano di Lilla, si rimanda all’articolo di Hammond 1933.

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Mammone, che propone di inviare sulla terra Maometto, creatura allevata dal demone stesso («insin da teneretta età è riposato nel mio grembo e nutricato del mio latte e cresciuto e allevato del mio pane», ivi p. 79, descrizione per la quale si veda Ruf. I 92-93, in cui Rufino viene presentato come un figlio delle Furie, nutrito da Megera in persona), affinché insegni e diffonda una nuova religione che possa spodestare la fede cristiana.

La presenza (e la funzione) del profeta islamico accomuna l’opera di Giamboni ad un poemetto composto dal grammatico marchigiano Cristiano da Camerino dal titolo De partibus sive super creatione partium Guelfe et Gebelline et ipsarum obiurgatione liber27. L’opera narra la nascita delle parti guelfa e ghibellina, che

viene fatta risalire ai sovversivi propositi di Satana di dividere la cristianità enunciati in un concilio infernale in cui si ravvisano elementi caratteristici della rappresentazione. La riunione è preceduta dal lungo catalogo degli intervenuti (compaiono i demoni della mitologia pagana e le personificazioni dei mali che affliggono l’umanità, vv. 25-90), dalla descrizione del luogo in cui si svolge la riunione (vv. 91-102) e del corpo di Satana (vv. 106-135). Il Serafino ribelle si rivolge ai presenti con un discorso (vv. 139-206) in cui l’iniziale captatio benevolentiae verso i presenti lascia il posto alla narrazione delle umiliazioni sopportate a causa della venuta di Cristo e al rimpianto per la scomparsa dei culti pagani, per concludersi con la perorazione alla riscossa. All’interno dell’assemblea prende quindi la parola lo spirito Demagoges (descritto ai versi 215- 224), che suggerisce di inviare il suo sodale Maometto affinché semini discordia in Europa tramite il ricorso a due gemelli, Gelef e Gebel, divisi fin dalla nascita da un insanabile odio ed intenti a farsi perenne lotta (vv. 316-373). Lo stesso Demagoges, infine, anticipa come le divisioni tra guelfi e ghibellini porteranno rovina alla società cristiana (vv. 374-424).

Nel Quattrocento, contribuiscono a delineare una tradizione poetica sul tema la Iesuida di Girolamo Dalle Valli, circa quattrocento versi, stampati negli anni ’70, sulla Passione di Cristo che si aprono su un concilio di divinità infernali presieduto da Plutone, e il Divinum carmen dell’umanista Paracleto de’

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Del De partibus ha fornito un’attenta analisi Bocchi 2011. Il poemetto, in 777 esametri, è contenuto nel manoscritto Vaticano Latino 2847 e la sua pubblicazione, secondo Bocchi, è da ritenersi anteriore al 1405.

Malvezzi, poema sacro in cui si incontra un’assemblea infernale presieduta da Satana che preannuncia, ai demoni minori riuniti sui seggi infuocati, la discesa di Cristo agli Inferi e chiama quindi a raccolta i fiumi infernali, Caronte, Cerbero e la Morte stessa affinché difendano le porte del Tartaro28. Aggiungono un ulteriore tassello alla tradizione dei concili anche le Parthenices di Battista Spagnoli, le cui assemblee, nonostante non vedano coinvolti gli angeli caduti della tradizione infernale cristiana, presentano tuttavia analogie con le adunate in cui invece sono protagonisti, per quel che riguarda la presenza del catalogo degli intervenuti, con la loro dettagliata descrizione, ma soprattutto per quanto concerne la struttura del discorso di colui che presiede il concilio, incentrato sul lamento per la perduta gloria e le sofferenze subite per la venuta di Cristo e sulla possibilità di un riscatto vittorioso ottenuto con il valore e con la lotta. In due delle Parthenices si trovano infatti descritte alcune solenni riunioni tenute dalle divinità pagane che lamentano la propria condizione a seguito della diffusione del Cristianesimo. Nella Parthenix sulla vita di santa Caterina di Alessandria, ad esempio, si incontra la rappresentazione di un’assemblea convocata da Giove che, dopo aver manifestato la sua sofferenza, confida nella venuta di Maometto per arrestare l’altrimenti incontrastato successo di Cristo, mentre nel sesto poema, su sant’Apollonia, il concilio è condotto da Venere, che insiste particolarmente sul declino della reputazione degli dèi dell’antichità classica29.

In pieno Umanesimo latino, il motivo verrà accolto all’interno del dettato narrativo della Christias di Vida, con una raffigurazione destinata ad esercitare, sul celebre concilio del IV canto della Gerusalemme Liberata, un’influenza fondamentale. Per meglio mettere in risalto i punti di contatto tra le due figurazioni, si è deciso di rimandare la descrizione del luogo vidiano al paragrafo successivo, all’interno del quale struttura del concilio e singoli versi significativi saranno messi sistematicamente a confronto con il poema tassiano.

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Cfr. Zabughin 1922, pp. 133-135.

29Il contributo di Battista Mantovano allo sviluppo e alla tradizione del concilio infernale è

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