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Prestazioni sociali in denaro

Nel documento Pier Carlo Padoan Paolo Gentiloni Silveri (pagine 44-50)

III. ANALISI DEI PRINCIPALI SETTORI DI SPESA

III.2 Prestazioni sociali in denaro

Risultati

Con riferimento all’anno 2017 la spesa per prestazioni sociali in denaro è

risultata, nella stima di Contabilità Nazionale, pari a 342.072 mln di euro registrando

in rapporto al Pil

11

un incidenza pari al 19,9 per cento. La complessiva spesa per

prestazioni sociali in denaro presenta un tasso di incremento rispetto all'anno 2016

pari a 1,7 per cento. Nel dettaglio, si segnala in particolare:

 per quanto concerne la spesa pensionistica (+1,2%) l’indicizzazione ai prezzi

applicata al 1° gennaio 2017 è stata pari a +0,0%; si è altresì registrato

l’incremento ed estensione della somma aggiuntiva (c.d. 14-sima), come

stabilito ai sensi della legge n. 232/2016, il saldo tra le nuove pensioni

liquidate

12

e le pensioni eliminate, sia in termini numerici sia di importo,

nonché le ricostituzioni di importo delle pensioni in essere e arretrati

liquidati;

 per quanto concerne la spesa per le altre prestazioni sociali in denaro

(+3,4%) l’andamento è condizionato, tra l’altro, da un aumento della spesa

per liquidazioni di fine rapporto, da un incremento della spesa per tutela di

maternità per il progressivo operare dell’istituto dell’assegno di natalità

introdotto dalla legge n. 190/2014 e per l’avvio dei nuovi istituti previsti

dalla legge n. 232/2016, da un aumento della spesa per altri assegni e sussidi

assistenziali a fronte di incrementi più contenuti di altre componenti di

11 L’anno 2017 è stato caratterizzato da una variazione del Pil reale pari a +1,5 per cento e del Pil nominale pari a +2,1 per cento.

12 Le nuove pensioni liquidate nell’anno 2017 hanno evidenziato, come previsto, un significativo incremento rispetto all’anno 2016 per la piena maturazione dei requisiti adeguati con decorrenza 2016. Nel 2016 per l’operare del meccanismo di adeguamento dei requisiti di accesso agli incrementi della speranza di vita che ha comportato un incremento degli stessi di 4 mesi con decorrenza 2016 era stato comunque registrato un contenimento nell’accesso al pensionamento.

spesa e di un contenimento della spesa per prestazioni di ammortizzatori

sociali.

I risultati di Contabilità Nazionale per l’anno 2017 della spesa per prestazioni

sociali in denaro evidenziano un livello di spesa inferiore

13

a quanto previsto nella

Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2017 e nella Nota

tecnico-illustrativa alla Legge di Bilancio 2018-2020.

Per un’analisi di sintesi delle dinamiche afferenti alla spesa per prestazioni

sociali in denaro, si evidenzia, a livello complessivo, il rallentamento della dinamica

dell’aggregato di spesa in esame nel periodo 2010/2017. Tale rallentamento della

dinamica di spesa, peraltro programmato nei documenti di finanza pubblica, risulta

evidente confrontando il periodo 2010-2017 (tasso di variazione medio annuo pari a

circa il 2,0%, prendendo a base l’anno 2009) con il decennio 2000-2009 (tasso di

variazione medio annuo pari a circa 4,4%, prendendo a base l’anno 1999) e a maggior

ragione con il quadriennio precedente 2006/2009 (tasso di variazione medio annuo

pari a circa 4,7%, prendendo a base l’anno 2005). In considerazione della dimensione

dell’aggregato in esame (la spesa per prestazioni sociali in denaro costituisce, per il

complesso delle amministrazioni pubbliche, circa il 50% della spesa corrente al netto

degli interessi alla fine del periodo in esame) tale riduzione della dinamica registrata

nel periodo 2010/2017 ha contribuito in modo significativo al contenimento della

dinamica della complessiva spesa delle pubbliche amministrazioni e,

conseguentemente, al processo di progressiva stabilizzazione della finanza pubblica e

al conseguimento dei relativi obiettivi. Va in ogni caso rilevato che al contenimento

della dinamica dell’ultimo triennio, che ha registrato un tasso medio annuo di

crescita nominale della spesa in esame di 1,5%, ha certamente contribuito la

sostanziale assenza di indicizzazione delle prestazioni ai prezzi, per effetto di un

tasso di inflazione sostanzialmente nullo nel periodo 2014-2016

14

.

