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Le principali problematiche del parto relative alla fattrice: distocia, ritenzione di placenta, disordini post parto (coliche e laminiti)

7. IMPREVEDIBILITA’ E PROBLEMATICHE DEL PARTO

7.3 Le principali problematiche del parto relative alla fattrice: distocia, ritenzione di placenta, disordini post parto (coliche e laminiti)

Figura 20 esempio di deviazione articolare (valgismo) e contrattura tendinea

7.3 Le principali problematiche del parto relative alla fattrice: distocia, ritenzione di placenta, disordini post parto (coliche e laminiti)

Parallelamente alle complicazioni che possono insorgere nei confronti del puledro sono molteplici anche quelle che si possono verificare in riferimento alla fattrice.

Anche in questo caso le problematiche che possono venirsi a creare sono molteplici ma in questa trattazione verranno brevemente riassunte ed analizzate quelle di maggior interesse per il proseguimento dell’attività riproduttiva della fattrice stessa.

La prima, e forse la più importante, problematica da prendere in considerazione è sicuramente la distocia, patologia che si riferisce al posizionamento scorretto del puledro all’interno dell’utero

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materno nelle ultime fasi della gravidanza o nella prima fase del parto (si ricorda che le prime contrazioni del miometrio spingono il puledro verso il canale cervicale). Normalmente il puledro si presenta con i due piedi anteriori, con la suola rivolta verso il basso, uno leggermente più avanti dell’altro, seguiti dal naso e dalla testa (fig.21). Se uno soltanto di questi riferimenti non è rispettato è necessario chiamare il veterinario in quanto il parto potrebbe essere distocico e rappresentare un serio rischio sia per la fattrice che per il puledro. Nei casi meno gravi, e se l’intervento avviene tempestivamente, il veterinario è in grado di riposizionare il puledro in modo corretto e consentire alla fattrice di proseguire il parto. Nei casi più gravi difficilmente fattrice e puledro sopravvivono, ipotesi che per l’allevatore rappresenterebbe una perdita non indifferente.

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Procedendo in base alla gravità delle complicazioni altre due problematiche che spesso ci si ritrova a dover fronteggiare sono il distacco (riquadro b fig. 22) e la ritenzione (fig.23) della placenta.

Figura 22 a) placenta normale: la placenta viene espulsa con il lato allantoideo all’esterno b) distacco della placenta: la

placenta viene espulsa con il lato corionico all’esterno

Normalmente la placenta dovrebbe apparire di colore chiaro (grigio-rosa), se invece si presenta di colore rosso intenso significa che la placenta non si è “rivoltata” e si è staccata direttamente dalla parete uterina. Il distacco si verifica spesso nelle fattrici in cui sono state diagnosticate placentiti di origine batterica e possono rappresentare un rischio anche per il puledro che potrebbe aver contratto l’infezione e che dovrebbe essere esaminato dal veterinario il prima possibile per poter stabilire una adeguata terapia antibiotica.

Nel caso di ritenzione di placenta (dopo 4 ore dal parto la placenta non è ancora stata espulsa) il rischio maggiore è quello legato al diffondersi di infezioni batteriche, che trovano terreno fertile nei tessuti e nelle membrane fetali, che possono portare a setticemie diffuse e problemi come la laminite (l’infezione si diffonde rapidamente attraverso la circolazione sistemica e il piede è una delle regioni maggiormente irrorate dal flusso sanguigno).

Solitamente per stimolare l’espulsione della placenta, che deve avvenire spontaneamente, in molti casi si lega un guanto da ispezione riempito di acqua fino al pollice (1 litro circa) a quel che resta del sacco amniotico e al cordone ombelicale, in modo da mantenere una trazione costante e favorirne così l’espulsione.

È bene precisare che la placenta deve in ogni caso essere conservata e fatta esaminare dal veterinario il prima possibile per essere sicuri che sia stata espulsa completamente e che non

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riporti segni di patologie che potrebbero essere state contratte anche dal puledro prima della nascita.

Figura 23 ritenzione di placenta Figura 24 tipica forma a “F” della placenta Se il veterinario non può ispezionare la placenta in tempi brevi è consigliabile distenderla sul

pavimento nella classica forma ad “F”, controllarne l’aspetto, il colore e che non siano stati ritenuti anche solo piccoli lembi (fig.25) che comportano comunque il rischio di contrarre serie infezioni e tenere informato anche telefonicamente il veterinario che suggerirà eventualmente i comportamenti da adottare.

Figura 25 distacco di placenta e ritenzione di un lembo del corno non gravido (freccia bianca)

Oltre a queste complicazioni si possono verificare anche problemi più comuni e che hanno cause non direttamente correlabili con il parto in se.

Tra queste possiamo citare la colica intestinale, che se non trattata in tempo può essere letale, specie se si verifica il fenomeno della torsione delle anse intestinali.

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L’altra è rappresentata dalla laminite che, come descritto nei precedenti capitoli, può avere svariate cause, non ultima, la ritenzione di placenta.

In ogni caso tutte queste patologie, o complicazioni che siano, se non mettono a rischio la vita della fattrice, di fatto rappresentano un pericolo, in quanto mettono a rischio la carriera riproduttiva della fattrice con conseguente perdita da parte dell’allevatore sia in termini di valore economico che genetico.

Figura 26 radiografia del piede: rotazione della terza falange

69 8. SISTEMI DI SEGNALAZIONE DEL PARTO

Arrivati a questo punto, dopo aver parlato di come la gravidanza delle fattrici si inserisce nell’insieme delle attività all’interno dell’allevamento, di come viene gestita e di cosa comporta in termini sanitari, di alimentazione e di prevenzione delle complicazioni, in questo capitolo verranno presi in esame i più comuni e i più utilizzati sistemi di segnalazione del parto.

Tutti questi sistemi, pur presentando tra di loro leggere differenze, hanno lo scopo di avvertire l’allevatore (o chi per esso) che la fattrice è in procinto di partorire o che il parto è appena cominciato, offrendogli la possibilità, oltre che di assistere al “miracolo della nascita di una nuova vita”, di assicurarsi che tutto proceda senza intoppi oppure di poter intervenire adeguatamente ed in tempo utile, eventualmente con l’intervento del medico veterinario, nel qual caso si verifichino le complicazioni evidenziate in precedenza.

In questa trattazione non verranno forniti giudizi sulla validità o meno di ogni sistema, bensì si cercherà di offrirne una descrizione il più dettagliata possibile, eventualmente mettendone in evidenza pregi e difetti, lasciando all’allevatore la possibilità di scegliere il sistema a lui più consono in base alle caratteristiche dell’allevamento e alle proprie disponibilità.

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