Segnalazioni al Garante
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risorse destinate alla rieducazione del condannato (magistratura di sorveglianza, area giuridico-pedagogica ed esecuzione penale esterna) appare una ineludibile priorità perché l’art. 27 comma 3 Cost. possa ricevere effettiva attuazione.
Un numero molto elevato di richieste di intervento riguarda le istanze di trasferimento, di competenza del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria o del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria. I trasferimenti ad altro istituto sono quasi sempre motivati dall’esigenza di avvicinarsi al nucleo familiare: il principio di territorialità della pena, che imporrebbe di scontarla in istituti prossimi al luogo di residenza della famiglia, è per diverse ragioni (sovraffollamento, sicurezza, circuiti speciali) sovente disatteso e le spese di viaggio per effettuare colloqui sono spesso insostenibili per i parenti delle persone ristrette. Molti nuclei familiari si trovano così disgregati, con gravi danni psicologici anche per i figli dei detenuti e serio pregiudizio al diritto fondamentale all’affettività. Le lamentele riguardano in particolare i lunghi tempi di attesa per avere una risposta, che le circolari ministeriali imporrebbero di fornire entro 60 giorni dalla ricezione delle istanze. Queste devono essere tuttavia corredate da numerose informazioni, raccolta che provoca quasi sempre un significativo dilatamento dei tempi.
Molteplici sono le doglianze attinenti al diritto alla salute, anche in questo caso con particolare riguardo ai tempi di attesa, che sono di molti mesi per le visite specialistiche e gli esami diagnostici e di anni per gli interventi chirurgici. Poiché in questo caso ritardi nelle cure o negli accertamenti possono provocare danni irreparabili alla salute, il problema delle attese assume connotati di particolare delicatezza e, a volte, drammaticità.
Il Garante non ha le competenze per poter valutare, come spesso viene richiesto dagli interessati, i criteri di priorità quotidianamente stabiliti dall’area sanitaria, che ordina le esigenze diagnostiche o terapeutiche in scale di urgenza e gravità. Si sono comunque mantenuti scambi di informazioni costanti con i responsabili dell’area sanitaria, dimostratisi sempre disponibili a fornire le delucidazioni richieste. La situazione è ulteriormente complicata dal necessario incrocio delle valutazioni mediche con le disponibilità del servizio traduzioni, impiegato anche per i trasferimenti nelle aule di giustizia o fra istituti detentivi: le risorse anche in questo ambito sono limitate, con ripercussioni non trascurabili sul fondamentale diritto alla salute. Quello delle prestazioni specialistiche richieste e non erogate a causa dell’impossibilità di predisporre un servizio di accompagnamento è un aspetto particolarmente preoccupante che merita di essere sorvegliato con la massima cura anche a livello regionale e nazionale. Difficoltoso è altresì il passaggio di dati e informazioni sulla salute fra i presidi sanitari nelle diverse carceri, mentre irrisolto è il problema dell’azzeramento delle liste di attesa in caso di trasferimenti, anche temporanei, dei detenuti.
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Un’ulteriore questione ricorrente attiene al lavoro: data la scarsità di posti disponibili, la possibilità di svolgere una occupazione retribuita, anche per poche ore al giorno, è avvertita dai detenuti come un privilegio. Molte delle lamentele rivolte al Garante attengono proprio a questo profilo: chi resta suo malgrado inattivo critica sovente la formazione delle graduatorie elaborate dal personale del carcere e a tutt’oggi non pubblicate in maniera trasparente. L’assenza di pubblicità genera diffusi sospetti di favoritismi o discriminazioni. A fronte di richieste di informazioni e delucidazioni a riguardo, sono state sempre date ferme rassicurazioni sul rispetto della parità di trattamento e sulla rigida attinenza ai soli criteri del reddito dei richiedenti, della dimensione del nucleo familiare e del periodo di disoccupazione maturato (oltre a quello dell’affidabilità, per i soli lavori che comportino attività rischiose per la sicurezza o necessitino di particolari competenze). Andrebbe proficuamente valorizzato l’istituto, previsto dalla legge, della rappresentanza dei detenuti nelle commissioni che si occupano di lavoro: benché lo strumento del sorteggio presenti oggettivamente molti limiti, si è riscontrata una scarsa consapevolezza da parte dei detenuti della possibilità loro concessa di controllare direttamente alcuni aspetti della vita in carcere, fra i quali quello del lavoro.
