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Prevenzione degli infortuni derivanti dall’utilizzo di macchine e attrezzature nel comparto metalmeccanico

F. Ferraris¹, S. Barbera¹, G. Bondonno¹, V. Meloni², M. Spagnuolo², G. Campo²

¹Asl Biella

²Inail Dimeila Obiettivi e fasi del PMP

Dall’analisi dei dati derivanti dall’applicativo “Flussi INAIL Regioni”, relativo agli accadimenti infortunistici avvenuti nel territorio biellese negli ultimi anni, risulta evidente come circa il 40%

del totale sia avvenuto a causa dell’interazione uomo-attrezzatura di lavoro e, analizzando solamente gli eventi che hanno comportato un numero di giorni di infortunio superiore a 30 (infortuni gravi), tale percentuale sale sino al 52%. Gli infortuni con danni postumi permanenti accaduti mentre erano in uso attrezzature di lavoro sono stati circa il 35%. Inoltre alcuni infortuni gravi, di cui uno mortale, accaduti negli anni passati e riguardanti l’utilizzo di attrezzature di lavoro, sono stati dovuti a carenze valutative nell’uso delle stesse. Tali eventi, insieme alla scarsa propensione dei datori di lavoro all’associazionismo e alla oggettiva difficoltà delle aziende a causa di risorse economiche scarse, che inducono a tagliare le spese rivolte all’attività di prevenzione e rendono difficile quindi la possibilità di dotarsi di macchine e attrezzature più moderne e in linea con i più evoluti standard di sicurezza, hanno suggerito la condivisione di percorsi di valutazione del rischio e della ricerca delle soluzioni, con il coinvolgimento diretto degli enti e delle associazioni presenti al tavolo inter-associativo del territorio biellese, di alcune aziende utilizzatrici delle attrezzature, dei costruttori e dei lavoratori.

L’attività del Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro ha evidenziato inoltre una grave carenza valutativa del rischio legato all’utilizzo delle attrezzature. Si è notato come i Documenti di Valutazione del Rischio specifico poche volte analizzino in maniera esaustiva le attività svolte con le attrezzature, limitandosi nei casi più estremi ad una mera elencazione delle macchine presenti nell’azienda. Anche i DVR più completi risultano carenti delle soluzioni tecniche di miglioramento, delle fasi manutentive o dell’analisi del rischio residuo.

Alla luce di quanto sopra, si è proposto di costruire assieme agli enti e alle istituzioni presenti al tavolo inter-associativo, nonché con le imprese e i lavoratori del settore prescelto, un modello di autovalutazione del rischio meccanico di carattere generale, utilizzabile nei diversi comparti produttivi, in particolare nelle piccole e medie imprese.

Tale documento di autovalutazione aveva diversi scopi:

• essere uno strumento di facile utilizzo per i datori di lavoro delle aziende;

• essere utilizzato anche per migliorare la valutazione del rischio meccanico;

• consentire l’identificazione dei pericoli nei vari utilizzi delle attrezzature;

• consentire l’individuazione delle soluzioni tecniche e organizzative di miglioramento della sicurezza delle stesse;

• fornire utili indicazioni nella gestione degli eventuali rischi residui.

Il comparto produttivo che l’ASL Biella ha identificato è stato quello compreso tra i codici Ateco C25 e C30, ovvero parte del comparto metalmeccanico biellese, facendo riferimento alle sole aziende con più di tre addetti (fig.1).

Fig.1

Azioni e strumenti di assistenza alle imprese (questionario di autovalutazione, ecc.)

Il progetto, realizzato in collaborazione con Inail Dimeila, ha coinvolto 140 aziende, di cui hanno partecipato attivamente al progetto 81 aziende che occupano complessivamente 1663 dipendenti (fig.2).

Fig. 2

Il lavoro si è sviluppato attraverso una proposta operativa articolata nelle seguenti fasi:

 progettazione dell’intervento;

 Recepimento di buone prassi del settore e messa a punto di una scheda di autovalutazione rivolta alle aziende del comparto, con il coinvolgimento del sistema

prevenzionistico aziendale e delle forze sociali (anche tramite il tavolo previsto dall’art 7 del DL 81/2008);

 individuazione delle aziende da coinvolgere nel Piano Mirato di Prevenzione ed informazione alle stesse con circolare e seminari in cui, tra l’altro, è stata illustrata la scheda di autovalutazione;

Fig. 1

911

126 48 4

0 200 400 600 800 1000

Totali > 3 > 10 > 50

Aziende Metalmeccaniche Distribuzione per numero di addetti

 autovalutazione aziendale con scheda dedicata, con obbligo di ritorno all’ASL (effettuata a circa tre mesi di distanza dall’inizio del progetto);

 vigilanza a campione delle aziende coinvolte nel PMP;

 verifica di efficacia dell’intervento di prevenzione mediante azione di monitoraggio.

Trasferimento e monitoraggio (Formazione, percezione del rischio)

Il progetto ha previsto la diffusione di metodologie utili per il controllo ed il monitoraggio dei processi di valutazione e gestione dei rischi e la produzione di pacchetti informativi/formativi per specifici settori basati sui cicli lavorativi, sui rischi tipici del comparto e sulle storie infortunistiche che alimentano la banca dati Infor.Mo dell’Inail. In particolare, sulla base delle analisi delle esigenze delle aziende coinvolte, sono state progettate e realizzate 2 giornate formative in aula che hanno visto la partecipazione di circa 60 soggetti del sistema prevenzionistico (tra DL, RSPP, ASPP, RLS e consulenti), per un totale di 45 tra aziende e società di consulenza. L’obiettivo dell’evento formativo è consistito nel trasferimento di un modello di analisi delle dinamiche infortunistiche e incidentali (near-misses) e di un software per la registrazione e il monitoraggio degli eventi accaduti, messo gratuitamente a disposizione delle aziende intervenute.

In termini di gradimento, le 2 giornate formative hanno avuto un ottimo riscontro complessivo, come evidenziato dal fatto che quasi il 90% dei partecipanti ne ha apprezzato la qualità, ed oltre l’80% ha ritenuto utili o molto utili gli strumenti di analisi e valutazione dei rischi illustrati.

Risultati (tabella indicatori, vigilanza, ecc.)

La scheda di autovalutazione, messa a punto da un gruppo tecnico coordinato dal locale Spresal, è stata illustrata ai rappresentanti delle aziende nel corso di 6 incontri informativi, nel corso dei quali è stata anche distribuita. Allo Spresal biellese sono ritornate in tutto 115 schede, che hanno consentito di avere una fotografia abbastanza esauriente della realtà territoriale del comparto metalmeccanico.

Sono state 23 le aziende che hanno usufruito di uno sportello ad hoc di assistenza e informazione istituito presso l’ASL. Due le aziende presso le quali si è provveduto a testare il percorso di autovalutazione mediante lo strumento predisposto. Infine, ad oggi, 8 le azioni di vigilanza effettuate, di cui 4 ad aziende invitate al piano ma non partecipanti e 4 ad aziende partecipanti.

A fronte di queste azioni di vigilanza i tecnici Spresal hanno emesso 8 prescrizioni (qui sarebbe interessante dire su cosa vertono le prescrizioni emesse, se fosse possibile). Dino Barbera mi ha detto che hanno fatto ulteriore azione di vigilanza e mi avrebbe mandato i dati