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Principali caratteristiche del costituzionalismo socialista

Capitolo 2: Costituzionalismo socialista e la Costituzione del

2.1 Principali caratteristiche del costituzionalismo socialista

Per comprendere meglio la Costituzione cubana del 1976 risulta prima utile soffermarsi brevemente sulle caratteristiche comuni delle Costituzioni che si richiamano ai principi della c.d. soviet law, vale a dire delle Costituzioni socialiste. Il modello sovietico, diffusosi in Europa centro-orientale alla fine del secondo conflitto mondiale per poi diffondersi in Asia, Africa e ovviamente in America, ha avuto grande importanza storica nel secolo scorso e, declinato in diverse forme, continua ancor oggi, almeno formalmente, a orientare certe esperienze costituzionali, come quella cubana, seppur in un contesto profondamente diverso e con sempre più rilevanti aperture al mercato.

Per cominciare, per Costituzione socialista si intende una legge fondamentale ispirata alla dottrina marxista-leninista89 e contenente al suo interno i principi della forma di Stato nata in seguito alla rivoluzione russa del 1917 in contrapposizione allo Stato di diritto: la forma di Stato socialista90. Inoltre, secondo la visione socialista il diritto, quindi anche la Costituzione, è coazione ovvero un’imposizione della classe dominante e rappresenta, seguendo la teoria del materialismo storico di Marx, una sovrastruttura, come lo Stato stesso, prodotta dalla struttura derivante dai rapporti economici e di produzione tra le classi di una società. Da ciò segue che quando la struttura economica di una società viene stravolta attraverso il trasferimento del potere da una classe a un’altra si dà vita a un nuovo diritto e a un nuovo Stato91. Quindi il diritto socialista risulta fortemente intriso di ideologia e dipendente dalla politica come dimostra il principio di legalità socialista che è alla base del sistema delle fonti negli ordinamenti che rientrano in questa categoria. Tale principio, rivisitazione del principio cardine dello Stato di diritto, da una parte afferma il primato della legge ma dall’altra afferma che l’interpretazione e l’attuazione della stessa spettano al partito comunista, espressione della classe operaia e/o contadina. Il partito

89 In breve, tali principi sono: la conquista del potere da parte dei lavoratori (la c.d. dittatura del proletariato)

e la collettivizzazione o socializzazione dei mezzi di produzione come stadi intermedi per il raggiungimento di una società senza classi e senza Stato: la società comunista.

90 M. Ganino, voce Costituzione socialista in Pegoraro, L. (ed.), Glossario di diritto pubblico comparato,

2009.

30 unico è organizzato in maniera capillare sui diversi livelli di governo del territorio statale e il suo primato è sancito in Costituzione92. Secondo questa logica, la legge non ha un valore assoluto ma è strumentale e funzionale rispetto agli obiettivi della rivoluzione e, in seguito, alle esigenze della società socialista quindi può essere derogata e interpretata in modo da risultare compatibile con tali scopi93. Ciò vale anche per i diritti e le libertà sanciti dalle Costituzioni socialiste. Queste, infatti, sono solite comprendere lunghi elenchi di diritti, soprattutto per quanto riguarda quelli economici e sociali, elencati prima dei diritti civili e politici, anche se controbilanciati da una lunga serie di doveri (servizio militare, educazione dei figli ai principi socialisti, lavoro, difesa della proprietà socialista, etc.), in formulazioni piuttosto avanzate. Tuttavia, se contestualizzati con la funzionalizzazione del diritto, tali diritti risultano chiaramente subordinati agli interessi pubblici e in virtù di ciò possono essere ristretti e limitati, come sancito da esplicite clausole di funzionalizzazione che asseriscono che i diritti e le libertà dei cittadini non devono essere usati in modo da arrecare danno agli interessi della società e dello Stato socialista e ai diritti degli altri cittadini94.

Inoltre, negli Stati socialisti si nega la divisione dei poteri teorizzata da Montesquieu (legislativo, esecutivo e giudiziario) fatta propria dallo Stato di diritto liberal-democratico in favore del dogma dell’unità del potere statale che è accentrato nell’organo assembleare eletto dal popolo (Soviet supremo nell’Urss, Assemblea popolare nazionale in Cina e , come si vedrà, Assemblea nazionale del potere popolare a Cuba) in nome del mito della sovranità popolare a cui le leggi fondamentali socialiste si richiamano indentificando come popolo l’alleanza tra operai e contadini. Tuttavia, le elezioni non si fondano sulla libera competizione tra diverse forze politiche, dato il ruolo di preminenza del partito comunista anche nella preparazione delle liste dei candidati poi confermate mediante il voto popolare, in genere con consensi plebiscitari95. Dall’unità del potere discendono i principi del centralismo democratico e della doppia dipendenza, che costituiscono la base del funzionamento dello Stato e del governo socialista. In virtù del centralismo

92 Ibidem. Anche se alcune Costituzioni socialiste dei paesi dell’Europa centro-orientale permettevano

formalmente la presenza di altri partiti non si può affermare che ciò configurasse un sistema di pluralismo sostanziale in quanto si trattava di forze che condividevano i fini e i valori del partito egemonico. P. Carrozza, A. Di Giovine, G. F. Ferrari, Diritto costituzionale comparato, 2017, p. 644.

