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Prima legge

Nel documento Leggere Ranganathan (pagine 94-97)

127 BIBLIOTECARIO MODERNO

Un bibliotecario moderno, che crede nella legge I LIBRI SONO FATTI PER ESSERE USATI, è felice solamente quando i suoi letto- ri svuotano gli scaffali con regolarità. Non sono i libri in prestito che lo preoccupano; sono i volumi che non escono che lo riempiono di perplessità e lo deprimono. Anche lui non mancherà di attraversare il cortile per andare incontro ai suoi Agassiz: ma andrà da loro per far- gli conoscere prima possibile le ultime novità, non per portarsi via i libri che stanno usando.

13 Ubicazione di una biblioteca

La scelta dell’ubicazione di una biblioteca generalmente può consi- derarsi un parametro per misurare il grado di fiducia che chi la dirige ripone nella legge I LIBRI SONO FATTI PER ESSERE USATI.

131 ESEMPIO 1

Mi capitò di visitare Dindukkal, una cittadina del sud dell’India; i notabili della città mi avevano invitato a un dibattito sulla costruzio- ne di una biblioteca per la città. Il problema dell’ubicazione saltò fuori alle prime battute della discussione: praticamente tutti furono d’accordo nel suggerire un luogo in periferia. Una delle motivazioni per indicare un posto così lontano fu che c’era troppa polvere in cen- tro e i libri si sarebbero rovinati. Un’altra ragione fu che, altrimenti, “qualsiasi razza d’individuo” sarebbe entrata in biblioteca. Non li sfiorò mai il pensiero che la funzione della biblioteca era proprio quella di far usare a “qualsiasi razza d’individuo” i suoi libri e che il problema della polvere non poteva né doveva determinare lo sposta- mento della biblioteca oltre l’area di accessibilità e utilità. Al contra- rio, rimasero impressionati quando mi sentirono suggerire un luogo lungo la strada del mercato nel cuore della città. Dovetti citare l’esempio di molte città occidentali e predicare finemente il vangelo di come si organizza una biblioteca, prima che mi concedessero che, in effetti, forse qualcosa si poteva dire a favore della mia proposta.

137 ESEMPIO 6

Il rettore di un grande college mi invitò a visitarne la biblioteca per suggerirgli eventuali miglioramenti. Andai volentieri. Mi ricevettero con molta cortesia e mi condussero attraverso un dedalo di stanze strette, scure e poco ventilate – sarebbe meglio definirle corridoi -, ognuna delle quali conteneva degli almirah disposti lungo le pareti. Mentre ci stavamo avvicinando al lato opposto dell’edificio, chiesi al rettore dove fosse la biblioteca e quando mi ci avrebbe portato. Con mia sorpresa, mi fu detto che fino a quel momento non avevamo fat- to altro che visitare i suoi locali. Chiesi al rettore come mai fosse sta- ta preferita una soluzione così infelice per l’ubicazione della biblio- teca, pensando al senso di questa strana decisione, da parte di un college, di scegliere un posto dove al massimo i ragazzi potevano giocare a nascondino durante l’intervallo del pranzo. Il rettore mi ri- spose di getto e con tono innocente: «Queste stanze non sarebbero servite a nient’altro e bisognava pure usarle per qualcosa». Se chi di- rigeva quel college avesse subito l’influenza della Prima legge della biblioteconomia, quella risposta così ingenua sarebbe mai stata data? Vent’anni fa ci trasferimmo nell’edificio nuovo. La sala più bella, quella che si affacciava sul mare, fu destinata alle riviste. La mia stanza era piccola e si trovava sul lato occidentale. Un indegno rap- presentante dei bibliotecari passò a trovarmi. Si dimostrò sorpreso che avessi destinato a ufficio del bibliotecario la stanza peggiore. «Se fossi stato io al tuo posto, avrei messo il mio ufficio nella sala dei periodici» affermò. «Se la Prima legge non mi avesse illuminato, probabilmente avrei fatto anch’io lo stesso» gli risposi. «Ah, la tua Prima legge. Se mai un giorno dovessi prendere il tuo posto, vedrai cosa farò io!» fu la sua pronta risposta!