TABELLA III.2-1 SPESA PER PRESTAZIONI SOCIALI IN DENARO, 2014 - 2017

Risultati di Contabilità Nazionale

2014 2015 2016 2017

Pensioni 256.643 258.897 260.869 264.033

(tasso di variazione in %) 0,9% 0,8% 1,2%

(in % di PIL) 15,8% 15,7% 15,5 15,4%

Altre prestazioni sociali in denaro 70.220 73.895 75.485 78.039

(tasso di variazione in %) 5,2% 2,2% 3,4%

(in % di PIL) 4,3% 4,5% 4,5% 4,5%

Totale prestazioni sociali in denaro 326.863 332.792 336.354 342.072

(tasso di variazione in %) 1,8% 1,1% 1,7

(in % di PIL) 20,2% 20,1% 20,0% 19,9%

PIL 1.621.827 1.652.622 1.680.948 1.716.935

(tasso di variazione in %) 1,9% 1,7% 2,1%

Valori assoluti in milioni di euro

13 In buona parte da ascrivere alla quota derivante dalla consuntivazione 2016, conseguendo la restante quota sostanzialmente a componenti di spesa afferenti a istituti di nuova introduzione la cui erogazione, rispetto a quanto previsto, è in parte o totalmente slittata all’anno successivo anche per i tempi conseguenti alle necessarie procedure implementative e accertative.

14 In tali termini, la ripresa della dinamica dell’indice dei prezzi al consumo, già parzialmente registratasi nell’anno 2017 (con effetto sull’indicizzazione delle prestazioni per l’anno 2018), comporterà, come peraltro già scontato negli andamenti tendenziali di finanza pubblica, un incremento

Previsioni

Le previsioni della spesa per prestazioni sociali in denaro sono state elaborate

sulla base della normativa vigente e del quadro macroeconomico tendenziale di

riferimento.

Previsioni per l’anno 2018

Per l’anno 2018, la stima della spesa per prestazioni sociali in denaro

predisposta a legislazione vigente è prevista crescere, rispetto alla stima dei risultati

di Contabilità nazionale relativi all’anno 2017, del 2,5 per cento. In particolare, con

riferimento alle diverse componenti di spesa si fa presente quanto segue:

 per quanto concerne la spesa pensionistica (+2,1%) la previsione

15

tiene

conto del numero di pensioni di nuova liquidazione, dei tassi di cessazione

stimati sulla base dei più aggiornati elementi, della rivalutazione delle

pensioni in essere ai prezzi (pari, per l’anno 2018, a 1,1%), delle

ricostituzioni degli importi delle pensioni in essere. Le previsioni in relazione

all’anno 2018 e successivi tengono anche conto degli interventi normativi

contenuti nella Legge di Bilancio 2018-2020 (legge n. 205/2017). La

previsione tiene altresì conto degli elementi emersi nell’ambito dell’attività

di monitoraggio ai fini della stima dei risultati per l’anno 2017 e dei primi

elementi disponibili per l’anno 2018;

 per quanto concerne la spesa per altre prestazioni sociali in denaro (+3,9%),

la previsione tiene anche conto delle misure introdotte con Legge di Bilancio

2018-2020 e, in particolare, anche considerando la relativa attuazione sul

piano amministrativo, dei maggiori oneri conseguenti al potenziamento delle

misure relative al contrasto alla povertà, alla tutela della famiglia e di

ulteriori benefici riconosciuti dall’anno 2018

16

, nonché di incrementi di spesa

comunque programmati

17

. La previsione tiene altresì conto degli elementi

emersi nell’ambito dell’attività di monitoraggio ai fini della stima dei

risultati per l’anno 2017 e dei primi elementi disponibili per l’anno 2018.

Previsioni per il periodo 2019-2021

Per il periodo 2019-2021 la complessiva spesa per prestazioni sociali in denaro

presenta un tasso di variazione medio, prendendo a riferimento l’anno 2018, del 2,5%

annuo. Il tasso di variazione medio del periodo per la spesa pensionistica risulta pari

al 2,7% annuo, mentre quello della spesa per altre prestazioni sociali in denaro pari

all’1,8% annuo.

Per quanto riguarda, in particolare, la spesa pensionistica, gli specifici tassi di

variazione sono condizionati dalla rivalutazione delle pensioni in essere ai prezzi, dal

numero di pensioni di nuova liquidazione, dai tassi di cessazione e dalla

ricostituzione delle pensioni in essere.

15 Le previsioni sono elaborate nel presupposto che l’istituto dell’anticipo finanziario a garanzia pensionistica (c.d. APE di mercato, introdotto dalla legge n. 232/2016) sia qualificato e classificato in Contabilità nazionale quale prestito e non come trasferimento monetario diretto a famiglie.

16 Tra i quali anche la prestazione assistenziale di cui all’articolo 1, comma 179 della legge n. 232/2016 (c.d. ape sociale).

