• Non ci sono risultati.

Principali teorie sul fenomeno delle sepolture del Cimitero Reale Il dibattito inerente all’interpretazione dell’‹‹enigma›› del Cimitero Reale di Ur ha

una storia molto lunga ed articolata, naturalmente la prima teoria appartiene al padre della scoperta del sito di Ur.

Woolley ipotizzò in nuce che i re e le regine fossero stati accompagnati, nelle loro sepolture, dalla corte che li aveva serviti in vita: non si tratterebbe, però, di uccisioni in onore del re defunto, ma più probabilmente di auto-immolazioni tramite veleno257 per seguire il divino padrone nell’aldilà e continuare il servizio in una nuova condizione, assicurandosi anche, così, una migliore esistenza nell’oltretomba, sfuggendo alla miserabile vita che attendeva gli uomini ordinari dopo la morte. Difatti l’archeologo inglese considerava i re di Ur della I dinastia divinizzati, e siccome un dio non cessa di esistere, (piuttosto la sua essenza si modifica traslata in un’altra sfera), era presumibile, secondo il pensiero di Woolley, che nella sua nuova vita il sovrano portasse con sé tutto quell’apparato di persone e oggetti che contraddistinguevano il suo status in vita, e che avrebbero continuato a servirgli anche nella sua nuova condizione258. Ma come si è potuto osservare nel quinto paragrafo, la concezione del re divinizzato non è applicabile ai sovrani del Protodinastico IIIA poiché tale ideologia verrà elaborata nelle epoche successive; inoltre, anche l’ipotesi dell’auto-immolazione tramite veleno crolla definitivamente di fronte alle nuove analisi forensi compiute sui corpi di alcune vittime del rituale. Studi ai raggi X effettuati sui crani di due soldati conservati al Penn Museum di

257 Secondo Woolley sui corpi degli attendenti non vi erano segni che potessero far supporre delle

morti violente, dunque la causa dei loro decessi doveva necessariamente avere un’altra spiegazione. L’archeologo ipotizzò che nelle coppe affiancate a tutti i corpi rinvenuti in situ, per esempio in PG/1237, fosse contenuto del veleno utilizzato dai servitori del palazzo per auto-immolarsi. Woolley, L. C. 1934a, “Ur Excavations, v. II: The Royal Cemetery. A report on the Predynastic and

Sargonid graves excavated between 1926 and 1931”, British Museum and the University Musium

of Pennsylvania, London, p. 42.

258 Woolley, L. C. 1934, “Ur Excavations, v. II: The Royal Cemetery. A report on the Predynastic

and Sargonid graves excavated between 1926 and 1931”, British Museum and the University

76

Philadelphia, provenienti da due differenti tombe del Cimitero Reale, hanno rivelato fratture perimortem dovute a un forte trauma contusivo provocato presumibilmente da un’arma simile ad un’ascia, mentre gli elmi che indossavano non mostrano nessuna ammaccatura riconducibile alle fratture dei crani. Ciò dimostra che i soldati sono stati abbigliati con le loro divise in un secondo momento; inoltre alcuni corpi femminili, questa volta custoditi al British Museum, hanno evidenziato una decolorazione delle ossa, sintomo di un surriscaldamento o affumicamento dei corpi per ridurne la putrefazione e migliorarne il mantenimento259. Per di più, su alcuni scheletri sono state rilevate tracce di particolati metallici appartenuti ad un composto chimico atto alla conservazione260 di sostanze organiche261. Da questi rilevamenti è possibile presumere che anche gli altri attendenti sepolti nel Cimitero Reale siano stati violentemente uccisi, e i loro corpi preservati, per essere poi abbigliati con indumenti e oggetti identificativi del ruolo da loro svolto a corte; successivamente sono stati seppelliti affianco o in prossimità delle sepolture primarie, con l’intento di riprodurre delle scene di vita di palazzo.

Smith, S. e Bӧhl, F. ritenevano che gli occupanti delle tombe del Cimitero Reale di Ur fossero sacerdoti e sacerdotesse che avevano inscenato il rituale del “matrimonio sacro” con l’intento di assicurare alla città la fertilità della terra; secondo l’interpretazione dei due studiosi, gli individui sepolti insieme al sacerdote e alla sacerdotessa erano dei partecipanti alla festa, i quali non erano stati sacrificati per loro, ma con loro, nell’atto finale del rituale262. Come si è potuto notare nelle pagine

precedenti, l’identificazione dei “proprietari” delle tombe propende verso re e regine e altri appartenenti al nucleo familiare reale. Sappiamo inoltre che il rituale delle nozze sacre coinvolgeva il re e l’alta sacerdotessa e non esclusivamente la classe templare; per di più non si può esser certi che nel Protodinastico IIIA la

259 Il surriscaldamento dei corpi ad una temperatura di 150-250˚C per alcune ore, era una pratica

utilizzata per la preservazione dei cadaveri, conosciuta nel Vicino Oriente Antico in epoche successive al Protodinastico, nel Tardo Bronzo e durante l’epoca Neo-assira. Baadsgaard, A., Cox, S., Monge, J. & Zettler, R. L. 2011, “Human Sacrifice and intentional corpse preservation in the Royal Cemetery of Ur”, Antiquity, vol. 85, p. 38.

260 La sostanza a base metallica composta da solfuro mercurio/cinabro (Hg S) era un conservante

conosciuto da molte culture antiche. Ibid. p. 38.

261 Ibid., pp. 27-42; Vidale, M. 2011, “PG 1237, Royal Cemetery of Ur: Patterns in Death”,

Cambridge Archaeological Journal, vol. 21, n. 3, pp. 438-439.

262 Woolley, L. C. 1934a, “Ur Excavations, v. II: The Royal Cemetery. A report on the Predynastic

and Sargonid graves excavated between 1926 and 1931”, British Museum and the University

77

pratica rituale della ierogamia fosse pienamente compiuta nella forma in cui noi la conosciamo. Il matrimonio sacro coinvolgeva una coppia di individui e, di conseguenza, nel Cimitero Reale si sarebbero dovute ritrovare doppie sepolture, cosa che invece non è avvenuta; inoltre, anche l’età degli individui delle sepolture principali smentirebbe questa interpretazione: se si prende ad esempio la dama Pu- abi, che secondo Smith sarebbe la protagonista del rituale, è necessario ricordare che in base agli esami effettuati sui resti si è risaliti alla sua età al momento della morte, ossia una quarantina di anni, e quindi troppa anziana rispetto ai consueti attori di tale pratica263, e non proprio dell’età ideale per rappresentare un rituale di fertilità. In aggiunta a ciò è necessario rilevare che questo rituale annuale non implicava l’uccisione dei partecipanti264.

Frankfort, H. aveva identificato le sepolture principali del Cimitero come quelle di re e regine sostituti265 uccisi ritualmente assieme ai loro attendenti al termine del loro breve regno, secondo l’usanza conforme al rito esorcistico del sostituto reale. Siffatta pratica non è attestata nella zona di Ur e le fonti testuali dimostrano che questo rituale era compiuto tra i sovrani neo-assiri in un periodo di molto successivo266.