171 PERSONALE DI BIBLIOTECA E CULTURA

Anche dopo che la Prima legge riuscì a convincere tutti della neces- sità di avere personale specializzato a tempo pieno che lavorasse in biblioteca, ai direttori delle biblioteche ci volle molto tempo per ap- prezzare le qualità e i requisiti essenziali del personale bibliotecario, se lo scopo era soddisfare tutte le richieste della legge. La battaglia condotta da quella legge per stabilire i requisiti corretti per intra- prendere la professione di bibliotecario fu anche più strenua di quella sostenuta per fissare il giusto orario di apertura della biblioteca. La legge che l’aveva preceduta, I LIBRI SONO FATTI PER ESSERE CONSERVATI, aveva lasciato dietro di sé una tradizione assai radi- cata. Com’è noto la tradizione è ostinatamente indifferente a qualsia-

si tipo di ragionamento. Non dava retta facilmente alle argomenta- zioni della Prima legge. Le analogie, per quanto suggestive, non riu- scivano a convincerla. Si suppone che un mercante di grano debba conoscere tutti i tipi di grano. Un negoziante di tessuti deve sapere tutto di abiti. Un agente assicurativo non avrà mai successo nella sua attività, se non saprà tutto delle tabelle di mortalità e di cosa signifi- chino. Nessuno verrebbe ammesso a insegnare, se non sapesse tutto della materia che deve insegnare. Ma ci volle molto tempo per ca- pire che un bibliotecario – che si occupa di apprendimento, deve individuare il libro giusto per ogni persona, deve persuadere la gen- te ad approfittare della conoscenza custodita nei libri, deve dunque sostenere l’istruzione continuata nel tempo di qualsiasi individuo, non solo quella dei ragazzini imberbi – non può non avere una va- sta cultura.

174 LA RESPONSABILITÀ DEL PERSONALE DI BIBLIOTECA […] Il personale di biblioteca dovrà ricordarsi sempre che I LIBRI SONO FATTI PER ESSERE USATI. Non dovrà mai farsi sopraffare dallo spirito del suo antenato della Bodleiana, di cui si diceva che “era davvero un buon bibliotecario, per certi aspetti; ma odiava chiunque cercasse di avvicinarsi ai suoi libri”. Non dovrà mai dimen- ticarsi che nelle biblioteche i libri vengono raccolti PER ESSERE USATI, preparati PER ESSERE USATI, conservati PER ESSERE USATI e distribuiti PER ESSERE USATI. Le interminabili procedu- re e le attività di tutti i giorni - ricevere proposte d’acquisto dagli e- sperti, acquistare o ricevere in dono i libri, inventariarli, classificarli, catalogarli, attribuirgli una collocazione, metterli a scaffale, porli e riporli a posto dopo il prestito - tutte queste operazioni si svolgono unicamente perché I LIBRI SIANO USATI. Per adempiere comple- tamente all’enorme missione della Prima legge, il personale di bi- blioteca, non solo dovrà ricordarsene costantemente, non solo dovrà acquisire la cultura e l’esperienza professionale necessarie, ma dovrà anche sviluppare attitudini e interessi pertinenti, altrettanto indispen- sabili.

177 IL PERSONALE DI BIBLIOTECA E IL SERVIZIO PERSONALIZZATO

Il piacere di comprendere la natura umana e riuscire a gestire dei casi difficili non può essere considerato come l’inizio e la fine della pro- fessione di bibliotecario. È solo il mezzo per arrivare a un fine. Che cos’è una biblioteca? Una biblioteca è una raccolta di libri conservati per essere usati. La professione di bibliotecario, dunque, consiste nel creare un collegamento tra un libro e chi lo usa. Di conseguenza, il cuore della vita di una biblioteca è il servizio personalizzato reso al pubblico. Per lo meno, questo è ciò che la Prima legge riesce a otte- nere nelle biblioteche che credono con tutta l’anima che I LIBRI SONO FATTI PER ESSERE USATI. Questa Prima legge della bi- blioteconomia è un obiettivo difficile da perseguire. Una volta accet- tate le sue premesse, è impossibile sfuggire alla conclusione logica a cui costringe. Per esempio, sostiene: “Se la biblioteca CONSERVA I LIBRI PERCHÈ SIANO USATI, il compito del bibliotecario non è accatastare i libri in un mucchio e dire ai lettori di servirsi da soli. Nemmeno sarà quello di rimpinzarli a forza di libri scelti in base ai

suoi criteri. Il suo compito è aiutarli; e aiutare qualcuno significa col-

laborare insieme a lui per fare emergere i suoi piani e i suoi desideri - aiutarlo ad aiutare se stesso”. Questo è il genere di servizio persona-

lizzato che la Prima legge si aspetta dal personale di biblioteca, qua-

lora esso intenda aiutarla nella sua missione. Va sottolineato, inoltre, che le richieste individuali di un servizio personalizzato di questo ti- po aumentano di giorno in giorno e per rispondere a questo genere di richieste, occorrerà un’attività di selezione di libri che miri a soddi- sfare le esigenze individuali, insieme all’offerta di un’attenta assi- stenza al lettore.

Nel documento Leggere Ranganathan (pagine 94-97)