Numerose segnalazioni riguardano la necessità di rinnovare documenti, come carta d’identità, patente, passaporto, permesso di soggiorno. Molti dubbi sussistono riguardo alla residenza, che rappresenta il pre-requisito per fruire di molti diritti e accedere a una serie di servizi. A queste problematiche si è cercato di ovviare con la stipula di un protocollo con l’Ufficio anagrafe del Comune di Ferrara (v. §13.3). Ancora da risolvere sono le questioni legate alla patente, complicate dalla necessità di convocare in istituto la competente commissione medica.
Non di rado le persone ristrette hanno segnalato al Garante la necessità di rivolgersi a un patronato, per questioni attinenti alla previdenza e all’assistenza. Per buona parte dell’anno è stato attivo un solo sportello, a cura di Acli, che non ha potuto assicurare una presenza continuativa. Di recente, hanno offerto la loro disponibilità anche i patronati Inca-Cgil e Teorema Ferrara. L’incremento del servizio è da salutare con favore:
nonostante siano numerose le problematiche previdenziali e assistenziali che insorgono durante la detenzione, la presenza di quattro operatori è in grado di far fronte alle esigenze delle persone ristrette nella Casa circondariale di Ferrara.
Quanto ai problemi strutturali, le doglianze hanno riguardato soprattutto il sovraffollamento, la presenza delle griglie alle finestre, il caldo durante i mesi estivi.
Alcune delle segnalazioni hanno riguardato situazioni aventi rilevanza penale, sulle quali sono in corso indagini da parte della magistratura.
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13. GLI INTERVENTI DEL GARANTE
13.1. INTERVENTI SULLA UMANITÀ DELLA PENA E SULLE CONDIZIONI DI DETENZIONE
L'ACQUISTO E L’INSTALLAZIONE DELLE LAVATRICI
Si tratta di un progetto avviato prima dell'inizio del mandato dell’attuale Garante di cui si sono seguite le ultime fasi attuative. Grazie al contributo del Comune di Ferrara, nel 2017 sono state acquistate 15 lavatrici da collocare nelle diverse sezioni in cui si articola la Casa circondariale di Ferrara. L’Ufficio del Garante ha monitorato la consegna e l’installazione degli apparecchi, che hanno apportato notevolissimi benefici alla vita quotidiana dell'istituto. Prima dell'acquisto degli elettrodomestici, le salette-socialità dei reparti detentivi erano per buona parte occupate da secchi maleodoranti dove i detenuti tenevano in ammollo la biancheria e gli indumenti da lavare. Le lavatrici, alloggiate in piccoli vani all’interno delle sezioni e accessibili secondo turni predeterminati, hanno consentito di rendere gli ambienti più salubri, di liberare spazi dedicati alle attività in comune e di migliorare anche le condizioni del personale di sorveglianza, non più costretto a respirare durante l’orario di lavoro le esalazioni della stoffa umida.
LA SOSTITUZIONE DEI MATERASSI
Nei primi mesi di attività, una delle segnalazioni più frequenti dei detenuti riguardava lo stato di usura e logoramento in cui versavano i materassi allocati nelle camere, che per l'uso prolungato si erano assottigliati al punto da non poter più svolgere la loro funzione e non impedire il contatto con la struttura del letto. I materassi utilizzati negli istituti penitenziari sono formati, per motivi di sicurezza, da pannelli piuttosto sottili di gommapiuma ignifuga, e necessitano pertanto di essere sostituiti di frequente. Ogni partita reca una data di scadenza, che nel caso dell'istituto ferrarese era stata superata da molti anni. In sinergia con la Direzione del carcere e il Comando della Polizia penitenziaria, è stata avanzata una richiesta per la sostituzione dei materassi al Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, che - appuratane la improcrastinabile necessità – ha in breve tempo provveduto a inviare una fornitura in grado di soddisfare tutte le esigenze dell'istituto. I nuovi materassi sono stati dapprima collocati nel magazzino del carcere e poi progressivamente sostituiti nelle diverse sezioni, con decisivo miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti.
41 L'ACQUISTO DI CONGELATORI
Uno dei problemi più seri che affligge l’istituto detentivo ferrarese è quello del caldo durante i mesi estivi. L’estate del 2017 è stata una delle più torride della storia italiana e Ferrara ha detenuto per mesi il primato di città più calda d'Italia. Le condizioni di vita all’interno dell’istituto penitenziario hanno raggiunto livelli di forte criticità, per l’assenza di qualunque impianto di ventilazione o condizionamento nemmeno nei reparti dove, per posizione o esposizione, il clima è soffocante. Le alte temperature rischiano durante l’estate di compromettere, oltre che la salute dei detenuti più fragili, anche la conservazione dei generi alimentari che vengono acquistati in “sopravvitto”. Per queste ragioni, si è ritenuto di provvedere all’acquisto di 3 nuovi congelatori, destinati a sostituire altrettanti apparecchi rotti, da collocare nei reparti detentivi. La nuova fornitura ha assicurato almeno il refrigerio di bottiglie di acqua fresca durante i mesi estivi e la corretta conservazione del cibo destinato al consumo quotidiano. L’acquisto è stato ritenuto dall’Ufficio prioritario al fine di garantire condizioni di detenzione umane e salubri alle persone ristrette.
