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– Utilizzo di gestore diverso da quello del servizio pubblico

Nel documento TASSA SUI RIFIUTI (TARI) (pagine 14-0)

TITOLO III – RIDUZIONI E AGEVOLAZIONI

Articolo 13 – Utilizzo di gestore diverso da quello del servizio pubblico

1. Le utenze non domestiche che intendono conferire i propri rifiuti urbani, avviandoli al recupero al di fuori del servizio pubblico, ai sensi dell’ articolo 238, comma 10, del D.Lgs. 152/2006, devono comunicarlo, al comune e all’affidatario del servizio pubblico dell’ambito gestionale di riferimento, entro il 30 settembre di ciascun anno, con effetti a decorrere dall’anno successivo, indicando i quantitativi dei rifiuti da avviare a recupero, distinti per codice EER e stimati sulla base dei quantitativi prodotti nell’anno precedente, nonché la durata del periodo, non inferiore a cinque anni, per cui si intendono esercitare tale opzione.

Alla comunicazione deve essere allegata idonea documentazione, anche nella modalità dell’autocertificazione, comprovante l’esistenza di un accordo contrattuale con il soggetto che effettua l’attività di recupero dei rifiuti.

2. Dette utenze sono escluse dal pagamento della quota variabile della Tassa sui Rifiuti, in quanto rapportata alla quantità dei rifiuti conferiti, a condizione che il contratto con il gestore, diverso da quello del servizio pubblico, abbia ad oggetto tutte le frazioni di rifiuto urbano prodotte dall’utenza non domestica.

3. Dalla data di uscita dal servizio pubblico, il gestore del servizio di raccolta non erogherà più il servizio all’utenza la quale non potrà conferire nessun rifiuto al servizio pubblico.

4. È fatta salva la possibilità di chiedere la riattivazione del servizio pubblico anche prima della scadenza quinquennale di cui al comma 1 del presente articolo.

Le utenze non domestiche che intendono riprendere ad usufruire del servizio pubblico prima della scadenza del periodo di esercizio dell’opzione, devono comunicarlo, entro il 30 settembre di ciascun anno, con effetti a decorrere dall’anno successivo, al comune e all’affidatario del servizio che riprende la gestione qualora ciò non comporti un disequilibrio sull’organizzazione del servizio con riferimento alle modalità e ai tempi di svolgimento dello stesso.

5. Entro il 28 febbraio di ciascun anno le utenza non domestiche che abbiano esercitato la scelta di uscire dal servizio pubblico, devono comunicare, al comune e al gestore del servizio pubblico

di riferimento, i quantitativi dei rifiuti urbani avviati a recupero nell’anno precedente dando specifica evidenza a quelli avviati a riciclo.

Il comune è tenuto a rendicontare tali informazioni alla Regione e all’Agenzia Territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti (ATERSIR) entro il 30 aprile di ciascun anno.

6. Nel caso in cui sia comprovato il conferimento di rifiuti al pubblico servizio da parte di utenze che hanno dichiarato di non avvalersi del servizio ai sensi del presente articolo, sarà recuperata la parte variabile per l’intero anno solare in cui si è verificato il conferimento, oltre agli interessi di mora e alle sanzioni per infedele dichiarazione.

7. Con riferimento all’anno 2021 la comunicazione disciplinata nel comma 1 del presente articolo è effettuata entro il 31 marzo. 12

Articolo 14 – Riduzione di superficie per contestuale produzione di rifiuti urbani e speciali

1. Per le utenze non domestiche, in caso di contestuale produzione di rifiuti urbani 13 e di rifiuti speciali, siano essi pericolosi o non pericolosi, qualora non sia possibile verificare concretamente la complessiva superficie tassabile o, comunque, risulti di difficile determinazione per l’uso promiscuo cui sono adibiti i locali e le aree o per la particolarità dell’attività esercitata, la superficie è ridotta delle percentuali di seguito indicate:

a) - lavanderie a secco, tintorie non industriali ... 20%

b) - laboratori fotografici, eliografie ... 25%

c) - autoriparatori, elettrauto, distributori di carburante, gommisti e autocarrozzerie ... 50%

d) - autoservizi, autolavaggi, autorimessaggi ... 10%

e) - allestimenti, insegne ... 15%

f) - tipografie, stamperie, incisioni, vetrerie, serigrafie ... 20%

g) - lavorazioni metalmeccaniche... 50%

h) - falegnamerie ... 50%

i) - verniciature, galvanotecnici, fonderie ... 50%

j) - altre attività economiche ... 50%

2. La percentuale di abbattimento della superficie soggetta all’applicazione del tributo di cui ai commi precedenti viene riconosciuta a condizione che il produttore dimostri l'avvenuto trattamento dei rifiuti speciali in conformità alla normativa vigente. A tal fine, a pena di decadenza, il soggetto passivo dovrà presentare al Comune copia del modello unico di dichiarazione ambientale (MUD) entro il termine stabilito da norme statali per la presentazione dello stesso.