Per quanto concerne la spesa per altre prestazioni sociali in denaro, i relativi

tassi di variazione risentono delle specifiche basi tecniche riferite alle diverse

tipologie di prestazione e degli aspetti normativo-istituzionali che le caratterizzano.

Le previsioni sono elaborate a normativa vigente e, pertanto, tengono anche conto

degli effetti derivanti dal potenziamento degli istituti di contrasto alla povertà, di

tutela della famiglia, in materia di ammortizzatori sociali e altre prestazioni

assistenziali, come anche previsto in sede di legge di Bilancio 2018-2020.

In via di sintesi, si stima per gli anni 2018 e successivi un livello complessivo

della spesa per prestazioni sociali in denaro inferiore a quanto previsto nel Conto

delle PA della Nota tecnico-illustrativa alla legge di Bilancio 2018-2020 (legge

n. 205/2017), derivante da quanto registrato con riferimento all’anno 2017 e per la

quota effettivamente confermabile per l’anno 2018 e successivi, tenuto anche conto

di un aggiornato profilo di indicizzazione ai prezzi delle prestazioni per gli anni

considerati, sulla base di aggiornate dinamiche dei prezzi, rispetto a quanto previsto

nello scenario tendenziale della Nota di Aggiornamento DEF 2017

18

.

TABELLA III.2-2 PREVISIONI DELLA SPESA PER PRESTAZIONI SOCIALI IN DENARO, 2017 - 2021 Risultati Contabilità Nazionale Previsioni 2017 2018 2019 2020 2021 Pensioni 264.033 269.660 275.180 283.830 292.130 (tasso di variazione in %) 1,2% 2,1% 2,0% 3,1% 2,9% (in % di PIL) 15,4% 15,3% 15,1% 15,1% 15,1%

Altre prestazioni sociali in denaro 78.039 81.120 83.700 84.900 85.520

(tasso di variazione in %) 3,4% 3,9% 3,2% 1,4% 0,7%

(in % di PIL) 4,5% 4,6% 4,6% 4,5% 4,4%

Totale prestazioni sociali in denaro 342.072 350.780 358.880 368.730 377.650

(tasso di variazione in %) 1,7% 2,5% 2,3% 2,7% 2,4%

(in % di PIL) 19,9% 19,9% 19,7% 19,6% 19,6%

PIL 1.716.935 1.766.241 1.822.552 1.878.205 1.928.685

(tasso di variazione in %) 2,1% 2,9% 3,2% 3,1% 2,7% Valori assoluti in milioni di euro

Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico italiano

La previsione dell’andamento di medio-lungo periodo della spesa pensionistica in rapporto al PIL19 recepisce i parametri demografici sottostanti lo scenario mediano elaborato dall’Istat, con base 201620. Per quanto riguarda il quadro macroeconomico, il tasso di crescita reale del PIL si attesta, nel lungo periodo, attorno all’1,2 per cento medio annuo. Il tasso di occupazione aumenta di circa 10 punti percentuali, nella fascia di età 15-64 anni, rispetto al valore del 2015. Per il periodo 2018-2021, le ipotesi di crescita sono coerenti con quelle delineate nel presente documento nell’ambito del quadro macroeconomico tendenziale. La previsione21, a normativa vigente, sconta gli effetti delle misure contenute negli interventi di riforma adottati negli ultimi venti anni. Si fa riferimento, in particolare, all’applicazione del regime contributivo (L. 335/1995) e alle nuove regole introdotte con la L. 214/2011 che, elevando i requisiti di accesso per il pensionamento di vecchiaia ed anticipato, ha migliorato in modo significativo la sostenibilità del sistema pensionistico nel medio-lungo periodo, garantendo una maggiore equità tra le generazioni. Il processo di riforma ha previsto altresì l’estensione, a partire dal 2012, del regime contributivo a tutti i lavoratori. Infine, a partire dal 2013, tutti i requisiti di età (inclusi quelli per l’accesso all’assegno sociale) e quello contributivo per l’accesso al pensionamento anticipato indipendentemente dall’età anagrafica sono periodicamente indicizzati alle variazioni della speranza di vita, misurata dall’ISTAT. Con medesima periodicità ed analogo procedimento è previsto, inoltre, l’adeguamento dei coefficienti di trasformazione in funzione delle probabilità di sopravvivenza. Entrambi gli adeguamenti sono effettuati ogni tre anni dal 2013 al 2019, ed ogni due anni successivamente, secondo un procedimento che rientra interamente nella sfera di azione amministrativa e che garantisce la certezza delle date prefissate per le future revisioni22.