Nel 2018, per la medesima esigenza, si è provveduto all’acquisto di ulteriori 3 congelatori. Altri 4 apparecchi sono stati acquistati nell’ambito del progetto Ri-Cuci-Re (v § 13.2).
L’ACQUISTO DI UN IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
Si è avviato inoltre l’acquisto di 2 unità esterne e 2 split per il condizionamento di uno dei corridoi più caldi dell’intero istituto detentivo: la futura installazione (a carico della Casa circondariale) dovrebbe consentire condizioni di vita più umane per i detenuti ristretti in quell’area e un miglioramento della situazione lavorativa del personale di sorveglianza. La soluzione è stata condivisa con la Direzione e il Comando della Polizia penitenziaria, dopo che è stata scartata, per ragioni di sicurezza, la possibilità di installazione di ventilatori, anche a muro.
L’ACQUISTO DI UNA SEDIA A ROTELLE
Su segnalazione dell’area sanitaria, si è provveduto all’acquisto di una sedia a rotelle, da aggiungere a quella già in dotazione alla Casa della salute Arginone. Lo strumento è indispensabile per gli spostamenti all’interno delle vaste aree dell’istituto per persone con problemi di deambulazione, che potranno così recarsi dai reparti detentivi all’infermeria, all’area pedagogica o alle sale colloqui
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13.2. IL SOSTEGNO ALLE ATTIVITÀ DI LAVORO E RISOCIALIZZAZIONE
IL PROGETTO SECONDARIA
Si è ritenuto di sostenere un nuovo progetto in fase di avvio nella Casa circondariale di Ferrara dedicato alla seconda vita delle camere d'aria delle biciclette. Si tratta di materiale di basso costo che viene usualmente buttato via quando danneggiato, con notevoli sprechi e problemi di smaltimento dei rifiuti. Il progetto secondaria vuole incidere su questo comportamento anti-ecologico, in una città, come Ferrara, dove le biciclette sono fra i principali mezzi di locomozione: i detenuti saranno chiamati, previa formazione, ad aggiustare le camere d'aria, che potranno così essere rimesse in circolazione, gratuitamente o con un’eventuale offerta simbolica. Il progetto, a cura della cooperativa Il Germoglio, necessitava di un contributo per l'avvio della produzione di fascette recanti un logo identificativo, in grado rivelare la provenienza del materiale riciclato e instaurare così un legame simbolico fra il territorio e i detenuti lavoranti.
IL SOSTEGNO AL TEATRO CARCERE
Il gruppo teatrale, fondato da Horacio Czertok e partocinato dal Comune di Ferrara e da ASP, è una delle realtà più vivaci della Casa circondariale. Grazie alla sua attività rivolta al pubblico esterno, il teatro carcere consente preziose occasioni di raccordo fra il mondo della detenzione e il territorio. Una di queste è fornita dall’apertura dell’istituto penitenziario a un pubblico pagante in occasione degli eventi collaterali al Festival di Internazionale. Il 29 settembre 2017 la compagnia del teatro carcere e la cooperativa il Germoglio hanno allestito uno spettacolo sui lati oscuri del potere (L’irresistibile ascesa degli Ubu) arricchito di un piccolo buffet per accogliere gli ospiti prima dell’inizio.
Si è ritenuto di sostenere questa rilevante iniziativa, che coniuga l’aspetto artistico con lo sviluppo delle competenze sociali dei detenuti, necessarie per il loro positivo inserimento in società.
IL PROGETTO REGIONALE DI FORMAZIONE PER SPORTELLI INFORMATIVI
Il Garante ha preso parte come docente relatore al ciclo di incontri organizzato dal Garante Regionale delle persone private della libertà personale nell’ambito del corso di Formazione regionale per gli operatori di sportelli informativi, tenutosi a Bologna nelle
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aule di Volabo, il Centro Servizi per il Volontariato della Città Metropolitana di Bologna del Villaggio del Fanciullo nell’autunno del 2017.