3. Per le attività con condizioni di produzione promiscua di rifiuti urbani e di rifiuti speciali, non comprese fra quelle indicate nel comma 1, il Funzionario responsabile del tributo può accordare la riduzione nella misura corrispondente a quella prevista per l’attività ad essa più similare sotto l’aspetto della potenziale produttività quali quantitativa di analoga tipologia di rifiuti speciali.

4. Resta inteso che il beneficio è limitato ai locali di lavorazione.

12 L’articolo 13 come vigente fino al 31/12/2020 era rubricato “RIFIUTI ASSIMILATI AGLI URBANI”, categoria non più esistente, è pertanto interamente abrogato con riguardo al precedente contenuto, e sostituito nella formulazione qui esposta.

13 È cancellato dall’1/1/2021 il riferimento ai rifiuti assimilati agli urbani, categoria non più esistente.

Articolo 15 – Riduzioni per inferiori livelli di prestazioni del servizio

1. L’interruzione temporanea del servizio di gestione dei rifiuti per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi non comporta esenzione o riduzione del tributo. Nel caso in cui tale interruzione superi la durata continuativa di trenta (30) giorni, o comunque abbia determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente, il tributo è ridotto di un dodicesimo per ogni mese di interruzione e comunque la misura massima del prelievo non potrà superare il venti (20) per cento della tariffa.

2. All’utenza saranno fornite adeguate e tempestive informazioni su eventuali disservizi 14.

Articolo 16 – Agevolazioni

1. La Giunta Comunale può deliberare ulteriori riduzioni da riconoscere sotto forma di contributi a favore di determinate categorie di utenza che presentino i requisiti definiti dalla stessa Giunta Comunale. Tali agevolazioni sono iscritte in bilancio come autorizzazioni di spesa e la relativa copertura è assicurata attraverso il ricorso a risorse derivanti dalla fiscalità generale del comune.

2. L’importo complessivo annuale da destinare all’erogazione delle agevolazioni, stabilite ai sensi del precedente comma 1, viene deliberato annualmente dalla Giunta Comunale. L’attribuzione delle agevolazioni ai singoli utenti avviene secondo criteri determinati dalla stessa Giunta Comunale.

3. E’ prevista una riduzione del 15% della tariffa, nella quota fissa e nella quota variabile, a favore degli occupanti, detentori, possessori di bar che dichiarino di non aver installato apparecchi di video poker, slot machine, videolottery o altri apparecchi con vincita in denaro. Tale riduzione si applica unicamente su richiesta dell’interessato a partire dalla data di presentazione della richiesta stessa. 15

Articolo 16-bis – Esenzioni

1. Sono esenti dal pagamento della tassa, salvo l’onere di presentare denuncia di inizio occupazione, di variazione e cessazione, come disciplinato negli articoli 28 e seguenti, i locali e le aree adibiti a nuove attività economiche insediate nel territorio comunale, intese come nuove imprese che stabiliscono la sede aziendale, oppure avendo sede in altri comuni, aprono nuove unità locali nel territorio comunale, per il periodo di due anni a decorrere dalla data di apertura della sede o dell’unità locale.

Sono escluse dall’esenzione, a titolo esemplificativo, le attività economiche già esistenti, per le quali intervenga semplicemente:

- trasferimento della sede o unità locale nell’ambito del territorio comunale;

14 Comma aggiunto in sede di modifica, con efficacia dall’1/1/2015, con deliberazione n. 35 del 25 giugno 2015 approvata e immediatamente esecutiva.

15 Comma inserito in sede di modifica, con efficacia dall’1/1/2015, con deliberazione n. 50 del 29 luglio 2015, approvata e immediatamente esecutiva.

- cambio di gestione per cessione o trasferimento d’azienda;

- diversificazione dell’attività merceologica oggetto dell’impresa in capo allo stesso gestore;

-

ampliamento e/o ristrutturazione nonché destinazione d’uso dei locali e delle superfici già utilizzate. 16

Articolo 17 – Cumulo di riduzioni

1. In nessun caso la somma delle riduzioni e delle agevolazioni ottenibili sia dalle utenze domestiche che non domestiche, su base annua, può superare la soglia del 50% del tributo dovuto.

