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L’approssimazione di funzioni di matrici si è rivelata un argomento molto va- sto: in questo elaborato abbiamo proposto approcci e metodi utilizzabili in molte occasioni, ma è chiaro che una altrettanto grande varietà di casi è rima- sta fuori dalla trattazione, a causa della non applicabilità di metodi o teoremi necessari per procedere.

Ogni risultato esposto si presta in modo naturale a poter essere generaliz- zato, con lo scopo di riuscire ad approssimare f (A) per una classe più ampia di matrici e funzioni.

Presentiamo qui di seguito alcuni problemi che sono rimasti aperti a eventuali trattazioni future.

1. Ipotesi di decadimento più deboli

Tra i risultati ottenuti in questo lavoro, il decadimento esponenziale è stato senza alcun dubbio uno dei più significativi, in quanto da quest’ultimo sono derivate le ottimizzazioni e l’effettiva convenienza degli algoritmi.

4.2. PROBLEMI APERTI 91

I risultati riguardanti questa proprietà hanno richiesto però ipotesi abbastanza forti sulla matrice A e sulla mappa f . Nel caso più generale (teorema 2.3.9) devono essere soddisfatte le seguenti proprietà:

• f definita su un dominio Ω ⊂ C compatto connesso e analitica su un suo particolare sottodominio.

• A diagonalizzabile e tale che σ(A) ⊂ Ω.

Notiamo che esse sono soltanto condizioni sufficienti: se il decadimento espo- nenziale venisse dimostrato utilizzando ipotesi più deboli (ad esempio rimuo- vendo la diagonalizzabilità di A), si riuscirebbe ad ampliare la portata di questo risultato, con conseguenti vantaggi computazionali in termini di efficienza e di un notevole risparmio di memoria.

2. Altri tipi di struttura

In questo elaborato ci siamo soffermati quasi esclusivamente su matrici dotate di una certa banda, provando risultati legati a questo caso specifico e imple- mentando metodi che sfruttassero tale struttura. Abbiamo inoltre visto come approssimare la banda su matrici con decadimento esponenziale.

Simili studi e analisi possono essere applicati a matrici che presentano strutture di tipo differente. Vediamone due esempi:

• Matrici sparse. Numericamente si è osservato che, se una matrice A di grandi dimensioni presenta soltanto pochi elementi aij non nulli, per

alcune mappe f la matrice f (A) presenta una curiosa proprietà: le sue entrate più significative sono concentrate vicino alle posizioni in cui si trovavano gli aij 6= 0, con un rapido decadimento man mano che ci si

allontana da tali posizioni (questo fenomeno si è notato in alcune appli- cazioni alla fisica, per maggiori dettagli consultare [18]).

Per matrici sparse diagonalizzabili, il teorema 2.3.9 ci garantisce un de- cadimento basato sul grafo associato: questo può essere un utile punto di partenza per analizzare nello specifico le matrici sparse e l’approssi- mazione delle loro valutazioni.

• Matrici con struttura di Kronecker. In un articolo di Benzi e Si- moncini (vedi [5]) è stato analizzato il problema di calcolare funzioni di matrici dotate di una particolare struttura detta somma di Kronecker, ossia che sono nella forma A = M1⊕ M2 = M1 ⊗ I + I ⊗ M2 ∈ C2n×2n,

con M1, M2 ∈ Cn×n quadrate. Si possono dimostrare curiose proprietà

su alcune funzioni nel momento in cui abbiano come argomenti matrici di questo tipo, ad esempio che exp(M1 ⊕ M2) = exp(M1) ⊗ exp(M2),

92 CAPITOLO 4. CONCLUSIONE

oppure che per seno e coseno valgono le formule di addizione, in cui gli argomenti sono M1 e M2 e le operazioni di somma e prodotto sono quel-

le di Kronecker (per dimostrazioni e approfondimenti, consultare [16] ai capitoli 10, 12).

Nel lavoro di Benzi e Simoncini vengono trovati bound di decadimento per f (A), derivati da quelli di f (M1) ed f (M2), nel caso in cui le funzio-

ni abbiano la proprietà di essere completamente monotone: per ulteriori dettagli si veda [4].

Ovviamente questi sono solo due esempi di possibili strutture, ma in generale è possibile indagare su quando si verifichi il decadimento esponenziale analiz- zando anche ulteriori tipi di matrici, qui non presentati.

3. Differenti tipologie di dominio

I requisiti dei teoremi sul decadimento e le implementazioni effettive dei metodi hanno sempre avuto la condizione che il dominio della mappa f fosse un’ellisse simmetrica rispetto all’asse reale.

In realtà questa ipotesi può essere rimossa, prendendo come dominio Ω un sottoinsieme di C che sia non vuoto, compatto e connesso. In questo nuovo contesto si avrebbero ad ogni modo alcune complicazioni a livello computazio- nale: ad esempio i polinomi di Faber non soddisferebbero più una relazione a tre termini e la mappa ψ (l’inversa della mappa di Riemann) avrebbe bisogno di ulteriore lavoro per essere determinata o approssimata (si veda [26]).

Il dominio Ω può essere anche scelto come unione di insiemi compatti e connessi (è utile farlo se lo spettro di A risulta essere concentrato in zone del piano complesso distanti fra loro). Questo caso può essere trattato in modo simile, ma sono necessari alcuni accorgimenti (per altri dettagli si consulti [25]).

4. Applicazione di nuovi metodi

Tutti e tre i metodi di approssimazione per funzioni di matrici che abbiamo fin qui sviluppato si basano su un unico approccio al problema, ossia la ri- cerca di un opportuno polinomio che rappresenti al meglio la funzione in un determinato dominio.

Pur non avendoli qui trattati esplicitamente, esistono alcuni metodi del tutto differenti, che usano i sottospazi di Krylov o alcune loro varianti [5]. Grazie a tali metodi si riesce a fornire nuovi efficienti bound di decadimen- to, nonché a ideare algoritmi specifici per approssimare il prodotto f (A) · b, con b ∈ Cn. Per ulteriori dettagli riguardanti quest’analisi si può consultare [4].

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