• Non ci sono risultati.

Le priorità individuate dal CNEL nei documenti prodotti al Governo e alle Camere

P ARTE III

2. Le priorità individuate dal CNEL nei documenti prodotti al Governo e alle Camere

Il CNEL ha da tempo individuato le priorità. Tra gli altri, nel documento di osservazioni e proposte sul decreto-legge cd. Rilancio (OSP 391/C19 27_05_2020), ha sollecitato “un progetto di rilancio del Paese, che gestisca le grandi

transizioni digitali, ambientali e demografiche”, che “non può prescindere nella sua

costruzione da un rinnovato coinvolgimento degli attori economici e sociali del Paese nelle sue varie articolazioni”, e che “dovrà avviarsi quanto prima anche anticipando la legge di bilancio”. Sono tre i principali assi di intervento strategico, cui il CNEL si è

impegnato a contribuire: “a) il disegno di una politica industriale del Paese in

grado di gestire le grandi transizioni citate (…) nel contesto europeo; b) una grande operazione redistributiva volta a riformare il sistema fiscale e il welfare per combattere le diseguaglianze; c) una operazione strutturale di semplificazione delle regole e delle procedure amministrative necessarie per liberare le energie del Paese e per rendere possibile la piena e tempestiva attuazione delle riforme necessarie allo sviluppo. Gli interventi strutturali devono

necessariamente essere accompagnati da interventi di carattere sociale. Il connubio tra economia e welfare è imprescindibile e i due ambiti devono andare insieme. Inoltre, il CNEL sottolinea che per il rilancio del Paese è fondamentale una visione di insieme degli interventi strategici, tenendo conto degli interventi regolamentari e delle risorse messe a disposizione dell’Unione Europea. Da diversi anni il Paese mostra un deficit di investimenti, sviluppo e crescita, aggravato da un sistema di burocrazie che frenano la rapida attuazione delle norme e dei provvedimenti, comportando un costo eccessivo per cittadini e imprese. In tal senso, è necessario intervenire anche sul rapporto tra Stato e Regioni, al fine di garantire agli operatori economici una maggiore certezza delle regole”.

In occasione della resa di parere sul PNR (PAR 253_C19 del 29 luglio 2020) il Cnel ha richiamato l’attenzione del Governo e del Parlamento sui punti che seguono. 1. Un primo problema da affrontare consiste nel fornire al Paese la capacità di gestire il debito pubblico nel medio termine. La sostenibilità di tale debito dipende dalla capacità di affrontare attraverso politiche strutturali le criticità

34

storiche del Paese, in primis la stagnante produttività di sistema. Per questo appare decisiva un’azione che rimetta in moto gli investimenti pubblici e sostenga quelli privati, come il CNEL ha ricordato più volte (obiettivo 3%). A tal fine si ritiene opportuno guardare all’esempio di nostri partner europei, agli imponenti piani di investimento messi a punto da Francia e Germania insieme all’evoluzione dei modelli di governance e di filiera. Solo la strada di una crescita durevole e sostenibile è condizione di una gestione del debito efficace e socialmente non regressiva.

2. Un piano di investimenti massicci deve agire per sostenere: - le filiere produttive italiane a più elevato valore aggiunto;

- il rafforzamento della base patrimoniale e dimensionale delle imprese;

- la qualificazione dei servizi di mercato, in particolare delle PMI – Ricerca e Sviluppo, e i sistemi di trasferimento tecnologico sul modello tedesco; è opportuno guardare alle migliori esperienze europee, anche rendendo finalmente operativa l’Agenzia Nazionale per la Ricerca come “hub” dell’innovazione, istituita con la legge di bilancio 2020;

- l’attuazione completa del Piano Energia e Clima;

- l’accelerazione della digitalizzazione nella P. A. e nelle piccole e medie imprese, rafforzando la produzione di alta tecnologia in cui l’Italia è debole anche nella manifattura;

- un collegamento delle politiche industriali con le politiche di sviluppo territoriale, sull’esempio del Patto per l’Emilia.