Il progetto ha coinvolto rappresentanti del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, dell’UEPE, del Servizio regionale per l’Integrazione sociale, dell’Agenzia regionale per il lavoro, della Conferenza Regionale Volontariato e si è avvalso del contributo di operatori penitenziari, magistrati di sorveglianza, operatori degli enti locali, volontari, operatori dei patronati. Il corso ha inteso creare un luogo di formazione e discussione dedicato agli “sportelli informativi”, che hanno la fondamentale funzione di preparare, accompagnare e sostenere la fase di reinserimento nella società dei detentui. Gli incontri sono stati dedicati, in particolare, a
• Residenza, identità e relativi documenti
• Permessi di soggiorno e rimpatrio volontario assistito
• Ricerca del lavoro, stesura del curriculum e valorizzazione delle esperienze formative e lavorative in carcere
• Misure alternative alla detenzione, lavoro volontario gratuito in progetti di pubblica utilità;
Ogni giornata formativa si è articolata in momenti di analisi teorica e case-work pratici, finalizzati alla costruzione di relazioni ed allo scambio di buone prassi.
Sono state tenute due lezioni in materia di Misure alternative alla detenzione il 14 novembre e il 21 novembre 2017.
IL PROGETTO CITTADINI SEMPRE-VOLONTARIATO IN CARCERE Il volontariato è una componente fondamentale della vita degli istituti penitenziari. I volontari contribuiscono in maniera insostituibile allo sviluppo e al sostegno delle attività rieducative e risocializzative delle persone ristrette, realizzando nel modo più proficuo quell’apporto della comunità esterna al recupero dei condannati che la nostra legge di ordinamento penitenziario caldeggia e supporta. Il numero di volontari impegnati nella Casa circondariale di Ferrara era piuttosto esiguo in rapporto alla popolazione detenuta e alle numerose attività avviate negli ultimi anni.
Al fine di incrementare il numero di volontari impegnati dell’istituto ferrarese, e di fornire un’idonea preparazione a questa attività, il Comune di Ferrara ha sostenuto, nell’ambito del progetto Cittadini sempre coordinato da Agire Sociale-Centro Servizi per il Volontariato, una complessa operazione di “reclutamento” sviluppata in diverse fasi:
pubblicizzazione dell’iniziativa, formazione dei volontari con l’apporto del personale impiegato presso la Casa circondariale, affiancamento alle attività già in essere, sviluppo di ulteriori settori di intervento. Quella del volontariato è attività tanto preziosa quanto delicata: il supporto a persone private della libertà all’interno di un’istituzione totale
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comporta problematiche complesse che non possono essere lasciate all’improvvisazione o alla buona volontà dei singoli. Essenziale è la conoscenza del contesto, la consapevolezza dei limiti da rispettare e la corretta interazione con il personale del carcere, con cui si instaura un rapporto fiduciario da mantenere nel tempo. Fondamentale è pertanto la formazione di chi intenda avvicinarsi per la prima volta a questo mondo.
Il Garante ha seguito le fasi di elaborazione del progetto e ha partecipato alla sua realizzazione, tenendo una delle lezioni in calendario in tema di Tutela dei diritti delle persone private della libertà personale (22 gennaio 2018).
Il progetto ha condotto a risultati apprezzabili e significativi: 38 persone si sono iscritte al corso propedeutico; per 20 frequentanti, che hanno confermato la loro disponibilità per almeno un anno, è stato concluso l’iter di autorizzazione all’ingresso. La maggior parte di loro è già impegnata in attività di affiancamento in istituto.
IL PROGETTO RI-CUCI-RE: RISTORAZIONE CUCITO REINSERIMENTO
Le attività del Garante si sono rivolte anche a incrementare le opportunità di lavoro in carcere. Si tratta di un settore di intervento particolarmente difficile, per diversi ordini di ragioni: per innestare in un istituto penitenziario nuove attività produttive occorrono investimenti esterni, spazi adeguati da destinare al lavoro, competenze sufficienti delle persone da occupare.
Si è pertanto ritenuto da un lato di sostenere un’attività già bene avviata, come quella della ristorazione, in vista di possibili miglioramenti e sviluppi; dall’altro di individuare un nuovo possibile campo occupazionale, quello della sartoria che, in ragione delle dimensioni contenute degli strumenti utilizzabili (che occupano spazi limitati e possono essere trasportati facilmente in diversi reparti detentivi) e della relativa facilità d’uso, è apparso come proficuamente sperimentabile ex novo.