16 Articolo aggiunto in sede di modifica, con efficacia dall’1/1/2015, con deliberazione n. 35 del 25 giugno 2015 approvata e immediatamente esecutiva.

TITOLO IV - TARIFFE

Articolo 18 – Costo di gestione

1. Il tributo comunale sui rifiuti è istituito per la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati.

2. In ogni caso deve essere assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio, ricomprendendo anche i costi di cui all'articolo 15 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, ad esclusione dei costi relativi ai rifiuti speciali al cui smaltimento provvedono a proprie spese i relativi produttori comprovandone l'avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente.

3. A partire dal 2016, nella determinazione dei costi di cui al comma 4 il comune deve avvalersi anche delle risultanze dei fabbisogni standard.

4. Il Consiglio Comunale deve approvare, entro il termine fissato da norme statali per l'approvazione del bilancio di previsione, le tariffe in conformità al piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani, redatto e approvato dal soggetto competente, secondo quanto disposto in merito dall’ deliberazione dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente – ARERA, con deliberazione del 31 ottobre 2019, 443/2019/R/RIF. 17

5. Il Piano Finanziario indica in particolare gli scostamenti che si siano eventualmente verificati rispetto al Piano dell’anno precedente e le relative motivazioni.

6. E’ riportato a nuovo, nel Piano finanziario successivo o anche in Piani successivi non oltre il terzo, lo scostamento tra gettito a preventivo e a consuntivo del tributo comunale sui rifiuti, al netto della maggiorazione e del tributo provinciale:

a) per intero, nel caso di gettito a consuntivo superiore al gettito preventivato;

b) per la sola parte derivante dalla riduzione nelle superfici imponibili, ovvero da eventi imprevedibili non dipendenti da negligente gestione del servizio, nel caso di gettito a consuntivo inferiore al gettito preventivato.

Articolo 19 – Determinazione della tariffa

1. Il tributo comunale è corrisposto in base a tariffa commisurata ad anno solare, cui corrisponde un’autonoma obbligazione tributaria.

2. La tariffa è commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, sulla base delle disposizioni contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. Nelle more della

17 Rispetto a quanto previsto in precedenza (redatto dal soggetto che svolge il servizio stesso ed approvato dal Consiglio Comunale), la disposizione è aggiornata tenendo conto delle disposizioni diramate dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) con deliberazione del 31 ottobre 2019, 443/2019/R/RIF recante “Definizione dei criteri di riconoscimento dei costi efficienti di investimento del servizio integrato dei rifiuti per il periodo 2018-2021”.

revisione di tale Regolamento, per gli anni a decorrere dal 2014 e fino a diversa regolamentazione disposta dall'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente – ARERA, è possibile prevedere l'adozione dei coefficienti di cui alle tabelle 2, 3a, 3b, 4a e 4b, dell'allegato 1 al citato regolamento, inferiori ai minimi o superiori ai massimi ivi indicati del 50 per cento, nonché non considerare i coefficienti di cui alle tabelle 1a e 1b del medesimo allegato 1. 18

3. La tariffa è determinata sulla base del Piano Finanziario con specifica deliberazione del Consiglio comunale, da adottare entro la data di approvazione del bilancio di previsione relativo alla stessa annualità.

4. La deliberazione, anche se approvata successivamente all’inizio dell’esercizio purché entro il termine indicato al comma precedente, ha effetto dal 1º gennaio dell’anno di riferimento. Se la delibera non è adottata entro tale termine, si applica la tariffa deliberata per l’anno precedente.

Articolo 20 – Articolazione della tariffa

1. La tariffa è composta da una quota fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per opere e ai relativi ammortamenti, e da una quota variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, alle modalità del servizio fornito e all’entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio, compresi i costi di smaltimento.

2. La tariffa è articolata nelle fasce di utenza domestica e di utenza non domestica.

3. L’insieme dei costi da coprire attraverso la tariffa è ripartito tra le utenze domestiche e non domestiche secondo criteri razionali. A tal fine, i rifiuti riferibili alle utenze non domestiche possono essere determinati anche in base ai coefficienti di produttività Kd di cui alle tabelle 4a e 4b, all. 1, del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.

4. E’ assicurata la riduzione per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche, prevista dell’art. 14, comma 17, D.L. 201/2011, e dell’art. 4, comma 2, D.P.R. 158/1999.

Articolo 21 – Periodi di applicazione del tributo

1. Il tributo è dovuto limitatamente al periodo dell’anno, computato in giorni, nel quale sussiste l’occupazione o la detenzione dei locali o aree.