93 Carrozza, Di Giovine & Ferrari (2017), pp. 648-649. 94 Ivi pp. 1178-1179.

31 democratico, principio di organizzazione interna del partito comunista dell’Urss poi esteso all’intero apparato statale, ogni organo è eletto, subordinato alla sovranità popolare e responsabile di fronte ai propri elettori, che possono revocarlo in quanto è previsto il mandato imperativo, deve sottostare alle decisioni degli organi di livello superiore e la linea della maggioranza deve sempre essere seguita con disciplina96. La doppia dipendenza, che discende dal centralismo democratico, afferma che ogni organo del potere statale dipende orizzontalmente dalla propria base elettorale, che può revocarlo, e verticalmente dall’organo di livello superiore, che può annullarne gli atti, e parimenti ogni organo amministrativo dipende dall’organo elettivo che lo ha nominato e dall’organo amministrativo superiore97.

Per quanto riguarda la forma di governo, come si è visto, l’assemblea elettiva suprema è costituzionalmente indicata come l’organo preponderante in quanto espressione della sovranità popolare. In genere, questa ha una struttura monocamerale, quando lo Stato non ha un’organizzazione federale, e si riunisce poche volte l’anno in brevi sessioni. Oltre all’attività legislativa, al potere di indirizzo e di revisione costituzionale spetta all’assemblea il controllo preventivo di costituzionalità delle leggi e la nomina degli organi non-elettivi (governo, presidente della repubblica quando previsto come carica monocratica, membri dei tribunali supremi)98. Dunque, l’accentramento dei poteri nelle mani dell’assemblea elettiva indica che tutti gli altri organi derivino il proprio potere da tale organo, davanti al quale sono chiamati a rendere conto del loro operato. Tuttavia, nei frequenti periodi in cui l’assemblea non è riunita in plenaria i suoi poteri passano alla sua presidenza collegiale permanente (Presidium in Urss, Comitato permanente in Cina e, come si vedrà, Consiglio di Stato a Cuba), eletta dall’assemblea stessa tra i suoi membri, che quindi risulta essere il vero depositario del potere, seppur con delle limitazioni formali, come dimostra il fatto che le sedute plenarie spesso si limitano ad approvare all’unanimità misure già stabilite dal comitato ristretto e dal partito99. Del resto, tali comitati sono formati dai più alti funzionari del partito e l’immedesimazione tra questo e lo Stato è ulteriormente confermata dalla prassi secondo la quale il massimo dirigente del

96 Ibidem, Pegoraro & Rinella (2017), p. 77. 97 Ibidem.

98 Carrozza, Di Giovine & Ferrari (2017), pp.646 e ss. 99 Ibidem.

32 partito è anche il presidente del comitato permanente dell’assemblea, realizzando un’unione personale tra le due più alte cariche politiche. Inoltre, per prassi tutti i provvedimenti più importanti sono presi nei vertici del partito e poi approvati dagli organi statali competenti100. Per quanto riguarda il potere giudiziario, nonostante sia definito indipendente in alcune Costituzioni, la sua indipendenza sostanziale è profondamente minata dal principio di responsabilità politica dei giudici, che sono eletti dai cittadini o più spesso nominati dall’assemblea, che li rende revocabili, inserendoli di fatto nel processo politico e non rendendo possibile una tutela giurisdizionale imparziale ed effettiva delle garanzie dei cittadini101. Altra caratteristica peculiare del sistema giudiziario degli Stati socialisti è l’istituzione della prokuratura, istituzione watchdog che vigila sul rispetto della legalità socialista e ha il potere di attivare l’azione penale102. Tale istituzione è presieduta da un organo monocratico apicale (Procura generale in Urss, Procura popolare suprema in Cina e, come si vedrà, Fiscalía General a Cuba) eletto dall’assemblea nazionale, a cui deve rendere conto, e coadiuvato da uffici di procuratori locali organizzati a tutti i livelli di governo103.

Infine, non è previsto il controllo esterno di costituzionalità, incompatibile con l’unità del potere statale, quindi il sindacato di costituzionalità spetta esclusivamente all’organo assembleare, o a un organo da questo dipendente, che ha anche il potere di modificare la Costituzione attraverso procedure che richiedono maggioranze qualificate, anche se la rigidità formale delle carte è di fatto annullata dalla prassi del voto unanime o quasi in assemblea. Ciò concorre a rende frequenti le modifiche costituzionali e la redazione di nuove leggi fondamentali negli Stati socialisti.