Il progetto Ri-Cuci-Re, ideato e sostenuto dal Garante, ha inteso puntare sulla ristorazione e sul cucito come strumenti di reinserimento sociale. Il progetto ha avuto come partner investitore l’Associazione Viale K, che opera da tempo nell’istituto penitenziario e presiede attualmente alle attività negli orti, in grado di fornire materie prime per le attività della cucina. Questo ambito è già valorizzato dalla Casa circondariale di Ferrara, grazie alla presenza della scuola alberghiera e di una zona attrezzata con qualche strumento professionale. L’acquisto di ulteriore attrezzatura è la premessa per ulteriori sviluppi e per un ampliamento di competenze, che potrebbero condurre ad attività professionali come il catering o la produzione di manufatti alimentari commercializzabili all’esterno.
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Al contempo, il nuovo ambito occupazionale della sartoria potrebbe impegnare un gruppo di detenuti con attività utili a chi soggiorna in carcere e spendibili anche verso l’esterno. Con l’acquisto di macchine da cucire e materiale di consumo si è inteso infatti perseguire un duplice scopo: da un lato consentire la riparazione e il confezionamento di abiti, coperte, tovaglie e altri oggetti indispensabili per la vita in carcere; dall’altro, quando fossero acquisite abilità sufficienti, individuare committenze esterne, che possano offrire ai detenuti un impegno lavorativo stabile e retribuito.
Il progetto è in fase iniziale e verrà sviluppato nei prossimi anni.
IL PROGETTO ARTENUTI
Anche il progetto Artenuti ha lo scopo di incentivare le attività lavorative all’interno della casa circondariale di Ferrara, puntando sullo sviluppo e sull’espansione di competenze già acquisite da un gruppo di detenuti nel campo della lavorazione del legno e del pellame e della legatoria. Sotto la guida di tre artigiani volontari, da qualche anno è in funzione un laboratorio di bricolage all’interno della Casa circondariale, che sinora ha prodotto manufatti esposti e messi in vendita in mercatini, bancarelle, ceste natalizie. Poiché il gruppo di lavoro ha dimostrato un’elevata affidabilità e notevoli capacità di apprendimento nelle diverse lavorazioni, si ritiene di poter procedere a un salto di qualità nella produzione e distribuzione degli oggetti realizzati all’interno della Casa Circondariale di Ferrara. Obiettivo del progetto è conseguire standard di produzione professionali con conseguente commercializzazione di alcuni articoli su vasta scala, mediante canali capaci di raggiungere un elevato numero di persone.
Il progetto coinvolge, oltre ai detenuti specializzati nell’attività di artigianato, il Garante delle persone private della libertà personale come promotore, coordinatore e sostenitore della fase di avvio del progetto; gli artigiani che prestano la loro attività di volontariato nel laboratori, che grazie ai nuovi strumenti insegneranno nuove competenze ai lavoranti; la Cooperativa il Germoglio (che vanta una pluriennale esperienza all’interno della Casa circondariale di Ferrara e mostra una particolare sensibilità per le attività di riciclo e riuso di prodotti, settore sviluppabile anche nell’ambito dell’artigianato) per l’acquisto degli attrezzi e del materiale necessario alla produzione e per la disponibilità ad offrire la piattaforma on line per la pubblicizzazione e vendita dei prodotti; la cooperativa Altraqualità per promuovere lo sviluppo di un mercato nelle botteghe di commercio equo solidale e simili settori, nonché per partecipare allo sviluppo commerciale dell'attività; la Direzione della Casa circondariale di Ferrara per la promozione, supervisione e monitoraggio del percorso.
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Il progetto è ancora in fase iniziale: sono in via di individuazione gli articoli da produrre e gli strumenti da acquistare. Le attività saranno sviluppate a partire dall’autunno 2018.
IL PROGETTO DIMITTENDI
L'Ufficio del Garante, insieme all’Assessorato Sanità, Servizi alla persona, Politiche familiari, ad ASP, all’Area giuridico pedagogica della Casa circondariale di Ferrara, alla Casa della salute Arginone e al competente Ufficio dell’esecuzione penale esterna, ha preso parte attiva al Progetto dimittendi, che rappresenta, per tutti gli attori
L'Ufficio del Garante, insieme all’Assessorato Sanità, Servizi alla persona, Politiche familiari, ad ASP, all’Area giuridico pedagogica della Casa circondariale di Ferrara, alla Casa della salute Arginone e al competente Ufficio dell’esecuzione penale esterna, ha preso parte attiva al Progetto dimittendi, che rappresenta, per tutti gli attori