2. L’obbligazione tariffaria decorre dal giorno in cui ha avuto inizio l’occupazione o la detenzione dei locali ed aree e sussiste sino al giorno in cui ne è cessata l’utilizzazione, purché debitamente e tempestivamente dichiarata.

3. Se la dichiarazione di cessazione è presentata in ritardo si presume che l’utenza sia cessata alla data di presentazione, salvo che l’utente dimostri con idonea documentazione la data di effettiva cessazione.

18 La facoltà di derogare ai limiti dei coefficienti di produttività dei rifiuti Kc e Kd, concessa al comune dal 2014, è stata ripetutamente prorogata di anno in anno. Nel 2019 è stata confermata fino a diversa regolamentazione dell’ARERA, per effetto della disposizione di cui al D.L. 124/2019, art. 57-bis. Si aggiorna di conseguenza la previsione regolamentare corrispondente.

4. Le variazioni intervenute nel corso dell’anno, in particolare nelle superfici e/o nelle destinazioni d’uso dei locali e delle aree scoperte, che comportano un aumento di tariffa producono effetti dal giorno di effettiva variazione degli elementi stessi. Il medesimo principio vale anche per le variazioni che comportino una diminuzione di tariffa, a condizione che la dichiarazione, se dovuta, sia prodotta entro i termini di cui al successivo articolo 29, decorrendo altrimenti dalla data di presentazione. Le variazioni di tariffa saranno di regola conteggiate a conguaglio.

Articolo 22 – Tariffa per le utenze domestiche

1. La quota fissa della tariffa per le utenze domestiche è determinata applicando alla superficie dell’alloggio e dei locali che ne costituiscono pertinenza le tariffe per unità di superficie parametrate al numero degli occupanti, secondo le previsioni di cui al punto 4.1, all.1, del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158, in modo da privilegiare i nuclei familiari più numerosi.

2. La quota variabile della tariffa per le utenze domestiche è determinata in relazione al numero degli occupanti, secondo le previsioni di cui al punto 4.2, all.1, del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.

3. I coefficienti rilevanti nel calcolo della tariffa sono determinati nella delibera tariffaria.

Articolo 23 – Occupanti le utenze domestiche

1. Per le utenze domestiche condotte da persone fisiche che vi hanno stabilito la propria residenza anagrafica, il numero degli occupanti è quello del nucleo familiare risultante all’Anagrafe del Comune, salva diversa e documentata dichiarazione dell’utente. Devono comunque essere dichiarate le persone che non fanno parte del nucleo familiare anagrafico e dimoranti nell’utenza per almeno sei mesi nell’anno solare, come ad esempio le colf che dimorano presso la famiglia.

2. Sono considerati presenti nel nucleo famigliare anche i membri temporaneamente domiciliati altrove. Nel caso di servizio di volontariato o attività lavorativa prestata all’estero e nel caso di degenze o ricoveri presso case di cura o di riposo, comunità di recupero, centri socio-educativi, istituti penitenziari, per un periodo non inferiore all’anno, la persona assente non viene considerata ai fini della determinazione della tariffa, a condizione che l’assenza sia adeguatamente documentata.

3. Per le utenze domestiche condotte da soggetti non residenti nel Comune, per gli alloggi dei cittadini residenti all’estero (iscritti AIRE), e per gli alloggi a disposizione di enti diversi dalle persone fisiche occupati da soggetti non residenti, si assume come numero degli occupanti quello indicato dall’utente o, in mancanza, quello di una unità. Resta ferma la possibilità per il comune di applicare, in sede di accertamento, il dato superiore emergente dalle risultanze anagrafiche del comune di residenza.

4. Le cantine, le autorimesse o gli altri simili luoghi di deposito si considerano utenze domestiche condotte da un occupante, se condotte da persona fisica priva nel comune di utenze abitative. In difetto di tale condizione i medesimi luoghi si considerano utenze non domestiche.

5. Per le unità abitative, di proprietà o possedute a titolo di usufrutto, uso o abitazione da soggetti già ivi anagraficamente residenti, tenute a disposizione dagli stessi dopo aver trasferito la

residenza/domicilio in Residenze Sanitarie Assistenziali (R.S.A.) o istituti sanitari e non locate o comunque utilizzate a vario titolo, il numero degli occupanti è fissato, previa presentazione di richiesta documentata, in una unità.

6. Per le unità immobiliari ad uso abitativo occupate da due o più nuclei familiari la tariffa è calcolata con riferimento al numero complessivo degli occupanti l’alloggio.