3. L’indispensabile potenziamento dei servizi pubblici e delle P. A. deve attuarsi attraverso la digitalizzazione e la semplificazione effettiva delle procedure, secondo quanto già indicato ripetutamente dal CNEL e in compimento degli adempimenti previsti dall’Agenda digitale. Gli interventi nel settore sanitario con utilizzo del MES devono andare oltre la fase emergenziale, e realizzare un rafforzamento dei presidi territoriali e dei servizi di prevenzione. Occorre infatti tener conto che il settore costituisce non soltanto un fondamentale “pezzo” del welfare, ma anche un settore industriale strategico, con specifico riferimento allo sviluppo dell’innovazione tecnologica per la salute e alle scienze della vita (biomedicale, biotecnologie).

4. Investimenti stabili sul sistema educativo nazionale, secondo i migliori standard europei, come più volte sollecitato dal CNEL, dando concreta attuazione alla nuova “Agenda delle competenze”. Vanno sviluppati: il processo di digitalizzazione della scuola, garantendone l’accesso a tutti come previsto dal Piano Nazionale Scuola Digitale; le tecnologie per diffondere e qualificare la formazione continua dei lavoratori e degli adulti; il progetto alternanza scuola-lavoro.

5. Necessità di dare seguito alle reiterate indicazioni del Governo, contenute anche nel PNR, per attuare una vera riforma fiscale a sostegno della crescita e delle imprese, che superi il susseguirsi di interventi scoordinati e frammentati e

35

sia orientata su quattro assi: riduzione del cuneo fiscale, contrasto all’evasione anche mediante la massimizzazione dei vantaggi delle tecnologie, progressiva riduzione dell’uso del contante, riequilibrio e razionalizzazione delle aliquote per una effettiva progressività.

6. Nell’ambito delle politiche sociali e del lavoro, il CNEL ritiene indispensabile potenziare i servizi di cura alla persona e alla famiglia, con particolare riferimento alle fasce di popolazione più povere, valorizzando a tal fine l’apporto del terzo settore, come già indicato dal CNEL. Occorre utilizzare al meglio le risorse europee stanziate per rafforzare “Garanzia giovani”, trasformando tale strumento in un “ponte” verso il lavoro che parta dalla scuola, faciliti percorsi di istruzione superiore, li metta in linea con le esigenze delle imprese e favorisca l’inserimento tramite tirocini e misure di politica attiva del lavoro.

7. Occorre procedere ad una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali in direzione generalista, in coordinamento con i programmi previsti dal SURE e contestualmente potenziare le politiche attive, in particolare per favorire il sostegno dei lavoratori nei processi di riqualificazione e transizione richiesti dalle nuove tecnologie digitali. Le risorse umane vanno riallocate nei settori decisivi per il futuro.

Inoltre, l’Assemblea del CNEL con l’atto n. OSP 400 C19, del 30 settembre 2020, ha recepito il lavoro svolto dal Forum permanente sulla parità di genere, insediatosi presso questo Organo il 31 maggio 2019, trasmesso al Governo ed al Parlamento. Ivi il Cnel ha condiviso la convinzione che la piena e paritaria partecipazione femminile al mondo del lavoro riguardi le Pari Opportunità - poiché non vi può essere un effettivo esercizio dei diritti legati all’autodeterminazione delle donne senza una indipendenza economica - ma anche lo sviluppo del Paese per l’indubbio effetto di moltiplicatore economico che detta partecipazione è in grado di innescare. Se, dunque, la stagione di rilancio degli investimenti pubblici e privati, che vogliamo inaugurare con le risorse del Next Generation EU, risponde alla priorità di imprimere un deciso avanzamento alla capacità di competere del sistema produttivo del Paese, un significativo miglioramento della qualità del lavoro e, soprattutto, l’obiettivo di creare nuova occupazione e nuova impresa, non possiamo prescindere dalle idee e dalle energie delle donne. Ma la garanzia dell’effettiva partecipazione delle donne alla crescita del Paese non può essere raggiunta soltanto attraverso l’approvazione (pur indefettibile) di norme in tal senso. È necessario, bensì, indurre, nella concreta attuazione dei principi costituzionali e delle leggi attuative, un cambiamento culturale che porti al superamento di stereotipi femminili e l’elaborazione di un modello di “leadership femminile”.

La profonda crisi globale che stiamo attraversando deve spingere il Paese a definire un nuovo modello di crescita della produttività che consenta, con la partecipazione dei lavoratori, di costruire un circuito in grado di gestire – e non subire - l’innovazione, anche quella delle competenze, non soltanto digitali. Prima ancora che da noi, in Europa si è fatta strada la consapevolezza che nella definizione di “capitale” rientra non solo il capitale strumentale, ma anche quello