Dopo la crescita del triennio 2008-2010, imputabile esclusivamente alla fase acuta della recessione, il rapporto fra spesa pensionistica e PIL risente negativamente dell’ulteriore

19 L’andamento di medio-lungo periodo della spesa pensionistica in rapporto al PIL viene presentata in attuazione di quanto previsto dall’articolo 1, comma 5 della legge n. 335 del 1995. I dati di Contabilità Nazionale relativi alla spesa pensionistica e al PIL sono elaborati in coerenza con il nuovo Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (Sec 2010).

20 Poiché le previsioni della popolazione prodotte da Istat coprono un orizzonte temporale fino al 2065, il valore dei parametri demografici relativi al quinquennio finale del periodo di previsione è stato estrapolato sulla base degli andamenti del decennio precedente. Circa le ipotesi sottostanti, si assume: i) un tasso di fecondità che converge gradualmente a 1,59 ii) un flusso netto di immigrati che si attesta mediamente su un valore medio annuo di circa 152 mila unità e iii) una speranza di vita alla nascita che aumenta, rispetto al 2015, di 6,4 anni per gli uomini e 6 anni per le donne. Si veda Istat (2016), http://demo.istat.it e Ministero dell’economia e delle finanze – RGS (2017), Rapporto n. 18, “Le tendenze di medio lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario” del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e relative “Anticipazioni”, nonché Rapporto n. 18 – Nota di aggiornamento.

21 Le previsioni a legislazione vigente e le valutazioni di seguito rappresentate sono state elaborate nel presupposto che l’istituto dell’anticipo finanziario a garanzia pensionistica (c.d. APE di mercato) sia qualificato e classificato in Contabilità nazionale quale prestito e non come trasferimento monetario diretto a famiglie.

22 L’adeguamento dei requisiti avente decorrenza 2016 (4 mesi ulteriori), in ottemperanza al dettato normativo (articolo 12, comma 12-bis, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni con legge 30 luglio 2010 n. 122) è stato adottato almeno dodici mesi prima della decorrenza dell’adeguamento medesimo con decreto direttoriale del 16 dicembre 2014, pubblicato in GU il 30 dicembre 2014 e quello dei coefficienti di trasformazione con decreto direttoriale del 22 giugno 2015, pubblicato in GU il 6 luglio 2015. L’adeguamento dei requisiti avente decorrenza 2019 (5 mesi ulteriori), in ottemperanza al dettato normativo è stato adottato almeno dodici mesi prima della decorrenza dell’adeguamento medesimo con decreto direttoriale del 5 dicembre 2017, pubblicato in GU il 12 dicembre 2017, mentre per l’adeguamento dei coefficienti di trasformazione, con il relativo decreto direttoriale, è in corso di espletamento la relativa procedura amministrativa.

fase di recessione degli anni successivi. A partire dal 2015, in presenza di un andamento di crescita più favorevole e della graduale prosecuzione del processo di innalzamento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento, il rapporto fra spesa pensionistica e PIL decresce per circa un quinquennio, per poi iniziare una fase di graduale crescita nel decennio successivo. A partire dal 2030 il rapporto spesa/PIL cresce con maggiore intensità fino a raggiungere il 16,2% nel triennio 2042-2044. Successivamente il rapporto scende rapidamente, portandosi al 15,6% nel 2050 ed al 13,1% nel 2070, con una decelerazione pressoché costante nell’intero periodo.

La contenuta flessione iniziale del rapporto fra spesa pensionistica e PIL è largamente spiegata dall’aumento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento e dall’applicazione, pro rata, del sistema di calcolo contributivo. La successiva fase di crescita è essenzialmente dovuta all’incremento del rapporto fra numero di pensioni e numero di occupati indotto dalla transizione demografica, solo in parte compensato dall’innalzamento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento. Tale incremento sopravanza l’effetto di contenimento degli importi pensionistici esercitato dalla graduale applicazione del sistema di calcolo contributivo sull’intera vita lavorativa. La rapida riduzione del rapporto fra spesa pensionistica e PIL, nella fase finale del periodo di previsione, è determinata dall’applicazione generalizzata del calcolo contributivo che si accompagna alla stabilizzazione, e successiva inversione di tendenza, del rapporto fra numero di pensioni e numero di occupati. Tale andamento si spiega sia con la progressiva uscita delle generazioni del baby boom, sia con l’adeguamento automatico dei requisiti minimi di pensionamento in funzione della speranza di vita.

FIGURA III.2-1 SPESA PUBBLICA PER PENSIONI IN % PIL

12 13 14 15 16 17 2010 2015 2020 2025 2030 2035 2040 2045 2050 2055 2060 2065 2070 %

Nel documento Pier Carlo Padoan Paolo Gentiloni Silveri (pagine 44-50)

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