7. Il numero degli occupanti le utenze domestiche è quello risultante alla data di emissione dell’invito di pagamento di cui all’articolo 33, comma 1, con eventuale conguaglio nel caso di variazioni successivamente intervenute.

Articolo 24 – Classificazione delle utenze non domestiche

1. Le utenze non domestiche sono suddivise nelle categorie di attività indicate nell’Allegato B.

2. L’inserimento di un’utenza in una delle categorie di attività previste dall’Allegato B viene di regola effettuata sulla base della classificazione delle attività economiche ATECO adottata dall’ISTAT relativi all’attività principale o ad eventuali attività secondarie, fatta salva la prevalenza dell’attività effettivamente svolta.

3. Le attività non comprese in una specifica categoria sono associate alla categoria di attività che presenta maggiore analogia sotto il profilo della destinazione d’uso e della connessa potenzialità quantitativa e qualitativa a produrre rifiuti.

4. La tariffa applicabile è di regola unica per tutte le superfici facenti parte del medesimo compendio.

5. Nelle unità immobiliari adibite a civile abitazione in cui sia svolta anche un’attività economica o professionale alla superficie a tal fine utilizzata è applicata la tariffa prevista per la specifica attività esercitata.

6. In tutti i casi in cui non sia possibile distinguere la porzione di superficie destinata per l’una o l’altra attività, si fa riferimento all’attività principale desumibile dalla visura camerale o da altri elementi.

Articolo 25 – Scuole statali

1. Il tributo dovuto per il servizio di gestione dei rifiuti delle istituzioni scolastiche statali (scuole materne, elementari, secondarie inferiori, secondarie superiori, istituti d’arte e conservatori di musica) resta disciplinato dall’art. 33-bis del Decreto Legge 31 dicembre 2007, n. 248 (convertito dalla Legge 28 febbraio 2008, n. 31).

2. La somma attribuita al Comune ai sensi del comma precedente è sottratta dal costo che deve essere coperto con la Tassa sui Rifiuti.

Articolo 26 – Tributo giornaliero

1. Il tributo si applica in base a tariffa giornaliera ai soggetti che occupano o detengono temporaneamente, ossia per periodi inferiori a 183 giorni nel corso dello stesso anno solare, con o senza autorizzazione, locali od aree pubbliche o di uso pubblico.

2. La tariffa applicabile è determinata rapportando a giorno la tariffa annuale relativa alla corrispondente categoria di attività non domestica e aumentandola sino al dieci (10) per cento.

3. In mancanza della corrispondente voce di uso nella classificazione contenuta nel presente regolamento è applicata la tariffa della categoria recante voci di uso assimilabili per attitudine quantitativa e qualitativa a produrre rifiuti urbani e assimilati.

4. L'obbligo di presentazione della dichiarazione è assolto con il pagamento del tributo da effettuarsi con le modalità e nei termini previsti per la tassa di occupazione temporanea di spazi ed aree pubbliche ovvero per l'imposta municipale secondaria di cui all'art. 11, del Decreto Legislativo 14 marzo 2011, n. 23, a partire dalla data di entrata in vigore della stessa.

5. Al tributo giornaliero si applicano, sussistendone i presupposti e in quanto compatibili, le riduzioni e le agevolazioni di cui agli articoli 12 (riciclo), 15 (inferiori livelli di prestazione del servizio); non si applicano le riduzioni per le utenze domestiche di cui all’articolo 9 e per le utenze non stabilmente attive di cui all’articolo 11.

6. La tassa giornaliera di smaltimento non si applica per:

a) le occupazioni occasionali, di durata non superiore a otto ore continuative, effettuate in occasione di iniziative del tempo libero o per qualsiasi altra manifestazione che non comporti attività di vendita o di somministrazione di cibi e bevande e che siano promosse e gestite da enti o associazioni che non perseguano fini di lucro;

b) le occasioni di qualsiasi tipo con durata non superiore ad una ora;

c) le occupazioni occasionali, di durata non superiore a tre ore, effettuate con fiori e piante ornamentali all'esterno di fabbricati uso civile abitazione o di negozi in occasione di festività, celebrazioni o ricorrenze, sempreché detti spazi non concorrano a delimitare aree in cui viene svolta una qualsivoglia attività commerciale;

c) le occupazioni occasionali, di durata non superiore a tre ore, effettuate con fiori e piante ornamentali all'esterno di fabbricati uso civile abitazione o di negozi in occasione di festività, celebrazioni o ricorrenze, sempreché detti spazi non concorrano a delimitare aree in cui viene svolta una qualsivoglia attività commerciale;

Nel documento TASSA SUI RIFIUTI (TARI) (pagine 14-0)

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